Gli elicotteri Chinhook si alzano a fatica dall’ambasciata americana di Kabul, carichi di persone che vogliono lasciare di corsa il paese. All’aeroporto della capitale il caos regna sovrano, con i cittadini stranieri che cercano di salire disperatamente sugli ultimi aerei in partenza. E i diplomatici USA che restano indietro si affrettano a bruciare tutti i documenti sensibili in loro possesso, per evitare che finiscano nelle mani dei talebani.
Sono scene che ricordano fin troppo da vicino la fuga degli americani da Saigon nel 1975, ma con una grossa differenza: la guerra del Vietnam era considerata persa già da molto tempo, da parte degli americani, mentre nel caso dell’Afghanistan, il presidente Biden aveva assicurato che l’esercito afghano regolare – quello sostenuto e addestrato dagli stessi americani – sarebbe stato perfettamente in grado di mantenere il controllo del paese.
Invece nell’arco di poche ore l’intera nazione, capitale compresa, è tornata nelle mani di coloro che già la controllavano 20 anni fa. In più, I talebani potranno ora disporre di enormi quantità di armi, mezzi e munizioni che sono state lasciate indietro dalla fuga precipitosa degli americani.
Potrebbe quindi sembrare a tutti gli effetti una clamorosa sconfitta per gli americani, che agli occhi del pubblico mondiale avrebbero “sprecato per niente 20 anni di guerra in Afghanistan, che è costata ai contribuenti americani migliaia di milioni di dollari”.
Sale a quattro il numero dei poliziotti morti suicidi, fra quelli che hanno partecipato alla battaglia del Campidoglio del 6 gennaio scorso a Washington. Qualche giorno dopo gli eventi, si era tolto la vita Howard Liebengood, seguito a poche settimane di distanza da Jeffrey Smith. Poi il 10 luglio si è suicidato Kyle DeFreytag, e il 29 dello stesso mese è toccato a Gunther Hashida, veterano da 18 anni del corpo di polizia di Washington.
Il regolamento 953/2021 del Parlamento europeo è stato rettificato come segue:
Rettifica del regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021, su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19
( Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 211 del 15 giugno 2021)
Per la prima volta nei 17 anni di non redditività di Tesla, se si escludono i trimestri in cui l'azienda ha acquistato Bitcoin o ha beneficiato di sussidi governativi, la comunità già censurata dal dibattito pubblico, $TSLAQ, ha iniziato a mettere in discussione la narrazione mediatica, accuratamente costruita, che descrive Elon Musk come un genio innovativo, il "messia verde" che ci aiuterà a salvare il pianeta e, se questo fallisse, pure a colonizzare Marte.
C'è voluta un'apparizione improvvisa di un alias di Anonymous, che ha deciso di esporre Musk come un personaggio ambiguo se non malvagio, un miliardario che ha costruito la sua fortuna nascondendosi dietro la virtù morale dell'energia pulita e attingendo ai nostri sogni di vivere in una società futuristica. Mentre i membri autentici del gruppo di Anonymous stavano attaccando il governo nigeriano in risposta al divieto di utilizzo di Twitter, la figura "pseudo-Anonymous" ha pubblicato un video su YouTube, avvertendo Musk che il suo tempo di miliardario alla Dr. Evil era limitato.
Ieri un volo Ryanair dalla Grecia alla Lituania è stato dirottato dai militari bielorussi quando si trovava sui cieli del proprio paese, ed è stato fatto atterrare forzatamente a Minsk. Dall’aereo è stato fatto scendere Roman Protasevich, un blogger avversario del regime, ricercato dalla Bielorussia, che è stato arrestato. L’aereo è poi ripartito regolarmente per la Lituania.
Questa azione di forza ha provocato la reazione scandalizzata di europei e americani. L’ANSA scrive: “L'episodio è stato duramente condannato dai presidenti del Parlamento Ue, David Sassoli, della Commissione Ursula von der Leyen, del Consiglio Charles Michel e dall'Alto rappresentante Ue Josep Borrell. E da tutte le principali cancellerie, da Parigi a Berlino, da Londra a Roma. Con il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, che ha espresso "ferma condanna". Gli Stati Uniti "condannano duramente" il comportamento della Bielorussia e chiedono l'immediato rilascio di Protasevich.”
