Ha fatto bene Macron a “sculacciare” pubblicamente Bolsonaro, per la faccenda dei roghi brasiliani. Lo ha fatto a nome di tutti noi occidentali, e tutti noi ci siamo sentiti un pò vendicati da questo suo intervento, tanto plateale quanto inappuntabile. Da quando infatti è arrivato in Brasile il nuovo presidente “diversamente progressista”, le pene per i disboscatori illegali – già tutt’altro che pesanti – si sono alleggerite ancora di più. E’ stato come dire “dateci dentro, che tanto non vi faccio niente”. Giusto quindi riprenderlo pubblicamente, perchè il pianeta è di tutti, e con il pianeta non si scherza.

C’è però un piccolo problema. Bolsonaro non ha incoraggiato i disboscamenti “perchè lui è cattivo”, o perchè “non gliene frega niente dell’ambiente”. Lo ha fatto per aiutare l’economia del suo paese. I disboscamenti infatti servono soprattutto per fare spazio a nuovi allevamenti di bestiame, e per coltivare la soia che serve proprio a nutrire questo bestiame. I disboscamenti quindi servono, in ultima analisi, ad aiutare il mercato brasiliano di esportazione della carne.

E chi sono i maggiori importatori di carne brasiliana nel mondo? Siamo proprio noi europei, e gli italiani in particolare. Ecco cosa scrive in proposito il Corriere della Sera: "L’Italia ha un curioso primato in Europa: è il massimo importatore di carne bovina dal Brasile e, insieme alla Gran Bretagna, il principale acquirente di manzo dalla multinazionale JBS, il più grande produttore mondiale. Il dato non è solamente statistico ma pone una questione di opportunità: comprare carne dal Brasile, in particolare da JBS, vuol dire acquistare da una multinazionale che negli ultimi anni è stata ripetutamente accusata dell’acquisto illegale di migliaia di capi allevati in aree deforestate dell’Amazzonia."

Ma Italia e Gran Bretagna non sono gli unici a rifornirsi pesantemente di carne bovina dal Brasile: in realtà lo fa tutta l’Europa, e lo fa in modo economicamente vantaggioso grazie anche al recente trattato commerciale fra UE e Mercosur  (l’equivalente sudamericano del mercato unico europeo, che comprende Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay). In base a questo trattato, noi esportiamo con tariffe doganali scontate prodotti industriali e automobili, mentre loro esportano primariamente carne.

Il cerchio quindi si chiude in fretta: lo stesso Macron (leggi “Europa”) che ha appena formato il trattato con Mercosur prima bacchetta i brasiliani per avere la mano troppo leggera con i disboscatori/allevatori dell’Amazzonia, e poi probabilmente si siede a tavola per mangiarsi una bella bistecca di carne, appena arrivata dal Brasile a prezzo scontato.

La grande lezione di questa vicenda è che dobbiamo renderci conto che nel mondo della globalizzazione non esistono più problemi locali. Una volta si diceva "Può, il batter d'ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?” Oggi invece dobbiamo dire: “Può un innocente trattato commerciale firmato a Bruxelles provocare un disboscamento devastante e selvaggio nel cuore del Brasile?”

La risposta, purtroppo, è sì.

Massimo Mazzucco

Comments  
Grazie a Decalagon che mi ha segnalato questo articolo

m.facebook.com/.../

***

Avviso che se questa discussione diventa l'ennesima baruffa fra erbivori e carnivori butto fuori tutti, senza guardare in faccia nessuno.

Cerchiamo di crescere, perfavore.
@Massimo
A Zena se dixe:
ti te vè a sercà u mà cumme i meghi.

(trad. Vai a cercare il male come i dottori).

:hammer:
Mentre Greta è in crociera, brucia l'Amazzonia e la Siberia.
Oltre all'esportazione di carne (ricordo il recente scandalo della carne avariata) il Brasile disbosca per piantare soia per gli allevamenti cinesi.

Se eliminiamo i polmoni del pianeta, alteriamo pesantemente l'ecosistema marino (altro polmone), alla fine che minchia ci respiriamo?

