Nuova Cronologia

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4 Anni 2 Mesi fa #38596 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
perchè è l'anno in cui hanno dichiarato scoperta l'america e libera dai musulmani l'europa, da quel momento il tempo che prima era circolare l'hanno fatto diventare lineare

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4 Anni 2 Mesi fa #38600 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia

horselover ha scritto: perchè è l'anno in cui hanno dichiarato scoperta l'america e libera dai musulmani l'europa, da quel momento il tempo che prima era circolare l'hanno fatto diventare lineare


si ma a questo punto anche l'anno 1000 allora può essere posto come anno d'inizio; come anche il 1453 per la caduta di Costantinopoli

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4 Anni 2 Mesi fa #38601 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
si se quegli anni fossero esistiti (con quel numero)

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4 Anni 2 Mesi fa #38603 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia

horselover ha scritto: si se quegli anni fossero esistiti (con quel numero)

quali anni dici in particolare?

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4 Anni 2 Mesi fa #38624 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
@ Nomit #38584

Infatti, nel primo volume della Nuova Cronologia,

chronologia.org/it/sette1/capitolo7.pdf

La misurazione del tempo nel Medioevo
Procediamo col vedere i fatti che sembrano sfidare ogni sorta di ragionamento. A quanto pare, Petrarca
scrisse una lettera a Tito Livio ([644], [1340]). Gli odierni commentatori tentano di assicurarci che
quella lettera privata scritta dal medievale Petrarca al Tito Livio dei "tempi antichi", non è che una
manifestazione dell'immaginazione esaltata del poeta, dal momento che i poeti si pensa che siano
inclini alla fantasia. Ci viene detto che Petrarca comunicava con i personaggi del "passato lontano"
come se fossero dei suoi contemporanei. Pertanto, i suoi scritti agli eroi dei "tempi che furono" non
devono essere presi alla lettera. Dove sta la verità qui? Quella lettera potrebbe significare
semplicemente che Petrarca e Tito Livio furono contemporanei e che il XIV secolo originale fu in
qualche modo successivamente modificato dagli editori scaligeriani del XVI-XVII secolo per poter
"scindere" Tito Livio dal Petrarca e "spedire" il primo in un'epoca lontana? Si diceva che il Petrarca
faceva delle osservazioni piene di pathos, tipo: “O, perché mai il destino mi negò la vita alla tua epoca
... nei miei sogni più soavi mi vedo vivere tra questi grandi uomini, non tra i ladri e i furfanti [sic! - A.
F] che mi circondano adesso” ([644]).
Andiamo avanti: “gli studi antichi sono sempre stati ... una questione di grande interesse e importanza
per me, e li ho sempre seguiti con grande zelo; siccome il tempo in cui vivo mi è sempre sembrato
odioso, ... ho sempre desiderato essere nato in qualsiasi altra epoca e dimenticare questa, ho sempre
cercato di lasciare che la mia anima vivesse in un'epoca diversa” ([644]).
Questa lettera a Tito Livio è ben lungi dall'essere l'unico esempio. Gli odierni studiosi di Petrarca fanno
notare uno strano aspetto della sua eredità epistolare che non riescono a comprendere. Petrarca scrisse
parecchie lettere ai suoi contemporanei ed ora siamo convinti che nella sua corrispondenza in latino
tentò di offuscare deliberatamente la realtà medievale, riferendosi ai "personaggi dell'antichità".
Abbiamo proseguito imparando che Petrarca usava dei nomi e soprannomi antichi: Socrate, Lelio,
Olimpio, Simonide, ecc. Nell'odierna interpretazione della cronologia scaligeriana, le sue lettere
assumono un'aria di antichità. Vale a dire che le scrisse come se avesse "vissuto nell'Epoca Classica".
Oggi ci viene detto che latinizzò le sue lettere per farle sembrare esplicitamente antiche. Si pensa che
abbia persino oscurato dalla vista gli eventi della sua epoca, "vestendoli con indumenti antichi”.
Dobbiamo fare il seguente commento. A quanto sembra, persino dopo essere state redatte "con cura"
nel XVI-XVII secolo, le pagine delle lettere di Petrarca ci mostrano la loro vera epoca del XIV secolo,
che a quanto pare era proprio l’Epoca Classica che i cronologisti di Scaligero si affrettarono di spedire
nel lontano passato. Proprio per questo i loro eredi dei nostri giorni ricorrono alle teorie secondo le
quali Petrarca tentò intenzionalmente di fare in modo che la contemporaneità medievale "assomigliasse
all'antichità". Tutto questo per dire che non dovrebbe essere preso alla lettera.
Riassumendo, vogliamo ribadire che molto probabilmente non ci furono dei doppi sensi. Petrarca
scrisse lettere ai suoi contemporanei i cui nomi erano "antichi", perché lui e i suoi colleghi vivevano nel
"Epoca classica", che potrebbe essere davvero avvenuta nella prima metà del XIV secolo o persino più
tardi. Per finire, tutti i "personaggi antichi" tipo Tito Livio, Socrate, Lelio, Olimpio, ecc. erano veri
contemporanei di Petrarca. Questo punto di vista elimina molte "assurdità" dalla sua biografia.
Inoltre, Petrarca scrisse una serie di biografie intitolata Le Vite degli Uomini Illustri. Sembra essere
una specie di "ripetizione" dell'opera del "vecchio" Plutarco intitolata Vite Parallele. Ci si potrebbe
chiedere se Plutarco possa semplicemente essere un altro nome di Petrarca. È risaputo che nei vecchi
testi la "R" e la "L" molto spesso erano soggette a delle flessioni (più informazioni su questo argomento
in C RONOLOGIA 5 ), per cui il nome Plutarco avrebbe potuto diventare Prutarco, che è molto simile a
Petrarca. Per cui, quest'ultimo potrebbe aver creato un suo sosia sulle pagine delle cronache medievali,
che poi fu esiliato nel lontano passato sotto il nome di Plutarco.
Quasi tutti gli eroi di Petrarca si possono trovare tra gli eminenti statisti della Roma repubblicana
"antica", vale a dire gli "antichi" Giunio Bruto, Orazio Coclite, Camillo, Manlio Torquato,
Fabrizio,Fabio Massimo, Catone il Censore, Scipione l'Africano. Oggi si presume che le fonti di
Petrarca siano state le opere di Tito Livio, di Svetonio, di Giustino, di Floro e di Cesare. Andò davvero
così? Potrebbe Petrarca, o Plutarco, aver semplicemente scritto una serie di biografie dei suoi
contemporanei? In altre parole, tutti i personaggi "antichi" sopra elencati devono essere vissuti nel
periodo del XII-XVI secolo. Fu solo molto più tardi che i recensori di Scaligero del XVI-XVII secolo
rovistarono tra queste biografie medievali inserendo delle note che le trasposero nel lontano passato e
che potrebbero aver creato un riflesso "antico" del Petrarca medievale col nome di Plutarco.

