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Storia proibita - Raccolta di articoli a tema storico/misterico
5 Mesi 2 Giorni fa #54807
da Bastion
Risposta da Bastion al topic Storia proibita - Raccolta di articoli a tema storico/misterico
UNA TEORIA SULLA GENESI DELLA SFINGE E L'AFFARE SOKAL
Robert M. Schoch
Recentemente un gruppo di studiosi di fluidodinamica ha proposto una teoria sulla genesi della Sfinge, che sarebbe stata ispirata da uno Yardang già presente a Giza e successivamente scolpito. Il geologo Robert M. Schoch contesta l’intero studio apportando fatti che ne smontano la validità e paragona l’intera questione a uno “scherzo” accademico come accaduto negli anni ’80 con l’Affare Sokal.
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Robert M. Schoch
Recentemente un gruppo di studiosi di fluidodinamica ha proposto una teoria sulla genesi della Sfinge, che sarebbe stata ispirata da uno Yardang già presente a Giza e successivamente scolpito. Il geologo Robert M. Schoch contesta l’intero studio apportando fatti che ne smontano la validità e paragona l’intera questione a uno “scherzo” accademico come accaduto negli anni ’80 con l’Affare Sokal.
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5 Mesi 2 Giorni fa #54811
da Mark28
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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Mi fido di Roberto Schoch
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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4 Mesi 3 Settimane fa #54870
da Bastion
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MEGIDDO - LA CITTA' DELL'APOCALISSE
Luisa De Barna
E' tra i siti archeologici più importanti di Israele: la città dove si sono svolte più battaglie della storia. Secondo Apocalisse, quando arriverà la fine dei tempi, le sue rovine saranno teatro dell'Armageddon: l'ultima crociata che si svolgerà nell'eterna lotta tra le forze del bene e del male.
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Luisa De Barna
E' tra i siti archeologici più importanti di Israele: la città dove si sono svolte più battaglie della storia. Secondo Apocalisse, quando arriverà la fine dei tempi, le sue rovine saranno teatro dell'Armageddon: l'ultima crociata che si svolgerà nell'eterna lotta tra le forze del bene e del male.
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4 Mesi 2 Giorni fa #54971
da Bastion
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SHESMW E MEDJED - PROTETTORI DELLA TRASMUTAZIONE
Marco Rocchi
Medjed è una divinità egizia dall'aspetto curioso. E' accompagnatore di Shesmw in liturgie tarde e i due sembrano completarsi. Il simpatico "genio" è, però, molto importante. Non compare in molte vignette del "Libro dell'uscita alla luce" e mai nei Testi delle Piramidi, ma si capisce che con lui è saggio non scherzare.
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Marco Rocchi
Medjed è una divinità egizia dall'aspetto curioso. E' accompagnatore di Shesmw in liturgie tarde e i due sembrano completarsi. Il simpatico "genio" è, però, molto importante. Non compare in molte vignette del "Libro dell'uscita alla luce" e mai nei Testi delle Piramidi, ma si capisce che con lui è saggio non scherzare.
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2 Mesi 3 Settimane fa #55074
da Bastion
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MALLEUS MALEFICARUM, DIFFUSIONE SOCIALE E LA CACCIA ALLE STREGHE
Ars Technica
Tra il 1400 e il 1775, una significativa ondata di processi alle streghe attraversò l’Europa, portando all’esecuzione di circa 40.000-60.000 persone accusate di stregoneria. Storici e scienziati sociali hanno studiato a lungo questo periodo nella speranza di saperne di più su come avvengono i cambiamenti sociali su larga scala.
Ars Technica
Tra il 1400 e il 1775, una significativa ondata di processi alle streghe attraversò l’Europa, portando all’esecuzione di circa 40.000-60.000 persone accusate di stregoneria. Storici e scienziati sociali hanno studiato a lungo questo periodo nella speranza di saperne di più su come avvengono i cambiamenti sociali su larga scala.
Attenzione: Spoiler!