Siamo veramente un cancro per questo pianeta .. che però sa come curarsi.
Una domanda. La carne che l'Italia importa dal Brasile dove va a finire ? "Quando vado al supermercato e guardo la provenienza della carne non mi pare di aver mai letto Brasile. Anzi, viene enfatizzata la sua provenienza dall'Italia. Forse viene utilizzata nei prodotti a base di carne ? (es. tortellini, ragù, etc.).Sapevo invece che sono i mangimi (soia ogm per esempio) che provengono dal Brasile. ma anche da Stati Uniti, Argentina, etc.
Vorrei aggiungere qualcosa a completamento dell'analisi dei rischi di questa scellerata politica commerciale, dettata soprattutto dalle necessità di quelle poche banche ai cui la Federal Reserve concede sempre nuovo credito in valuta internazionale, piuttosto che dalle effettive necessità alimentari dei popoli. Il fatto che la dieta dei nostri padri dagli anni 60' in poi sia stata sempre più forzatamente sbilanciata a favore della carne due volte al giorno la dice lunga su quanto l'elite statunitense sia riuscita ad esercitare le sue pressioni su governi e accademie. E' abbastanza noto che la zootecnia comporta il più grande dispendio di terra ed energia per chilo di proteina prodotta, ed un eccesso di consumo di tali proteine animali e relativi grassi comporta una congerie patologie a carico del servizio sanitario nazionale. Quello che ancora sfugge alla pubblica opinione è che l'abbattimento della foresta per far posto alla soia o peggio ancora al pascolo determina un aumento vertiginoso dell'emissione infrarossa dal terreno: con la fronda arborea l'energia solare passa immediatamente ai moti convettivi dell'aria che producono nuvole pomeridiane e pioggia; senza fronda arborea l'energia solare arriva al suolo e può uscirne solo sotto forma di emissione infrarossa che invece dirada le nuvole eccitandone elettromagneticamente il vapore acqueo. Dunque i brasiliani si stanno facendo autogol, perché più estenderanno i pascoli e meno ci pioverà sopra. Da notare che essi sono anche recidivi, perché quando erano gli olandesi ad emettere la valuta internazionale ci fu la corsa al disboscamento con il fuoco per far posto alla canna da zucchero negli stati del Nord-Este e la pluviometria di tutta la regione dai 1800-2000 mm/anno si è permanentemente ridotta a meno di un terzo (che a quelle latitudini significa con raccogliere quasi più nulla). Inoltre la canna da zucchero a sua volta si raccoglieva previo incenerimento della piantagione e quindi proprio nulla rimaneva a proteggere dal sole il suolo annerito. Nella Genesi 3 si trova la precisa narrazione di quanto era già avvenuto in epoca preistorica sugli altri tre continenti devastati progressivamente dal fuoco appiccato dai cacciatori primordiali (Africa, Asia, e più recentemente Australia e America del Nord). La donna che consiglia l'uomo all'uso del fuoco per la caccia della selvaggina volatile (i frutti più alti degli inutili "alberi della conoscenza", cioè quelli non eduli), dato che la prole preferisce carne cotta. La donna che restringe i fianchi, perché si adatta alla corsa nella savana, che nel frattempo ha preso il posto della foresta, e quindi partorisce con dolore. Tutto fu perfettamente contemplato dall'Autore Sacro, che certamente non sapeva nulla di paleoclimatologia e paleoantropologia, ma era ispirato da Chi allo scempio sul Creato aveva inquieto assistito. Da soli 3.500 anni, ed ancor più dagli ultimi 500, è arrivato il turno dell'America del Sud, l'ultimo Paradiso Terrestre con centinaia di migliaia di specie che di questo passo andranno perdute, compresa quella più pregiata, l'uomo: vi siete mai chiesti quante poche migliaia di abitanti risiedono oggi nei 33 milioni di kmq di deserto prodotti dai nostri avi? Non solo i deserti, ma anche le ricorrenti glaciazioni sono tipiche degli ultimi 900.000 anni, esattamente da quando l'uomo ha scoperto il fuoco. Dunque l'infrarosso di origine antropica ha già colpito più volte restringendo le aree abitabili (deserto a sud, ghiaccio a nord), eppure oggi nessuno scienziato lo antepone per importanza ai gas serra, perché l'elite ha deciso che conviene tacerlo e occuparsi solo di rinnovabili, cioè il settore dove ora si è rivolto il suo imponente e nefasto credito (ovviamente sempre tacendo l'altro tabù, l'enormità di CO2 emessa dalle navi che trasportano le inutili merci pagate in dollari). E' quindi evidente che il principe della menzogna suggerisce ancora il da farsi come allora. Del resto, secondo la teologia cristiana, il suo obbiettivo è la nostra estinzione ad opera delle nostre stesse mani, così che la sua tesi "Padre eccelso, lo vedi, non sono persone come noi angeli, ma solo animali" risulti dimostrata.
#4 Fang
Una domanda. La carne che l'Italia importa dal Brasile dove va a finire ?


