Mauro Biglino commenta la recente puntata della RAI sulla questione UFO di cui è stato ospite. C'è ai vertici dei media mondiali un evidente cambiamento di tono rispetto alla questione UFO: si vuole forse preparare la popolazione ad una eventuale, prossima rivelazione sulle realtà extra-terrestri? (Qui la puntata integrale su RaiPlay).
Questa sera su RAI 1 è andato in onda un programma sugli UFO. Per la prima volta l’argomento è stato trattato dal nostro mainstream senza la minima sfumatura d’ironia, e senza cercare di mescolare le carte con la classica formula che dice e non dice, che prima afferma e poi smentisce, che prima sembra confermare ma poi solleva dei dubbi.
No, questa volta il filtro narrativo era a senso unico, senza ambiguità: un’ottima raccolta di fatti storici documentati e di interviste che confermavano gli avvistamenti - oltre ai lucidi interventi di Mauro Biglino - con una struttura narrativa che lasciava ben poco spazio a chi volesse dubitare di questa realtà ormai innegabile.
Lo scrittore e storico dell’arte Andrea Cionci ha pubblicato su Libero una “lettera aperta” indirizzata all’ufologo Pinotti, direttore del Centro Ufologico Nazionale. E’ certamente curioso che questo tipo di dibattito sia improvvisamente arrivato sulle pagine del mainstream.
Egr. Dott. Pinotti,
Lei presiede dal 1967 uno dei più seri centri studi dedicato all’ufologia, il CUN (Centro Ufologico Nazionale) e, da anni, cerca di far capire al pubblico come questi fenomeni siano stati rilevati in decine di migliaia di situazioni, anche da strumentazioni astronomiche e militari di tutto il mondo.
Non posso nasconderLe una certa vicinanza morale, dato che anche lo scrivente, nel suo piccolo, ha alcune difficoltà nel cercare di portare nel pubblico dibattito questioni evidenti e conclamate che tutti fingono di non vedere per connivenza, interesse, o codardia spicciola. (Se Le interessa, ne parleremo in altra sede).
Il Suo è certamente un approccio logico e scientifico alla questione, tuttavia, sempre su base logica, mi sentirei di farLe un’obiezione: perché non si tratta mai delle cosiddette “ipotesi parafisica” o “metafisica”?
La NIM-A è la National Intelligence Manager for Aviation, ovvero l’agenzia americana che si occupa dell’intelligence relativa allo spazio aereo. Una specie di CIA dei cieli, tanto per capirci.
Ebbene, pochi giorni fa sul sito della NIM-A è comparso un logo molto curioso, che ritraeva, oltre ad una serie di velivoli, un vero proprio UFO, ovvero il classico disco volante della cultura popolare.
Gli altri velivoli che compaiono nel logo sono un aereo civile, un Sukoi russo, un velivolo a delta di tipo ipersonico, e un drone.
Dopo aver causato un notevole scalpore sulla rete, il logo misterioso è stato rimosso.
AVVISO: QUESTA SERA ALLE 20.30 SU BYOBLU verrà trasmesso “American Moon” (versione breve da 2h, per le sale cinematografiche).
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Lo youtuber Chiaro&Semplice ha fatto dei lunghi video per cercare di smontare le tesi del mio film American Moon. Purtroppo però si è “dimenticato” di sintetizzare il suo enorme lavoro, e non ha mai voluto mettere per iscritto le risposte alle 42 domande che io pongo nel film. Restano solo ore e ore di video, che trattano i vari argomenti del dibattito, senza mai arrivare ad una conclusione precisa. Questa ambiguità (intenzionale, sia chiaro) permette ai suoi sostenitori di dire che “le risposte ci sono”, anche se a ciascuno tocca poi andare a cercarsele da solo. E’ la tipica furbata dei debunker, il cosiddetto “andate e cercate”.
