Il livello del dibattito politico sta crollando rapidamente, in tutto il mondo. Da qualche anno ormai assistiamo ad un inesorabile decadimento dei contenuti nella discussione politica a livello di mainstream, negli Stati Uniti come in Europa.

In America, Ted Cruz attacca Donald Trump dicendo che è un "pagliaccio e un incapace". Trump gli risponde dicendo che Cruz è un "mentitore seriale", e che "mia moglie è molto più bella della tua".

In Italia, Cuperlo attacca la Boschi dicendo che lei "vota come Verdini", e lei risponde che Cuperlo "vota come Casapound". Praticamente, il primo dà alla seconda della "traditrice ideologica", la seconda dà al primo del nazifascista.

Già da tempo, la sinistra del PD ha appiccicato a Renzi l'etichetta di "nuovo Berlusconi", mentre Renzi ha appiccicato ai suoi nemici l'etichetta di "gufi".

Da prima ancora, il PD ha appiccicato al Movimento Cinque Stelle l'etichetta di "antipolitica", mentre i Cinque Stelle hanno risposto appiccicando al PD l'etichetta di "amici dei banchieri".

Idem per il dibattito sull'immigrazione, che ormai è diventato uno scontro sterile fra coloro che etichettano i loro avversari come "buonisti", e questi ultimi che etichettano i primi come "xenofobi".

Insomma, si potrebbe andare avanti con nuovi esempi all'infinito, ma il concetto mi sembra chiaro: mentre i contenuti scendono a zero, il ricorso alla "etichettatura" è ormai diventato un'arma irrinunciabile nel dibattito politico. Questo a sua volta si è trasformato in una specie di battaglia quotidiana fra tweet e contro tweet.

Non si può infatti non vedere come vi sia una correlazione fra questa profonda mutazione nel dibattito politico e l'avvento delle nuove tecnologie di comunicazione istantanea (che non a caso limitano i messaggi a 140 caratteri per volta).

L'unica cosa che ci si domanda a questo punto è la seguente: esisterà ancora, fra 20 o trent'anni, qualcuno in grado di costruire un ragionamento solido, logico e ben argomentato, oppure le generazioni che ci seguiranno sono già condannate fin da oggi ad esprimersi con semplici etichette e contro etichette?

Con un "mi piace" o "non mi piace"?

Perché se questa fosse la risposta, la distanza che ci separa dalla nuova dittatura mondiale - il cosiddetto, temutissimo Nuovo Ordine Mondiale - sarebbe ormai ridotta ad una questione millimetrica.

Questo Nuovo Ordine Mondiale infatti rischia di arrivare non per un dominio fisico di qualcuno sul resto del mondo, ma per il dominio da parte di qualcuno sulle menti del mondo intero.

Con buona pace di Aristotele, Kant e Schopenhauer.

Massimo Mazzucco

Comments  
Internet, un mezzo straordinario di comunicazione afflitto da un virus mortale: i social network.

E come ogni virus degno del nome si è diffuso nel modo di parlare, specie di quello dei soggetti che si rivolgono alle masse.
Se le masse parlano in modalità social network, essi ovviamente si adeguano.

Se non si rimuove l'agente infestante non se ne viene fuori: punto.
Io non vedo uno scadimento nella qualità del dibattito politico, nel senso che credo che sia sempre stato ad un livello molto basso. Almeno quello a cui io ho avuto modo di assistere. La polarizzazione del dibattito ha sempre portato in primo piano gli appellativi delle varie categorie piuttosto che i contenuti.
Come dice il caro prof. Galimberti, dilaga l'intelligenza convergente (quella con cui l'essere umano nella sua non ha mai progredito), quel tipo di intelligenza che va a braccetto con l'intelligenza informatica basata sul sistema binario....
Ci stanno trasformando in computer.....cosi siamo più controllabili.
Massimo, sei un complottista.

Quote:

L'unica cosa che ci si domanda a questo punto è la seguente: esisterà ancora, fra 20 o trent'anni, qualcuno in grado di costruire un ragionamento solido, logico e ben argomentato, oppure le generazioni che ci seguiranno sono già condannate fin da oggi ad esprimersi con semplici etichette e contro etichette?

Si. Nel senso che la percentuale di ignoranti non è mai cambiata. Semplicemente fino a qualche tempo fa c'era un filtro: solo chi aveva sufficiente skill poteva commentare sui forum, o in generale avere la parola.
Il popolino lo si vedeva di rado: un esempio è la famosa protesta di Radio Radicale: www.ilpost.it/2014/09/18/radio-parolaccia/
in quel caso era facile poter dire (o urlare) la propria perché si usava il telefono che era alla portata di tutti.

Con l'avvento del cellulare "social" alla portata di tutti, sembra quasi siano sbarcati i marziani mentre in realtà c'erano già da prima.

Ergo: le persone in grado di ragionare ci saranno ancora, perché le percentuali di imbecilli in realtà non sono mai variate. Certo, bisognerà andarseli a cercare nei forum giusti o in qualche darknet al riparo da "tutti".
Ossigur, a tempo di record è già partita la denigrazione dei social network.

In un articolo che vi chiede di pensare oltre le etichette, siamo già partiti con "social network" = "merda".

Complimenti per la profondità di analisi.

- - -

Per rispondere a Massimo: anche su twitter con i suoi 140 caratteri c'è gente che sa comunicare e che ci riesce comunque, nonostante i limiti dello strumento:


Quoting Sertes:



Per rispondere a Massimo: anche su twitter con i suoi 140 caratteri c'è gente che sa comunicare e che ci riesce comunque, nonostante i limiti dello strumento



Se twitter fosse nato qualche millenio orsono sarebbero bastati meno caratteri:



SERTES: Io veramente non intendo denigrare i social network "in assoluto". Ho però suggerito che il cambiamento di linguaggio portato dai Social network stia influenzando (anche) la dialettica politica.