Va a finire in mense, ristoranti, prodotti lavorati anche solo minimamente... e con buona probabilità anche in supermercati ed in qualche macelleria "di fiducia".

Ogni nazione ha li suoi codici: per il Brasile sono
BR (codice ISO)
BRA (codice alfabetico)
76 (codice ISO numerico)
Quando si indaga sulla provenienza, occorre chiedersi anche a quale fase di lavorazione o vita dell'animale si riferisca la nazione indicata: potrebbero essere paese di nascita, di ingrasso, di macellazione, di sezionamento disosso o di macellazione.
Sotto il profilo teorico pare sia tutto sotto controllo (ad esempio questo: www.google.ch/.../)

Al lato pratico esistono molti trucchi ed inganni di vario tipo in campo alimentare. È probabile che le multinazionali dell'alimento siano potenti quanto quelle del farmaco.

Quote:

lo stesso Macron (leggi “Europa”) che ha appena formato il trattato con Mercosur prima bacchetta i brasiliani per avere la mano troppo leggera con i disboscatori/allevatori dell’Amazzonia, e poi probabilmente si siede a tavola per mangiarsi una bella bistecca di carne, appena arrivata dal Brasile a prezzo scontato

Per non parlare dei giocattoli di sua moglie... Pura pel do Mato Groso!
#5 MO62

l’ipotesi che hai argomentato a mio parere è verosimilmente valida
(o perlomeno plausibile)

non valido mi appare solamente il suo condimento in salsa cristiana
(a mio parere è un condimento che può solamente indebolirla)

Quote:

La grande lezione di questa vicenda è che dobbiamo renderci conto che nel mondo della globalizzazione non esistono più problemi locali.

Indiscutibile. Questa interconnessione a livello globale è una cosa che ho sempre presente sì che ogni considerazione che faccio riguardo al mio piccolo ambito paesano trovo plausibile estenderla all'intera sfera di interessi socio-economici.
Abito in un paese di circa 5000 anime. Nella strada in cui abito, lunga circa 100 m, vi sono due venditori di Pampanella, una specialità gastronomica costituita da carne di maiale cotta al forno e speziata con sale, aglio, sugna e peperoncino... Ce n'è una forte richiesta durante l'estate - un vero toccasana per le coronarie! Inoltre da un po' di tempo, sempre nella via in cui abito, si è aggiunta anche una macelleria. Non saprei quante macellerie vi sono nel mio paese, ma di certo la carne trova uno sbocco commerciale senz'altro consistente. Una vera carneficina! A margine, ricordo alcuni anni addietro un tentativo di aprire un'erboristera andata subito a monte... Per quanto concerne il degrado della salute che ne deriva, posso aggiungere solo che ultimamente un gestore di una mecelleria da poco aperta è morto di infarto a 40 anni, e così via...
Ora, mi viene spontaneo constatare che a livello locale e globale, sia il commercio di prodotti vegani che quelli carnei sale in percentuale. Come lo si spiega? Plausibile sarebbe la spiegazione in base alla quale allorché aumenta il consumo di prodotti vegano-vegetariani dovrebbe diminuire di conseguenza quello di prodotti carnei. Invece aumentano tutti e due. È l'alchimia dell'Economia. Il fatto che sempre più persone si dedicano al vegetarianesimo, non esclude che la restante percentuale (comunque sempre consistente) di umani onnivori-carnivori abbiano la tendenza, o meglio, siano stimolati dalla propaganda, pervasiva ed onnipresente, ad un consumo sempre maggiore di carne.
È ovvio che dietro all'attuale eccessivo consumo di carne si cela non una reale necessità, ma la politica espansionista delle multinazionali che detengono il monopolio della produzione di prodotti sia vegani che carnei.
Se consumassimo meno carne, salveremmo di certo l'Amazzonia e gli indigeni che vi abitano, ma al monopolio del gusto non si comanda.
Ci vorrebbe una scelta individuale, responsabile e consapevole; ma in quanto a individualità, responsabilità e consapevolezza il nostro mondo sembra sia poco attrezzato.
Fin dai tempi dell'università, ormai son passati 20 anni, sapevo bene che i roghi in amazzonia venivano fatti per lasciare spazio ad allevamento e agricoltura. Ma il problema é sicuramente di molti anni precedente e non è solo limitato al Brasile. In Argentina, terra a cui sono particolarmente legato, nel nord vengono abbattute porzioni enormi di foresta per fare posto alla soia, utilizzata poi per alimentare il bestiame. Ma la mucca è un erbivoro, non dovrebbe cibarsi di semi, ma pascolare libera e mangiare erba verde, come fortunatamente accade ancora al centro e al sud di quel paese. I danni alla salute degli animali alimentati con mangimi a base di soia si ripercuotono sul consumatore finale.
L'effetto farfalla in geopolitica, affascinante, ciò rende davvero difficile fare previsioni sul futuro.
Massimo ha chiesto di non cominciare una discussione inutile tra vegetariani e onnivori, sono d'accordo, sarebbe fuori luogo perché stiamo parlando d'altro. Stiamo parlando di come tutto ci riguarda, perché il mondo è una rete di reti interconnesse, di cui ognuno di noi nel suo piccolo fa parte.
Prima cosa, spazziamo via i moralisti.
Se la foresta Amazzonica è di tutti e serve a tutti allora tutti dovrebbero pagare il Brasile per l'ossigeno che produce.
Invece pretendiamo gratis l'ossigeno dal Brasile.
Quindi ha perfettamente ragione Bolsonaro: "la foresta Amazzonica è solo dei brasiliani" e ci fanno quel cazzo che vogliono.