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4 Anni 2 Mesi fa #38625 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
Italo ,anche Giovanni Paolo I scriveva "ai grandi del passato", con le sue lettere intitolate "Illustrissimi". Mica vuol dire che fossero coevi

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4 Anni 2 Mesi fa #38682 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
lo sanno tutti che giovanni paolo primo non aveva tutte le rotelle a posto

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4 Anni 2 Mesi fa - 4 Anni 3 Settimane fa #38685 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
www.jaks.sk/dokumenty/fomenko/04-Dark%20...ence%20Book%204-.pdf

IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

4.2. La corrispondenza privata di Petrarca con persone oggi considerate “personaggi dell’antichità”

Continuiamo ad incontrare fatti che sembrano sfidare la ragionevolezza. A quanto pare, Petrarca scrive una lettera a Tito Livio ([644] e [1340]). I commentatori di oggi ci assicurano che questa lettera privata scritta dal medievale Petrarca all’ “antico” Tito Livio non è altro che una manifestazione della fervida immaginazione del poeta, poiché i poeti si presume siano in generale persone fantasiose. Ci viene raccontato che Petrarca era in contatto con personaggi dell’ “antico passato” come se fossero suoi contemporanei. Le sue lettere agli eroi dell’ “antico passato” non sono perciò da intendersi in senso letterale. Dov’è la verità? Potrebbe una simile lettera semplicemente significare che Petrarca e Tito Livio fossero contemporanei, e che l’originale del XIV secolo sia in seguito stato alterato dagli editori Scaligeri del XVI-XVII secolo per “staccare” Tito Livio e “spedirlo” in un’epoca distante? Petrarca si presume abbia fatto osservazioni con grande passione, come: “Oh, perché il destino mi ha impedito di vivere nella vostra età…. nei miei più dolci sogni mi immagino vivere tra questi grandi uomini, e non tra i ladri e i birbanti [sic! – A. F] che mi circondano oggi” ([644]). E più avanti: “gli studi dell’antichità sono sempre stati… per me una materia di grande importanza, e io li ho perseguiti con grande zelo, perché il tempo in cui vivo mi è sempre apparso disgustoso, e così… avrei sempre voluto vivere in qualunque altra età dimentico di questa, e ho sempre fatto in modo che la mia anima vivesse in epoche diverse” ([644]). Questa lettera a Tito Livio non è l’unico esempio. I moderni docenti del Petrarca segnalano un aspetto peculiare del suo legame epistolare che non riescono a comprendere. Petrarca scrive solo poche lettere ai suoi contemporanei, e si scopre che nella sua corrispondenza in Latino cercò, così ci viene detto, di offuscare deliberatamente la realtà medievale, riferendosi invece all’ “antichità”. Continuiamo scoprendo come Petrarca utilizzasse antichi nomi e soprannomi: Socrate, Lelio, Olimpio, Simonide, etc. Secondo la cronologia Scaligeriana le sue lettere hanno un aria di antichità. Cioè, è “come se vivesse nell’Età Classica”. Ci viene detto oggi che egli deliberatamente Latinizzasse le sue lettere per renderle esplicitamente antiche. Si suppone che abbia volutamente occultato alla vista eventi contemporanei “vestendoli con abiti antichi”. Ci sentiamo di fare un commento. Evidentemente, le lettere del Petrarca, anche dopo essere state corrette “con cura” nel XVI-XVII secolo, ci mostrano la vera epoca del XIV secolo – che, come vediamo, era l’ “Età Classica” che i cronologisti Scaligeriani si sono affrettati a spedire nel lontano passato. Questo fa si che i loro eredi di oggi facciano ricorso alla teoria secondo la quale Petrarca deliberatamente cercava di far assomigliare la contemporaneità medievale all’antichità”. Cioè, non vada preso alla lettera. Riassumiamo, ripetendo che molto probabilmente Petrarca scrisse lettere ai suoi contemporanei i cui nomi erano “antichi” perché lui e i suoi colleghi vivevano nell’ “Età Classica”, che potrebbe essere realmente coincisa con la prima metà del XIV secolo o addirittura più tardi, e tutti gli “antichi personaggi” che portavano nomi quali Tito Livio, Socrate, Lelio, Olimpio, ecc. erano effettivamente contemporanei di Petrarca. Questo punto di vista elimina molte “stranezze” dalla sua biografia. Inoltre, Petrarca scrisse una serie di biografie intitolate Le Vite degli Uomini Illustri. Questo sembra essere in qualche modo una ripetizione del lavoro dell’ “antico” Plutarco intitolato Biografie Comparate. Un nome dìverso del Petrarca? È ben noto – vedi in Chron5 – che i suoni “R” e “L” fossero spesso soggetti a flessione nei testi antichi, il che potrebbe aver fatto suonare il nome Plutarco come Prutarco che assomiglia a Petrarca. Perciò, Petrarca potrebbe aver avuto un sosia sulle pagine delle cronache medievali, il quale è stato esiliato nel lontano passato sotto il nome di Plutarco. Quasi tutti gli eroi del Petrarca si trovano tra gli importanti uomini di stato dell’ “antica” Repubblica di Roma, cioè, l’ “antico” Junio Bruto, Orazio Coclite, Camillo, Manlio Torquato, Fabrizio, Fabio Massimo, Catone il Vecchio, Scipione Africano. Oggi si presume che le fonti di Petrarca fossero i lavori di Tito Livio Svetonio, Giustino, Floro, e Cesare È realmente così? Potrebbe Petrarca – o Plutarco – aver scritto semplicemente una serie di biografie dei suoi contemporanei? In altre parole, tutti gli “antichi” personaggi elencati sopra potrebbero essere vissuti nell’epoca del XII-XVI secolo. E solo molto più tardi gli editori Scaligeriani del XVI-XVII secolo hanno inserito in queste bibliografie medievali osservazioni che le hanno trasferte nel lontano passato, creando un “antico” riflesso del Petrarca medievale col nome di Plutarco.
Ultima Modifica 4 Anni 3 Settimane fa da Italo.

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4 Anni 2 Mesi fa #38783 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
prendersi un dottorato di ricerca prima di scrivere queste cazzate no?

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4 Anni 2 Mesi fa #38988 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