Poi sia chiaro, anch'io credo che abbia ragione Calipro (che gli intelligenti bisogna comunque andarseli a cercare). Il problema è che se nel frattempo il resto del mondo diventa rincoglionito, come cazzo si fa a comunicare con loro? (Una volta c'era l'ignoranza, che però è una cosa diversa dal rincoglionimento collettivo).
Le parole d'ordine e gli slogan sono sempre stati centrali nella comunicazione politica, allo scopo di semplificare il messaggio - agendo come un'arma contundente, grossolana ma pesante come una clava - per coloro che non avevano o non potevano/volevano avere strumenti dialettici e argomentativi sufficientemente sofisticati.

Lo slogan è, tecnicamente, un catalizzatore di posizioni dialettiche predefinite, volte a focalizzare i gruppi-bersaglio secondo la nota categoria posta da Carl Schmitt a fondamento del politico, ossia amicus/hostes: coloro che riducono la loro posizione politica a quel determinato slogan vs coloro che non lo accettano o lo avversano.
Lo slogan, come strumento di contesa politica, si pone il fine di creare degli endoxa in una direzione predeterminata. Gli endoxa sono le convinzioni diffuse, le opinioni condivise (en-doxa) all'interno di una comunità, ossia quelle posizioni su cui - secondo Aristotele - si fonda un certo ordine sociale, talché un cambio di paradigma implica la modifica degli endoxa fondativi di una determinata cultura e struttura sociale.

Cosa è cambiato allora?
In antico gli slogan politici venivano calati dall'alto in modo esplicito: il diritto divino dei re o il confessionale (e le offerte alla Chiesa) come presidio contro la dannazione eterna ne sono esempi lampanti.
In quel tempo, il pensiero critico era riservato ai pochi soggetti che, avendo accesso all'istruzione ed essendo esentati dalle necessità materiali primarie, erano cooptati nel sistema del potere e dunque erano sostanzialmente inoffensivi.
Con l'avvento della società di massa, il potere ha dovuto confrontarsi con una nuova categoria, quella del consenso. E sono fioriti allora infine - sarebbe lungo discuterne - gli slogan nazi-fascisti o stalinisti, tali da dare alle masse l'impressione di essere la fonte della legittimazione del potere, la scaturigine di un progetto che le vedeva protagoniste (!). Il pensiero critico è stato annegato nella grande rappresentazione teatrale del supposto potere popolare.
La società neocapitalista si ritrova con questo problema, intatto, nell'era della comunicazione globale. Il problema è sempre lo stesso: far in modo che sia la massa stessa dei sudditi a richiedere e anzi implorare ciò che in realtà è la sua catena. E allora si aggiornano i mezzi, lasciando immutato il fine. In questo senso, la nuova era della comunicazione veloce offre un'arma in più: il multitasking, l'attenzione parziale, l'istantaneità del messaggio senza riflessione, il coacervo d'informazioni che s'affastellano sono tutte immagini che si fermano sulla rètina soltanto per un istante, togliendo ogni tempo e ritmo di maturazione. E alzando la soglia necessaria per "bucare" l'attenzione, per lasciare una traccia nella poltiglia comunicativa di cui ciascuno di noi è fatto oggetto.
In questo modo, la discussione politica si riduce ipso iure e istantaneamente al SOLO slogan o, al più, al twitter di 140 caratteri. Che non è più la comunicazione di un discorso politico bensì il discorso politico tout court. Mentre in antico la discussione politica era accortamente lasciata alla ristretta casta sociale dei chierici-istruiti e lo slogan era solo uno strumento di comunicazione delle conseguenti decisioni alla massa dei sudditi ignoranti, dopo l'avventura bicentenaria della società di massa - in cui comunque la platea del pensiero critico si era incredibilmente allargata - adesso l'elaborazione e discussione politica sono intrinsecamente ridotte alla dimensione dello slogan senza spessore né profondità. Lo slogan si va trasformando dunque da strumento di comunicazione a quello di elaborazione politica.

Rimane una considerazione: coloro che davvero contano nel sistema del potere - e non parlo di politici o giornalisti, che ne sono miseri vassalli quando non "bravi" di Don Rodrigo - si sottraggono al flusso continuo e indistinto della comunicazione veloce e pervasiva, ed elaborano nel silenzio ovattato gli studi conoscitivi (psicologia di massa, analisi dei big data etc), le svolte tattiche nel breve e le strategie nel lungo termine. Cui quei vassalli daranno seguito, nel loro confusionario mutitasking comunicativo e nel loro apparente potere decisionale.
Quindi: per sottrarsi al sistema, e lentamente costruire una comunità di simili che vi si sottraggano, occorre fuggire dall'ossessione della cronaca, dagli IM, dal compulsare di continuo Feisbuc, dal lasciarsi inondare dall'infotainment, dal bombardamento commerciale (entrare in un centro commerciale, identico a tutti gli altri ovunque stia nel mondo, significa forse essere già un po' spacciati?), dalla poltiglia comunicativa che ci OCCUPA pervasivamente senza lasciarci margine alcuno.
Uscire dal rumore di fondo. Tenersi paradossalmente fuori dal flusso; appena discosti, in prossimità ma fuori. Mantenere il distacco di una programmatica (seppur parziale) "inattualità", che stabilisca sempre una minima distanza temporale e di riflessione rispetto all'affastellarsi degli eventi e dei messaggi. Fare il vuoto, come nel famoso apologo zen secondo cui occorre svuotare la tazza per poterla riempire con nuovo tè.
Nel silenzio, le etichette sembrano solo risibili. Come quadri di bambini appesi alle pareti nella Galerie des Glaces di Versailles.
Ai twitter de Il Sofista mi permetto di affiancare, nel consigliarli, quelli de Il Pedante. Che ha anche un omonimo ed eccellente sito.
Il problema è uscire dalla compulsione, darsi una distanza di riflessione
Noi pensavamo che la libertà collettiva sotto molti aspetti della vita, fosse un traguardo epocale. Più passa il tempo e più mi convinco che è stata una sofisticatissima e ricercata tecnica per poter far parlare anche lo stolto. E' stata usata come cavallo di troia questa libertà, nascondendo al suo interno il più grande colpo di mano alle coscienze.
Guardiamoci intorno signori e signore: in nome del benpensante di turno, in nome del buonista di turno, in nome di non si sa neanche chi, ci hanno insegnato a tollerare tutte quelle manifestazioni dell'essere insensate, inutili e dannose a se stessi ed alla massa. Un esempio su tutti: YOUTUBE. Dove un video di quattro coglioni danno una pedata ad un pallone fa milioni di visualizzazioni. Quando un coglione si sniffa dal naso peperoncino fa milioni di visualizzazioni. Questi sono esempi supremi di dove siamo già finiti da anni. Lo ripeto, da anni. Grazie ai social (strumenti che hanno permesso al volgo ignorante di ragliare in piazza le sue scoregge orali) è emerso tutto in un colpo ed in brevissimo tempo.

