di Andrea Zennaro

(Avviso per coloro che non hanno letto il libro o visto la miniserie: contiene spoiler).

Dopo aver visto la miniserie 11.22.63 tratta dall'omonimo libro di Stephen King del 2011, che avevo letto alla sua uscita, mi sono tornati alla mente dei pensieri 'complottistici' inerenti al metodo  di veicolare messaggi alle masse. La raffinatissima manipolazione mediatica attuata dai canali mainstream contemporanei per consolidare versioni ufficiali istituzionalizzate, che stanno in piedi su di un filo molto sottile, si insinua in modo subdolo per indottrinare le nuove generazioni.

Partiamo innanzitutto dal romanzo pseudo-fantascientifico di Stephen King basato sulla semplice idea di far viaggiare un uomo indietro nel tempo per impedire l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy: l'idea è presa di sana pianta da un episodio della prima stagione della nuova serie de "Ai confini della realtà" (The Twilight Zone [1]) datata 1985. Nell'episodio in questione dal titolo "Dallas, novembre 1963" (Profile in Silver [2]), il professore di storia Joseph Fitzgerald, lontano parente del presidente e proveniente da duecento anni nel futuro, salva Kennedy: come nel romanzo di King, oltre al canovaccio molto simile del viaggio nel tempo e del protagonista professore, vi sono similitudini anche nelle conseguenze al mancato omicidio che portano ad un paradosso temporale che crea un continuum distopico apocalittico [3].

La miniserie televisiva 11.22.63, andata in onda negli Stati Uniti nel febbraio 2016 e prodotta da J.J. Abrams, non si discosta di molto dalla storia del libro:

a parte l'eliminazione di passaggi superflui e l'aggiunta di personaggi per portare avanti la trama senza dover utilizzare la voce fuori campo, la trasposizione per lo schermo segue in modo pressoché fedele l'opera di King. Il presupposto del libro, e quindi anche della miniserie, è che Lee Harvey Oswald fosse l'unico responsabile dell'omicidio del presidente Kennedy a Dallas: molti argomenti vengono toccati tra cui il tentato omicidio del generale Walker, il possibile coinvolgimento del ricco geologo del petrolio, il russo George de Mohrenschildt, morto suicida nel 1978, per poi venire sistematicamente resi privi di fondamento.

King, da buon narratore per le moltitudini qual è, sa toccare le corde giuste raccontando una storia avvincente e ben costruita, compresa la storia d'amore strappalacrime tra il protagonista e la ragazza conosciuta nel passato con climax finale che fa venire il magone. Pagina dopo pagina il lettore, e poi di conseguenza lo spettatore grazie anche all'utilizzo di giovani star come James Franco e Sarah Gadon, viene portato a credere che la versione degli avvenimenti storici narrati, con i quali il protagonista si trova a combattere, siano quelli avvenuti nella realtà. Tutta questa operazione è fumo negli occhi o meglio, specchietto per le allodole atto a manipolare il pensiero libero e ad avallare la versione della commissione Warren.

Sarebbe interessante conoscere le vere ragioni per cui il regista Jonathan Demme nel 2012 abbandonò il progetto di dirigere la miniserie perché in disaccordo con King sulla stesura della sceneggiatura. Le teorie complottiste possono essere inserite in contesti fumettistici come negli strepitosi titoli di testa del film del 2009 Watchmen, tratto dalla graphic novel Alan Moore [4], ma non in film 'istituzionali' come Parkland del 2013, ed incentrato in parte sulla figura di Abraham Zapruder, fatto uscire per il cinquantesimo anniversario dell'assassinio che mostra solo ciò che sta in superficie.

Se il film di Oliver Stone del 1991 JFK - Un caso ancora aperto apriva un varco nella foschia attorno all'omicidio, a rimettere sulla retta via possibili reazioni critiche nei confronti della versione ufficiale ci pensò, anche allora, una serie televisiva fantascientifica prodotta tra il 1989 ed il 1993: la famosa In viaggio nel tempo (Quantum Leap). Con l'avvicinarsi del trentesimo anniversario del tragico evento la quinta stagione della fortunata serie di Donald P. Bellisario si aprì con una puntata doppia dedicata a Lee Harvey Oswald dove il protagonista Sam, viaggiatore nel tempo, si ritrova ad interagire con il presunto omicida per evitare che venga coinvolto in una cospirazione: si arriverà alla conclusione che Oswald agì da solo, come da manuale, e Sam, il crononauta, era a Dallas per salvare la first lady Jackie.

