LE FONTI ALTERNATIVE
Si chiacchierava con un amico, qualche giorno fa, e lui - incurabile pessimista - si diceva preoccupato perchè non vede fine alla crisi del petrolio, se non in un imbuto di ingordigia che porterà necessariamente ad un'ulteriore escalation di violenza militare nel mondo. Io gli rispondevo - incurabile ottimista - che le variabili che intervegono, nella storia, ad influire sul corso di certi eventi, sono talmente complesse che sono di solito impossibili da valutare a priori, ma che da sempre l'umanità ha mostrato di saper trovare soluzioni assolutamemte impreviste, adeguandosi proprio all'evolvere di queste variabili.
Apparentemente, sostenevo io, se vincerà Kerry - o meglio, se perderà Bush - cambierà poco. Ma in realtà quel poco sarà fondamentale. Già Al Gore aveva rimarcato, nella sua catastrofica battaglia elettorale col figlio dell'ex-presidente, che una necessità fondamentale per gli Stati Uniti era quella di gettare la maggior quantità possibile di risorse nella ricerca e nello sviluppo di fonti alternative di energia, così da ridurre progressivamente, nel tempo, la dipendenza da petrolio degli Stati Uniti. Cosa che invece, con un clan di petrolieri al comando del mondo - produttori essi stessi, ed associati fino al midollo con la famigila reale saudita - non sarebbe certo mai successa. (Anzi, è successo proprio l'opposto, cioè l'11 Settembre).
Ebbene, a giudicare da una serie di recenti articoli, gli Stati Uniti stanno già facendo istintivamente quello che avrebbero da tempo dovuto fare …
LE NOTIZIE E LA VERITA
Le notizie drammatiche in queste ore si accavallano, e ovviamente nessuno di noi è sufficientemente freddo da non lasciarsi coinvolgere, specialmente ora che sembra tornato in gioco il destino delle due Simone. Ci sembra impossibile, infatti, che del male possa esser fatto a persone come loro, o come agli stessi giornalisti francesi ancora in ostaggio: persone pulite e generose, che nulla hanno da guadagnare da questa avventura, mentre, nel voler dare, rischiano di fare la fine del già quasi dimenticato Baldoni.
Ma c'è da tenere presente, prima di tutto, che in Iraq la situazione ultimamente è profondamentre mutata. Il paese - checchè ci raccontino i nostri TG - è praticamente alla guerra civile. Nel triangolo sunnita la violenza ...
NICK BERG, PAUL JOHNSON, OLIN ARMSTRONG. TRE DECAPITAZIONI, UNA SOLA REGIA.
All'interno il video completo con le foto, che sono posizionate a distanza dalla fine dell'articolo, per chi non vuole vederle.
Il video della decapitazione dell'americano Olin Armstrong, diffuso nei giorni scorsi, presenta moltissimi punti in comune con quello di Nicolas Berg. La procedura stessa dell'esecuzione, inoltre, è simile anche a quella usata per il terzo americano, Paul Johnson, e diventa quindi difficile pensare che mani diverse abbiano portato a termine le tre operazioni. Ed in fondo è la CIA stessa a confermarlo, nel momento in cui ha attribuito al fantomatico Abu Al-Zarqawi, la nuova primula rossa di AlQueda trapiantata in Iraq - la responsabilità di questo ultimo omicidio, come già aveva fatto con quello di Nick Berg. Tra i due c'è Paul Johnson, episodio meno ricco di dettagli, ma perfettamente il linea con gli altri due. Resterebbe solo da stabilire, a questo punto, chi sia e per chi lavori davvero questo Al-Zarquawi. Se lo prenderemo entro un mese al massimo, sotto elezioni americane, avremo la conferma definitiva di quello che già sospettiamo da tempo.
Ma le somiglianze fra i due video, più che aiutare a capire chi si nasconda sotto il capuccio nero del tagliagole, sembrano indicare una stessa "regia" ...
ANCHE I CATTIVI SOFFRONO DI DEPRESSIONE
di Vincenzo D'Urso
Perché no? Concedere la grazia a Saddam. Appena sentito la notizia, mi è venuto da ridere. Ero ancora nel letto, è mi è sembrato uno di quegli strani scherzi che ti fa il cervello, quando non vuole saperne di abbandonare il mondo dei sogni. Poi mi sono svegliato del tutto, ho fatto un rapido giro, e ho trovato conferma un pò dappertutto. La notizia era vera.
Leggo, ad esempio, su repubblica.it, che Saddam è "il leader crudele che non ebbe pietà dei suoi oppositori politici e sfidò gli Stati Uniti..", e mi viene in mente quando, nel 1982, proprio Donald Rumsfeld viaggiava a Baghdad per stringere la mano di Hussein e complimentarsi personalmente con lui della sfida. (O forse suggellava l'accordo raggiunto per i milioni di dollari di armi che gli aveva appena venduto personalmente? Boh, non ricordo). Ma comunque Iyad Allawi, attuale "premier" iracheno - nonché ex uomo CIA - ci dice che…
Man mano che passa il tempo, nel nostro cervello si vanno a depositare strati successivi di informazione, ed è inevitabile che siano sempre i più recenti a colorare la memoria complessiva di ogni evento specifico.
