“E’ bello morire per ciò in cui si crede: chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.” - Paolo Borsellino Sembra impossibile, ma sono già trascorsi 25 anni dal maxi-processo contro la mafia. Rainews-24 ha ricordato quell’evento con una interessante intervista a Giuseppe Ayala, il collaboratore di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che contribuì a quella che può essere considerata l’unica vera vittoria dello stato italiano contro il crimine organizzato. Vittoria che, naturalmente, sarebbe in seguito costata la vita a Falcone e Borsellino. Nell’intervista Ayala racconta come “lo stato” – inteso come elementi corrotti all’interno delle nostre istituzioni – riuscì a fermare il nuovo corso inaugurato dal pool antimafia, per dare inizio a quello che fu definito “processo di normalizzazione”.
Ovvero il ritorno alle vecchie abitudini, che derubano ancora oggi i cittadini italiani di miliardi e miliardi di euro di denaro pubblico … … con la piena connivenza dei nostri governanti, mentre naturalmente i media si danno da fare per concentrare tutta la nostra attenzione sulla “manovra fiscale” del momento. A proposito di trave e di pagliuzza. Massimo Mazzucco