5. “Antica” Grecia e Grecia medievale del XIII-XVI secolo

5.1. La storia dell’Atene medievale che si presume oscurata dalle tenebre fino al XVI secolo


Per quanto riguarda l'integrità, la storia della Grecia medievale ha persino più problemi di quelli della Roma Italiana. Poiché la cronologia Greca è largamente determinata dalla storia di Atene, daremo un breve resoconto della cronologia Ateniese senza considerare qui le altre città Greche. Prendiamo il fondamentale lavoro di F. Gregorovius intitolato La Storia della Città di Atene nel Medio Evo ([195]), dove sono raccolti molti documenti medievali della storia Greca. A proposito, all’ “antica” storia della Grecia manca una fonte che possa ricordare la Storia della Città di Roma di Tito Livio per importanza e periodo temporale. Questo è il motivo per cui la storia Scaligeriana della Grecia deve essere ricostruita da un caotico insieme di frammenti che mettiamo in sequenza legandoli alla cronologia romana ([195] e [196]). Come avviene per la storia dell’assoluta maggioranza delle “antiche” città, la storia di Atene è caratterizzata da un “antico” periodo di splendore e di prosperità, e un seguente slittamento nell’oscurità medievale da cui la città viene fuori solo nel XV-XVI secolo – ancora più tardi della Roma Italiana. Inizieremo con la più rimarchevole affermazione di F. Gregorovius: “Per quanto riguarda l’Atene reale, il suo destino in quest’epoca [il Medio Evo – A. F.] è coperto da una tale impenetrabile oscurità che ha portato persino alla nascita della orrenda opinione che sembra piuttosto plausibile, e cioè, che sulla città di Atene siano cresciuti alberi ed erbacce tra il VI e il X secolo , e che sia finita rasa al suolo dai barbari. C’è qualche precisa prova dell’esistenza di Atene nell’era più buia, ma serve a poco poiché la prova più sorprendente della completa scomparsa della città dall’orizzonte storico è il fatto che bisogna provarne la reale esistenza considerato che doveva essere una delle più grandi città in un paese che è per la maggior parte storico”. ([195], pag. 41.) Questo viene detto addirittura da F. Gregorovius, che ha cercato di raccogliere nel suo lavoro qualunque cosa rimasta della storia medievale di Atene ([195]). Questa sorprendente informazione sul destino di Atene nel Medio Evo è stata per la prima volta formulata con chiarezza da Falmerayer nel XIX secolo. Per cercare di spiegare una simile enigmatica “catastrofe” come la scomparsa dell’intera “splendida antica Grecia” suggerì che gli Avaro-Slavi avessero “massacrato l’intera popolazione dell’Antica Grecia” ([195], pag. 41). Comunque, non c’è nessun tipo di documento che proverebbe questo “massacro”. ([195]) F. Gregorovius continua dicendoci che: “Dal VII secolo in avanti la Grecia diventa così poco importante nella storia che i nomi delle città Italiane… vengono citate molto più spesso dagli scrittori Bizantini di quelle di Corinto, Tebe, Sparta, o Atene. Nonostante ciò, non c’è una singola parola da parte di nessuno scrittore che parli della città di Atene conquistata e distrutta da invasori”. ([195], pag. 42). Si presume che non ci sia informazione di alcun tipo su Atene nel periodo del V-X secolo D.C. nella storia Scaligeriana. F. Gregorovius ci dice che “la città [di Atene – A. F..] Era diventata un luogo desolato, la sua supremazia navale e la sua vita politica erano così malridotte come anche la vita dell’intera Ellade” ([195], pagg. 2-3). E ancora, “le fondamenta della gloria della città moderna [medievale – A. F.] erano assicurate dai commercianti di miele e non dai saggi… Sinesio non scrive una parola sui famosi monumenti della città nelle sue lettere da Atene” ([195], pag. 22). Questo era molto probabilmente dovuto al fatto che non erano ancora stati costruiti. E ancora: “Il crepuscolo che travolse Atene e l’Ellade continuò… la vita politica scomparve, il commercio e l’industria difficilmente emergevano come importanti nelle città Greche, ad eccezione del vivace mercato do Tessalonica” ([195], pagg. 26-27). Il famoso “antico” Partenone sorprendentemente si scopre essere stato una chiesa Cristiana medievale. Gli storici cercano di “spiegare” questo fatto nel seguente modo: “La Beata Vergine Maria aveva già iniziato la sua guerra vittoriosa con l’antica Pallade… Gli Ateniesi costruirono una splendida chiesa [nel presunto X secolo – A. F.] con questo personaggio [della Cristiana Vergine Maria – A. F.] al suo interno chiamato Atena” ([195], pag. 24). In altre parole, ci viene detto che la Vergine Maria era stata chiamata Atena! Inoltre, gli storici continuano raccontandoci che “la tradizione orale chiama Atena l’immagine della Santa Madre; questo nome più tardi cominciò ad essere utilizzato per riferirsi alla “Panhagia Atheniotisse” immagine che veniva molto adorata nel tempio medievale del Partenone” ([195], pag. 25. A parte il fatto di scoprire che l’ “antica” Atena veniva associata con la Santa Madre Cristiana di Dio, scopriamo che l’ “antico” Partenone era stato costruito nel Medio Evo come tempio Cristiano dedicato alla Cristiana Vergine Maria = Atena. Come si comincia a capire, era semplicemente un altro nome per la Vergine Maria. F. Gregorovius continua: “La più nobile delle città umane immersa nella sua oscura età Bizantina e senza alcuna speranza… la Nuova Roma sul Bosforo cominciò a guardare alla Grecia decaduta, un tempo guida, come anche alla provinciale città di Atene con crescente sdegno” ([195], pagg. 27-28). E ancora: “Per quanto riguarda il destino dei monumenti Ateniesi – erano rimasti per la maggior parte nell’oscurità… per secoli i Greci avevano rimuginato tra le rovine della loro antica storia… alcuni delle più splendide costruzioni avevano indotto i Cristiani Ateniesi a trasformarle in chiese. Non sappiamo nulla sul dove per la prima volta accadde questa trasformazione dell’antico Tempio Ateniese in chiesa Cristiana. La storia delle chiese Ateniesi è molto oscura” ([195], pagg. 29-31). Questo viene detto dell’ “antico” Partenone: “La religione Cristiana aveva fatto diventare il più sacro luogo delle antiche divinità sull’Acropoli [il tempio del Partenone – A. F.] utile alle proprie finalità quasi senza causargli danno… l’intera storia della trasformazione delle antiche credenze e posti sacri in Cristiani non conosce altro luogo in cui sia avvenuto una così semplice e completa trasformazione come è accaduto a Pallade Atena nel trasformarsi nella Beata Vergine Maria Cristiana… la popolazione Ateniese non aveva neppure dovuto cambiare il sopranome per la sua divina vergine protettrice, poiché la Beata Vergine Maria aveva mantenuto l’antico nome di Parthenos” ([195], pag. 31). Comunque, l’ipnotica suggestione della cronologia Scaligeriana è sufficientemente forte da far sì che lo storico Gregorovius si astenga dal trarre conclusioni sul fatto che l’ “antica” Pallade Atena sia identica alla Madre Cristiana di Dio, la Vergine Maria. Arriviamo noi a questa conclusione. Ci è stato appena detto che la storia della Grecia “Classica” e dei suoi “antichi” dei non è altro che un riflesso della storia Greca medievale del XII-XVI secolo e dei suoi dei Cristiani. Come nel caso della Roma Italiana, molti “antichi” templi on Atene erano “stati fatti diventare” chiese Cristiane nel Medio Evo. Inoltre, i nomi di queste chiese medievali sono “per qualche ragione” estremamente simili a quelli dei “templi pagani” che “occupavano i siti di queste chiese” in un certo momento storico. Per esempio, “la Chiesa di San Demetrio…. Venne identificata col tempio di Demetra [dagli archeologi moderni – A. F.]” ([195], pag. 34). Questo esempio è molto tipico ([195]). Poi scopriamo che “il miracoloso tempio di Eretteo fu trasformato in una chiesa Cristiana durante un periodo a noi sconosciuto” ([195], pagg. 46-47). A parte ciò, “l’intera Acropoli di Atene divenne un luogo sacro alla Beata Vergine Maria” ([195], pag. 36). La storia documentata sembra proprio indicare come inizialmente il Partenone fosse un tempio per la Vergine Maria. Tutti i tentativi di tracciare la sua storia più indietro porta a notevoli complicazioni ([195]). L’Atene medievale appare nell’arena medievale solo dopo molti secoli di presunto oblio come una piccola fortificazione Bizantina “ricostruita” da Giustiniano nel presunto VI secolo D.C. su un territorio popolato esclusivamente da Avaro-Slavi ([195], pagg. 36-40). Non c’è una singola