Alcuni hanno indicato l’invenzione della stampa e la pubblicazione di manuali sulla caccia alle streghe - in particolare l’influente Malleus Maleficarum - come un fattore importante, che rese più facile l’isteria da caccia alle streghe in tutto il continente. L’improvviso emergere della mania e la sua rapida diffusione, che portarono a un pronunciato cambiamento nei comportamenti sociali - in particolare, la persecuzione spesso brutale dei sospetti di stregoneria - è coerente con una teoria del cambiamento sociale denominata “diffusione ideativa”, secondo un nuovo lavoro pubblicato sulla rivista Theory and Society. Si tratta dell’introduzione di nuove idee, rafforzate dalle reti sociali, che alla fine si radicano e portano a cambiamenti comportamentali diffusi in una società. Gli autori avevano già riflettuto sul cambiamento culturale e sulle forze trainanti che lo determinano, tra cui il contagio sociale, in particolare i grandi cambiamenti culturali come, ad esempio, la Riforma e la Controriforma. Un coautore, Steve Pfaff, sociologo della Chapman University, stava lavorando a un progetto sui processi alle streghe in Scozia ed era particolarmente interessato al ruolo che avrebbe potuto svolgere il Malleus Maleficarum. «Molte altre persone hanno scritto sui processi alle streghe, su luoghi o storie specifich», ha dichiarato ad Ars la coautrice Kerice Doten-Snitker, scienziata sociale del Santa Fe Institute. «Siamo interessati a costruire una teoria generale sul cambiamento e volevamo sfruttare questa come un’opportunità particolare. Ci siamo resi conto che la stampa del Malleus Maleficarum era qualcosa che potevamo misurare, il che è utile quando si vuole fare un lavoro empirico, non solo teorico». La modellazione di come avvengono i cambiamenti culturali radicali è un argomento di ricerca caldo da decenni, che ha raggiunto il mainstream culturale con la pubblicazione del bestseller di Malcolm Gladwell del 2000, The Tipping Point.. Il sociologo Damon Centola dell’Università della Pennsylvania, per esempio, ha pubblicato nel 2018 How Behavior Spreads: the Science of Complex Contagions (Come si diffonde il comportamento: la Scienza dei Contagi Complessi), in cui ha applicato le nuove lezioni apprese dall’Epidemiologia - su come si diffondono le epidemie virali - alla nostra comprensione di come le reti sociali possano alterare ampiamente il comportamento umano. Ma mentre la modellazione epidemiologica potrebbe essere utile per alcune forme semplici di contagio sociale - le persone entrano in contatto con qualcosa e questo si diffonde rapidamente, come un meme virale o una canzone di successo - altre forme di contagio sociale sono più complicate, secondo Doten-Snitker. Il modello di diffusione ideativa di Doten-Snitker et al. differisce da quello di Centola per alcuni aspetti critici. Per casi come la diffusione dei processi alle streghe, «non si tratta solo del fatto che le persone entrano in contatto con una nuova idea, ma deve esserci qualcosa di cognitivo che sta accadendo», ha detto Doten-Snitker. «Le persone devono confrontarsi con le idee e subire una sorta di adozione dell’idea. Noi parliamo di reinterpretazione del mondo sociale. Devono ripensare a ciò che accade intorno a loro in modo da pensare che non solo queste nuove idee sono attraenti, ma anche che queste nuove idee prescrivono diversi tipi di comportamento. Bisogna agire in modo diverso a causa di ciò che si incontra ». Gli autori hanno scelto di concentrarsi sulle reti sociali e sulle rotte commerciali per la loro analisi dei processi alle streghe, basandosi su ricerche precedenti che davano la priorità a fattori economici e ambientali più ampi. Le élite culturali si scambiavano già idee attraverso le lettere, ma i libri pubblicati hanno aggiunto una nuova dimensione a questi scambi. I ricercatori che studiano il contagio sociale del XXI secolo possono scaricare enormi quantità di dati online dai social network. Questo tipo di dati è scarso per quanto riguarda l’epoca medievale. «Non abbiamo gli stessi archivi di comunicazione. C’è una doppia cosa: il libro stesso e le persone che condividono le informazioni, discutendo tra loro su nuove idee» “, ha detto Doten-Snitker. Lei e i suoi coautori si sono quindi rivolti alle rotte commerciali per determinare quali città fossero più centrali e quindi più propense a essere punti focali di nuove idee e informazioni. «I luoghi più centrali in queste reti commerciali sono attraversati da un maggior numero di merci e hanno maggiori probabilità di entrare in contatto con nuove idee provenienti da più direzioni, in particolare con idee sulla stregoneria», ha detto Doten- Snitker. Poi hanno esaminato in quali 553 città dell’Europa centrale si sono svolti i primi processi alle streghe e quando, oltre a quelle in cui erano stati pubblicati il Malleus Maleficarum e manuali simili. Hanno scoperto che ogni nuova edizione del Malleus Maleficarum corrispondeva a un successivo aumento dei processi alle streghe. Ma questo non era l’unico fattore che contribuiva; anche le tendenze delle città vicine influenzavano l’aumento, dando luogo a un lento effetto a catena che si diffondeva in tutto il continente. «Qual è il comportamento delle città vicine?». “Fanno processi alle streghe? Questo rende la vostra città più propensa a fare un processo alle streghe quando ne avete l’opportunità » ha detto Doten-Snitker. Nel caso dei processi alle streghe, la pubblicazione del Malleus Maleficarum ha contribuito a spostare l’atteggiamento medievale nei confronti della stregoneria, da qualcosa che non era considerato un problema particolarmente urgente a qualcosa di malvagio che minacciava la società. Il tomo offriva anche consigli pratici su come intervenire. «Le idee sulla stregoneria stavano cambiando e questo era abbinato al fatto che bisognava fare qualcosa. Non solo la stregoneria era negativa, ma anche una minaccia sociale. Quindi, come comunità, si aveva la responsabilità di fare qualcosa per le streghe» ha detto Doten- Snitker. I processi alle streghe medievali non erano “giustizia sommaria”; erano affari organizzati, con accuse ufficiali di una magistratura locale organizzata che raccoglieva e valutava le prove, usando come guida il Malleus Malficarum e trattati simili. Il processo è del tutto simile simile a come i governi di oggi adottano nuove politiche.