Dunque ci troviamo di fronte ad un meccanismo molto elaborato ed astuto di trasmettere e cristallizzare versioni di eventi tragici che hanno cambiato il corso della Storia con una propaganda all'apparenza invisibile ad una visione affrettata. Prima o poi, la data dovrebbe essere l'anno prossimo anche se la commissione Warren l'aveva fissata per il 2039, tutti i documenti secretati diventeranno di dominio pubblico, salvo rinvii o nuovi depistaggi per comprendere appieno uno dei tanti misteri della nostra storia contemporanea

Andrea Zennaro (and_zen)

 1 - Stephen King ha parlato spesso della serie televisiva "Ai confini della realtà" anche per denigrare l'odiata trasposizione cinematografica kubrickiana del suo Shining: nell'intervista pubblicata sul numero di Playboy del giugno 1983, disse che il finale del film con la fotografia del 1921 Kubrick l'aveva copiata da un episodio della serie senza mai specificare di quale si trattasse. Interessante, nell'episodio finale di 11.22.63, la citazione al film Shining del 1980.
2 -  https://www.youtube.com/watch?v=t_WhkZazUks
3 - Che King prenda spunto, come tutti, dalle più svariate fonti è naturale: si pensi all'idea per il romanzo del 2009 The Dome (Under the Dome), diventato poi nel 2013 una serie televisiva, presa da I Simpsons - Il Film del 2007.
4 - https://www.youtube.com/watch?v=aVUDdQS2UxA

Fotogramma della puntata finale di 11.22.63 con citazione del film Shining.

Comments  
Certo che la vita è curiosa: poche ore prima di ricevere questo articolo, avevo appena finito di vedere un nuovo documentario sul caso Zapruder: novità estremamente interessanti, dove si dimostra come il filmato di Zapruder fu manipolato dalla CIA (per cancellare parzialmente l'esplosione della testa di Kennedy) fra il sabato e la domenica successivi all'assassinio (23-24 nov.)

Nel frattempo sui canali TV va in onda una miniserie in cui viene riaffermato che fu Oswald ad uccidere Kennedy. Due mondi differenti (la rete e la TV), separati dall'ormai incolmabile digital divide.
Io ancora oggi mi chiedo come possano aver permesso a far fare Jfk ad Oliver Stone.
Forse perche' era un nome troppo grosso per poterlo controllare. Ma anche Kubrick lo era e sappiamo tutti come e'finito.
Con la coscienza critica che ho sviluppato negli ultimi anni ma soprattutto con le dritte apprese da un addetto ai lavori come te, mi rendo conto che da Hollywood esce solo cio' che il sistema vuole.

Ad esempio tanto per fare una digressione ho di recente visto sta cagata di film: Regression.
Praticamente cerca in maniera patetica di negare che ci siano strati di potere che compiono riti satanici con sacrifici umani e fa ricadere l ipotesi alla mente instabile di una ragazza paranoica e complottista. L'esatto opposto di eyes wide shut.

Senza contare poi che nei film d'azione la Cia salva sempre il mondo dalla distruzione.

Con queste credenziali e'gia tanto che King non faccia credere che ad uccidere Kennedy siano stati i sovietici con l'aiuto di qualche Imam
Un atto di prostituzione al potere, che sarà stato adeguatamente ricompensato.

Tolto l'omicidio Kennedy e tutti i fatti mancanti, è una bella serie se ad uno interessa una storia d'amore ambientata negli anni 60.
Fa riflettere come il caso JFK e RFK siano tuttora e senza riserve intoccabili.

Credo e sospetto, ma è una mia supposizione personale (però non per questo arbitraria), che se oggi come oggi fossero costretti a rivelare una verità soltanto - tra due; tra quella dell'undici settembre e quella del "63 a Dallas: opterebbero per l'undici settembre.

Per quanto, quasi paradossalmente, la vittima qui sia UNA soltanto (se pur un presidente degli Stati Uniti), la coscienza collettiva, verrebbe molto più destabilizzata e ritengo che perdonerebbero e riuscirebbero a giustificare più le azioni del 2001...