E purtroppo la colorazione predominante, di questi tempi, è quella dell'oblio.
Sempre più spesso, infatti, ci rendiamo conto di essere diventati praticamente insensibili a notizie che fino a ieri ci avrebbero scosso nel profondo. Quando ci arrivarono le prime immagini di donne irachene che abbracciavano sconsolate le bare dei loro familiari, ...
BAGHDAD NON SOFFRIRE
Di seguito proponiamo la traduzione del testo del brano "Baghdad la tata'allami" (Baghad non soffrire), cantato da un coro di voci arabe tra le quali l'iracheno Kadhem al-Saher, la siriana Asala e l'egiziano Ihab Tawfiq. Testo del poeta egiziano Faruq Gweda.
I bambini della triste Baghdad chiedono
per quale colpa vengono ammazzati
barcollano tra schegge di fame
si dividono pane di morte, poi dicono addio. (...)
DA OGGI SIAMO TUTTI ASSASSINI
Quello che molti hanno sempre sostenuto, con giri di parole più o meno convoluti, è stato finalmente messo in chiaro da Kofi Annan ieri alle Nazioni Unite. "La guerra in Iraq è una guerra illegale".
Sia secondo il charter delle Nazioni Unite, sia secondo il regolamento da esse stabilito - che l'Italia, come tutti gli altri paesi coinvolti, ha controfirmato - in nostro paese in questo momento sta occupando una terra straniera in maniera illegale. Possono venire a raccontarci tutti quello che vogliono, i nostri politici, ma a questo punto è il corpo delle Nazioni Unite che devono convincere, non noi cittadini. Fino a ieri il linguaggio più cauto e diplomatico di Annan - che aveva parlato sempre di "non conformità" con le leggi vigenti - era stato sufficientemente ambiguo da permettere ai migliori acrobati della parola, ...
GIUSTIZIA ALL'AMERICANA
Su una autostrada qualunque di uno stato qualunque (in questo caso il Wisconsin), il solito poliziotto dalla mascella quadra sta inseguendo a sirene spiegate il solito fuggitivo che non ha voluto fermarsi al controllo. Sulla corsia opposta sta viaggiando una seconda "black-and-white", che quando vede in lontananza le luci della prima, si ferma e si prepara a fare inversione di marcia. A quel punto il fuggitivo frena di colpo, accosta verso il centro della carreggiata, e apre la portiera. La macchina inseguitrice frena a sua volta (i fotogrammi del video all'interno), e il poliziotto si prepara a scendere per recitare l'ultima parte di questa sceneggiata vista mille volte: il fuggitivo fa un ultimo tentativo di scappare per i campi, ma viene acchiappato nell'arco di pochi metri, sbattuto a terra a faccia in giù, e ammanettato sotto l'occhio impietoso delle telecamere montate sulle macchine della polizia. Ma questa volta c'è stata la sorpresa: mentre il poliziotto si slacciava la cintura, l'auto del cattivo ripartiva di colpo, e scaricava sull'asfalto…
SENZA LA SINISTRA. SENZA I PARTITI.
14.09.04 - Se si guarda dove si era abituati a vedere, fino ai primi anni 80, le classiche forze politiche di sinistra, oggi ritroviamo solo un mare di sigle e volti anonimi, che paiono svolgere un’unica funzione effettiva: accogliere, incanalare e metabolizzare in qualche modo le immutabili esigenze della base popolare, la quale appunto, per dette esigenze, si rivolge “a sinistra” per consuetudine storica.
Ma la sinistra che cercava di venire incontro a queste esigenze, nel passato, lo faceva nell’ambito di un progetto ideologico e politico vero e proprio: quello del socialismo in senso lato. E quella sinistra, l’ultima vera sinistra, se n’è andata con le lacrime di Berlinguer ...
LA DINASTIA CHE CONTROLLA IL MONDO
di Anna M. (DIVA)
Settembre 2004: alla Mostra del Cinema di Venezia viene presentato fuori concorso il film "Manchurian Candidate", che uscirà nelle sale italiane presumibilmente in ottobre. È un thriller politico e "fantascientifico", remake di "Va e uccidi" con Frank Sinatra. La trama è simile: un candidato alla Casa Bianca fantoccio di poteri occulti, la multi-nazionale Manchurian, che sperimenta le frontiere del lavaggio del cervello e della manipolazione della memoria per condizionare i comportamenti dove la sua perdita è intesa come perdita della coscienza indipendente. Il meccanismo è sempre la stesso, la paura del mondo esterno. Negli anni cinquanta era il comunismo, oggi è il terrorismo a fare da spauracchio al popolo americano.
Agendo su questa paura si può arrivare ad un controllo totale del pensiero. La paura infatti porta la gente ad accettare anche la guida di un governo nel quale non si riconosce pienamente, e a tollerare leggi intollerabili in nome della sicurezza collettiva. La Manchurian del titolo è una potente multinazionale che col suo denaro determina scelte politiche, investe in armi, tecnologie di guerra ecc. Il riferimento all’attuale quadro politico, americano e mondiale, è fin troppo palese, e la Manchurian del film è un pò come le società controllate da molti esponenti politici...
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