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1 Mese 4 Giorni fa #55306
da Mark28
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
Risposta da Mark28 al topic Storia proibita - Raccolta di articoli a tema storico/misterico
Si è spesso detto che il Malleus Maleficarum era il libro usato dall'inquisizione durante la caccia alle streghe ma questo non è vero
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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3 Settimane 3 Giorni fa #56254
da Bastion
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L'IMPERO AUSTRO-UNGARICO A CACCIA DI UFO E ALIENI
Alfredo Lissoni
Le prime investigazioni UFO ufficiali non risalgono agli anni Quaranta del secolo scorso. Già durante il Settecento, Maria Teresa, una monarca illuminata, si accorse che qualcosa di strano passava nei cieli d'Europa.
Alfredo Lissoni
Le prime investigazioni UFO ufficiali non risalgono agli anni Quaranta del secolo scorso. Già durante il Settecento, Maria Teresa, una monarca illuminata, si accorse che qualcosa di strano passava nei cieli d'Europa.
Attenzione: Spoiler!
Nel secondo episodio intitolato “Tooth and Claw”, (L’Impero del Lupo) della seconda stagione di “Doctor Who” - la storica, ma rinnovata serie tv di fantascienza - trasmessa nel 2006, vediamo la regina Vittoria creare nell’Ottocento l’Istituto Torchwood, per combattere le presenze aliene che minacciavano l’Inghilterra. Russell Davis, l’autore che ha scritto di sua mano quella puntata, non era tanto lontano dal verodiavo anche se aveva sbagliato il tempo e il luogo. Maria Teresa d’Austria, la regina che per prima fece studiare i fenomeni X-files Perché nella realtà, il primo team di investigazione aliena ante litteram lo istituì Maria Teresa d’Austria (1717 - 1780) a metà del Settecento. L’ho scoperto casualmente frugando, alla ricerca di materiale sugli UFO, nelle cosiddette Biblioteche Teresiane: quelle che, da Vienna a Mantova (un tempo feudo austriaco) custodiscono quanto resta dell’imponente archivio asburgico. Nella biblioteca personale (e un tempo segreta) della sovrana, ho trovato ben nove trattati su fenomeni celesti frettolosamente etichettati come “meteore”: del resto, gli scienziati dell’epoca non avrebbero potuto spiegare altrimenti quelle antiche apparizioni UFO. Si tratta di settanta libri incentrati sul diavolo, poi dieci libri scritti sui draghi, trentatré sui fantasmi, dodici sulle streghe e un libro persino dedicato agli zombi. Tutte queste creature si credeva apparissero nei villaggi e nelle foreste, o sfrecciassero nel cielo, chi volando, chi sulla scopa, chi addirittura su fantasiosi palloni aerostatici, come il “treno volante” dell’ingegnere viennese Johann Schonwetter, il cui progetto, “Abbildung Einer Kunst zug fliegen” (Illustrazione di un treno artistico che vola) dal 1709 era custodito nell’archivio reale. La regina, che ingenua certamente non era e che, politicamente, si ergeva a custode della religione come baluardo al positivismo dilagante a tal punto da mettere fuori legge gli scritti di autori come Voltaire e Rousseau, si era resa conto che qualcosa di strano stava accadendo nel suo regno, ed anche fuori. Non a caso, i bollettini scientifici britannici che arrivavano a corte, traboccavano di avvistamenti di “strane luci” riferite dagli astronomi, a terra, in cielo e persino sulla Luna. Anche Goethe ne vide al suolo una fila, durante un viaggio in carrozza. Per saperne di più, e capire se rappresentassero un pericolo per il regno, la sovrana ordinò al suo consigliere di fiducia, Primo Maresciallo di Corte conte Ludwig Khevenhüller, di sguinzagliare i suoi “Fox Mulder”.