Per mettere fine a questa pantomima, ho deciso di sfidare due dei suoi sostenitori, che sono abituali frequentatori di luogocomune. Uno si chiama Pigna, l’altro Matrizoo. Approfittando della pressante richiesta di Matrizoo di dare una spiegazione rispetto ad una questione di cavi d’acciaio che dovrebbero attorcigliarsi durante le riprese, gli ho lanciato una sfida. Io avrei offerto una possibile soluzione per il problema dei cavi, e lui in cambio avrebbe portato la famose 42 risposte di Chiaro e Semplice, che lui sostiene esistere nei suoi video. Altrimenti, avrei pubblicato l’ammissione da parte sua di non essere in grado di portare quelle risposte.
Era il 2004, quando il presidente Bush annunciò che l’uomo sarebbe “tornato sulla luna”. Poi il programma lunare (chiamato Constellation) entò in una spirale di costi e di problemi che portò alla sua cancellazione, nel 2010, da parte di Obama. Il nuovo presidente americano, comunque, mantenne vivo il programa di sviluppo della capsula Orion, e pose il 2015 come data di consegna del nuovo progetto di vettore spaziale Super Heavy Launch Vehicle. Il lancio della prima missione, chiamata Artemis, era stato previsto per il 2016, poi il neoeletto Trump lo spostò al 2017. Altri problemi e altri costi rallentarono nuovamente il progetto, e così anche la presidenza Trump è arrivata alla fine, senza che un solo missile con destinazione luna si sia staccato sulla rampa di lancio. Ora finalmente tocca a Biden cercare di ripetere l’impresa che oltre 50 anni fa riuscì – con apparente facilità - al presidente Nixon: vedere un razzo americano che parte per la luna. Ma, per sicurezza, questa missione non avrà umani a bordo, ma solo manichini. L’articolo che segue è stato scritto più di tre anni fa, nel febbraio 2019.
Secondo me si divertono come dei pazzi a prenderci per il culo. Non ci può essere altra spiegazione, per una notizia come quella circolata in questi giorni sull'imminente viaggio spaziale di Helga e Zohar intorno alla luna.
Nell'anniversario dell'omicidio Kennedy riproponiamo il video su Roger Craig, il vice-sceriffo di Dallas la cui testimonianza, da sola, demolisce integralmente la versione ufficiale del caso Kennedy.
Ieri è atterrato a Darwin, Australia, un volo partito da Buenos Aires 17 ore prima, coprendo una distanza di circa 15.000 Km senza scalo. Si trattava, per la precisione, di un volo di rimpatrio (QF14) per cittadini australiani che erano rimasti bloccati in Argentina a causa del Covid.
Da sola questa notizia non basterà certamente a scalfire le convinzioni di chi crede che la terra sia piatta, ma almeno dovrebbe aiutarci a separare quelli che sostengono la teoria in modo cieco e fideistico da quelli dotati di una certa onestà intellettuale.
Chiacchierata con Emanuele Palmieri e Riccardo Pizzirani (Sertes) sul documento relativo agli UFO pubblicato di recente dal Pentagono.
A 90 anni se n’è andato Michael Collins, il terzo astronauta della missione Apollo 11, insieme a Neil Armstrong e Buzz Aldrin. (Armstrong è morto una decina di anni fa, Aldrin è ancora in vita).
Collins è stato soprannominato anche “l’astronauta dimenticato”, poiché fu l’unico dei tre – secondo la narrazione ufficiale – a non mettere mai piede sulla luna. Mentre Armstrong e Aldrin sgambettavano allegramente sulla superficie del nostro satellite – ci dice la NASA - al buon Collins era stato riservato il compito di restare nel modulo di comando, in orbita attorno alla luna, in attesa che i due “moonwalkers” ne facessero ritorno.
Passò circa 24 ore in completa solitudine. Il suo ruolo era quello di gestire le comunicazioni con la terra, oltre che di tenere d’occhio gli strumenti di bordo, e assicurarsi che tutto funzionasse regolarmente.
Ebbene, fra le tante incongruenze di questi presunti “viaggi lunari” ce n’è una in particolare che mi ha sempre colpito, e che riguarda proprio Collins. Perché quest’uomo non ha scattato una serie di fotografie delle stelle e delle galassie lontane?
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