Seconda cosa, già oggi viene prodotta la carne per gli europei, non serve quindi bruciare la foresta.
Si brucia semplicemente perché la Cina vuole mettere in ginocchio l'agricoltura americana.
Un terzo dei prodotti agricoli americani vengono esportati in Cina. Se si apre uno scontro tra le due superpotenze, il problema diventa enorme. I cinesi potrebbero fare la fame oppure gli agricoltori americani potrebbero lasciare i loro prodotti a marcire nei campi.
In un contesto di sfiducia, il piano B della Cina è avere un fornitore affidabile e sostitutivo agli Usa.

Quindi, come sempre è accaduto e sempre accadrà non è chi mangia la bistecca che causa la deforestazione, ma lo scontro tra potenze che causa sempre danni ai più deboli ed indifesi che in questo caso sono il nostro pianeta e gli abitanti dell'Amazzonia.

Dopodiché se ci sono foreste bruciate per poter lavorare più terra, ci sono anche enorme distese negli Usa che vengono vendute alle compagnie petrolifere per fare shale oil che causa un enorme inquinamento alle falde acquifere.
Il gioco per gli Usa è: ridurre la quantità di prodotti agricoli per alzarne il prezzo (visto che sono degli esportatori) aumentare la produzione di petrolio visto che fino a ieri erano importatori.
Ognuno fa il suo gioco.
La soluzione è un governo mondiale che faccia gli interessi di tutti.
Vi piace l'idea???

In conclusione, nel mondo sono più gli obesi di quelli che soffrono la fame, il cibo abbonda, non c'è bisogno di bruciare foreste.
Il problema non è la fame, ma la sete di potere
Avevo letto qualcosa sugli incendi in Siberia.
Una tragedia immensa perché gli incendi così estesi nella taiga non sono mai stati la norma come gli incendi nelle zone tropicali... (vedi Africa ed America del sud ed Asia del sud-est) .... ma non c'è stato un coro di critiche contro Putin. Ok nella taiga non si coltiva la soia.. ma si possono sfruttare quelle zone disboscandole per altri motivi..
Bolsonaro potrà essere colpevole degli incendi in Brasile.. ma in Perù e Bolivia a chi possiamo dare la colpa ?
Di nuovo le bagasce dell'informazione mainstream sugli scudi, bolsonaro il cattivo di turno quando sono anni che l'amazzonia non solo e' soggetta a deforestazione tramite incendi e disboscamenti vari, ma anche a trivellazioni per ricerche petrolifere, spostamenti forzati e forzosi se non assassinii di intere tribu' indio, colate di tonnellate di asfalto per strade e superstrade.Di cosa vanno cianciando i nostri giornalisti senza se e senza ma,che danno informazione di parte e molte volte falsa e tendenziosa.
Non parlano mai della Patagonia altro grande polmone planetario cui i benetton stanno causando danni irreparabili per i loro allevamenti di pecore lanifere, lana tra le piu' care al mondo riservata a chi se la puo' permettere,magari un direttore o un giornalista di punta di tg :-x
Michele serra docet...eau de moi!!!
"Progressisti" dei miei testicoli.