IL CHUPACABRAS IN UNGHERIA
La regina e suo marito erano due grandi appassionati di astronomia e già da tempo qualche filosofo particolarmente ispirato vagheggiava la vita aliena; ma il team X-files di Khevenhüller, il “Wissenschaftlicher Ausschuss”, fu un comitato scientifico estremamente pragmatico e scettico, che radunò a corte le migliori menti scientifiche del momento: il fisico comasco Alessandro Volta, l’inventore della pila, noto per i suoi studi sull’elettricità e sui fulmini; l’astronomo gesuita Ruggero Boscovich, fondatore dell’Osservatorio di Milano Brera; il gesuita Francesco Saverio Orlando, direttore della Scuola nautica di Trieste; il vampirologo olandese Gerard van Swieten, medico personale della sovrana, incaricato di scoprire se le storie che provenivano dai confini orientali del regno sui “non-morti” fossero vere o superstizioni alimentate dai preti locali per dominare la popolazione ignorante. Questo dopo che, si legge in una relazione, nel gennaio 1755 “giunse a Vienna la notizia, accolta con stupore generale, di uno strano processo svoltosi in una città della Moravia, al confine tra l’Ungheria e la Slesia. I giudici erano dei religiosi, gli imputati dei morti, il capo d’accusa: il sospetto che fossero vampírok, vampiri”. I morti furono dissepolti, il loro petto trapassato da un palo aguzzo, la testa troncata, il corpo bruciato e le ceneri gettate in una fossa”. Van Swieten andò, raccolse le testimonianze dei villici che erano stati aggrediti e dissanguati da creature mostruose (le stesse che oggi sigleremmo tranquillamente col nome di “Chupacabras”) e, non venendo a capo dell’enigma e per non passar per credulone, si concentrò sulle salme incorruttibili. Spiegò quindi il mistero dei corpi intatti nelle tombe con il fatto che le “casse di piombo ben stagnate non ammettevano in alcun modo l’aria”. Khevenhüller, da parte sua, accusò i preti di alimentare la superstizione a fini reazionari. La regina, soddisfatta, emanò allora un decreto che vietò in tutto il regno la riesumazione dei vampiri. Così, il dissanguamento di animali e persone in Moravia passò in secondo piano.
MOSTRE E METEORE
E poi c’erano quelle cose strane nel cielo di mezza Europa, dal comportamento intelligente e dagli effetti a dir poco inquietanti: il “globo di fuoco” che aveva provocato un incendio ad Abbeville in Portogallo il 29 marzo 1719, cadendo sull’Abbazia Reale di Saint Riquerio; la “grande meteora di fuoco” che il 16 febbraio 1730 aveva sorvolato Roma; si era scissa in due: una parte si era diretta verso ovest, l’altra metà, una “trave volante”, era scomparsa all’orizzonte; la “macchia brillante” comparsa sulla Luna l’11 ottobre 1772, vista dai nipoti, astronomi, del celebre giurista di corte Cesare Beccaria; l’ordigno volante che il 26 luglio 1731 aveva rischiarato a giorno le case di Verona, sorvolandole, e che aveva sbattuto contro la torre cittadina “facendo cadere nella corte di Mercato Vecchio piccol pezzetto di muro”, si legge nella relazione del fisico Scipione Maffei Non mancavano neanche i “mostri”, come quella strana creatura “silvestre” molto simile al chupacabras, trovata morta a Gerusalemme nel 1726; poi una sorta di diavolo avvistato nel 1735 nell’Impero turco; e poi quello strano umanoide visto uscire ripetutamente dalle acque della costa dalmata, dal 3 al 5 febbraio 1716: “aveva aspetto umano, ma di un’altezza prodigiosa e con la testa straordinariamente grossa”, si legge nella relazione. La sua apparizione era seguita dal comparire in cielo di “strani fuochi, presagi di calamità”. Poche settimane dopo, il 10 marzo, “furono viste di notte come due spade ai lati della Luna”. Soltanto sei giorni più tardi, un ordigno “che emetteva potenti raggi in ogni direzione e che poi scomparve verso sud-ovest” sorvolò l’Olanda: fu visto la notte seguente da Londra ma “si nascose tra le nubi”, mentre in Irlanda “fu notato uscire da una nube oscura”. Questa, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg, visto che buona parte dell’archivio segreto teresiano (il “Geheimes Hausarchiv”) è andato distrutto quando nel 1848 l’ottuso nipote della regina, Ferdinando I, fece cannoneggiare Vienna per reprimere i moti liberali.
