di Pino Cabras
La rivista economica tedesca «Focus Money» (N. 2 / 2010), affronta una narrazione dettagliata sull’11/9 e mette radicalmente in discussione la versione ufficiale. Stiamo parlando del secondo settimanale economico della nazione economicamente più forte dell’Europa, un magazine edito da un colosso dell’editoria tedesca, il gruppo di Hubert Burda.
Il signor Burda è un insigne esponente della superclasse globale, un editore-intellettuale di primissimo piano nell’establishment germanico: è leader della VDZ, la “confindustria degli editori”, nonché cofondatore dell’analogo sindacato su scala europea, ma è anche membro del Consiglio del World Economic Forum e ha partecipato perfino a riunioni dell’esclusivo Club Bilderberg.
L’uscita di questo articolo è dunque degna di attenzione: è la prima volta che un giornale così ben inserito nel mainstream occidentale si cimenta nel raccontare in modo talmente critico i lati più scomodi dell’evento che ha dato l’impronta al secolo, l’11 settembre.
«Focus Money», espone la maggior parte degli argomenti …
di Eugenio Benetazzo
Adesso mi è tutto più chiaro. Al momento in cui sto scrivendo mi trovo allo Space Needle di Seattle, ormai saranno più di trenta giorni che sto girovagando per gli States con l'intento di realizzare un videodocumetario sulla crisi finanziaria e quella immobiliare: Boston, New York, Miami, Atlanta, Phoenix, Las Vegas, Los Angeles, Seattle e Chicago. L'economia americana è collassata per motivazioni razziali: il suo destino sembra ormai segnato da un lento ed inesorabile declino economico e sociale. Chi confidava in un miglioramento con l'avvento di Obama, mitizzandolo come il nuovo Kennedy, ha iniziato a ripensarci.
L'America di Obama non è l'America di Kennedy: alla metà degli anni sessanta, la popolazione americana era costituita per circa l'80% da bianchi caucasici (europei ed anglosassoni) e per il il 20% da svariate minoranze etniche (afroamericani, ispanici, orientali). Oggi è tutto cambiato: il 30% sono bianchi caucasici, il 30% sono ispanici, il 30% sono afroamericani ed infine il 10 % sono orientali. L'America come vista nei serial televisivi con i quali siamo cresciuti, da Happy Days a Melrose Place, non esiste più.
Questa trasformazione del tessuto sociale ha comportato un lento e progressivo cambiamento negli stili di vita, ...
Nell’articolo “TAV reale e TAV virtuale” Cedolin ha proposto un concetto molti interessante - lo sdoppiamento fra la realtà e la sua rappresentazione - che si potrebbe estendere a molte altre situazioni di grande interesse per tutti.
Esiste un mondo “virtuale”, suggerisce l’articolo, nel quale davvero vengono investiti i soldi per opere intelligenti e utili, con un sincero intento di rendere un servizio alle generazioni presenti e future. Ed è in funzione di questo mondo che vengono invece compiute, nel mondo reale, ruberie di ogni tipo a spese dei cittadini.
Questo è solo uno dei mille aspetti di un mondo virtuale, idealizzato, nel quale davvero si portano nel mondo missioni di pace, nel quale davvero si dà la caccia ai terroristi che ci minacciano, nel quale davvero il sistema medico si adopera per liberare l’uomo dalle malattie, nel quale davvero si aiutano i paesi sottosviluppati a crescere economicamente, nel quale davvero si cercano soluzioni energetiche ecologiche e convenienti, nel quale davvero si vuole dare ai nostri figli la migliore educazione possibile.
Questo mondo virtuale ci viene presentato quotidianamente come reale dai media di tutto l’Occidente, ...
Nel microcosmo della Val Susa si ripropongono tutti i problemi dell’Italia – menzogne del governo, ruberie istituzionalizzate, devastazione del territorio, corruzione permanente, collusione dei media – e viene mostrato che cosa potrebbe diventare il nostro paese se tutti i cittadini prendessero a cuore le sorti della nazione, e si ribellassero a inganni e corruzione come stanno facendo i valsusini. “Perchè il male trionfi – scrisse qualcuno – è sufficiente che le persone perbene rimangano in silenzio”.