traccia degli “antichi Greci Ellenici”. Inoltre, secondo un antico documento presumibilmente datato al X secolo D.C., gli Avaro-Slavi “lo avevano reso [il Peloponneso – A. F.] così alieno all’impero Bizantino, che non c’è un singolo Romeano abbastanza audace da mettervi piede” ([195], pagg. 40-41). Scopriamo quanto segue sull’Atene del presunto VI-VII secolo : “non abbiamo prove fattuali dell’esistenza ne’ di scuole ne’ di biblioteche pubbliche ad Atene. La stessa oscurità copre i meccanismi delle regole civili nella città di Atene in quest’epoca” ([195], pag. 48). Perché il “Pensiero Classico” evaporò in Grecia? Dove finirono i “Greci Classici”? Perché è scomparsa la famosa “antica” potenza navale Ateniese? Questa potenza fu di fatto “resuscitata” nel XII-XIII secolo, l’epoca delle crociate, come potenza navale della Venezia medievale, o “antica” Fenicia. Secondo i documenti, gli imperatori Bizantini che governarono in Grecia nel Medio Evo erano ben lungi da reprimere le scienze. Non ci sono fatti che indichino l’esistenza dell’Inquisizione in Bisanzio ((195]). La “chiusura” della famosa Accademia di Atene avvenne senza “alcun rumore” come Gregorovius ci dice con un certo imbarazzo in [195], Capitolo III. Non ci furono nemmeno colpi di stato militari globali o genocidi in quest’epoca. É significativo che lo stesso termine “Elleni” sia apparso molto tardi nella storia documentata: “È solo nel XV secolo che Laonico Calcondila di Atene diede ai suoi compatrioti il nome di “Elleni” [dopo i presunti secoli di oblio – A. F.]” ([195], pag. 51). Ci si può ragionevolmente domandare se gli Elleni che originariamente avevano abitato la Grecia furono davvero virtualmente spazzati via dagli Slavi come ci dice la storia Scaligeriana? Potrebbe essere invece che gli Avaro-Slavi che vivevano lì nel Medio Evo si Ellenizzassero? La teoria degli Slavi che gradualmente prendono il sopravvento sui “Greci Classici” è basata su nient’altro che supposizioni nate dalla cronologia Scaligeriana. Invece, Shafarik, lo storico Bizantino del presunto X secolo, afferma esplicitamente che “oggi la maggior parte dell’Epiro e dell’Ellade, come anche del Peloponneso e della Macedonia, è popolata da Sciti e Slavi” ([195], pag. 54, anche commento 5). F. Gregorovius aggiunge che “a causa dell’esistenza di questa testimonianza Bizantina, il fatto che le antiche terre Greche fossero popolate da Slavi deve essere considerato un fatto storico” ([195], pagg. 54-55). Nomi Slavi di città, fiumi, montagne, ecc. coprono abbondantemente l'intera storia della Grecia medievale – Volgasta, Goricy, Granicy, Krivicy, Glokhovy, Podagory, etc. ([195]). “I nomi di aree, fiumi e montagne mostrano che Elis, Arcadia e Laconia erano popolate da una gran quantità di Slavi” ([195], pagg. 57-58). Fu solo nel XVI-XVII secolo che i nomi Greco-Ellenici incominciarono ad apparire, essendo dichiarati estremamente antichi nel XVII-XVIII secolo. Solo più tardi, a incominciare con il presunto VIII secolo D.C., Costantinopoli cominciò a prendere possesso di queste lontane provincie“ Il paese venne nuovamente conquistato; La Grecia venne trattata come un paese nemico” ([195], pag. 62). L’imperatrice Irene mandò truppe in Grecia nel presunto anno 783. “Stauracio ritornò… con un grande bottino, come se tornasse da una terra conquistata… Ne’ Corinto, ne’ Tebe, ne’ Atene vengono nemmeno citate” (ibid). Nel presunto VIII secolo la Grecia venne utilizzata per l’esilio di criminali politici. È solo nel presunto VIII secolo D.C. che la Grecia entra nell’arena politica reale come un paese di rivolte di una popolazione mista e Slava per la maggior parte ([195], pagg. 62-63). Comunque, “dopo la caduta dell’imperatrice Teofano, Atene, come anche il resto dell’Ellade, lascia la scena storica in un modo così radicale che è difficile trovare la citazione del nome della città da qualche parte… Gli Slavi, che si erano radicati nel Peloponneso, fornirono ai Bizantini una buona ragione per immischiarsi negli affari Greci” ([195], pag. 66). “A metà del [presunto – A. F.] X secolo, l’Ellade come anche il Peloponneso potrebbero aver colpito l’imperatore Costantino come… paesi piombati nella barbarie: i conquistatori Franchi del XIII secolo avevano trovato Slavi residenti in Morea” ([195], pag. 71). Continuiamo a muoverci in avanti nel tempo utilizzando la cronologia Scaligeriana della Grecia, e ancora non troviamo alcuna informazione sostanziale sul paese. F. Gregorovius scrive onestamente quanto segue sulla Grecia nel presunto VIII-X Secolo : “Ne’ la storia, ne’ gli storici, ne’ la tradizione rompono il silenzio in cui è immerso il destino della gloriosa città. Questa quiete è così impenetrabile che lo storico che cerca qualche segno di vita [sic! – A. F.] della famosa città lungo i secoli in questione gioisce alla vista dei più piccoli segmenti di informazione, come la citazione di San Luca che visita Atene presente nell’agiografia del taumaturgo”. ([195], pagg. 74 e 76). È solo nel tardo XV secolo che la Grecia e Atene emergono dal “buio”. La Grecia acquista una speciale importanza nell’epoca delle crociate, a incominciare dal presunto XII- XIII secolo. Possedendo un buon porto nel Pireo ed essendo in lega insieme a Venezia, Atene diventa la città chiave della regione ([195]). A proposito ci sono diverse ragioni per identificare la Venezia medievale con l’ “antica” Fenicia, qv in [904] e [908]. Atene ruppe l’equilibrio che regnava in Grecia acquistando importanza; il Peloponneso si opponeva a un simile cambio di influenza, il che portò a prolungate guerre sul territorio Greco a cui presero parte i Normanni e i crociati [195]. È significativo che questo è il periodo del Medio Evo che noi associamo con la data astronomica della triade di eclissi menzionata nella famosa Storia di Tucidide – il lavoro che descrive le “antiche” guerre del Peloponneso. Non si sa nulla delle guerre che scoppiarono in Grecia nel XII-XIII secolo secondo la cronologia Scaligeriana. L'inimmaginabile scarsità di informazioni sulla Grecia Medievale si spiega molto probabilmente col fatto che molte delle fonti principali medievali dell’epoca, come i lavori di Tucidide, Senofonte, ecc. sono state trasferite arbitrariamente nell’ “antichità” dalla cronologia Scaligeriana. La storia medievale del XI-XV secolo della Grecia è diventata così piena di “zone oscure”, “enormi abissi” e “periodi bui”. É da notare che “i periodi cronologici in Grecia vengano dati nell’era Cristiana a cominciare dal 1600 [sic! – A. F.], e con una notazione decimale (Arabica)” ([195], pagg. 100-101). Ci viene perciò raccontato che il moderno sistema cronologico ha cominciato ad essere utilizzato in Grecia solo a cominciare nel diciassettesimo secolo della nuova era. Scarsi punti di riferimento cronologici ci forniscono pochi dati, a quanto sembra. F. Gregorovius nota che: “L’effetto che il tempo e i fattori atmosferici hanno avuto su queste scarse iscrizioni rende la loro interpretazione ancora più difficile… non contribuiscono a gettare una luce sulla storia della città di Atene nell’epoca Cristiana… Uno storico che ricerchi nel passato medievale della città di Roma si trova in una situazione assai migliore a questo proposito [abbiamo già citato i problemi della cronologia Romana – A. F.]… La cronaca dei morti scritta sulla pietra è del tutto assente ad Atene”. ([195], pag. 101). “A differenza di Roma, non troviamo effigi in marmo di vescovi deceduti e di priori di monastero, senatori, giudici e cittadini di Atene; alcune pietre tombali, un sarcofago o due senza nessuna statua, e poche iscrizioni inclusi i ruderi del tempo passato rimasti ad Atene” ([195], pag. 101). Come anche poche “antiche rovine”. Ci sono diverse versioni contraddittorie riguardo ad Atene nel XII-XIV secolo nella storia Scaligeriana, ognuna delle quali attribuisce un ruolo diverso alla città. Secondo una di queste, era ancora immersa in una “impenetrabile oscurità” come anche il resto della Grecia ([195]). Un’altra versione dice che questo è il periodo in cui Atene acquistò gradualmente importanza come grande centro culturale. Il cronista Inglese Matteo Parigi ci informa che nel 1202 diversi filosofi Greci che si presume fossero riapparsi in Atene dopo molti secoli di oblio, arrivarono alla corte Inglese e ingaggiarono delle dispute teologiche ([195], pag. 111). Più tardi scienziati Inglesi, studiarono ad Atene ( ibid).