Buon divertimento "social"
SERTES ha ragione nel chiedere un approccio ragionato a chi, come me, attacca a testa bassa i social network.

Il mezzo di comunicazione in sé non ha colpe, ovvio: nascono per semplificare i contatti e ramificarli il più velocemente possibile e ci riescono bene.
Ma buttarli in pasto così, a cani e porci, in regime di deregulation sfrenata, è come diffondere la cultura dell'energia nucleare in Medio Oriente disseminandolo di ordigni atomici.

I più accorti li smonteranno e cercheranno di capirne il principio di funzionamento (se non vengono fritti prima dalle radiazioni), gli altri li prenderanno a martellate o se li tireranno addosso per vedere l'effetto che fa...

Quote:

@Redzione
In Italia, Cuperlo attacca la Boschi dicendo che lei "vota come Verdini", e lei risponde che Cuperlo "vota come Casapound"

Non voglio difendere l'esangue e del tutto inutile Cuperlo ma, l'ha capito perfino Crozza, un conto è dire che voti come Tizio, un conto è dire che voti e governi con Caio.
Posso scoprire che una persona agli antipodi di me abbia la stessa mia opinione su un dato argomento, dal tifo calcistico al sistema elettorale, ma egli resta agli antipodi. Diverso è che io con questa persona faccia patti di governo, e quindi condivida un preciso percorso ideologico e politico. Che voti con e non come.
Farsi capire con soli 140 caratteri... vediamo...


Bisogna lottare con forza e andare oltre le etichette, e una volta lì, vedersela con la data di scadenza.
a me pare che la guerra delle etichette è sempre esistita da quando esiste l'uomo.

poi sta a chi ascolta capire se è solo uno slogan denigratorio o un riassunto di fatti concreti.

"mia moglie è molto più bella della tua" è parecchio diverso da "amici dei banchieri", il quale è stato argomentato infinite volte.
Mettono al "potere" degli incapaci incompetenti ignoranti per poter dire "vedete non ce la fanno, qui ci vuole un governo mondiale", nel frattempo vanno benissimo per fare audience in TV
Credo che la questione sia fortemente correlata alla recente notizia che l'Italia è al "top" della classifica dell'Analfabetismo Funzionale.

Non certo lo dico io nè un Ciccio Pasticcio qualunque, ma l'OCSE e cioè Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, un organizzazione internazionale con 34 Nazioni membre.

L'articolo dell'Italy Journal italyjournal.it/.../..., chiarisce bene il termine:

Quote:

l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.

e poi

Quote:

Un analfabeta funzionale, quindi, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette (la crisi economica è soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto, la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta il prezzo del gas, il taglio delle tasse è giusto anche se corrisponde ad un taglio dei servizi pubblici…) e non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo.

Insomma siamo il classico popolo bue, e siamo i primi in assoluto a livello internazionale.

Se il 47% degli italiani è un analfabeta funzionale quindi non in grado di decodificare messaggi con costrutto appena più che banali, è evidente che l'unico modo per comunicare con questi intelligentoni è passare per le etichette: messaggi brevi, chiari, circoncisi.

Peccato che non dicano nulla.

Quote:

Ma al giorno d'oggi a scuola i ragazzi passano il tempo a giocare, nel foro i giovani si rendono ridicoli e - cosa ben più umiliante - i vecchi non hanno il coraggio di ammettere di aver studiato in passato soltanto boiate

Sembra che da quello che scrive Petronio Arbitro non siano neanche passati duemila anni, almeno così ci dicono i libri, ma lo stesso Petronio pare dica implicitamente di non fidarsi.

Quoting Pyter:

Farsi capire con soli 140 caratteri...



C'è anche da dire che nei 140 caratteri non c'è obbligatoriamente solo testo.
Nei 140 caratteri oltre ad una opinione magari abbozzata, si può anche mettere un link da cui gli interessati possono accedere ad una spiegazione più estesa.

Una specie di sommario seguito dal corpo della spiegazione.

Quote:

Questo Nuovo Ordine Mondiale infatti rischia di arrivare non per un dominio fisico di qualcuno sul resto del mondo, ma per il dominio da parte di qualcuno sulle menti del mondo intero.