LO SCONCERTANTE RAPPORTO FERENCZ
Le investigazioni X-files ante litteram proseguirono anche dopo la morte della regina, pur se con un entusiasmo sempre più calante, a causa della poca lungimiranza (leggasi, ottusità) dei suoi discendenti, dopo la morte della regina: con Giuseppe II, che regnò dal 1765 al 1790; con Leopoldo II, dal 1790 al 1792 imperatore del Sacro romano impero, e ancora con Francesco II d’Asburgo-Lorena e Ferdinando I. Francesco Giuseppe fu imperatore d’Austria e d’Ungheria dal 1848 sino alla fine dell’Impero, nel 1916. Nel 1863, allarmato dai continui avvistamenti dentro e fuori l’Impero, incaricò lo scienziato ungherese Albert Ferencz di fare luce sulla questione. La relazione, di cui ho trovato copia nella “Hungaricana”, l’immensa Biblioteca digitalizzata di Budapest, spiega tutto e niente: “A volte abbiamo visto un pezzo di fuoco volare più lentamente sopra le nostre teste e poi più velocemente – annotava Ferencz – Alla maniera delle comete, compaiono anche palle di fuoco che chiamiamo draghi volanti”. Egli citava lo strano ordigno che attraversò il cielo di Bologna il 13 marzo 1719. “Aveva le dimensioni di una Luna piena inondata di luce e sulla sua superficie c’erano quattro sfiatatoi da cui uscivano fiamme e fumo”. Inutile fare giri di parole: si trattava di un vero e proprio mezzo meccanico volante! Francesco Giuseppe non sembra aver prestato la dovuta attenzione al rapporto, che terminava in maniera sconcertante: “La visibilità delle palle di fuoco si estende normalmente a pochi secondi e in rari casi a pochi minuti. E il fatto che il fenomeno scompaia alla vista così rapidamente fa sospettare che questi corpi si muovano ad alta velocità tra i pianeti”. Se non sapessimo che queste righe furono vergate nel 1863, saremmo tentati di credere di aver a che fare con un moderno libro di ufologia!
LA MALA BESTIA DI CUSAGO
Il regno di Cecco Beppe fu il de profundis per le investigazioni UFO. Il sovrano, tanto era ignorante, non le capiva, e per questo le snobbava, né si interessava di altri misteri. Ironia della sorte, quando morì e il suo corpo malamente imbalsamato si deformò, si sparse la leggenda che il re fosse un vampiro, una di quelle creature la cui esistenza la sua antenata aveva cercato invano di sconfessare. Durante questo vasto lasso di tempo, l’Impero di misteri ne dovette fronteggiare tanti. Come la spaventosa ondata di mutilazioni umane e animali a Cusago (nel Milanese) nell’estate del 1792. La memoria di quei fatti è ben documentata in un rapporto di 67 pagine, di cui ho trovato copia alla Biblioteca Braidense di Milano, che all’epoca era austriaca. Si intitola proprio così: “Giornale circostanziato di quanto ha fatto la bestia feroce nell’Alto Milanese dai primi di luglio dell’anno 1792 sino al giorno 18 settembre”. Diversi bambini furono aggrediti, ed alcuni mutilati in un’area geografica molto vasta, tra Cusago e Limbiate (due paesi a 25 km di distanza l’uno dall’altro) da “una brutta bestia, dall’orribile aspetto e dalla strana forma”.Ribattezzata “la mala bestia di Cusago”, si pensò subito ad un lupo, ma una perizia del medico personale dei marchesi Litta, già tesorieri del Ducato di Milano per l’Austria, stabilì che le ferite erano “prodotte da sottili pungoli”, esattamente come nelle mattanze del chupacabras. Di conseguenza, l’Impero incaricò l’ormai anziano Cesare Beccaria di catturare il mostro; questi disseminò di trappole l’area intorno al capoluogo lombardo. Alla fine, un lupo fu preso al laccio ed impiccato come “reo”. I molti testimoni che lo videro, però, negarono la colpevolezza del povero lupo incolpato di essere responsabile di quelle mattanze, ma occorreva placare gli animi e le Autorità sentenziarono che il colpevole fosse quella bestia, e basta. E della vicenda fu vietato parlarne ulteriormente.