TAV reale e TAV virtuale - di Marco Cedolin
Poco più di 4 anni fa, l’8 dicembre 2005, decine di migliaia di valsusini ai quali si erano uniti altre migliaia di cittadini provenienti da tutta Italia, invasero pacificamente il cantiere di Venaus, mettendo di fatto fine allo scellerato progetto del TAV Torino - Lione, nonché a 40 giorni di militarizzazione dell’intera Val di Susa, ridotta alla stregua di un paese occupato, con tanto di check-point presidiati da guardie armate, da oltrepassare per andare a comprare il pane o in farmacia.
Durante questi 4 anni d’inciucio politico, meschine manovre portate avanti sottobanco, cancelli rigorosamente chiusi e rifiuto di qualsiasi forma di dialogo con i cittadini, il TAV reale e quello virtuale hanno compiuto entrambi la propria strada.
Il primo è defunto di fronte all’evidenza dei numeri e dell’osservazione oggettiva che lo hanno connotato come un’opera assolutamente inutile, inadeguata a rispondere alle esigenze dei viaggiatori e del territorio, priva di qualsiasi possibilità di conseguire un ritorno economico dell’enorme investimento. Fra Torino e Lione non esistono volumi apprezzabili di traffico passeggeri, i treni tradizionali che garantivano il collegamento diretto sono stati da tempo soppressi e perfino le poche corse dell’alta velocità francese Milano – Parigi che transitano dal capoluogo piemontese e dalla Valle di Susa continuano a ridursi e presto ne resterà una sola al giorno.
Alla stessa stregua non esistono volumi di traffico merci ...
Questo discorso di Robert Kennedy è dedicato al Ministro Maroni:
Il ritorno di Spartaco
Nel 73 a.C. esplose lungo le coste sud del Tirreno la rivolta popolare scatenata da Spartaco, che era iniziata con la fuga da Roma di un manipolo di gladiatori che si erano ribellati al loro destino di carne da spettacolo.
Costretti a lottare uno contro l’altro per la sopravvivenza, tenuti in vita solo per servire i privilegi dei benestanti, gli schiavi-gladiatori avevano scalato le mura della loro prigione ed avevano iniziato la loro rincorsa verso la libertà.
L’armata di Spartaco, che cresceva lungo il percorso, devastava sistematicamente campagne e villaggi, mentre massacrava intere armate di militi romani mandati a combatterla.
Quando a Roma giunse voce che l’armata di Spartaco aveva superato i 100.000 uomini, …
di Marco Cedolin
I saldi anticipati, sponsorizzati più volte dai TG negli ultimi giorni, con il loro corollario di aspiranti acquirenti in coda, preda della sindrome d’acquisto compulsivo, non riguarderanno solo i capi di abbigliamento rimasti invenduti nei magazzini, ma anche prodotti di ben altro genere la cui “percentuale d’invenduto” è risultata di molto superiore rispetto a quella dei piumini difettosi, delle giacche che non vestono e dei pantaloni con il cavallo riuscito male.
Si tratta delle dosi dell’ormai famoso vaccino contro l'influenza H1N1 che a milioni un po’ tutti i paesi si sono affrettati ad acquistare ad altissimo prezzo con i soldi dei contribuenti, per la gioia delle multinazionali farmaceutiche che hanno visto salire alle stelle il valore delle proprie azioni.
Dopo un lungo semestre di “terrorismo” mediatico, durante il quale l’OMS ed il circo dell’informazione hanno attribuito ad un normale virus influenzale (oltretutto fra i meno attivi) la potenzialità di provocare una ferale pandemia, il castello di carte è ormai miseramente crollato al suolo e con esso anche l’intero ologramma della mistificazione. Oggi perfino quei giornalisti che per mesi hanno lanciato e coccolato l’allarme pandemia, ...
Approfitto della pubblicazione su Youtube del film sul cancro per rispondere alle calunnie sul mio conto, relative al caso Simoncini, che un certo personaggio continua a diffondere spudoratamente in Internet. Lo faccio sia per proteggere la mia reputazione, sia per dovere di chiarezza verso chi segue da vicino il mio lavoro.