...il NWO (ecco un nome che mi infastidisce..come Illuminati..)
...se proprio vogliamo chiamarlo così, è presente già da un po'...
...i ritardatari lo hanno intuito grazie a Ratzinger...ma tutto sommato con Kennedy era già presente nel suo pieno sviluppo...

Le menti comprano il tamagotchi e accudiscono il pulcino in bianco/nero...affinché non muoia...Cosa si vuole di più!

Il dominio non è da parte di QUALCUNO...si muore...
Il dominio(crazia)...è QUALCOSA!


Quote:

Ergo: le persone in grado di ragionare ci saranno ancora, perché le percentuali di imbecilli in realtà non sono mai variate. Certo, bisognerà andarseli a cercare nei forum giusti o in qualche darknet al riparo da "tutti".

Penso che gli imbecilli degli anni 70/80 siano sostanzialmente diversi da quelli di oggi...Poi devo stare zitto perché per certi, l'imbecille sarei io...e chissà se non hanno "ragione"...! Imbecille per cosa poi...mica si sa tutto! io credo che è più facile trovare qualcuno di intelligente in un bel posto, non certo il proprio monitor...

Slobbysta ...Ante◆Ater

Quoting Escape2013:

SERTES ha ragione nel chiedere un approccio ragionato a chi, come me, attacca a testa bassa i social network.
Il mezzo di comunicazione in sé non ha colpe, ovvio: nascono per semplificare i contatti e ramificarli il più velocemente possibile e ci riescono bene.
Ma buttarli in pasto così, a cani e porci, in regime di deregulation sfrenata, è come diffondere la cultura dell'energia nucleare in Medio Oriente disseminandolo di ordigni atomici.
I più accorti li smonteranno e cercheranno di capirne il principio di funzionamento (se non vengono fritti prima dalle radiazioni), gli altri li prenderanno a martellate o se li tireranno addosso per vedere l'effetto che fa...


guarda che nei social network trovi semplicemente quello che trovi in giro per il mondo, la gente è la stessa.

il problema dei social non è certo quello di far comunicare le persone, il problema a mio avviso nasce da uno straordinario e senza precedenti strumenti di monitorizzazione (1 fase) delle masse e raccolta dati per poi arrivare a elaborare quei dati per manipolare (2 fase, e a mio avviso siamo già in 2fase embrionale) le masse, cosa che sarebbe stata impossibile con il sistema di comunicazione precedente.

quindi da una parte piu libertà di informazione, dall'altra temo che questa libertà di informazione sia in realtà piu facilmente sfruttabile/sfruttata dai soliti squali.

ciao a tutti
fefo

Quoting Parsifal79:

a me pare che la guerra delle etichette è sempre esistita da quando esiste l'uomo.



vero

una parola per esprimere il concetto : "maccartismo"
L'uso fino all'eccesso di etichette è sintomo di un bisogno di semplificare la realtà che ci circonda. Una realtà che non credo sia mai stata così confusa, contorta, difficile da interpretare. C'è una nebbia, fittissima, creata dalle guerre ideologiche, dalla propaganda, dalle mezze verità, dalle menzogne belle e buone...e un povero illetterato come può difendersi da tutto questo? Cerca di semplificare.. quando ogni cosa oggigiorno va letta su più livelli, e questo è difficile per tutti.

Quote:

ma per il dominio da parte di qualcuno sulle menti del mondo intero.

io ragiono poco, ma vedo di quella roba in giro che fa paura. infatti bisogna sfruttare la cosa. inutile andarci contro, è troppo vasto il fenomeno ed è impossibile trovare argomenti per convincere anche solo quelli che conosci. non basta una vita di spiegazioni. e non puoi sfruttare ragionamenti semplici, perchè il problema è sostanzialmente questo: cioè si perdono sulle cose banali. ti spiegano come funziona il mondo, ma non fanno 2+2.
primo: non astraggono, cioè non vedono che 2 cose che sembrano diverse, sono concettualmente la stessa cosa.
secondo: non hanno memoria, ripetono sempre le stesse cose e rifanno le stesse cose, ma non intendo che sono abitudinari. intendo che gli spieghi come fare una cosa e sei mesi dopo ti richiamano per la stessa cosa e manco si ricordano di averti già chiamato.
conseguenza: non collegano le cose.

poi esiste un meccanismo di difesa fantastio: se tu gli fai un ragionamento semplice che fila liscio come l'olio, si mettono a ridere e invece di rifletterci su, lo scambiano per una battuta e se lo dimenticano.

c'è uno che mi chiede come sta mio padre, e me lo aveva chiesto un anno prima e gli avevo detto che è morto. ma gli rispondo che non sta benissimo ma sta migliorando, tanto perchè così mi fa gli auguri e la chiudiamo lì, altrimenti tocca passare per le condoglianze ogni volta che lo vedo.

poi c'è un'altra tecnica che uso per capire se uno è interessato o meno a quello che dico: mettiamo che sto parlando e qualcuno arriva interrompe, o arriva una telefonata e si interrompe il discorso. quando finisce l'interruzione, non riprendo il discorso. quasi nessuno mi dice: stavi dicendo questo, vai avanti. O non si ricordano o io sono di una noia mortale.

Quote:

Questo Nuovo Ordine Mondiale infatti rischia di arrivare non per un dominio fisico di qualcuno sul resto del mondo, ma per il dominio da parte di qualcuno sulle menti del mondo intero.

Non è che rischia, è proprio quello che stanno facendo.

Le menti sono l'obbiettivo e sono già un pezzo avanti con il lavoro, basta vedere le reazioni anche di "complottisti" se gli tocchi facebook.