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4 Anni 2 Mesi fa #38989 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia


Vespasiano è il settimo grande imperatore contando da Cesare (ed escludendo gli imperatorini del 69) e corrisponde a Settimio Severo (seven).
Il nome degli imperatori "Antonini" potrebbero aver significato "gli imperatori antichi", contrapposti ai nuovi Severi. Per cui Marco Antonio potrebbe aver significato "il Marco antico", contrapposto a Marco Aurelio, che sarebbe vissuto solo due generazioni dopo. E Aurelio Antonino "l'Aurelio antico". Anche "Antinoo", nome del presunto amante di Adriano, potrebbe aver significato lo stesso. Traiano e Adriano potrebbero essere state parole arcaiche per indicare i triumvirati.

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4 Anni 2 Mesi fa #39017 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Year of the world: 4744
Year of Rome: 1535, or I535
Year of Christ: 782.
www.stolenhistory.org/threads/chronology...rome-of-christ.2664/

L'anno di Cristo si riferisce forse alla fondazione dello Stato della Chiesa nel 754.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Italo

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4 Anni 2 Mesi fa #39044 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

5.2. La Grecia e le Crociate

Le Crociate non sono state solo delle grandi imprese militari e religiose – hanno avuto anche un enorme importanza secolare. La “Crociata Latina” per esempio, non fu iniziata solo da Innocenzo III, ma anche da quegli Europei che avevano un grande potere secolare – i Francesi, i Belgi e i Tedeschi ([195]). Tra gli iniziatori c’erano i nomi del Conte Baldovino delle Fiandre, Goffredo di Villehardouin, Maresciallo di Champagne, il Conte Ugo di Saint Paul, Louis de Blois e molti altri. Tutti loro erano ai vertici dell’aristocrazia Europea ([195], pag. 129). Le crociate vennero completamente trasformate, da impresa santa in uno degli eventi più secolari del Medio Evo. I crociati crearono un mosaico di stati feudali sul territorio della Grecia. Il ruolo degli stati medievali Latini in Grecia viene considerato largamente negativo nella storia Scaligeriana ([195]). Da una parte, si considera che gli ignoranti e barbarici conquistatori seppellirono la grande “antica” eredità della Grecia. Dall’altra, lo stesso F. Gregorovius che aveva appena accusato di barbarie i crociati, improvvisamente dice che “è ai Latini che essa [Grecia – A. F.] deve la scoperta della storia contemporanea – la quale, comunque, appare altrettanto farraginosa di quella dell’antichità” ([195], pag. 138). Poiché la Repubblica di San Marco, per esempio, si mostrò incapace di prendere possesso dell’interezza delle terre Greche, le offrì ai suoi nobili perché se le dividessero come feudi ereditabili ([195], pag. 150). Questi eventi possono essersi riflessi nella storia della Russia nella forma delle difficoltà incontrate dall’amministrazione imperiale durante la divisione delle grandi terre di Novgorod e dei trofei riportati dall’esercito Russo nel XV secolo sotto Ivan III Il Terribile. Vedi sull’argomento in Chron6. “I nobili Veneziani desideravano avventure, e si misero in viaggio per navigare sui mari Greci immaginando di essere gli Argonauti del XIII secolo ” ([195], pag. 150). Questi viaggi medievali possono aver creato le basi per il seguente mito “Greco Classico” degli Argonauti reso in versi dall’ “antico” Omero cieco. Questa è la conclusione a cui uno arriva dopo uno studio della mappa globale degli slittamenti cronologici, qv sopra. É importante che la storia dello stato dei Franchi nel territorio della Grecia medievale sia conosciuto dalla storia Scaligeriana del XII-XV secolo con molti vuoti e buchi neri dovuti all’ “insufficienza di documentazione storica” ([195], pag. 158). L’unica cosa conosciuta è che “il feudalesimo… era potente, e poteva creare un praticabile… e durevole stato” ([195], pag. 158). Secondo F. Gregorovius, “quello fu il tempo in cui leggende e racconti divennero realtà” ([195], pag. 164). Questa dev’essere stata l’epoca medievale in cui l’ “antica” Grecia fiorì. Molti “antichi eventi Greci” sono perciò episodi medievali che ebbero luogo nei Balcani, in particolare nel territorio della Bulgaria. “La corte principesca di Goffredo II di Villehardouin… aveva la reputazione di essere scuola di maniere ricercate” ([195], pagg. 167 e 182). Commercianti Genovesi si stabilirono a Tebe e Atene, in fruttuosa competizione con i colleghi Veneziani ([195], pag. 184). Anche la letteratura e le arti fiorirono; comunque, secondo la storia Scaligeriana, nulla ha raggiunto i giorni nostri ([195]). La nostra versione è che tutto questo è stato gettato indietro nell’ “antichità”. Oggi si ritiene che il titolo di Duca di Atene sia stato introdotto per la prima volta durante il regno medievale dei Franchi in Grecia. D’altra parte, secondo la storia Scaligeriana, questo stesso titolo era esistito anche nell’ “antichità” ([195], pagg. 188, commenti 4 e 5). È come se il culmine dell’ “antica” Grecia e dei Balcani cadesse nell’epoca del XV-XVI secolo dopo la caduta dell’impero Bizantino del 1453, come risultato della conquisa da parte degli Ottomani = Ataman. Comunque, torniamo all’epoca dei Franchi. Lo storico Ramon Muntaner, un contemporaneo di Dante, riporta il seguente fatto, evidentemente completamente ignaro che esso contraddica clamorosamente la storia Scaligeriana. In ogni caso, quest’ultima ha luogo dopo l’epoca di Muntaner, nel XVI-XVII secolo. “Uno degli avamposti Troiani era situato su Capo Atraki in Asia Minore, vicino all’isola di Tenedos, un luogo in cui la nobiltà di Romania… faceva frequenti pellegrinaggi… per l’adorazione della divina effige. Un giorno Elena, moglie del Duca di Atene vi arrivò con un centinaio di cavalieri di scorta. Paride, il figlio del re Troiano, la vide, uccise i cento cavalieri, e rapì la magnifica duchessa” ([195], pag. 188, commento 6). Perciò, i cronisti medievali erano di opinione significativamente differente per quanto riguardava “antichi” eventi e sulla loro cronologia, rispetto a Scaligero e ai suoi seguaci. Se diamo un’occhiata alla carta cronologica di fig. 6.43 in Chron1, Capitolo 6, vedremo che il prototipo medievale della guerra Troiana