L’IMPERO TROVA VITA SULLA LUNA
Nel corso di tutti quegli anni, e fino alla Prima Guerra Mondiale che pose fine all’Impero asburgico, fu un susseguirsi di cronache di avvistamenti UFO in tutta l’Europa nordoccidentale e balcanica, per un totale di almeno un centinaio di episodi noti! Ma il dato più sconcertante fu che, ai primi dell’Ottocento, un astronomo dell’Impero, il tedesco Franz von Paula Gruithuisen di Monaco, che ricordiamo essere lo scopritore delle calotte su Venere, disse di aver osservato col suo telescopio vita intelligente sulla Luna, “fra il 50° di latitudine Nord e il 37° o 47° di latitudine Sud”. Vita intelligente in quanto, scriveva un giornale asburgico, il “Messaggiere Tirolese” del 19 aprile 1825, “il suddetto astronomo ha riconosciuto in questo satellite alcune strade, le quali fanno presumere un certo incivilimento negli abitanti seleniti. Gruithuisen ha scoperto un’opera gigantesca in quella parte di questo astro, che egli ha sempre riguardato come la più popolata”. Lo scienziato non era né un pazzo né uno stupido. Le sue osservazioni furono confermate da un collega di grande rispetto di nome John Herschel, un astronomo reale britannico di origini tedesche, figlio di William, scopritore dei satelliti di Urano. Sulla Luna, John disse di aver visto anche una strana creatura volante che ribattezzò “Vespertilio”: ebbene, quell’essere aveva ali da pipistrello, il che ci riporta incredibilmente alla più recente descrizione del famigerato “Mothman”, l’Uomo-Falena tanto discusso sui libri di John Keel. Sulla scorta di quelle affermazioni, mai smentite dai diretti interessati (lo preciso, visto che oggidì, i soliti noti scettici affermano che si trattò di uno scherzo) decine e decine di giornali asburgici, in tedesco e in italiano, iniziarono a pubblicare a raffica articoli scientifici e speculativi sulla vita aliena. L’Impero aveva infine trovato i suoi alieni: i “Seleniti”. Peccato che lo scoppio della Prima Guerra Mondiale abbia messo fine a queste ricerche e dissertazioni. Il mondo in fiamme aveva in quei giorni altro a cui pensare, che non se discettare se siamo soli o meno nell’universo. Quanto agli abitanti della Luna, oggi sappiamo che sul nostro satellite non c’è vita. Ma nulla esclude che in passato qualcuno, dotato di un’avanzata tecnologia, possa avervi momentaneamente stabilito un avamposto d’osservazione, o possa più semplicemente esservi passato. Senza sapere che occhi indiscreti spiavano dal pianeta Terra…
IL CHUPACABRAS IN UNGHERIA
La regina e suo marito erano due grandi appassionati di astronomia e già da tempo qualche filosofo particolarmente ispirato vagheggiava la vita aliena; ma il team X-files di Khevenhüller, il “Wissenschaftlicher Ausschuss”, fu un comitato scientifico estremamente pragmatico e scettico, che radunò a corte le migliori menti scientifiche del momento: il fisico comasco Alessandro Volta, l’inventore della pila, noto per i suoi studi sull’elettricità e sui fulmini; l’astronomo gesuita Ruggero Boscovich, fondatore dell’Osservatorio di Milano Brera; il gesuita Francesco Saverio Orlando, direttore della Scuola nautica di Trieste; il vampirologo olandese Gerard van Swieten, medico personale della sovrana, incaricato di scoprire se le storie che provenivano dai confini orientali del regno sui “non-morti” fossero vere o superstizioni alimentate dai preti locali per dominare la popolazione ignorante. Questo dopo che, si legge in una relazione, nel gennaio 1755 “giunse a Vienna la notizia, accolta con stupore generale, di uno strano processo svoltosi in una città della Moravia, al confine tra l’Ungheria e la Slesia. I giudici erano dei religiosi, gli imputati dei morti, il capo d’accusa: il sospetto che fossero vampírok, vampiri”. I morti furono dissepolti, il loro petto trapassato da un palo aguzzo, la testa troncata, il corpo bruciato e le ceneri gettate in una fossa”. Van Swieten andò, raccolse le testimonianze dei villici che erano stati aggrediti e dissanguati da creature mostruose (le stesse che oggi sigleremmo tranquillamente col nome di “Chupacabras”) e, non venendo a capo dell’enigma e per non passar per credulone, si concentrò sulle salme incorruttibili. Spiegò quindi il mistero dei corpi intatti nelle tombe con il fatto che le “casse di piombo ben stagnate non ammettevano in alcun modo l’aria”. Khevenhüller, da parte sua, accusò i preti di alimentare la superstizione a fini reazionari. La regina, soddisfatta, emanò allora un decreto che vietò in tutto il regno la riesumazione dei vampiri. Così, il dissanguamento di animali e persone in Moravia passò in secondo piano.