Dipinsi l'anima su tela anonima
"Quindi ha perfettamente ragione Bolsonaro: "la foresta Amazzonica è solo dei brasiliani" e ci fanno quel cazzo che vogliono."

Il polmone del mondo viene eliminato?, ne pagheremo le conseguenze tutti, i fuochi sono generati da menti criminali, a prescindere dalla carne o da quel caxxo che raccontano...

"Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro."

Superfluo aggiungere che la Terra è il NOSTRO pianeta e che i confini sono una scellerata invenzione.. :-( , quello che dovremmo fare è solo COLLABORAZIONE
Buongiorno a tutti, posto un link ad un video ,secondo me interessante, che spiega bene, nei limiti dati dalla durata del video, la situazione Brasile e perchè l'Amazzonia è importante.
www.youtube.com/watch?v=pJ8H-NXcfSE

Buona giornata a tutti!
Sembra che l'80% dell'ossigeno prodotto provenga dalle piccole alghe nei mari ed oceani...
Se ogni paese consumasse quanto prodotto in loco, forse questi fenomeni sarebbero piu' limitati. Ma e' troppo facile e non sta bene ai padroni del mondo.
A Macron piacciono le salsicce e le importa dall'Africa.
#18 Pyter

Per le cene di gala però, propone ai suoi ospiti, un buon brodo di gallina.


#11 BELLINI

Quote:

Si brucia semplicemente perché la Cina vuole mettere in ginocchio l'agricoltura americana.
Un terzo dei prodotti agricoli americani vengono esportati in Cina. Se si apre uno scontro tra le due superpotenze, il problema diventa enorme. I cinesi potrebbero fare la fame oppure gli agricoltori americani potrebbero lasciare i loro prodotti a marcire nei campi.
In un contesto di sfiducia, il piano B della Cina è avere un fornitore affidabile e sostitutivo agli Usa.

Concordo


#16 mangog

Si é il fitoplancton.
Watch: How Europe is greener now than 100 years ago

Within the last 100 years, Europe has experienced two World Wars, the end of communism, the emergence of the European Union and a series of other transformative political and economic developments. A team of scientists has now been able to visualize the impact of historical events in maps that show the growth and decline of settlements, forests and croplands.
Mentre Macron dà lezioni a Bolsonaro sull'Amazzonia, Parigi la svende alle industrie minerarie: 360.000 ettari a rischio disboscamento. Lo denunciano gli amerindi della Guyana francese.
AMAZONIE : LE GRAND CONSEIL DES AMÉRINDIENS DÉNONCE L’HYPOCRISIE DE LA FRANCE
cnews.fr/.../...
Grazie dusty, interessante.

Anche se...

le riforestazioni che ho visto io non solo in europa, anche in estremo oriente, presentano tutte una caratteristica connaturata con la loro origine artificiale, "umana", ed è la scarsissima o nulla diversificazione delle specie arboree.
Spessissimo il fattore indirizzante la scelta della specie utilizzata per riforestare è la rapidità della crescita.

Ad esempio la robinia con cui sono state riforestate in passato le prealpi è, sotto molti aspetti, un'infestante invasiva, che colonizza lo spazio a discapito delle altre essenze tipiche della foresta "naturale" (quercia castagno frassino etc), grazie alle sue caratteristiche di crescita più rapida, propagazione spontanea anche tramite polloni, minori richieste di nutrienti.

Idem per le riforestazioni in Indonesia...hai voglia, di ricostituire i boschi di ebano che ci mette 50-80 anni per arrivare a maturità. Vengono piantate specie a rapida crescita.