E' l'illusione che si sostituisce alla realtà, perché se hai i mezzi manipolare le illusioni è facile. Gli eserciti stanno dventando obsoleti, tra poco basteranno i tweet. Molto più facile avere il dominio se controlli le menti piuttosto che con la forza fisica.

La realtà invece, per quanti mezzi tu possa avere, non la cambi.

@sfruc

Lei è stato multato con la sottrazione di 1.000 bitcredit dal suo digicount per aver violato il limite di 5 (cinque) caratteri.

PS
Ottima "panoramica"
le etichette , come le parole d'ordine, gli inni, i simboli sono sempre esistiti per sintetizzare (a grandi linee) una posizione "politica".

con gli studi psicologici ma soprattutto sociologici una parte dei meccanismi individuti sono stati usati per propagandare e manipolare (molta ricerca ora non è piu' pubblica ma in mano , ad esempio, militare - CIA)

nel libro che sto leggendo (il libro nero degli stati uniti di Blum) vengono descritte una miriade di tattiche (regolarmente usate dagli americani nel loro imperialismo post guerra) per influenzare, raggirare, costringere, comprare politici, dirigenti, sindacalisti . Tattiche su come costruire opposizioni, sindacati per competere con quelle "genuine", per attirare e controllare potenziali oppositori, ecc. Il tutto possibile grazie all'uso massiccio di denaro (e media) e forza militare.

Il problema non è dell'uso delle etichette ma delle persone che le "sfruttano".
Le persone , con questo sistema politico elettorale, non hanno difese in caso di voltafaccia (previsto o costretto) dei loro rappresentanti in caso di elezione, neppure le persone che sono andate oltre le etichette e hanno approfondito i programmi.

Anzi, direi che anche in presenza massiccia di : propaganda (occulta e spudorata), menzogne, proprieta' dei mezzi di comunicazione, disponibilita' di fondi, ong taroccate, intellettuali doppiogiochisti, occultamento informazione, terrorismi giudiziari la maggioranza della gente "sfruttata" riesce a scegliere dei rappresentanti "sociali".
Il problema è che questi ultimi non mantengono le promesse.

problema finale: come legare in maniera piu' controllata il proprio rappresentante e giudicarlo o indirizzarlo o rimuoverlo anche DURANTE il mandato e non solo alle elezioni?
risposta proposta: una democrazia diretta rappresentativa: i soli votanti di un eletto (voto non segreto) possono usare la democrazia diretta per indirizzare le scelte del proprio rappresentante. Possono sfiduciarlo e sostituirlo con un'altra persona.

ps: vedo di fare un powerpont esplicativo se interessa
Etichette, etichette, etichette.
Mai nessuno che metta l'etichetta del prezzo, però.


"Ogni cosa ha il suo prezzo ma nessuno saprà / quanto costa la mia libertà" (Edoardo Bennato)

Quoting invisibile:


@sfruc

Lei è stato multato con la sottrazione di 1.000 bitcredit dal suo digicount per aver violato il limite di 5 (cinque) caratteri.

PS
Ottima "panoramica"


Per fortuna non ho un digicount. E neanche un'auto.
Grazie dell'occhio panoramico

Quoting manneron:


Quote:

ma per il dominio da parte di qualcuno sulle menti del mondo intero.



io ragiono poco, ma vedo di quella roba in giro che fa paura. infatti bisogna sfruttare la cosa. inutile andarci contro, è troppo vasto il fenomeno ed è impossibile trovare argomenti per convincere anche solo quelli che conosci. non basta una vita di spiegazioni. e non puoi sfruttare ragionamenti semplici, perchè il problema è sostanzialmente questo: cioè si perdono sulle cose banali. ti spiegano come funziona il mondo, ma non fanno 2+2.
primo: non astraggono, cioè non vedono che 2 cose che sembrano diverse, sono concettualmente la stessa cosa.
secondo: non hanno memoria, ripetono sempre le stesse cose e rifanno le stesse cose, ma non intendo che sono abitudinari. intendo che gli spieghi come fare una cosa e sei mesi dopo ti richiamano per la stessa cosa e manco si ricordano di averti già chiamato.
conseguenza: non collegano le cose.

poi esiste un meccanismo di difesa fantastio: se tu gli fai un ragionamento semplice che fila liscio come l'olio, si mettono a ridere e invece di rifletterci su, lo scambiano per una battuta e se lo dimenticano.

c'è uno che mi chiede come sta mio padre, e me lo aveva chiesto un anno prima e gli avevo detto che è morto. ma gli rispondo che non sta benissimo ma sta migliorando, tanto perchè così mi fa gli auguri e la chiudiamo lì, altrimenti tocca passare per le condoglianze ogni volta che lo vedo.

poi c'è un'altra tecnica che uso per capire se uno è interessato o meno a quello che dico: mettiamo che sto parlando e qualcuno arriva interrompe, o arriva una telefonata e si interrompe il discorso. quando finisce l'interruzione, non riprendo il discorso. quasi nessuno mi dice: stavi dicendo questo, vai avanti. O non si ricordano o io sono di una noia mortale.

Ritratto magistrale della nostra poltiglia
io consiglio "FUGA DALLA LIBERTA'" di Erich Fromm.

Fanstastica analisi di psicologia delle masse.
Io sono più dell'opinione di Blondet: un tempo esistevano gli zotici, i burini, gli umili, ma propio per utima definizione si contenevano da esporrer una propria idea con leggerezza.
Ora a quella parte di società che è la stragande maggioranza si è dato il potere e la credenza di essere in grado e in diritto di esprimere una propria opinione come se essa fosse la verità assoluta.
Commento #21 FEFOCHIP

A corollario della tua (per me corretta) opinione, avanzo il mio sospetto che molti utenti dei social siano alle dirette dipendenze dei padroni stessi della piattaforma o comunque sono tutt'altro che persone semplici come noi.