cade a metà del XIII secolo D.C. il che significa che Muntaner era perfettamente nel giusto nel riportare eventi della guerra di Troia come avvenuti nell’epoca di duchi e cavalieri. “La condizione degli stati dei Franchi nella Grecia ai primi del XV secolo si può definire in generale come positiva” ([195], pag. 188, commento 34). Non si dovrebbe immaginare quest’epoca come un periodo di guerre continue e campagne militari. La pace regnava per la maggior parte del tempo, e il commercio era sviluppato. “I Latini dovevano sentirsi… sicuri in Grecia; una splendida vita da cavalieri si sviluppò, il che è provato... dall’esistenza di un parlamento… a maggio del 1305, in Corinto… sull’istmo dove nei tempi antichi avevano luogo i Giochi di Poseidone nella pineta sacra… i cavalieri ora si affrontavano in Giostre, dedicando le loro imprese di coraggio a magnifiche donne… le grandiose feste duravano per venti giorni” ([195], pag. 188, commento 34). È significativo che i baroni Franchi “adornassero le loro costruzioni con scritte Greche” [sic! - A. F.] ([195], pagg. 204-205). Alcune di loro oggi potrebbero essere dichiarate “estremamente antiche”. Gli Scaligeriani stessi segnalano i numerosi paralleli tra gli eventi “antichi” e “medievali” in Grecia. F. Gregorovius, per esempio, cita la famosa battaglia di Cefiso datata al 15 Marzo del presunto anno 1311 D.C. Viene praticamente descritta con le stesse parole in entrambe le fonti medievali del XIV secolo e nell’ “antica” biografia dell’Imperatore Silla scritta dall’ “antico” Plutarco (Petrarca?). Oggi sia Silla che Plutarco vengono datati a “molto tempo fa”. Comunque, sia la descrizione “antica” che quella “medievale” della battaglia sono praticamente identiche: la localizzazione geografica della battaglia, le parti che vi erano opposte, e il vincitore ([195]). F. Gregorovius non può fare a meno di notare il parallelo: “Le rive del Cefiso videro la ripetizione del destino delle truppe di Mitridate che furono un tempo inseguite dentro questa stessa palude da Silla” ([195], pag. 198). Segnaliamo che questo stesso parallelismo corrisponde pienamente alla carta cronologica globale cadendo nella somma dei tre slittamenti. Gli stati dei Franchi sul territorio Greco del XII-XIV potrebbero essere (almeno) un riflesso parziale degli stati Ottomani del XV-XVI secolo che apparvero in Grecia e nei Balcani dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 e la nascita dell’impero Ottomano = Ataman. “L’antichità Greca” potrebbe aver avuto simili radici Ottomano-Balcaniche tornando indietro all’epoca del XV-XVI secolo. È significativo che la storia degli stati dei Franchi sul territorio Greco non siano stati studiati sino al XIX secolo. Secondo W. Miller, “questi archivi ci forniscono uno scheletro del dramma romantico di cui la Grecia fu teatro durante 250 anni [nel presunto XIII-XV secolo – A. F.], quello in cui i principali ruoli erano interpretati da un eterogeneo gruppo di nobili Burgundi, cavalieri Tedeschi, filibustieri della Catalogna… plutocrati Fiorentini… e, infine, le principesse e nobildonne delle più antiche famiglie di Francia” ([1274], citato in [544], Volume 4, pag. 750). Più avanti ci viene detto che nel XII secolo l’ “antico” Partenone veniva utilizzato come tempio Latino della Vergine Maria Ateniese, “come fosse stato appena costruito” ([1274], pag. 16, citato in [544], Volume 4, pag. 805). La famosa statua del XIII secolo della Vergine Maria Cattolica è eretta nel Paternone medievale come a rappresentare il duplicato [!] della famosa “antica” statua raffigurante la pagana “Vergine di Atene di Fidia”, la cui perdita viene rimpianta così tanto dalla storia Scaligeriana ([544], Volume 4, pag. 806). Gli storici moderni sono dell’opinione che “nel 1460 i sovrani Mussulmani abbiano aggiunto una torre di preghiera al Partenone, facendo diventare l’ antico tempio di Atena Pallade una moschea” ([198], pag. 14). Comunque, come si può cominciare a capire oggi, è possibile che il Partenone sia stato originariamente un tempio Cristiano dove gli elementi che sono stati in seguito separati e dichiarati esclusivamente Mussulmani, Ortodossi, o Cattolici, abbiano tuttavia un tempo coesistito l’uno con gli altri. Perciò, un’alta torre potrebbe essere stata giustamente chiamata “il minareto del Partenone”. Un altro “antico” tempio attivo nel XIII secolo – anch’esso apparentemente costruito solo di recente – era dedicato alla Santa Madre di Dio, e viene chiamato oggi “l’ “antico” Tempio Eretteo” ([1274], pag. 17, citato in [544], Volume 4, pag. 807). Lo stesso XIII secolo vede il tempio di San Giorgio, chiamato “l’antico Tempio di Teseo”, operativo e funzionante. La sua “incontrovertibile antichità” fu stimata solo nel XVII secolo ([1274], pag. 17; citato in [544], Volume 4, pag. 807). L’intera Acropoli Ateniese è assolutamente operativa nel XIII secolo come una fortezza operativa a proteggere Atene. È relativamente di recente che la fortezza è stata dichiarata “estremamente antica”. F. Gregorovius ci dice che “il famoso Bizantino Giorgio Gemisto (Pletone) – un Antico Elleno rinato… il fantastico ammiratore degli dei antichi – visse alla corte di Teodoro II” ([195], pagg. 308-309). Secondo gli storici, quello era il tempo in cui nacque “il concetto di Ellenismo”, il cui scopo principale era quello di unificare i Greci medievali contro i conquistatori Ottomani = Ataman ([195]). Ci viene detto che “l’assenza totale… ci cronache straniere in Atene e nell’Ellade in generale sia davvero una sfortuna. Poiché i cronisti Bizantini non consideravano la storia Ellenica degna di attenzione, gli Elleni erano gli unici a cui i loro discendenti potevano rivolgersi per questo genere di informazioni” ([195], pag. 326). Scopriamo anche che le genesi dell’ “antica” storia Greca puo essere tracciata fino a Firenze nel presunto XIV secolo . “Gli Strozzi e i Medici… erano filelleni, avevano investito i loro fondi in… studi letterari Greci… Cosimo concepì il piano di far rinascere l’accademia di Platone sull’Arno” ([195], pag. 330). A capo di questo progetto era Pletone, il doppio dell’ “antico” Platone sia come nome che come attività (vedi Chron1, Capitolo 1). Si assume che la propagazione dell’ “antica” letteratura Greca in Europa sia partita da Firenze.