Grave violazione del diritto internazionale, certamente. Ma a Sigonella non era successa la stessa cosa?
In occasione della sentenza di condanna di Navalny, emessa oggi a Mosca, riproponiamo un articolo di Byoblu di qualche giorno fa, che mette in dubbio quanto sia genuina la sua missione anti-Putin in Russia.
La politica e la stampa italiana si sono mobilitate per difendere Alexei Navalny, il blogger russo recentemente arrestato a Mosca. Leader dell’opposizione contro Putin, il Nelson Mandela russo, con questi roboanti slogan viene descritto questo personaggio, che nasconde in realtà una storia più controversa. Politici e media sono davvero a conoscenza della persona che stanno difendendo?
Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul vero ruolo di Qanon nelle recenti vicende politiche americane, ora avrà a disposizione un elemento in più per trarre le proprie conclusioni.
Il “vichingo” Jake Angeli (al secolo Jacob Chansley), noto anche come “lo sciamano di Qanon”, ha dichiarato di essere pronto a testimoniare contro Donald Trump nell’imminente processo di impeachment dell’ex presidente americano.
Chansley ha detto agli avvocati che lui è pronto a dichiarare “di aver inteso il discorso del presidente Trump come un chiaro incitamento a penetrare nel Campidoglio” e “di essere venuto dall’Arizona appositamente per quello scopo”.
[dal sito di Maurizio Blondet]
Boris Karpov (Con traduzione automatica)
Andando contro la paranoia dei governi occidentali, Vladimir Putin ha annunciato oggi il ritorno alla normalità in Russia:
“In Russia la situazione con il coronavirus si sta stabilizzando; le restrizioni imposte in relazione alla pandemia possono essere gradualmente eliminate. In generale, la situazione epidemiologica nel paese si sta via via stabilizzando. Questa mattina ho ascoltato le segnalazioni: abbiamo già più persone guarite rispetto al numero dei malati. Il numero di persone infette sta diminuendo, è inferiore al 20 per mille. Ciò consente di rimuovere con attenzione le restrizioni imposte. ”
Come avevano previsto le persone più lungimiranti, ieri Joe Biden ha perso definitivamente la speranza di diventare presidente, mentre Donald Trump è stato trionfalmente insediato alla Casa Bianca per altri 4 anni.
La giornata era iniziata in modo tranquillo, ma sin dalle prime ore del mattino si è capito che stava per accadere qualcosa di grosso. Centinaia di migliaia di supporter di Donald Trump sono stati avvistati lungo le rive del Potomac, in avvicinamento verso Washington. Marciavano compatti, cantando cori di guerra, mentre tenevano alte le bandiere confederate. Alcuni di loro trascinavano anche un vecchio cannone della guerra civile, rimesso a lustro per l’occasione,
Nel frattempo Joe Biden, ancora ignaro di quello che stava accadendo, si preparava nella sua stanza d’albergo, profumandosi e pettinandosi i pochi capelli che gli sono rimasti. Non sapeva ciò che il destino aveva in serbo per lui.
Oggi si chiuderà definitivamente la vicenda delle elezioni americane. Come previsto dal calendario infatti, alle nove del mattino del 6 gennaio si riuniranno a Washington in seduta congiunta i rappresentanti della camera e del senato americani, per ratificare il risultato elettorale, e per dichiarare ufficialmente chi sarà il nuovo presidente.
Vi sono molti siti, e molti canali YouTube, che nelle scorse settimane hanno continuato a pubblicare articoli e video nei quali sostenevano che il vice presidente Mike Pence – che presiederà la seduta odierna – possa sovvertire il risultato elettorale, rifiutandosi semplicemente di certificare il voto di alcuni stati.
Ma le cose non stanno così. La procedura funziona in questo modo: il presidente della seduta (Pence) procede a un “roll call”, ovvero chiama gli stati uno per uno, in ordine alfabetico, e chiede al rappresentante di ciascuno stato quale sia il candidato che ha vinto le elezioni in quello stato.
Leggi tutto: Afghanistan 20 anni dopo: chi vince e chi perde