... quella del "63 ritengo abbia una potenza emotiva notevolmente superiore e pericolosa in tal senso.

Comunque.

Che schifo

Quoting bushfamilyguy:

Io ancora oggi mi chiedo come possano aver permesso a far fare Jfk ad Oliver Stone.



Anch'io.

Però tieni conto che il film di Stone è altamente patriottico, attenzione.
Il processo di identificazione del pubblico è con Kostner, il Giudice, non con il Presidente e ciò che rappresenta.
Il protagonista lascia comunque un imprinting positivo nel cuore del pubblico. Quello fa testo nell'inconscio.

Un film coraggioso, certo. Ma ha talmente fatto un minestrone tale, che quando hai finito di vederlo - insieme alle lacrime di Kostner in Aula, nel dibattimento finale, con tanto di fotografia patinata e pathos alle stelle ... UNO) senti che la giustizia trionferà (anche se non sai perché, ma sarà profondamente e con ogni sacralità, americana, bella lucente e intoccabile) e DUE) non ci hai capito assolutamente un cazzo di chi può essere stato; e l'idea di fondo che rimane, è che dei bastardi cattivi affaristi che Dio li maledica hanno comprato le persone giuste al momento giusto, però non è il Sistema che è fallace, no, sono sempre quelle maledette mele marce... eh già

Poi, non ti preoccupare, che si è rimesso a pari Stone: col film sull'undici settembre. Cascato a fagiolo ;-)

Se un regista come Stone (dopo che ha fatto JFK) fa un film sulle Torri gemelle e non sospetta lui di un Inside Job, allora stai pur certo che tutto è sotto controllo.
A me piace talmente Stephen King, che lo leggerei con passione anche se scrivesse un romanzo che si svolge sull'aereo che ha colpito il Pentagono :hammer: .
Una figata il ritorno nel '60, l'adattamento a usi e costumi, le ricostruzioni storiche vere in gran parte. Per il resto, è fantascienza: quindi sospensione del giudizio. Se un libro scrive che Oswald ha ammazzato Kennedy, per me vale come quello che scrive che su Marte ci sono gli omìni verdi.

Quoting Redazione:

Certo che la vita è curiosa: poche ore prima di ricevere questo articolo, avevo appena finito di vedere un nuovo documentario sul caso Zapruder: novità estremamente interessanti, dove si dimostra come il filmato di Zapruder fu manipolato dalla CIA (per cancellare parzialmente l'esplosione della testa di Kennedy) fra il sabato e la domenica successivi all'assassinio (23-24 nov.)
.



Noi intanto aspettiamo pazienti che terminerai il film sull'assassinio di JFK. Purtroppo (per me sia chiaro), c'è prima quello sulla Luna :cry:

Quoting Cassandra:

Se un libro scrive che Oswald ha ammazzato Kennedy, per me vale come quello che scrive che su Marte ci sono gli omìni verdi.



Per me no.

Profondamente NO

Probabilmente qui è una grande differenza negli approcci psicologici tra persona e persona.

King piace anche a me.

Giusto per precisarlo.

Non si sa mai
Il diritto a sapere per il popolo è cosa "recente"..l'alfabetizzazione, l'istruzione, oggi è obbligatoria ...e non parla di potere, ma di "potenti"... Kennedy era uno di questi, ma giocava all'interno del potere..

Ci sono una moltitudine di film che "descrivono" i lati oscuri del potere, non è che manca, abbondano pure trame sofisticate con intrecci realistici...

Poi anche no! ...il filmetto non pretenderà mai di essere un documentario e il "moralismo" di Hollywood (Tarantino compreso) è la bibbia della propaganda...

Visto che è roba vecchia...la domanda è...

quanti di quelli che non hanno mai creduto alla versione ufficiale, con questo movie cambierà idea? e a quanti "vergini" giovani gli frega qualcosa oltre che ad essere "intrattenuti"?

Dopo di che...buonaVisione...io vedo altro..

