di Massimo Mazzucco
I gay di S. Francisco hanno fatto la coda in questi giorni, dormendo a frotte sui marciapiedi del municipio, pur di riuscire a sposarsi in fretta nell’unica contea degli Stati Uniti che ha deciso di permetterlo, nonostante una legge della California lo vieti esplicitamente. Infatti le forze cristiano-conservatrici sono già partite al galoppo, scagliando anatemi da tutte le parti e sollecitando interventi di ogni tipo, per far rientrare quello che secondo loro equivale in tutto e per tutto ad un peccato mortale.
Ma come si è arrivati a questa situazione esplosiva? Lo ha raccontato il sindaco stesso di S. Francisco - Gavin Newsom, neoeletto, democratico di appena 36 anni - che era stato invitato da Hillary Clinton (oggi senatrice democratica) a Washington ad ascoltare, un mese fa, il discorso di Bush sullo Stato dell’Unione (equivale al messaggio natalizio del ns. presidente): “Il presidente Bush ha detto delle cose non giuste rispetto ai diritti dei gay – ha raccontato Newsom – e allora io, tornando a casa in aereo...
... ho pensato che la gestione dei matrimoni, per legge, spetta alle contee di ciascuno stato (equivalgono alle nostre regioni), e così ho deciso di ignorare la legge nazionale (della California), ed ho aperto il municipio anche ai gay.
Il ragionamento del nuovo sindaco (foto a d.) non fa una grinza: non esiste infatti nella costituzione americana nessuna definizione particolare di “matrimonio”, nè esiste una clausola che vieti specificatamante il medesimo fra persone dello stesso sesso. Mentre esiste, d’altro canto, il 14° emendamento, che concede “equal protection” (protezione della parità dei diritti) alle diverse categorie sociali, e che impone quindi al sindaco di non discriminare fra le coppie che desiderino sposarsi. Egli ritiene quindi incostituzionale la legge che vieta i matrimoni fra omosessuali, e ha deciso di ignorarla.
Oltre ai residenti locali (S.Francisco ha una delle più grosse comunità gay di tutta America) centinaia di coppie gay sono subito accorse da tutte le parti del mondo, per poter legalizzare al più presto la loro unione di fronte alla legge americana.
I repubblicani hanno già chiesto la testa del ministro di giustizia della California, e lo stesso governatore Schwartznegger si trova in una situazione imbarazzante, perchè chi lo ha messo al potere vorrebbe ora vederlo “terminare” al più presto la faccenda, ma lui non conosce nessun "effetto speciale" che sia in grado di farlo. Ha genericamente ordinato ai tribunali di far sospendere i matrimoni, ma la corte suprema della California non ha nemmeno preso in considerazione la sua richiesta.
Ma soprattutto, la cosa ha obbligato Bush (anche lui pressato non poco dai suoi grandi elettori evangelici) a prendere una posizione precisa a livello nazionale. E lui ieri ha dovuto annunciare che proporrà un’emendamento alla costituzione, nel quale il matrimonio fra persone dello stesso sesso sia esplicitamente proibito. Questo ha fatto esultare la destra più rancida, ma rischia ora di togliere a Bush molto del supporto degli “indecisi” del centro, che pare anche quest’anno saranno quelli che decideranno l’elezione presidenziale.
Il sindaco Newsom, ovviamente, se ne è sentite dire di tutti i colori, e molti hanno suggerito che la sua carriera politica sia finita prima ancora di iniziare. Ma lui, tranquillo come un papa, è andato in TV e ha detto: “Se la mia carriera dovrà finire per questo, che lo sia. Avrò già fatto comunque in pochi mesi molto di più di quanto abbia fatto gente che in politica c’è da una vita intera.”
Massimo Mazzucco