In seguito alla pubblicazione del reportage del Guardian da Kabul, che denunciava un presunto appropriamento illecito di denaro da parte della INTERSOS, ho ricevuto una raccomandata da parte dei legali della ONG italiana, che accusa il video del Guardian di contenere “notizie del tutto false”, e chiede la rimozione della copia da noi pubblicata con sottotitoli in italiano. Il tono non è mandatorio, ed è relativamente amichevole, anche se la lettera lamenta “telefonate di insulti” da parte di cittadini, e suggerisce che il fatto che il Guardian abbia rimosso il video dopo la loro diffida sia “più esplicito di qualsiasi spiegazione”, invitando noi a fare lo stesso. Ecco il testo integrale della lettera, seguito dalla mia risposta. INTERSOS / The Guardian Video “Where are Afghanistan’s missing millions?” Egregio Signor Mazzucco, INTERSOS ci ha incaricato di intraprendere tutte le opportune azioni a tutela dei suoi diritti, nei confronti del giornalista Clancy Chassay, nonché dell’editore del Guardian e di altro ogni soggetto responsabile. INTERSOS, inoltre, ci ha incaricato di svolgere tutti gli opportuni passi per tutelare i suoi diritti presso terzi soggetti che risultassero concorrenti nell’azione diffamatoria perpetrata ai suoi confronti. Lei risulta il titolare del dominio luogocomune, … … e riteniamo debba essere considerato il responsabile del relativo sito. Le sarà noto che, da alcuni giorni, il sito luogocomune ospita il video sopra emarginato, pubblicato il 21 febbraio 2009, con il corredo della sottotitolazione in italiano. Il video da voi messo in rete risulta, ad oggi, essere stato frequentato ben 2.567 volte. INTERSOS ha ricevuto varie comunicazioni scandalizzate e persino contenenti espliciti insulti proprio a causa del contenuti del video ospitato il vostro sito. Ebbene, tali comunicazioni, come anche l’interesse del vostro sito per la vicenda, sarebbero pienamente giustificati ove il video contenesse notizie vere in merito a INTERSOS. In realtà, però, il video riporta notizie totalmente false (prima fra tutte quella che INTERSOS avrebbe intascato un milione di dollari per spese amministrative), e tace una serie di dati che un corretto esercizio del diritto di cronaca avrebbe consentito di offrire al pubblico in tal modo rappresentando la realtà in termini veritieri. Non ritengo di dovermi addentrare nella confutazione degli assunti contenuti nel video sopra emarginato, permettendomi di rinviarla al sito di INTERSOS, nel quale tutti i dati - veri e reali - potranno essere oggetto di cognizione, approfondimento e valutazione critica. Mi limito, invece, a farle notare, quale fatto significativo, se non risolutivo, che il Guardian ha ricevuto la nostra motivata diffida dal proseguire nella pubblicazione del video in data 25 febbraio 2009, e che, dopo poche ore, ha provveduto ad oscurare il video, come potrà verificare contattando l’indirizzo […]. Ritengo che quanto accaduto sia più esplicito di qualsiasi spiegazione, sìcchè, in adempimento del mandato ricevuto, reputo sufficiente, allo stato, esporle quanto precede, chiedendo di rimuovere il video dal sito luogocomune, possibilmente facendo rinvio al sito di INTERSOS, nel quale sarà possibile acquisire tutti i dati reali riguardanti la vicenda dell’ospedale Khair Khana a Kabul. Ove le fossero necessari chiarimenti, non esiti a contrattare me o l’avv.[….]. Con i migliori saluti, Segue firma °°° Egregio Signor […] Le confermo di essere l’unico responsabile del sito luogocomune.net, e in tale ruolo le rispondo. Per quanto possa immaginare il disagio provato da INTERSOS per la diffusione della notizia, non riesco a vedere, nella rimozione del video da parte del Guardian, l’automatico riconoscimento di colpa che lei suggerisce. Potrebbe essersi trattato di un semplice gesto cautelativo, che io stesso suggerirei a chi si trovasse nella loro situazione, in attesa di un chiarimento definitivo. Ho peraltro cercato sul sito di INTERSOS i dati “veri e reali” che dovrebbero chiarire la vicenda a loro favore, ma non sono riuscito a trovarli. Gli unici link attualmente disponibili in homepage portano alla pagina intitolata “KABUL. RIABILITAZIONE DELL’OSPEDALE KHAIR KHANA, e al comunicato stampa intitolato “DOPO L’INTIMAZIONE, IL GUARDIAN TOGLIE IL VIDEO INCRIMINATO”. La prima contiene una narrativa generica del progetto, ne elenca le responsabilità principali, e addebita sostanzialmene lo stato attuale dell’ospedale ad una sua mancata manutenzione da parte degli afghani, riportando in calce le voci principali del budget di circa 1,9 milioni di dollari. Mentre il comunicato stampa cita a proprio favore la rimozione del video da parte del Guardian, e rimanda genericamente a “tutte le informazioni su fatti e costi […] da mesi visibili sul sito intersos.org”, senza purtroppo indicarne il link specifico. Rimane quindi irrisolta la questione di fondo sollevata dal Guardian, e cioè la differenza sostanziale fra la cifra di 1,9 milioni di dollari del budget ufficiale, e quella di 900.000 dollari che la Signora Matarazzo dice essere stata ricevuta da INTERSOS per il progetto, nell’intervista telefonica riportata nel video. Mi permetto quindi di suggerire, nell’interesse stesso del vostro assistito, di indicare al più presto con chiarezza il percorso alle informazioni che possano risolvere questo ingombrante malinteso. Da parte mia, tengo a sottolineare di aver pubblicato la notizia con le dovute cautele, presentando i fatti al condizionale (”pare che…”, “sembrerebbe che…”). Il mio articolo non afferma che INTERSOS si sia appropriata di soldi altrui, ma dice che di questo viene sospettata dal servizio del Guardian, riportando il video accusatore. Ritengo infatti che il nostro pubblico sia abbastanza maturo da saper valutare autonomamente fatti del genere, senza venir influenzato da eventuali notizie di parte. L’episodio di INTERSOS inoltre si inserisce in una cornice tutt’altro che favorevole per le missioni umanitarie, che sempre più spesso appaiono soltanto come il lato “buono” di un meccanismo altamente perverso, nel quale i nostri eserciti (occidentali, intendo) invadono e devastano un paese sovrano, che poi queste missioni umanitarie accorrono a ricostruire. Mentre voglio continuare a credere che all’interno di questo meccanismo esistano anche molte persone oneste e disinteressate, rimane doveroso da parte mia informare il pubblico di tutto quanto accade in proposito, fino a quando sia fatta chiarezza completa sui fatti in questione. (Nel qual caso sarei io il primo a voler ritirare la notizia, che riguarda da vicino l’immagine del nostro paese nel mondo). Nel frattempo ritengo giusto – in luce della correttezza di informazione che lei stesso invoca – lasciare il video online, finchè sia reso possibile valutare da vicino le informazioni che scagionerebbero INTERSOS dai sospetti avanzati dal Guardian. Nel contempo metterò in evidenza il fatto che INTERSOS abbia respinto integralmente le accuse, con i collegamenti al loro sito che lei stesso mi ha suggerito. In attesa di vostre notizie, che mi auguro positive, la saluto cordialmente. Massimo Mazzucco L’articolo originale, con le segnalazioni aggiunte oggi.