Anteater
Personalmente penso che parlare di "manovra mediatica per cristallizzare nelle coscienze la versione ufficiale" mi par troppo...io non ho letto il libro ma lo leggerò di sicuro (King lo trovo un narratore straordinario), ma ho apprezzato la serie per quel che è: una serie sci-fi basata su un romanzo. Io dubito che queste cose vengano fatte "apposta per", purtroppo l'amara verità è che non ce n'è alcun bisogno. Basti pensare ad Umberto Eco, un colosso della letteratura di questo e dello scorso secolo, un uomo estremamente colto ed intelligente ma se gli si chiedeva "l'11 Settembre non sembrerebbe essere un inside job?" ti scoppiava a ridere in faccia...

Per fare un contro esempio "a favore" di King, in altro suo romanzo, l'acchiappasogni, l'esercito americano detiene ed uccide civili americani per evitare che si sappia di un avvenuto contatto alieno. Anche se gli alieni sono cattivissimi e tentano di distruggere il genere umano, se la giocano con il generale di turno senza scrupoli che vuole mettere le mani sulla tecnologia aliena. Ma parlar di UFO e militari per un "democratico praticante" come King è tutt'altra cosa che mettere in discussione pesantemente i passati governi del suo paese (qui si parla di tradimento e omicidio di un presidente americano su suolo americano), senza contare che chi ha un certo genere di pubblico (purtroppo) non se lo gioca mettendosi a scrivere di teorie "complottiste" neanche per scherzo in un romanzo sci-fi.
D'altra parte se un regista italiano facesse un film sul 2 agosto 1980 affermando che la bomba alla stazione l'hanno messa alcuni fascisti rancorosi dimenticandosi che per il depistaggio di quell'evento sono stati condannati due generali dell'esercito italiano e il fondatore della loggia massonica P2 Licio Gelli, tu cosa diresti di quel regista? Che è un "democratico praticante" e che poverino sta solo seguendo il suo pubblico?
1959: ore 10:49 a.m: mentre è seduto in un bar a prendere un caffè, Oswald viene contattato da due uomini in divisa.
Si presentano come elementi del Centurion Troopers, un corpo speciale segreto che opera come supporto logistico nel settore della ricerca scientifica.
Oswald viene reclutato per partecipare a un esperimento: verrà proiettato due anni nel futuro, a Dallas e lì dovrà uccidere un importante personaggio politico, allo scopo di studiare le possibili implicazioni politiche.
Dopo due mesi di esercitazioni, viene proiettato nel futuro. E' pronto, quando qualcosa non funziona nel suo tramettitore temporale: si apre uno squarcio e viene proiettato a Roma, nell'anno 19...(spoiler, clicca qui)

[...] avventure varie ed eventuali [...]

Marte, Nwo City, 2007. Ore 10:49 a.m.
Oswald sta leggendo un articolo di Massimo Mazzucco sull'attentato a JFK, sul sito Luogocomune.net, sul server Mars II. "Ancora con questa storia che io non sarei riuscito a colpire JFK da quel punto lì con l'albero davanti." Ne fa una questione di principio. Per convincere Mazzucco, deve però tornare sulla Terra e per farlo deve riattraversare due dimensioni. Cerca di ricontattare i Centurio Troopers, che nel frattempo hanno cambiato nome e operano negli stati canaglia. Come fare? Contattare la donna con il vestito a scacchi.Poi... (spoiler, clicca qui)


L'avevo iniziato a scrivere nel 2007. Questo articolo me l'ha fatto tornare in mente. Chissà che non riesco a finirlo. :perculante:
Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky)

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Quoting Blade1960:

Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky)
[...]



Da questi link pare che questo testo sia erroneamente attribuito a Chomsky, e che lui stesso abbia negato di esserne l'autore ad un fisico di nome Jean Bricmont fr.wikipedia.org/wiki/Jean_Bricmont

(aggiungo che dal francese capisco poco o nulla)

plus.google.com/.../WebBgjeB8tq
www.legrandsoir.info/.../
breizh-info.com/.../...
Che l'abbia scritto Chomsky o meno, rimane in ogni caso una sorta di Bibbia condensata !
PYTER:

Quote:

L'avevo iniziato a scrivere nel 2007. Questo articolo me l'ha fatto tornare in mente. Chissà che non riesco a finirlo.

La soluzione è semplice: torna nel 2007 e datti una mossa per finirlo. :-)

Quoting Redazione:

PYTER:

Quote:

L'avevo iniziato a scrivere nel 2007. Questo articolo me l'ha fatto tornare in mente. Chissà che non riesco a finirlo.