Lungi da me criticare la riforestazione in sé, ma essendo di origine umana non è naturale. Per preservare la biodiversità non basta.
In questo articolo a mio parere vengono dette cose giuste, per esempio, sui roghi: il pianeta e di tutti e con il pianeta non si scherza. Nel video che alla fine metto il link, Ugo Mattei, sostiene che l'impronta ecologica sul nostro pianeta e di 1,4 e questo perché ancora ci sono miliardi di esseri umani del quale la loro I.E. e sotto all'1. Nella Silicon Valley l'impronta ecologica e 6 e se questa notizia corrisponde a verità, non mi pare che ci sia qualcuno che faccia notare alla California che il pianeta e di tutti e se questi tutti consumassero quanto ai siliconiani a febbraio di ogni anno saremmo al punto zero. www.youtube.com/watch?v=H1XceGC0s8k dal min. 7:42

Paura come forma di controllo: La Fake News dei Fuochi in Amazzonia

"Tuttavia quasi tutto quello che hai letto o sentito parlare degli incendi in Amazzonia nei media mainstream è #FakeNews.

Come molte delle storie di terrorismo ambientale che periodicamente attanagliano i mass media, è un panico che è stato deliberatamente e cinicamente alimentato da gruppi di eco-attivisti di sinistra per una serie di scopi:"
continua qui
neovitruvian.wordpress.com/.../...
Segnalo:
1)A quanto pare gli incendi boschivi di quest'anno in Brasile, non sono più gravi degli incendi avvenuti in anni recenti.
2)gli incendi in tutto il mondo sono tendenzialmente in calo, sia come numero di eventi che come superfice bruciata.

www.climatemonitor.it/?p=51351

www.climatemonitor.it/?p=51457
A mio parere nell'articolo si è cercato di dare troppa responsabilità a dirigenti corrotti e ai governi complici, ma alla fine la maggior parte delle responsabilità riguardo alla distruzione del nostro ecosistema ricade inevitabilmente sui consumatori che appoggiano questo business acquistando i loro prodotti. Lo avevo ben documentato nei kiei articoli "la carne è cancerogena anche per il pianeta" e "la disinformazione ambientalista".
Se si vuole far qualcosa per migliorare la situazione, il sistema migliore è il boicottaggio (come tra l'altro suggerisce giustamente anche l'autrice dell'articolo originale segnalato da me e pubblicato bel primo commento).
tutta la bresaola è fatta con carne brasiliana; la politica dell'europa vuole lo smantellamento totale e graduale di tutta l'agricoltura e l'allevamento nei paesi europei e l'uso delle terre in africa e sudamerica per dar da mangiare (prodotti geneticamente modificati) a tutto il mondo; le migrazioni da una parte e la disoccupazione dall'altra, FANNO PARTE DELLO STESSO PIANO.
maryam grazie, io mi chiedo con quale coraggio Macron ancora parla! :-(

Quote:

Watch: How Europe is greener now than 100 years ago

Una bella guerra in sudamerica sarebbe salutare!!! :hammer:

Quote:

La grande lezione di questa vicenda è che dobbiamo renderci conto che nel mondo della globalizzazione non esistono più problemi locali.

causa di tutto appunto la globalizzazione voluta dai "mercati" ovvero dal neoliberismo e dai suoi faraoni

senza globalizzazione il brasile si sarebbe dato in faccia tutte le bistecche che avrebbe prodotto
#1 redazione

Quote:

Avviso che se questa discussione diventa l'ennesima baruffa fra erbivori e carnivori butto fuori tutti, senza guardare in faccia nessuno.

Cerchiamo di crescere, perfavore.

#26 Decalagon


Quote:

ma alla fine la maggior parte delle responsabilità riguardo alla distruzione del nostro ecosistema ricade inevitabilmente sui consumatori che appoggiano questo business acquistando i loro prodotti.

eccaallà
#25 Mrexani

Quote:

2)gli incendi in tutto il mondo sono tendenzialmente in calo, sia come numero di eventi che come superfice bruciata.

