La notizia è arrivata in diretta, mentre era in corso la trasmissione “In Onda” di Telese-Parenzo: Trump ha deciso di ritirare l’adesione degli Stati Uniti alla OMS.
Antonio Padellaro (ospite della trasmissione) ha commentato a caldo: “Questa è chiaramente la mossa disperata di un uomo che sta perdendo vistosamente dei sondaggi contro Joe Biden, e cerca in qualche modo il ‘colpo di teatro’ per recuperare un po’ di popolarità”.
Anche la Cnn (notoriamente ‘liberal’ e anti-Trump) ha riportato la dichiarazione del senatore democratico Menendez, che dice: “Il presidente degli Stati Uniti ha ufficialmente ritirato la nazione dall’OMS, nel bel mezzo di una pandemia. Definire questa reazione di Trump come caotica e incoerente è ancora poco. Questa scelta non proteggerà nè gli interessi nè le vite degli americani, anzi li lascia ammalati e soli”.
La maggior parte degli italiani si era già dimenticata di Silvia Romano. Dopo oltre un anno e mezzo dal suo rapimento, molti avevano pensato che non sarebbe mai più ritornata.
Invece domenica abbiamo avuto la bella notizia. Silvia e viva, e sta tornando in Italia. Bene, abbiamo pensato in molti, probabilmente sarà stato pagato un riscatto, ma chissenefrega. Siamo contenti per lei e per la sua famiglia.
Ma quando, sulla pista di Ciampino, si è aperto il portellone dell’aereo che la riportava a casa, lo choc è stato grande per tutti. Quella che scendeva dagli scalini non era più la ragazzina partita da Milano due anni fa, ma era una donna islamica, che grazie al suo modo di vestire ostentava chiaramente la sua nuova religione.
E questo per molti è stato troppo. Indignato, Gasparri andava in televisione e faceva subito il collegamento con il terrorismo islamico: “Speriamo almeno che vada a pregare in una moschea normale – diceva - e non in quelle dove si reclutano i terroristi.”
Intervista a Roberto Croci, giornalista italiano che vive a Los Angeles. (Trasmessa da www.contro.tv il 30.3.2020)
Coronavirus. Costa d’Avorio, Senegal, Sudan dichiarano lo stato di emergenza.
di Fulvio Beltrami (Fulvio Beltrami è un giornalista freelance che vive in Africa)
Brutte notizie dall’Africa. La speranza che i climi caldi potessero rappresentare un ambiente ostile al proliferarsi del virus COVID-19 sembra svanire nelle ultime ore. I casi di contagio stanno rapidamente aumentando in vari Paesi africani. Ieri sera il Presidente ivoriano Alassane Ouattara ha decretato lo Stato di emergenza anche se in Costa d’Avorio per il momento si registrano solo 25 casi di contagio. Il governo ivoriano da qualche settimana ha preso efficaci misure di contenimento risultando una delle Nazioni africane tra le più avanzate nella lotta contro la diffusione del virus. Nonostante ciò il governo e gli esperti sanitari hanno individuato la necessità di misure più drastiche per evitare la diffusione di massa del COVID-19 che il debole sistema sanitario nazionale non sarebbe in grado di fronteggiare.
Ouattara decreta lo Stato di Emergenza con il coprifuoco dalle 9 di sera fino alle 5 del mattino successivo. Bar, ristoranti, scuole e uffici pubblici vengono chiusi a tempo indeterminato. Divieto di spostamenti tra città, distretti. Divieto esteso anche nei centri urbani con l’introduzione di misure di confinamento progressive secondo aree geografiche e in funzione dell’evoluzione della pandemia. Verrà creato un corridoio umanitario per assistere i cittadini in difficoltà. Per sostenere lo sforzo sanitario e le aziende il governo ivoriano stanzierà 96 miliardi di FCFA (146,4 milioni di euro).
I falchi guerrafondai dei servizi segreti e del complesso militare industriale – chiamati in gergo “Deep State” – hanno un grave problema: gli manca un canditato valido da contrapporre a Trump nelle elezioni presidenziali del prossimo novembre.
Purtroppo per loro il candidato che avevano prescelto - Joe Biden - sta perdendo colpi in maniera vistosa, e difficilmente riuscirà a vincere la nomination dei democratici. Biden sarebbe stato il perfetto continuatore della politica espansionistica di Obama. Una politica che, travestita da progressismo globalista, incarna invece i peggiori aspetti dell’imperialismo americano.
Ma Biden, come dicevamo, sta deludendo i suoi sostenitori. Dopo aver perso malamente le primarie in Iowa, ha raddoppiato la sconfitta, facendo ancora peggio nel New Hampshire. E, stando alle statistiche, nessun candidato ha mai vinto la nomination che non avesse vinto almeno una delle due primarie iniziali.
L'ultimo discorso di Nigel Farage al parlamento europeo.
La trappola del MES – Macron svolta verso la Russia – Mattarella e la NATO - Israele riscrive il diritto internazionale.
Fin dal giorno in cui Trump è stato eletto presidente, la poderosa macchina del Deep State (C.I.A., FBI, democratici guerrafondai, NSA, Pentagono ecc.) si è messa in moto per cercare di detronizzarlo. Prima ci hanno provato inventandosi il Russiagate, nel quale si accusava Trump di avere in qualche modo usufruito della collaborazione russa per battere Hillary Clinton. E quando l’indagine del procuratore Muller si è conclusa con un niente di fatto, si sono messi immediatamente cercare la prossima scusa per riuscire a distruggere il loro avversario politico.
Quando ho sentito il primo ministro Conte che, di fronte all’annuncio dei dazi che gli americani vogliono imporci, ha commentato abbacchiato: “Faremo il possibile per contenere i danni”, mi è venuto un impulso di rabbia. “Ma come - mi sono chiesto - questi vengono qui, ci annunciano che danneggeranno in modo sostanziale le nostre esportazioni di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti, e noi non facciamo niente? Ma perché allora noi non gli mettiamo dei dazi sulle gomme americane, sui blue-jeans, sui film di Hollywood, sulle automobili di Detroit, e su tutto quello che importiamo dall’America? La Jeep adesso la fanno in America, giusto? E allora perchè non mettiamo alla Fiat–Crysler dei bei dazi sulle importazioni delle loro macchine, e facciamo pari e patta?”
Poi qualcuno mi ha spiegato che in realtà questa legnata dei dazi ce la meritiamo, perché siamo stati noi europei, per primi, a violare gli accordi internazionali, nell’ambito del progetto Airbus. Per cui questo non sarebbe altro che un “pareggio dei conti” rispetto ai vantaggi che avremmo avuto in precedenza.
Il viaggio in barca a vela a New York dell’attivista climatica svedese Greta Thunberg ha un retroscena molto meno ecologico di quello che vogliono far sembrare. Secondo un rapporto del giornale tedesco “taz” , il viaggio transatlantico con la “Malizia” produrrà più CO2 dannosa per il clima che se Greta e padre fossero volati negli Stati Uniti .
“So che ci saranno persone che cercheranno di temporeggiare sul problema del clima e che faranno di tutto per spostare il focus della discussione su qualcos’altro, ma non me ne preoccupo”, avvisava Greta i giornalisti presenti a Plymouth.
Avrà preso l’aereo anche qualcuno di loro per salutare la bimba?
Informazioni diffuse su alcuni giornali si basano su una dichiarazione del portavoce dello skipper tedesco Thisberg Boris Herrmann.
Cinque esperti dovranno riportare la barca in Europa, dopo l’arrivo di Greta a New York.
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