La soluzione è semplice: torna nel 2007 e datti una mossa per finirlo. :-)

Occhio, Max, che poi su Wikipedia troviamo scritto che Mazzucco crede ai viaggi nel tempo, oltre che alla terra piatta! :-D

Conoscendo certi attivissimi debunkatori... :-)
Ho letto il libro e ho iniziato a vedere la serie in questione (cestinata alla seconda puntata, noiosa).
La figura centrale è Oswald, contornata da fantascienza, amore e narrazione di costume.
King non poteva non avallare la tesi ufficiale, un personaggio così mainstream non credo potesse permettersi di diffondere, o persino di avere, tesi "alternative".
Ho preso il tutto come "narrativa fantastica", Oswald compreso, sapendo che la verità è un'altra.
La mia personale sospensione dell'incredulità ha vacillato ma tanto era un romanzo...

Quoting Blade1960:

Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky)



Straordinario!
Propongo che venga reso accessibile con un link permanente e bene in vista nella home page! :-D
F_Z:

Quote:

Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky). Straordinario! Propongo che venga reso accessibile con un link permanente e bene in vista nella home page!

manca l'undicesima regola: prendere il tutto, e metterlo in bocca ad un "guru" che non crede all'inside job del 9/11.
Massimo citazione: manca l'undicesima regola: prendere il tutto, e metterlo in bocca ad un "guru" che non crede all'inside job del 9/11.


Giuro, non avevo letto questo tuo commento! Mi ero connesso per scrivere qualcosa di simile, e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle tue parole.

Per me l'11 settembre è una la cartina di tornasole: Ora io DIFFIDO da chi nega l'evidenza e non denuncia la colossale menzogna!

Idem per Umberto Eco....

Ho ancora un dubbio, ma infinitesimo: sono in buona fede, o sanno ma recitano?
3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, (...) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo (...)

Buona questa!
3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, (...) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo (...)

Buona questa!

Quoting Redazione:

F_Z:

Quote:

Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky). Straordinario! Propongo che venga reso accessibile con un link permanente e bene in vista nella home page!

manca l'undicesima regola: prendere il tutto, e metterlo in bocca ad un "guru" che non crede all'inside job del 9/11.

Se il tizio che ha scritto quelle regole crede alla VU del 11/9 e' irrilevante: rimangono parole illuminanti.
Magari e' un insider...e poi e' pieno di ottimi predicatori che razzolano male.
Critica il messaggio non il messaggero. :-D
Amici del forum,
vorrei informarvi sugli avvenimenti attorno a JF Kennedy, descritti da un Essere che di certo sa la verità. Si tratta di Gyeorgos Ceres Aton, comandante della flotta Pleiadeana, sulla nave stellare Phoenix, grande 2-3 volte la Terra (ovale di colore oro) e visibile dalle parti delle Pleiadi.
Ragazzi, credeteci, è tutto vero basta che guardiate il cielo con un telescopio o, anche, le immagini di Soho C3, quando inquadrano le Pleiadi.
Comunque qui c'è l'articolo, che mette fine ad ogni discussione, non certo per merito mio, sia sulle motiivazioni che sulla esecuzione dell'omicidio di JF Kennedy.
www.lanuovaumanita.net/.../
Calvero,
ti riporto Sertes per spiegarti il mio punto di vista:


Quote:

D'altra parte se un regista italiano facesse un film sul 2 agosto 1980 affermando che la bomba alla stazione l'hanno messa alcuni fascisti rancorosi dimenticandosi che per il depistaggio di quell'evento sono stati condannati due generali dell'esercito italiano e il fondatore della loggia massonica P2 Licio Gelli, tu cosa diresti di quel regista?

