Nei giorni scorsi, due attentati terroristici hanno riportato l’attenzione su Israele. Giovedì è stato colpito un autobus che trasportava cittadini israeliani, mentre il giorno seguente una ventina di razzi ha colpito una cittadina nel sud del paese, danneggiando una sinagoga. In totale, i due attentati hanno causato la morte di otto persone e il ferimento di altre 40. Il governo israeliano ha risposto immediatamente, bombardando diverse zone nella striscia di Gaza. Netaniahu ha poi dichiarato in televisione che “i mandanti degli attentati, che si nascondevano a Gaza, sono stati uccisi”. Netaniahu si riferiva ad un gruppo palestinese chiamato “Comitato di resistenza popolare”, i cui leader sarebbero stati uccisi durante il bombardamento. Ma nessuno da parte israeliana ha saputo fornire spiegazioni su come sia stato stabilito il collegamento fra gli attentati dei giorni scorsi e i presunti mandanti di Gaza. Va inoltre ricordato che i razzi che hanno colpito Israele sono partiti dal sud del Sinai, in territorio egiziano, e non da Gaza. Intervistata al telefono da RealNews, il tenente colonnello dell’esercito israeliano Avital Liebovitz ha detto: “Noi non abbiamo mai affermato che questo gruppo sia stato il responsabile degli attentati”, contraddicendo in questo modo la dichiarazione del primo ministro. Per giustificare l’azione, la Liebovitz ha spiegato … … che “diversi indizi ritrovati sul luogo del delitto portano in quella direzione: ad esempio, gli attentatori hanno usato proiettili di Kalashnikov, ed i fucili Kalashnikov sono molto comuni a Gaza.” Di fronte all’obiezione che “molti gruppi terroristici usano i Kalashnikov”, la Liebovitz non ha saputo fornire ulteriori chiarimenti, continuando solo a ripetere: “sappiamo che gli attentati sono partiti da lì e basta”. Inutile aggiungere che il “Comitato di resistenza popolare” ha categoricamente negato il proprio coinvolgimento negli attentati. Nel frattempo almeno nove civili palestinesi, fra cui due bambini, sono rimasti uccisi dalla bombe israeliane. Non ci vuole molto ad immaginare che cosa potrà succedere nell’immediato futuro, visto che da una parte Netaniahu deve trovare un modo per distogliere l’attenzione dalle critiche popolari che continuano a bersagliarlo, mentre dall’altra si avvicina la fatidica discussione all’ONU sulla ratificazione dello stato palestinese, nel prossimo settembre. Nel frattempo i media americani continuano tutti ad occuparsi della “cattiveria“ di Assad contro il suo popolo. Di quello che succede ai palestinesi non interessa evidentemente a nessuno. Massimo Mazzucco Fonte: The Real News