Bella scoperta dell'acqua tiepida, direte....

Il punto è che indirettamente da qualche mese sto assistendo di persona ad un "progetto di massa" inquietante, fondato in modo massiccio su FB.
Io, pur non usando FB, ne faccio comunque parte (versando periodico obolo simbolico) solo per sospettosa curiosità.
Al momento vedo dal buco della serratura solo chiacchiere e distintivo, tripudio di pollici su ed aggettivi ("grande", "fantastico"), verbi sincopati ("evvai", "fatto", "ci siamo"), con me unico idiota che non ho assolutamente capito dove vada a finire la cifra stimata di almeno 50mila euro (arrotondata per difetto) raccolti ogni mese in tutta Italia + "botte" da almeno 30-40mila euro (cifra ben più vicina al vero) raccolti periodicamente in convention da 4000 spettatori che pagano 10 euri a cranio per sentirsi dire che "tutto è possibile, basta crederci"...

Sono perplesso, amareggiato, catapultato in una realtà distopica in cui sento non solo me inutile ma pure chi mi circonda...
Quanto vorrei incontrare un'umile persona con un fucile in mano e "Il Capitale" nell'altra: almeno saprei chi ho di fronte e metterei alla prova me stesso senza trucchi.

Quoting fefochip:

quindi da una parte piu libertà di informazione, dall'altra temo che questa libertà di informazione sia in realtà piu facilmente sfruttabile/sfruttata dai soliti squali.



E pensare invece che si stiano cagando sotto per le eccessive libertà che stiamo avendo, e si siano inventati questi spauracchi?

Ho dimostrato ieri con un singolo screenshot di google trends che le ricerche del termine "chemtrails" sono letteralmente esplose nell'ultimo mese. Avrà mica a che fare che su FB tutti erano lì a condividere il video di Prince che denunciava le scie chimiche?

Come sempre quando si ha un dubbio occorre approfondire i fatti.
No,io credo che i social network siano per loro natura troppo imprevedibili.
L'importante è come usarli..se a usarli sono gente come "noi" diventano un formidabile sistema di comunicazione delle notizie.
Il problema sono sempre i soliti media tradizionali.
Siamo sempre allo stesso punto.
I media decidono le forme della comunicazione e i politici si adeguano.
Ovviamente i media sono manipolati dai veri poteri che decidono le forme della comunicazione.
E' un cane che si morde la coda e si autoalimenta.
E la soluzione è sempre la stessa..cambiare la classe dirigente e cacciare a calci nel culo i poteri occulti.
Dopo tutto viene di conseguenza..
Gli idioti che scrivono cazzate sui social ci sono sempre stati,solo che una volta non potevano esprimersi compiutamente senza internet.
Il problema è lì in alto.
Sertes

Quote:

Ho dimostrato ieri con un singolo screenshot di google trends che le ricerche del termine "chemtrails"
sono letteralmente esplose nell'ultimo mese. Avrà mica a che fare che su FB tutti erano lì a condividere il video di Prince che denunciava le scie chimiche?

Come sempre quando si ha un dubbio occorre approfondire i fatti.

Infatti, Sertes volevo farti i complimenti, la tua ricerca ha stabilito che il nome scieChimiche è decisamente più funzionale, la casalinga di Trebisacce non ha certo nel lessico la parola "impronunciabile" geo..ngeneria...

Però il mio bravo, cosa comporta dietro le quinte? Che se tu sai un dato, gli "altri" ne sanno cento...sanno che fai questa ricerca..ora moltiplicalo con tutti gli utenti internet, mettici decine di software/memorie...pulsioni, gusti, contraddizioni, debolezze, contatti eccetera...saranno nero su bianco pronte ad ottimizzare strategie sulla tua persona, sempre a livello meccanico/elettronico!

Mi ricordo quando usavo il CB(ricetrasmittente) era come una chat, ma basata sulla voce e la contemporaneità, si capiva la natura dell'interlocutore...oggi, a parte la palla di star lì come andicappati sulla tastiera..mi sembra un'involuzione...che brucia tutto in pochi secondi...

Mi capita di scrivere ogni tanto pensieri da incorniciare, ma basta una coppia di "idioti" che "duellano".. che vedi il tuo scritto confodersi e scivolare nel prematuro passato, dietro a 78commenti sciatti!

Credo che i social riducano allo sfinimento proprio per questa inerzia di sapor che evapora...e di inconsistenza..se poi riunisce nelle piazze la "gente"...da capire come hanno fatto prima del telefonino...a riempire le piazze...perché le riempivano davvero...

È fittizio credere ai benefici di questi strumenti...primo perché son controllatissimi, secondo perché manca un "completo" contatto umano...

Slobbysta ..Ante◆Ater
Questo articolo mi è piaciuto molto.

Ritrovo il Mazzucco che mi piaceva.

Anche se non sono completamente d'accordo, la riflessione riguarda un'analisi tra le più urgenti da tenere in evidenza. Riguarda cosa è prioritario e non cosa è "succursale", come lo chiamerei io a modo mio.


Quote:

L'unica cosa che ci si domanda a questo punto è la seguente: esisterà ancora, fra 20 o trent'anni, qualcuno in grado di costruire un ragionamento solido, logico e ben argomentato, oppure le generazioni che ci seguiranno sono già condannate fin da oggi ad esprimersi con semplici etichette e contro etichette?

Assolutamente NO. Questa è la mia risposta alla tua domanda.