MOSTRE E METEORE
E poi c’erano quelle cose strane nel cielo di mezza Europa, dal comportamento intelligente e dagli effetti a dir poco inquietanti: il “globo di fuoco” che aveva provocato un incendio ad Abbeville in Portogallo il 29 marzo 1719, cadendo sull’Abbazia Reale di Saint Riquerio; la “grande meteora di fuoco” che il 16 febbraio 1730 aveva sorvolato Roma; si era scissa in due: una parte si era diretta verso ovest, l’altra metà, una “trave volante”, era scomparsa all’orizzonte; la “macchia brillante” comparsa sulla Luna l’11 ottobre 1772, vista dai nipoti, astronomi, del celebre giurista di corte Cesare Beccaria; l’ordigno volante che il 26 luglio 1731 aveva rischiarato a giorno le case di Verona, sorvolandole, e che aveva sbattuto contro la torre cittadina “facendo cadere nella corte di Mercato Vecchio piccol pezzetto di muro”, si legge nella relazione del fisico Scipione Maffei Non mancavano neanche i “mostri”, come quella strana creatura “silvestre” molto simile al chupacabras, trovata morta a Gerusalemme nel 1726; poi una sorta di diavolo avvistato nel 1735 nell’Impero turco; e poi quello strano umanoide visto uscire ripetutamente dalle acque della costa dalmata, dal 3 al 5 febbraio 1716: “aveva aspetto umano, ma di un’altezza prodigiosa e con la testa straordinariamente grossa”, si legge nella relazione. La sua apparizione era seguita dal comparire in cielo di “strani fuochi, presagi di calamità”. Poche settimane dopo, il 10 marzo, “furono viste di notte come due spade ai lati della Luna”. Soltanto sei giorni più tardi, un ordigno “che emetteva potenti raggi in ogni direzione e che poi scomparve verso sud-ovest” sorvolò l’Olanda: fu visto la notte seguente da Londra ma “si nascose tra le nubi”, mentre in Irlanda “fu notato uscire da una nube oscura”. Questa, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg, visto che buona parte dell’archivio segreto teresiano (il “Geheimes Hausarchiv”) è andato distrutto quando nel 1848 l’ottuso nipote della regina, Ferdinando I, fece cannoneggiare Vienna per reprimere i moti liberali.
LO SCONCERTANTE RAPPORTO FERENCZ
Le investigazioni X-files ante litteram proseguirono anche dopo la morte della regina, pur se con un entusiasmo sempre più calante, a causa della poca lungimiranza (leggasi, ottusità) dei suoi discendenti, dopo la morte della regina: con Giuseppe II, che regnò dal 1765 al 1790; con Leopoldo II, dal 1790 al 1792 imperatore del Sacro romano impero, e ancora con Francesco II d’Asburgo-Lorena e Ferdinando I. Francesco Giuseppe fu imperatore d’Austria e d’Ungheria dal 1848 sino alla fine dell’Impero, nel 1916. Nel 1863, allarmato dai continui avvistamenti dentro e fuori l’Impero, incaricò lo scienziato ungherese Albert Ferencz di fare luce sulla questione. La relazione, di cui ho trovato copia nella “Hungaricana”, l’immensa Biblioteca digitalizzata di Budapest, spiega tutto e niente: “A volte abbiamo visto un pezzo di fuoco volare più lentamente sopra le nostre teste e poi più velocemente – annotava Ferencz – Alla maniera delle comete, compaiono anche palle di fuoco che chiamiamo draghi volanti”. Egli citava lo strano ordigno che attraversò il cielo di Bologna il 13 marzo 1719. “Aveva le dimensioni di una Luna piena inondata di luce e sulla sua superficie c’erano quattro sfiatatoi da cui uscivano fiamme e fumo”. Inutile fare giri di parole: si trattava di un vero e proprio mezzo meccanico volante! Francesco Giuseppe non sembra aver prestato la dovuta attenzione al rapporto, che terminava in maniera sconcertante: “La visibilità delle palle di fuoco si estende normalmente a pochi secondi e in rari casi a pochi minuti. E il fatto che il fenomeno scompaia alla vista così rapidamente fa sospettare che questi corpi si muovano ad alta velocità tra i pianeti”. Se non sapessimo che queste righe furono vergate nel 1863, saremmo tentati di credere di aver a che fare con un moderno libro di ufologia!
