di Rickard È ben noto come i cosiddetti “debunker” abbiano sempre utilizzato il termine complottista per additare tutti i ricercatori indipendenti dipingendoli come una masnada di boccaloni pronti a bersi qualsiasi cosa. Dei creduloni, insomma. Gente che probabilmente avrebbe bisogno di uscire più spesso anziché perdere tempo con le cazzate internettiane. Ovviamente tale epiteto è sempre stato rispedito al mittente, con annessa una nota dichiarante che i complottisti non esistono e, ammesso che esistano, sono delle persone desiderose di informarsi e di valutare con spirito critico le proprie fonti e le proprie informazioni. Così l’ho pensata anch’io per parecchio tempo. Poi qualcosa è avvenuto. O meglio, mi sono accorto di qualcosa che già stava accadendo. Ho visto un complottista. Ci ho messo un po’ a riconoscerlo, grazie anche alla sua ottima capacità naturale di mimetizzazione. Il complottista si uniformava ad ogni ambiente ed era difficile individuarlo. Egli era ovunque. Un dibattito sul 9/11 e ovviamente era lì in prima fila. Un thread sulle scie chimiche e lui lì, pronto a strillare “Morgellons” a pieni polmoni. Per non parlare degli UFO; lì dava il meglio di sé e pareva che avesse avuto incontri ravvicinati del terzo tipo con ogni sorta di alieno esistente. La difficoltà non era notare la sua presenza, bensì vederlo per quello che era. In realtà, il “complottista” non è un individuo animato dalla ricerca della verità oltre le versioni ufficiali dei fatti, è la versione speculare e complementare del debunker. Laddove il debunker agisce secondo lo schema conclusioni-ragionamento-fatti per confermare la Versione Ufficiale, il complottista utilizza lo stesso schema mentale per l’obbiettivo opposto, cioè per confermare a priori qualsiasi teoria alternativa. Il complottista parte sempre dalla conclusione che in ogni grande evento ci sia o ci possa essere un complotto. Egli non osserva, ragiona e conclude, bensì parte con l’idea che qualcosa ci sia, e che il suo lavoro sia individuare gli indizi che sicuramente ci sono. E se non li trova è solo perché non guarda con sufficiente attenzione. La stessa sicumera e comportamento scorretto nelle argomentazioni tipiche dei debunkers si trovano (con qualche variante) nei comportamenti dei complottisti. [...] Chi è in disaccordo è “uno di loro”, cioè qualcuno al soldo del potere costituito. Chi argomenta tesi diverse dalle loro è uno che “non vuole vedere/capire”. Quindi, anche se differenti esteriormente, l’integralismo delle posizioni e del modo di portarle avanti è assolutamente identico fra le due categorie. Essendo un target molto più “vendibile” a livello di marketing, i complottisti hanno avuto negli ultimi anni un certo successo e sono stati creati interi format pensati per loro. La trasmissione televisiva Mistero, assieme al personaggio Adam Kadmon, ne è la summa. Il punto non è la bontà/sincerità di questi programmi, bensì il riconoscere che sono pensati per avere come target il complottista, non certo il ricercatore indipendente. Sono format veloci, dinamici, concentrati, che durano lo spazio di un video di Youtube e che spesso dipendono totalmente da un personaggio-guru la cui parola viene presa per oro colato (Adam Kadmon, David Icke e via dicendo). In realtà anche i ricercatori indipendenti hanno avuto il loro momento, cioè il 2006, a Matrix e in altre trasmissioni, dove si parlò in maniera compiuta e precisa di 9/11. Purtroppo, questo momento durò poco, perché non era un format pensato per vendere e perché, alla lunga, sarebbe potuto sfuggire di mano, nel suo portare continuamente informazioni puntuali sulle malefatte del Potere. Molte persone, alcune senza neanche accorgersene, si sono adattate alla maschera che a suo tempo gli avevano costruito i debunkers: quella del “complottista” come di un credulone, uno che vede complotti ovunque, anche dove non ve ne sono. O meglio, uno che parte dal presupposto del complotto, anziché considerarlo serenamente come una opzione da valutare. Chiaramente i complottisti hanno precise caratteristiche e si dividono in varie categorie (scelte da loro stessi). Vediamo le principali. Personaggio guru. Questa è una irrinunciabile caratteristica di ogni complottista: avere uno o più personaggi di riferimento di cui si accetta acriticamente ogni contenuto proposto. Qualsiasi critica a tale personaggio o al suo operato è automaticamente un attacco e in generale il complottista, in una discussione, non resiste alla tentazione di difendere a spada tratta il suo personaggio di riferimento, piuttosto che difenderne le argomentazioni specifiche. Sia chiaro, non occorre che il personaggio guru sia in malafede, il punto è che il suo operato istiga una cortina di fanatismo attorno alla sua persona. I signoraggisti: Questa categoria di complottisti irride tutte le altre come inutili e