Quello che si sta pagando, andrebbe sondato alle radici.
Quello cui si è arrivati è causa della mancanza di sovranità popolare.
Semplicemente il percorso è obbligato.
Si chiama psicologia di massa e, insieme a ciò, quello che siamo: consumatori.
O si combatte l'essere consumatori, la modernità, oppure è inevitabile che il mercato verrà in automatico indirizzato verso la standardizzazione delle menti.
Se non c'è sovranità popolare e le ambizioni sono quelle della modernità, l'unico modo per tenere sotto controllo il sistema è e sarà semplificare l'esistenza in input/output ... bianco/nero zero/uno

... ecco perché usiamo ancora motori dei primi del 900 ... e le uniche tecnologie futuristiche concesse sono quelle "donate" per la standardizzazione della mente e, of course, per il controllo.

Ecco perché questa guerra non potrà essere vinta; perché è il modello esistenziale che amiamo che crea la realtà che odiamo.

Tutto ciò che non potrà essere controllato verrà sistematicamente abbattuto. Leggasi guerre, rivoluzioni colorate, sistemi stabilmente precari e terzo mondo - che deve continuare a essere terzo mondo. Su cui posiamo il nostro grasso culo (e facciamo magnificamente finta di non saperlo).

Grillo era stato l'unico (non solo lui, ma in maniera all'inizio attiva) che aveva compreso il problema, ma la forza della sua filosofia, così come hanno fatto con Cristo, è stata convertita e trasformata. Gli hanno lasciato giusto il nome. Le sembianze.


Quote:

l mezzo di comunicazione in sé non ha colpe, ovvio

Per niente invece: il mezzo di comunicazione in Sé ha colpe. A prescindere. Questo è il segreto di pulcinella che non si vuole riconoscere.

Herbert Marshall McLuhan lo aveva compreso in anticipo sui tempi. Come tutti i grandi. Peccato sia scomparso prima di constatare non solo quanto aveva ragione, ma quanto avesse sottovalutato la portata delle sue considerazioni.

I Social sono e saranno colpevoli a prescindere. Non solo i Social. Ci mancherebbe.
Non sono certo i Social la causa primegenia, ma sono l'esemplare manifestazione e materializzazione del degrado intellettuale, dove ogni contributo di valore si trasformerà inevitabilmente in una massa tumorale carica di disvalore dieci volte più forte, esponenzialmente. Come di fatto accade. Con buona pace di chi vede nel medium uno strumento neutrale.
Sono furbi e si adattano.
Chi li capirebbe, se ragionassero?
Silvio sopravvalutava gl'italioti attribuendogli un livello mentale da ragazzino della scuola media, ma da quando l'ha fatta lui... la scuola media è moooooooolto peggiorata!
La neolingua Orwelliana. Ecco cos'è!

La gente non serve che capisca, anzi la gente deve diventare più stupida e porsi meno domande e quindi gli slogan devono sostituire i ragionamenti. Tra un po' sui giornali rimarranno solo i titoli, i contenuti non interessano più a nessuno.
La guerra delle etichette??
Guardate un po' qui come renzi e la boschi passano il loro tempo libero...... :hammer:


Per il controllo mentale dell'essere umano maschio non ci vuole molto visto che il testosterone fa gia' meta' del lavoro :-D

NO FAITHS NO PAIN
Dal commento di CALVERO #36

"O si combatte l'essere consumatori..."

Nel mio intervento, di poco precedente il suo, cito il mio desiderio d'incontrare un uomo che imbraccia il fucile in una mano e tiene "Il Capitale" nell'altra.
Quoto: In America, Ted Cruz attacca Donald Trump dicendo che è un "pagliaccio e un incapace"
Nessuno ha mai attaccato i contenuti, in quei giorni un pregiudicato messicano, girava libero e ammazzo' una donna, unp dei tanti criminali che provengono dal Messico e di cui sicuramente il Messico e' lieto di sbarazzarsi ma che sono un problema criminale. La ex classe media operaia americana si e' rotta gli zipitei e piu' attaccano Trump con cazzate varie ma mai sui contenuti, Trump andra' sempre piu' in alto.
Le perdite di posti di lavoro per le delocalizzazioni in Cina e altrove ? Per carita' - allora si va' sulla capigliatura, sull'antipaticita' (ma se e' cosi' antipatico com'e' che e' sulla cresta dell'onda ?
La NATO, che se la paghino gli europei, avvicinamento con Putin - queste sono inezie. I capelli, il bullismo - sono le cose importanti.
Nota: com'è che su questo blog, come in molti altri "vecchio stampo", i contenuti sono dignitosi, la discussione pacata e spesso pure avvincente, raramente si va fuori tema e non vengono usate etichette per screditare l'interlocutore?

(Tempo fa un utente m'insultò pesantemente perché avevo difeso Berlusconi e Mazzucco l'espulse subito: m'impressionò sia la tempestiva severità - obiettivamente necessaria e rara a vedersi altrove - del moderatore che l'odio nei miei confronti dell'interlocutore.

Mi rincresce non aver potuto chiedere a quella persona cosa l'aveva spinto ad agire così, per validi che fossero i suoi motivi.
Non ce l'ho mai avuta con lui, neanche so il suo nome, sono solo rimasto perplesso e spaesato)



Sui social succede lo stesso?
Ditemelo voi, per favore, perché io non li uso.

Quoting Escape2013:

Nota: com'è che su questo blog, come in molti altri "vecchio stampo", i contenuti sono dignitosi, la discussione pacata e spesso pure avvincente, raramente si va fuori tema e non vengono usate etichette per screditare l'interlocutore?

(Tempo fa un utente m'insultò pesantemente perché avevo difeso Berlusconi e Mazzucco l'espulse subito: m'impressionò sia la tempestiva severità - obiettivamente necessaria e rara a vedersi altrove - del moderatore che l'odio nei miei confronti dell'interlocutore.