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4 Anni 2 Mesi fa - 4 Anni 2 Mesi fa #39051 da Italo
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IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

5.3. La storia dell’archeologia Greca e Ateniese è relativamente breve

L’archeologia è arrivata per la prima volta ad Atene nel 1447 – il XV secolo! Inoltre, ci sono scarse informazioni su queste “origini”. Nel XV secolo Ciriaco d’Ancona arrivò in città. Oggi è anche conosciuto come Ciriaco de Pizzicolli. ([198], pag. 14). È stato il primo ad “introdurre la scienza Occidentale nel mondo delle rovine Ateniesi… e perciò occupa un posto d’onore” ([195], pag. 331). Creò il primo catalogo di iscrizioni e nomi di monumenti locali. Comunque, questi documenti scomparvero ([195], pag. 339). Gli storici moderni sono al corrente dei dati ottenuti da Ciriaco solo da parafrasi di autori più recenti del XV-XVII secolo. “I taccuini [di Ciriaco – A. F.], si presume, furono distrutti in un incendio nel 1514. C’è solo un frammento scritto di sua mano” ([198], pag. 14). F. Gregorovius ci dice: “Dopo un certo tempo, i nomi iniziali della maggior parte dei monumenti Ateniesi è stato dimenticato… la fantasia di alcuni arcaisti… ha cercato di collegarli ai nomi di grandi uomini del passato” ([195], pagg. 340- 342). Le rovine dell’ “antico” Olimpico venivano chiamate basilica nel Medio Evo, poiché, secondo F. Gregorovius, “nessuno sapeva [sic! – A. F.] che queste erano le rovine dell’antico tempio Olimpico. Ciriaco chiama questo colossale ammasso di rovine… palazzo di Adriano, come facevano gli Ateniesi” ([195], pagg. 340-342). Questi ultimi evidentemente si sbagliavano; solo gli storici delle successive generazioni riuscirono a “scoprire la verità” e a “correggere” gli abitanti piuttosto ignoranti dell’Atene medievale. Gregorovius ci dice anche che “ai primi del 1672 Babine non aveva idea della corretta localizzazione del Tempio di Zeus ad Atene… dopo pochi anni… Spone sarebbe stato altrettanto incerto… le rovine di Stoa venivano immaginate come il palazzo di Temistocle o Pericle; le pareti dell’Odeon di Erode Attico – come il palazzo di Milziade, le rovine di altri edifici non identificati – erano la residenza di Solone, Tucidide, e Alcmeone. Ai primi del 1647… a Pointel venivano mostrate le antiche rovine del palazzo di Pericle; la torre del vento veniva chiamata tomba di Socrate. Le memorie di Demostene venivano associate col monumento di Lisicrate… questo monumento dei patroni del coro… veniva chiamato… la Lampada di Demostene… l’Accademia, il Liceo, Stoa, e i giardini Epicurei… erano scomparsi senza lasciare traccia. Ai tempi di Ciriaco, un gruppo di basiliche, estese rovine, veniva chiamato “Accademia”; oggi, questo sito è impossibile da localizzare… veniva mostrato anche il “didascalion” di Platone nel “giardino”; poteva essere stato una torre nei giardini di Ampelokipi… c’erano leggende sulle scuole di un certo Caisarini su questa collina… il Liceo o il Didascalion di Aristotele sarebbe stato localizzato tra le rovine del teatro di Dioniso… Stoa e la scuola Epicurea erano state spostate per quanto riguarda l’Acropoli, alle grandi costruzioni che probabilmente costituivano parte dei Propilei, e il tempio della Nike… era evidentemente stato scambiato... per la scuola di Pitagora. A Ovest dell’Acropoli veniva mostrata la scuola dei Cinici, come anche la scuola dei Tespiani per qualche motivo nelle sue vicinanze. Le rovine di Kalliroe erano diventati i resti delle scene di Aristofane.” ([195], pagg. 340-342) Smettiamo di citare. Questa lista va avanti per diverse pagine. Il quadro generale di un confuso caos archeologico nella storia di Atene è chiarissimo. E tutto ciò accade nel XVI-XVII secolo D.C. Bisanzio cadde nel 1453. Gli ultimi Franchi difesero l’Acropoli per qualche tempo; comunque, il capo militare Ottomano Omar, infuriato per la resistenza di questa roccaforte, ordinò che l’Acropoli e i suoi dintorni venissero bombardati (!), da cui risultò la demolizione dell’Acropoli e dei suoi templi [195]. Questa grande distruzione, che riguardò molti magnifici monumenti del XIII-XV secolo, provocò grandi rovine sul territorio Ateniese che venne quindi dichiarato “antico”. Dopo la conquista Ottomana del XV secolo, Atene scomparve nuovamente nelle tenebre. “Lo storico che studi Atene e la Grecia nel periodo del dominio Turco ha un compito impressionante quanto senza gioia. Quello che ha davanti a sé è un deserto” ([195], pag. 362). È possibile che i documenti del XV-XVI secolo che descrivono gli eventi in Grecia e nei Balcani, che appartenevano all’impero Ottomano nel XV-XVI secolo, siano stati distrutti dopo la sconfitta degli Ottomani e il loro ritiro dai Balcani. Il periodo Ottomano nella storia Greca venne così affondato in una completa oscurità. “L’Occidente… accettato il declino Greco, lo aveva quasi completamente dimenticato… Nel 1493 un umanista Tedesco considerava sufficiente fare la seguente affermazione nella sua cronaca: “la città di Atene era stata la più gloriosa dell’Attica; rimangono solo poche tracce della sua esistenza”” ([195], pagg. 364-365). Infine, al termine del XVI secolo, “l’esigenza degli scienziati di possedere informazioni veritiere ed esatte sul destino della splendida città sarebbero state formulate con una sola domanda, cioè se Atene esistesse ancora. La prima persona che fece questa domanda fu Martin Kraus, un filelleno Tedesco… così il suo nome è divenuto immortale. Martin Crusius… riscoprì Atene. Nel 1573 aveva scritto una lettera a Teodosio Zygomalas, cancelliere del Patriarca di Costantinopoli, chiedendogli se la madre di tutte le conoscenze fosse davvero completamente scomparsa, come affermavano gli storici Tedeschi; se la grande città di Atene potesse essere realmente svanita e se fosse vero che nulla rimaneva tranne alcune baracche di pescatori nei luoghi dove sorgeva. La risposta del notabile Bizantino insieme alla lettera dell’Akarnan Simeone Cabasilas che seguì… fu la prima informazione particolareggiata che rassicurò lo scienziato Tedesco per quanto riguardava l’esistenza della città; fu la prima flebile luce gettata su questi monumenti e il loro stato, come anche sull’oscuro stato vegetativo dei suoi abitanti” . ([195], pagg. 364-366). Oscuro stato vegetativo o no, gli abitanti, secondo la storia Scaligeriana, ancora conservavano la tradizione che il Partenone fosse stato costruito dagli “antichi” architetti Ictino e Callicrate al tempo del famoso oratore e capo militare Pericle, capo del partito Democratico che si presumeva nato ad Atene nel V secolo A.C., e morto di peste insieme al suo condottiero nel presunto anno 429 A.C. Comunque rimane sconosciuto il mese in cui ciò accadde. Tutta la conoscenza sull’ “antica Grecia” rimase rudimentale fino all’inizio del XVII secolo. Nel 1607, per esempio, venne pubblicato l’Atlante Geografico do H. Mercatore e J. Hondius. Conteneva una carta della Grecia con scritto, sul verso del foglio, tra le altre cose quanto segue : “Nei tempi antichi Atene diede al mondo scienziati molto preparati che scissero libri su tutti gli argomenti di ogni scienza, i quali venivano tenuti nelle biblioteche Ateniesi, pubbliche e private. Comunque oggi, nessuno ne’ in Grecia ne’ in nessun altro paese barbaro sudia e nemmeno comprende le belle lettere e la scienza. È impossibile trovare una città che abbia un’Accademia… la popolazione Greca non ricorda oggi nulla della sua storia” ([90], pag. 71). L’archeologia scientifica Ateniese si sviluppò solo alla metà del XVII secolo – il che significa, quando la cronologia Scaligeriana era già esistente. L’archeologia raggiunse Atene per la prima volta per opera dell’Olandese Jaan de Maer ([195], pag. 366). Tuttavia, “solo alla fine del 1835, uno scienziato Tedesco… affermò l’opinione che dopo Giustiniano, Atene fosse rimasta una terra desolata per quattro secoli. In confronto agli studi Romani, l’archeologia di Atene era in ritardo di due secoli circa… Solo una diretta conoscenza della faccenda avrebbe potuto distruggere la superstizione che Atene non esistesse più, come si pensava in Europa, e questo venne fatto ad opera dei Gesuiti Francesi e dei Cappuccini,perché furono loro i primi ad arrivare ad Atene nel 1645.” ([195], pagg. 364-66). Nella seconda metà del XVII secolo, i monaci Francesi disegnarono la prima mappa della città. Quello fu il momento in cui iniziarono gli ininterrotti studi più o meno scientifici. Questo accadde in un ambiente in cui esisteva già la cronologia Scaligeriana per la maggior parte; perciò, gli storici del XVII-XVIII secolo che iniziarono la ricostruzione della storia Greca basarono le loro ricerche sulla cronologia Romana,distorcendo perciò la storia della Grecia.
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4 Anni 2 Mesi fa #39228 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
La riforma gregoriana del calendario fece diventare il giorno 5 ottobre il giorno 15 ottobre. Di conseguenza, il giorno 4 luglio, festa nazionale degli USA, divenne il 14 luglio, festa nazionale della Francia. Francia e USA sono accomunati da un periodo di rivoluzioni quasi nello stesso periodo del '700. E' possibile che gli americani abbiano lasciato l'Europa prima dell'adozione della riforma e che quindi abbiano mantenuto la data originaria della festa? Il 4 luglio è semplicemente il giorno in cui si dice che la Terra si trovi più lontano dal Sole. Se fosse così, l'adozione del calendario gregoriano sarebbe dovuta avvenire molto dopo il 1582.