Diciamo prima di tutto che questo accusatore non ha un nome. Da noi era noto come Weewe, sul suo sito attuale si firma “Medbunker”. Evidentemente non ha il coraggio di sostenere di persona le accuse che va disseminando in rete.
Riporto qui un suo recente articolo, che sta facendo circolare ovunque, con lo scopo di screditarmi. Sembra che questa per lui sia ormai diventata un’ossessione, capace di obnubilare anche la più lucida delle menti umane. (Non è certo il primo a cui succede, ...
Secondo la gloriosa Wikipedia, il SITE Intelligence Group è una organizzazione che si occupa di monitorare le attività del terrorismo islamico nel mondo. Inizialmente nato come SITE Institute (Search for International Terrorist Entities), era una organizzazione “non a fini di lucro” che si è disciolta, ricomponendosi nel SITE Intel Group, che svolge la stessa attività, ma “a fini di lucro”. [1]
Già che tocca immolarsi per fare la guardia al mondo, tanto vale farsi pagare.
Fondatrice e direttrice del SITE è Rita Katz, una ebrea nata in Iraq che vive negli Stati Uniti. Dopo che suo padre fu pubblicamente giustiziato in Iraq, la madre fuggì con i figli in Israele. Rita – che parla l’arabo come l’ebraico - entrò nell’esercito (IDF), si laureò in Studi Mediorientali a Tel Aviv, e poi si trasferì in America.
Qui riuscì ad infiltrare “diversi gruppi terroristici negli Stati Uniti, sulle cui attività raccolse preziose informazioni”. Nel 2004 ha ricevuto dall’FBI di Mueller ...
di Marco Cedolin
“Immaginate un mondo senza attentati terroristici”
Entrando in perfetta sintonia con lo spirito del celebre film Minority Report, il premio Nobel per la pace Barack Obama ha annunciato al mondo che porterà la guerra nello Yemen, al fine di scovare i responsabili di Al Quaeda che hanno “armato” le mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, intenzionato a far saltare l’aereo diretto a Detroit sul quale viaggiava. Attentato che, se portato a compimento, avrebbe provocato una strage, di fronte alla quale l’America deve reagire con forza, colpendo i responsabili e costringendoli a rispondere dei loro crimini.
Rispetto alla strategia del terrorismo olografico dell’ex presidente Bush è impossibile non percepire un notevole affinamento nella tecnica di utilizzazione dello spauracchio terrorista al fine di giustificare le guerre di occupazione statunitensi e renderle condivisibili agli occhi dell’opinione pubblica occidentale.
Se infatti l’amministrazione Bush fu “costretta” ad orchestrare una tragedia come l’11 settembre, costata la vita a migliaia di persone, per garantirsi il viatico all’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, ...
(Vedi/scarica il film in versione integrale. Acquista il DVD e supporta il sito.)
Twenty-ten, venti-dieci, come dicono in America, oppure duemiladieci, come diciamo noi. In qualunque modo la si pronunci, questa data fa una certa impressione, non solo perchè ci avvicina sensibilmente al fatidico 2012 – è inutile negarlo, persino il più razionale dei materialisti un pensierino alla “catastrofe universale” deve averlo fatto - ma perchè lo scatto delle decine rappresenta in qualche modo la fine di un ingresso incerto e temporaneo nel terzo millennio, e l’inizio di una cadenza precisa, più ufficiale ed ineluttabile del corso della Storia.
Il tempo avanza inarrestabile, e noi non possiamo che seguire gli eventi che ci porta, in parte affascinati dal continuo evolversi delle cose, in parte preoccupati per la nostra evidente impotenza a mutare il corso della storia.
Ci sentiamo tutti a bordo della stessa nave, ma nessuno sa bene chi sia al comando, che intenzioni abbia, e cosa davvero ci riservi il destino; di fatto viviamo in un mondo dove ormai tutto è possibile e nulla appare più certo, e bisogna essere dotati di un notevole ”senso dell’avventura” per non vivere questa situazione in maniera negativa, frustrante e destabilizzante.
Eppure, l’anno che è trascorso non è passato invano, e ci ha offerto molti segnali interessanti, ...
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