LA MALA BESTIA DI CUSAGO
Il regno di Cecco Beppe fu il de profundis per le investigazioni UFO. Il sovrano, tanto era ignorante, non le capiva, e per questo le snobbava, né si interessava di altri misteri. Ironia della sorte, quando morì e il suo corpo malamente imbalsamato si deformò, si sparse la leggenda che il re fosse un vampiro, una di quelle creature la cui esistenza la sua antenata aveva cercato invano di sconfessare. Durante questo vasto lasso di tempo, l’Impero di misteri ne dovette fronteggiare tanti. Come la spaventosa ondata di mutilazioni umane e animali a Cusago (nel Milanese) nell’estate del 1792. La memoria di quei fatti è ben documentata in un rapporto di 67 pagine, di cui ho trovato copia alla Biblioteca Braidense di Milano, che all’epoca era austriaca. Si intitola proprio così: “Giornale circostanziato di quanto ha fatto la bestia feroce nell’Alto Milanese dai primi di luglio dell’anno 1792 sino al giorno 18 settembre”. Diversi bambini furono aggrediti, ed alcuni mutilati in un’area geografica molto vasta, tra Cusago e Limbiate (due paesi a 25 km di distanza l’uno dall’altro) da “una brutta bestia, dall’orribile aspetto e dalla strana forma”.Ribattezzata “la mala bestia di Cusago”, si pensò subito ad un lupo, ma una perizia del medico personale dei marchesi Litta, già tesorieri del Ducato di Milano per l’Austria, stabilì che le ferite erano “prodotte da sottili pungoli”, esattamente come nelle mattanze del chupacabras. Di conseguenza, l’Impero incaricò l’ormai anziano Cesare Beccaria di catturare il mostro; questi disseminò di trappole l’area intorno al capoluogo lombardo. Alla fine, un lupo fu preso al laccio ed impiccato come “reo”. I molti testimoni che lo videro, però, negarono la colpevolezza del povero lupo incolpato di essere responsabile di quelle mattanze, ma occorreva placare gli animi e le Autorità sentenziarono che il colpevole fosse quella bestia, e basta. E della vicenda fu vietato parlarne ulteriormente.
L’IMPERO TROVA VITA SULLA LUNA
Nel corso di tutti quegli anni, e fino alla Prima Guerra Mondiale che pose fine all’Impero asburgico, fu un susseguirsi di cronache di avvistamenti UFO in tutta l’Europa nordoccidentale e balcanica, per un totale di almeno un centinaio di episodi noti! Ma il dato più sconcertante fu che, ai primi dell’Ottocento, un astronomo dell’Impero, il tedesco Franz von Paula Gruithuisen di Monaco, che ricordiamo essere lo scopritore delle calotte su Venere, disse di aver osservato col suo telescopio vita intelligente sulla Luna, “fra il 50° di latitudine Nord e il 37° o 47° di latitudine Sud”. Vita intelligente in quanto, scriveva un giornale asburgico, il “Messaggiere Tirolese” del 19 aprile 1825, “il suddetto astronomo ha riconosciuto in questo satellite alcune strade, le quali fanno presumere un certo incivilimento negli abitanti seleniti. Gruithuisen ha scoperto un’opera gigantesca in quella parte di questo astro, che egli ha sempre riguardato come la più popolata”. Lo scienziato non era né un pazzo né uno stupido. Le sue osservazioni furono confermate da un collega di grande rispetto di nome John Herschel, un astronomo reale britannico di origini tedesche, figlio di William, scopritore dei satelliti di Urano. Sulla Luna, John disse di aver visto anche una strana creatura volante che ribattezzò “Vespertilio”: ebbene, quell’essere aveva ali da pipistrello, il che ci riporta incredibilmente alla più recente descrizione del famigerato “Mothman”, l’Uomo-Falena tanto discusso sui libri di John Keel. Sulla scorta di quelle affermazioni, mai smentite dai diretti interessati (lo preciso, visto che oggidì, i soliti noti scettici affermano che si trattò di uno scherzo) decine e decine di giornali asburgici, in tedesco e in italiano, iniziarono a pubblicare a raffica articoli scientifici e speculativi sulla vita aliena. L’Impero aveva infine trovato i suoi alieni: i “Seleniti”. Peccato che lo scoppio della Prima Guerra Mondiale abbia messo fine a queste ricerche e dissertazioni. Il mondo in fiamme aveva in quei giorni altro a cui pensare, che non se discettare se siamo soli o meno nell’universo. Quanto agli abitanti della Luna, oggi sappiamo che sul nostro satellite non c’è vita. Ma nulla esclude che in passato qualcuno, dotato di un’avanzata tecnologia, possa avervi momentaneamente stabilito un avamposto d’osservazione, o possa più semplicemente esservi passato. Senza sapere che occhi indiscreti spiavano dal pianeta Terra…
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