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4 Anni 1 Mese fa - 4 Anni 1 Mese fa #39233 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
Hartmann SCHEDEL - 1493; una delle prime stampe riguardanti la mappa di Atene.
Prima vi sono piante di Atene in manoscritti miniati che tu, Italo, non essendo un filologo od uno storico, non vedrai mai.
PS nemmeno il tuo Fomenko, lo sai? Egli non ha nemmeno la triennale in archeologia, come te.
PS come si chiama il riempimento antropico di un buco stratigrafico in archeologia ?
Sai che nemmeno Fomenko ne è a conoscenza vero?

PS aspetto quel genio del Pyter, il diplomato. Voglio vedere cosa mi dice questo archeologo sardo fra i 50 e i 60 anni di età con il diplomino di scuola superiore, che studia su libri pseudoscientifici
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4 Anni 1 Mese fa - 4 Anni 1 Mese fa #39241 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Tornando alle mie due strambe ipotesi e cioè

- la prima

SETTIMIO SEVERO = ENRICO IL GRANDE
CARACALLA + GETA = LUIGI 13° + GASTONE D'ORLEANS
MACRINO = CARDINALE MAZZARINO
ELIOGABALO = LUIGI 14°, IL RE-SOLE
ALESSANDRO SEVERO = LUIGI 15°
MASSIMINO IL TRACE = LUIGI 16° / MAXIMILIAN DE ROBESPIERRE


- la seconda

CESARE = TRAIANO
AUGUSTO = ADRIANO
TIBERIO = ANTONINO PIO
CALIGOLA = LUCIO VERO
CLAUDIO = MARCO AURELIO
NERONE = COMMODO
GALBA,
OTONE,
VITELLIO = PERTINACE, DIDIO GIULIANO, PESCENNIO NIGRO oppure CLODIO ALBINO
VESPASIANO = SETTIMIO SEVERO
TITO = GETA
DOMIZIANO = CARACALLA
NERVA = MACRINO


... mi accorgo che il Re Sole / Eliogabalo verrebbe dopo Nerva e quindi sarebbe il quattordicesimo sovrano della sequenza. E il Re Sole era appunto Luigi XIV! La mia ipotesi è gli storici post-rivoluzione che compilarono l'elenco disponessero di documenti in cui i cronisti avevano registrato gli imperatori col termine francese che significa "giglio", il fiore simbolo della Francia. Cioè "lys-16", "lys-15","lys-14" ...
Ad esempio "Alexander Severus, lys XV", cioè "Alessandro Severo, quindicesimo imperatore".

A questo punto si incappa in una incongruenza, perché Luigi XIII - Il Giusto corrisponderebbe al dodicesimo e non al tredicesimo (Caracalla). Ma contando i sovrani da Traiano a Caracalla e includendo tutti gli pseudo-imperatori dell' "anno dei 5 imperatori", cioè Pertinace, Didio Giuliano, Pescennio Nigro e Clodio Albino, Caracalla risulta effettivamente il tredicesimo (ponendolo dopo Geta). Il quattordicesimo sarebbe comunque Eliogabalo, non Macrino, perché se dietro alla figura di Macrino si cela davvero il cardinale Mazzarino, che era un primo ministro e non un re, è comprensibile che i cronisti non avessero voluto registrarlo come "lys".
Ultima Modifica 4 Anni 1 Mese fa da Nomit. Motivo: XV

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4 Anni 1 Mese fa #39244 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
parlami Nomit del riciclo delle monete romane nel Medioevo per favore.
Sai che monete trovate in un contesto stratigrafico intanto sono datate quanto è databile il sito stesso? Ergo se in una stratigrafia riportante l'epoca imperiale del I secolo troviamo due monete di Nerva le stesse apparterranno alla loro coniazione / emissione effettiva e non al 1500. Questo ti è chiaro? Le fantasticherie di Fomenko lasciale a persone scevre da ogni studio accademico. Il Fomenko è un ciarlatano e non un archeologo e nei suoi libri tratta la stratigrafia in modo pseudoscientifico e puerile, ponendo argomenti che possono far breccia solo su chi non ha studiato...
difatti fa breccia qua, chissà come mai

Ma se non ti interessa l'argomento possiamo sempre parlare delle monete medicee e malatestiane, visto che dall'altra parte hai nominato il Magnani

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4 Anni 1 Mese fa #39245 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
effetto Dunning-Kruger ; ecco da cose siete affetti. In modo particolare alcuni utenti che, ovviamente a torto ed in modo ridicolo, si sentono esperti più degli esperti in un determinato settore e pensano di poter far a meno degli accademici, ergo degli esperti. Alcuni utenti si sentono talmente arrivati, talmente superiore nella loro sapienza (inesistente) leggendo su libri pseudoscientifici, da rifiutare la vera spiegazione degli esperti.
Fatevi curare in altre parole...ed al tempo stesso iscrivetevi ad una Università...ma finite gli studi: Triennale, specializzazioni, corsi,master e dottorari.
Poi ritornerete qua e vi farete tante risate...
Ma con voi so benissimo che è un discorso inutile...vero cari? :)

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4 Anni 1 Mese fa #39248 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
allora sei un medico?

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4 Anni 1 Mese fa #39249 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
mia moglie: psicologa. Resto sempre in attesa della risposte dell'illustre archeologo di LC :) il diplomato :)

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4 Anni 1 Mese fa #39253 da CharlieMike
Risposta da CharlieMike al topic Nuova Cronologia

mart.vassallo ha scritto: mia moglie: psicologa.


Ora si spiega tutto.
:laugh:


Vulgus vult decipi, ergo decipiatur.

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4 Anni 1 Mese fa #39254 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
non fate i finti tonti: 0 lauree, 0 specializzazioni ergo non avete nessuna voce in capitolo. Voi non avete alcun diritto di giudizio su cose che non conoscete. E' come se un idraulico si mettesse da un giorno all'altro ad operare al cervello, sostituendosi all'oncologo.
Esistono le Università, ma se avete tanta e giusta curiosità ma perché non vi segnate ? Non ci vuole molto

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4 Anni 1 Mese fa - 4 Anni 1 Mese fa #39255 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia

CharlieMike ha scritto:

mart.vassallo ha scritto: mia moglie: psicologa.


Ora si spiega tutto.
:laugh:


Non se la prenda a male me chi non ha titoli non può parlare giacché la vostra "cultura" (inesistente) è marginale e colma di falle. La vostra mente poi è labile e fideista, tipica di un sistema mentale che tutto domande e tutto spiega all'interno del sistema stesso.
Effetto Dunning-Kruger.
Attendo comunque notizie dall'eminente archeologo di LC. Voglio proprio vedere in cosa è specializzato. L'eminenza che ancora non capisce come mai non si trovano resti della battaglia di Canne :) . Nemmeno al primo anno d'Università una incomprensione così stupida ed infantile; tipica di chi non ha nemmeno la Triennale; nonché tipica di chi ha solo un diploma, come voi del resto :) (anche se diversi possiedono solo la terza media). Ma ovviamente voi avete l'Università della vita, ovvio dai :)
Ultima Modifica 4 Anni 1 Mese fa da mart.vassallo.

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4 Anni 1 Mese fa #39256 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
la tua ossessione come si chiama?

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