Ecco, messa così la penserei come te e Sertes.
Ma se la trama del libro fosse "un tizio va avanti e indietro nel tempo ammazzando gente e vivendo Nmila avventure fantascientifiche, e la storia finisce il 2 agosto come sopra" probabilmente mi divertirei a leggerlo e ne apprezzerei la trama.
Sono la prima ad individuare la propaganda in film, libri, pubblicità e persino nel bugiardino delle medicine. Ma una storia di fantascienza E' fantascienza, quindi è ammesso tutto. Certo, avrei preferito la versione alternativa, ma anche così mi sta bene.
Il popolino non sarà informato di altre verità, ma... la fantascienza scritta comunque EDUCA la mente a ipotizzare scenari alternativi (dovrebbe essere obbligatoria a scuola), ad usare il pensiero laterale, a non escludere nessuna ipotesi plausibile, quindi è una delle basi di formazione del pensiero "complottista" (in breve: logico).
Come sarebbe che a scuola non insegnano fantascienza? Ma che scuole avete frequentate?

Quoting Sertes:

D'altra parte se un regista italiano facesse un film sul 2 agosto 1980 affermando che la bomba alla stazione l'hanno messa alcuni fascisti rancorosi dimenticandosi che per il depistaggio di quell'evento sono stati condannati due generali dell'esercito italiano e il fondatore della loggia massonica P2 Licio Gelli, tu cosa diresti di quel regista? Che è un "democratico praticante" e che poverino sta solo seguendo il suo pubblico?



E tu cosa pensi di tutte quelle persone più o meno famose, più o meno intelligenti, che non hanno dubbi che l'11 settembre sia stato opera di terroristi islamici che non avevano una mezza idea di come pilotare dei velivoli civili? Conniventi e collusi al sistema? Io personalmente non lo credo, altrimenti me ne sarei già scappato in un eremo sperduto. Che poi ci possa essere qualcuno colluso è ovviamente possibile e probabile; io non lo penso di King, ma è solo una mia opinione basata su impressioni personali. Se tu non hai prove che dimostrano il contrario, che non sia solo il fatto di aver scritto un romanzo di fantascienza che si allinea alla versione ufficiale, io continuerò a pensare che è stato fatto in buona fede.
A me e' parsa una serie ben fatta al di la della verita' storica che probabilmente non sapremo mai. Sara' per il tema dei viaggi nel tempo che affascina sempre ma mi ha comunque lasciato qualcosa. La figura di oswald mi pare ben delineata e compatibile comunque come probabile vittima di una manipolazione. La figura del petroliere russo che non conoscevo mi ha incuriosito e la approfondiro' quindi costringe, chi vuole, a cercare ancora. Rimane comunque esplicita la quantita' di nemici che jfk si era fatto nel 1963. Poi..... Va beh., se uno vuole credere alle panzane della commissione Warren puoi fare tutti i documentari che vuoi ma non cambiera' idea. Meglio parlarne che l'oblio.
E' noto come le élite al potere siano più marxiste dei kompagni, e forse di Marx stesso: da buoni propugnatori del materialismo storico, sanno che è la struttura economica - ossia la proprietà dei mezzi di produzione, anche immateriali-finanziari - a determinare la sovrastruttura culturale e che questa, in quanto coerente con quella struttura, la rinforza. Per uscire dall'impasse, Lenin dovette teorizzare - con esiti non brillantissimi, invero - l'avanguardia del proletariato, atta a risvegliare quest'ultimo dal sonno culturale in cui inevitabilmente era tenuto (vedi sopra) e così illuminarne le coscienze.

Ma le élite al potere sono anche molto più gramsciane di Gramsci, e certamente lo sono assai più dei pennivendoli che scribacchiano ora sul giornale fondato dal Gran Sardo (qué dolor!). A lui si deve il concetto di egemonia culturale - nonché quello di intellettuale organico a tale progetto egemonico - che "sia in grado di imporre ad altri gruppi, attraverso pratiche quotidiane e credenze condivise, i propri punti di vista fino alla loro interiorizzazione, creando i presupposti per un complesso sistema di controllo" (ho citato Wiki proprio per non passar da sovversivo). Il povero Gramsci tentò di rovesciare a suo profitto tale egemonia: finché esistette il PCI con tale nome, non poteva esservi uomo di cinema senza quella tessera ad eccezione dell'ilare Buzzanca, relegato alle pellicole pecorecce (è tutto da dimostrare, comunque, che fosse in grado di far di meglio) perché quest'ultime erano (erroneamente) assimilate dal Pcus nostrano ai circenses per il lumpenproletariat irredimibile. Ovviamente non si cavò un ragno da un buco, almeno fino al 1989, perché Yalta era più forte anche del buon Gramsci.