patetiche, sentenziando che l’unica cosa che conta è l’enorme complotto finanziario ai danni di tutto l’Orbe Terracqueo attualmente in corso. Estremamente divisi fra loro, e solitamente ignoranti come capre in materie economiche, ritengono che lo stampare moneta a go-go sia la soluzione di ogni male. Hanno idee molto variegate e variopinte su chi possegga il denaro/le banche ecc. Personaggi guru: Paolo Barnard (non è l’unico, ma è il più recente e uno dei più rappresentativi). Gli alienisti: Gli alienisti guardano i reali d’Inghilterra e vedono Rettiliani che divorano carne umana. Ritengono che la Terra sia stata visitata da un paio di milioni di razze aliene nell’antichità (soprattutto i Rettiliani e i Grigi) e che qualunque aspetto della umana esistenza sia regolato/manipolato da suddette entità aliene. Personaggi guru: Zecharia Sitchin, David Icke. I massonisti: Categoria simile alla precedente ma che si distingue perché laddove il bandolo della matassa erano gli alieni, ora sono i massoni, che qui è un termine generico per indicare qualsiasi organizzazione più o meno segreta che compie rituali satanici/simil-satanici, fra cui spicca il cannibalismo. Questi complottisti hanno quasi sempre una blanda componente cattolico-religiosa nel loro modo di agire e additano la massoneria come responsabile di tutti i crimini e i mali presenti. Personaggi guru: Paolo Franceschetti. Gli spiritualisti: Simili agli alienisti, gli spiritualisti si differenziano nel dare una lettura decisamente metafisica e spirituale al tutto. L’alieno, più che essere un omino (o omone) grigio, è un’entità astratta/di pura energia/immateriale che interagisce con noi, il tutto mischiando il piano spiritual-religioso a quello “Fringe”. Personaggi guru: Mauro Biglino, Corrado Malanga. Esistono anche tante e floride sottocategorie, che qui non affrontiamo per ragioni di spazio. Sia chiaro, il punto non è stabilire la bontà o meno dei singoli temi (finanza, UFO, massoneria ecc.). Il punto è come vengono affrontati quei temi. È lì che viene fuori in tutto il suo splendore la forma mentis del complottista, per cui conclusioni-ragionamento-fatti. Con il passare del tempo, e la polarizzazione del dibattito sui vari temi, è accaduto che spesso e volentieri i ricercatori indipendenti venissero “messi da parte” per far spazio ai complottisti, in un perenne gridare fra Debunkers VS Complottisti in cui gli argomenti analizzati dai ricercatori indipendenti sopravvivevano solo sotto forma di frammenti e frasi fatte da urlare al nemico, senza che fosse conservata la serietà e la compiutezza del lavoro. Come è stato possibile arrivare a questo punto? Domanda difficile, ma credo che i Complottisti siano nati per spirito di adattamento e imitazione dei Debunkers. In fondo, chi sono stati i primi a rendersi un format TV (basti pensare a Mythbusters)? Chi è stato per primo a voler cercare pubblicità, apparizioni televisive nelle quali autodefinirsi “Cacciatore di Bufale”? E chi sono stati a fondare organizzazioni i consorzi il cui scopo era affermare le proprie opinioni (CICAP e simili)? Ovviamente la risposta a tutte queste domande è “Debunkers” e i complottisti, modellati nel brodo primordiale dei debunkers, delle loro analisi raffazzonate e delle loro conclusioni preconfezionate, sono nati e si sono evoluti fino a replicare completamente l’organismo originario che aveva dettato le tappe del loro percorso. Molti ricercatori indipendenti, pur rimanendo tali, hanno fatto l’errore di farsi “tirare in mezzo” a questo ridicolo gioco delle parti, dicendosi fieri di essere complottisti (ignorando il vero significato del termine) e in generale cercando di ritorcere contro i debunkers tale termine dispregiativo. L’equivoco è tutto qui: credere che il complottista sia un onesto ricercatore della verità nonché un termine offensivo inventato dai debunkers. In realtà, i complottisti sono l’altra faccia della medaglia dei debunkers. Tutto uguale, ma col segno “meno” davanti all’equazione. La soluzione a tutto questo è rigettare completamente l’esistenza stessa del concetto di complottista, in quanto non è che un fenomeno che si oppone alla ricerca della verità, che cerca lo scontro anziché l’analisi, che esiste per anteporsi a un nemico (i debunkers), che a sua volta esiste per anteporsi a lui. Non facciamoci “tirare in mezzo” a queste risse infantili. Andiamo avanti per la nostra strada, spernacchiando tutti coloro che cercano di ridurre la ricerca della verità a una serie di etichette da appiccicare in fronte alla gente. Anche perché, ricordate che il Potere vince ogni volta che riesce a farci accettare come nostra un’etichetta che ha creato. Rickard
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Specialmente è importante selezionare le idee secondo il proprio intuito e riportare per confrontare altre opinioni, quando è possibile.