non in siberia a quanto pare
fefochip
Senz'altro ci saranno danni ingenti alla superficie boschiva in Siberia, magari più per il disboscamento che per gli incendi, boh non lo so.
Ma non capisco quale sia il nesso tra rivenditori di legname e incendi. Voglio dire non è interesse di chi taglia che il bosco sia integro e non bruciato? Non sarebbe più nel suo interesse proteggere il bosco dal fuoco?
#33 Mrexani
Ti scegli gli alberi migliori, bruci i restanti, il terreno bruciato vale di meno, quindi cementifichi, oppure trivelli, estrai minerali e metalli, oppure allevi bestiame.
Insomma ci guadagna tutta una filiera.
#8 gino sighicelli
Ti ringrazio per la condivisione dell'ipotesi paleo-antropo-climatologica, che peraltro trova riscontri in studi pubblicati da non molti anni.
Riguardo al "condimento con salsa cristiana" ti posso assicurare che i citati riferimenti biblici (Genesi 2,15-25 e Genesi 3,1-24) mi sono capitati solo recentemente sott'occhio e per puro caso, e per la prima volta ho pensato che quei brani non potevano essere oggetto della fantasia di qualche favolista dell'antichità come lo fu lo stesso Genesi 5. Quei brani potevano essere scritti solo da un paleoantropologo e da un paleoclimatologo a quattro mani. Ti risulta che allora a Gerusalemme ci fosse un'accademia per queste due scienze? Aggiungo che quando ho trasmesso questa mia scoperta alla Segreteria di Stato della Santa Sede, prima che la Pontificia Commissione Biblica ne fosse messa al corrente per un approfondimento, qualcuno stava per rispondermi più o meno così: "Non valido mi appare solamente il suo condimento in salsa scientifica dell'interpretazione biblica (a mio parere è un condimento che può solamente indebolirla)". Come vedi la chiusura reciproca è stata da entrambe le parti in causa (Accademia e Chiesa), ma più in generale la chiusura è stata, e perdurerà ancora da parte di entrambe, verso l'oggetto paleo-antropologico e paleo-climatologico. Concludo che la spiegazione di tale diffuso e perdurante limite alla comprensione è forse enunciata nel versetto Genesi 3, 24: "Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita". Sarebbe quindi interessante capire quando quella fiamma impedente sarà rimossa.

Quote:

eccaallà

E quale sarebbe la "diatriba carnivori vs vegani" nell'aver evidenziato un fatto certificato da una pluralità di studi internazionali? :-) vuoi forse negare che i consumatori che alimentano questo mercato non sono i principali responsabili di questo disastro?

Mi spiace, ma questa è la realtà.
pochi mesi fa ad una serata organizzata da un'associazione ambientalista, ho visto un film appena uscito fatto da 2 registi italiani presenti in sala: "SOIALISM" in cui si fa vedere lo scempio delle coltivazioni intensive di soia: milioni di ettari di monocoltura in cui le popolazioni autoctone non possono neanche più coltivarsi l'orticello che da secoli sostiene la famiglia, perchè i pesanti pesticidi che spruzzano dagli aerei ammazzano qualsiasi forma di vita compresa la loro, così che i pochi insetti rimasti si azzannano le piantine che dovrebbero servire alla loro sopravvivenza.

I paesi sono soprattutto USA e BRASILE. Anche in Africa, in un paese di lingua francese che ora non ricordo.
Inutile dire che questa smodata produzione di soia va nelle tasche delle multinazionali.

Ho cercato almeno il trailer del film, ma non si trova.

Condivido che la guerra vegani vs carnivori sarebbe fuori luogo, ma è altrettanto ovvio che il consumo di carne sta aumentanto vertiginosamente, sia perchè la "propaganda" ci convince che senza carne non si può vivere bene, sia perchè la nostra "sanissima" dieta occidentale industriale sta conquistando sempre più popolazioni che finora la carne non la conosceva quasi.

La bella notizia è che le popolazioni vittime di questa desertificazione verde sono sempre più consapevoli e combattono!

nel paese africano "francese" che ora non ricordo, è bello vedere che si stanno organizzando con riunioni partecipate da tutta la famiglia dove giovani del posto vanno di villaggio in villaggio a spiegare il meccanismo che li affama e avvelena.

L'informazione è tutto.
HO TROVATO IL LINK DEL FILM "SOIALISM":

www.youtube.com/watch?v=QnlHqRzx6Po
Allora mettiamola così, boicottiamo le bistecche brasiliane, così salviamo l'Amazzonia, ed il pianeta, comprandole da qualche altro paese, in cui non ci sia l'Amazzonia...
a parte che quello di Macron è un puro intervento politico quanto demagogico, è assolutamente vero che la bresaola che siamo convinti sia made in Italy, è fatta con carne di zebù brasiliano.
Il vero problema non è carne si o carne no, ma si chiama consumismo. Un sistema in cui prima si produce e poi si trovano gli acquirenti. Dove va a finire tutto l'invenduto alimentare degli infiniti supermercati del mondo? È roba che scade eh...
Amazzonia: Le foreste di tutto il mondo bruciano e la BlackRock fa i soldi veri
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