Ma il nostro caro entertainment imperiale è profondamente gramsciano!!!
E anzi, con l'avvento della società della comunicazione si è fuso in uno con l'informazione (!) nel suo compito di egemonia culturale. Hanno inventato l'infotainment dei talk show e simili.
In realtà ogni manifestazione comunicativa mainstream, dal cinema al telegiornale, è ora un unico e immenso infotainment di gramsciana osservanza.
Tutte le serie televisive imperiali seguono la stessa logica di "raffinatissima manipolazione mediatica". Tutte.

Un esempio fra i tanti e preso più o meno a caso è NCIS, ideato dal medesimo Donald P. Bellisario di Quantum Leap e realizzato invero bene (la serie originale, non i suoi trapianti in altre città) con caratteri godibili e azzeccati. Il messaggio di fondo è chiarissimo in modo addirittura sconcertante in ciascuna puntata, per chi non abbia ingurgitato diciotto sonniferi: gli amerikani sono "i buoni" e sono anche bravissimi (e responsabili) a proteggerti contro le eventuali mele marce ma soprattutto contro "i cattivi", ossia gli antiamerikani, ossia i terroristi e simili - anche perché chi è antiamerikano è più o meno un terrorista, in pectore se non in atto. Poi, di volta in volta, si aggiungono varie chicche a completamento come ad esempio (per qualche stagione) l'agente NCIS di nazionalità israeliana e addirittura figlia del capo del Mossad (Ziva) ma fedelissima alla sua squadra NCIS
.
Mi ha colpito un episodio di Criminal Minds, che peraltro non mi piace affatto: un professore aveva sequestrato un treno (in USA esistono ancora i treni dopo la cura Reagan?) e minacciava di uccidere gli ostaggi se non gli avessero asportato il microchip che riteneva qualcuno gli avesse installato sottopelle e a cui attribuiva comandi e voci interiori allucinatorie. Ovviamente il bravo agente - in questo caso il secchione, quello che sa più cose, e non il poliziotto-Rambo ossia l'uomo d'azione che fa più cose - finge di estrargli dal braccio un microchip, in realtà un piccolo rottame elettronico che s'era portato allo scopo, e così il pazzo psicopatico viene brillantemente arrestato, ancora in preda ai suoi deliri allucinatori.
Motivazione: si parla ormai tanto di microchip, mica possiamo continuare a ignorare l'argomento. Messaggio: chi crede che mettiamo i microchip sottopelle è solo un pazzo in preda al delirio. E il complottista è servito
Quote Stephen King:

Quote:

5. If you could have a 5-minute conversation with anyone living or dead, who would it be?

“I’d talk to Lee Harvey Oswald (but I’d keep him at a distance, and make sure he was unarmed). It wouldn’t take five minutes, just a four-word question: ‘Did you do it?’”

;-)
bangordailynews.com/.../?ref=topStories2
L' autore s'e' dimenticato degli indiani e cowboyz.
CASSANDRA:

Quote:

"If you could have a 5-minute conversation with anyone living or dead, who would it be? “I’d talk to Lee Harvey Oswald (but I’d keep him at a distance, and make sure he was unarmed). It wouldn’t take five minutes, just a four-word question: ‘Did you do it?’”

Stupidaggine colossale. Oswald lo ha già detto prima di morire, che non è stato lui: "I didn't kill anyone. I'm just the patsy". Quindi non c'è alcun bisogno di tornare a chiederglielo.

Il buon King continua a fare il finto tonto, e molti purtroppo ci cascano.
Beh Massimo, c'è una certa differenza tra il chiedere a un accusato "Sei stato tu?" (si sa che in carcere c'è il 99% di innocenti dichiarati), e poterglielo chiedere post mortem, quando si presume non abbia più alcun interesse a mentire. ;-)
Ho visto la serie e concordo con l'analisi dell'articolo.
Oltre al messaggio di cementare la versione ufficiale io aggiungerei anche altro...

Spoiler......
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Morale: il passato non si tocca, vicende private e ragion di stato scelgono sempre per il meglio...
Anche il revisionismo diventa una pratica da stigmatizzare.
Attenti complottisti ad insistere a voler scoprire la verità...dopotutto è come ritornare nel passato e cambiarne la lettura non porta niente di buono.