Mi rincresce non aver potuto chiedere a quella persona cosa l'aveva spinto ad agire così, per validi che fossero i suoi motivi.
Non ce l'ho mai avuta con lui, neanche so il suo nome, sono solo rimasto perplesso e spaesato)



Sui social succede lo stesso?
Ditemelo voi, per favore, perché io non li uso.


Spesso succede il contrario...luogo comune rimane uno dei pochi:
LA verità e che altrove, direi ormai ad un 60-70% se vieni bannato, vieni bannato perchè non sei politicamente corretto...non importa se porti agomentazioni , prove , testi a supporto della tua tesi...prima ti sopportano a malapena, poi ti insultano - e pur se rimani pacato ed educato- alla fine ti bannano.

ad esempio uno dei temi più caldi ora è sicuramente l'omosessualita...provate a scrivere documentando un quanlche commento contro le unioni civili , tenendo lo sguardo sull'orologio per vedere in quanto tempo il vostro messaggio sarà cancellato e voi espulsi con villipendio - seguiti da commenti - cui non potrete ovviemente rispondere- che vi diffameranno in ogni modo.
Orwell aveva ragione, siamo alla psico polizia.

Quoting Sertes:


E pensare invece che si stiano cagando sotto per le eccessive libertà che stiamo avendo, e si siano inventati questi spauracchi?

Ho dimostrato ieri con un singolo screenshot di google trends che le ricerche del termine "chemtrails" sono letteralmente esplose nell'ultimo mese. Avrà mica a che fare che su FB tutti erano lì a condividere il video di Prince che denunciava le scie chimiche?


quali sarebbero questi spauracchi ?

e chi se ne frega che il termine "chemtrails" esplode nell'ultimo mese? ogni giorno ci sono video considerati "virali" ma che non cambiano certo il mondo.
la superficialità e la mutevolezza di un mondo cosi è piu strumentale al gossip che a fare politica in maniera minimamente seria.

io mi ci sono messo su FB a fare commenti , ma purtroppo ti ripeto quello che ho già detto , la gran parte delle persone sono idioti (inutile cercare di indorare la pillola con perifrasi complicate) e questo non è certo colpa di internet ne dei social ma rimane una realtà.

che una massa di idioti diventi tutta insieme intelligente perche ci sono i social è un illusione , purtroppo attraverso i social e internet si può fare il contrario ovvero shockare e manipolare molto piu facilmente, di prima.

diciamo che la forbice della consapevolezza sta aumentando , da una parte poche persone attraverso questo incredibile strumento stanno sempre piu maturando e migliorando , altre (la stragrande maggioranza) sta involvendo .

non so dirti alla fine dei giochi (oppure adesso) come sta andando la partita
Orpo, confesso che neanche ci pensavo a intervenire altrove sul tema unioni civili & affini (su cui ho opinioni personali granitiche e politicamente scorrettissime).

Il fatto è che se rifletto su 11 settembre + missioni Apollo + crisi esistenziale personale + tecniche di difesa da Moloch burocrazia, il mio encefalo a valvole va in overflow e buonanotte al secchio.

Riesco a seguire a malapena un pugno di argomenti, sul resto del menu offerto dal mondo sono capace solo di fare gesti di assenso o diniego con la testa, consapevole che devo comunque mandare giù tutto.... GNAM!

Sono vergognosamente monotematico in una società multitasking MULTIETICHETTA
Mi è rimasto impresso un articolo in questo sito del nostro super Massimo Mazzucco in cui faceva notare come i film trasmessi nei cinema siano decaduti di contenuto.
Mi ricordo che ero andato con 28 amici a vedere il Codice da Vinci, tralasciando il contenuto inventato del film, mi accorsi che ero stato l'unico a capire la semplice trama, il resto delle persone commentava "non si è capito nulla" "andava a saltoni la storia e era quindi difficile capire il film", e così via.

Nel mio lavoro spiego alle persone concetti molto basilari, con illustrazioni semplici, ma solo 8 su 10 capisce ció che gli dico o ció che leggono.

Molto spesso inviando messaggi via cellulare, il 50% di questi non vengono capiti se aumento le parole e creo un mini discorso.

Con questo voglio dire che i politici si stanno adeguando alla capacitá di comprensione della maggior parte della popolazione tramite slogan propagandistici ed ora anche con discorsi di bassissimo livello in modo da esser compresi. La stessa tecnica mi tocca adottarla nel mio lavoro.

C'è questo rincoglionimento generale delle masse dato secondo me dalla sempre più accentuata stanchezza cronica e povertà di contenuto dei sempre più utilizzati social. Più stanchi e internet=meno efficenti=meno intelligenti
Nel piccolo centro agricolo-turistico del nord est in cui vivo ci sono diverse persone anche di soli 70 anni totalmente ANALFABETE!

La "cultura contadina" era prettamente orale quindi l'analfabetismo era un effetto collaterale perfettamente coerente.

La "cultura dei social" si fonda prepotentemente sulle etichette quindi la mancanza di dialettica/ragionamento/contraddittorio/esposizione/difesa delle proprie ragioni/equilibrio/cura della forma/verifica delle fonti è un effetto collaterale perfettamente coerente.

P.S.: non per sembrare leccapiedi ma qui su LC i rari (e spesso involontari) errori di ortografia e sintassi spiccano come mosche su pareti bianche...altrove sono invece parte integrante della scenografia
Scusate ma a me sembra dal tono di molti commenti (anche su altri post) che alcuni si sentano in qualche modo superiori alla media per intelligenza, consapevolezza o altro. Considerate il fatto che anche molte delle persone di cui smascheriamo la propaganda si credono parte di un élite. Noi invece stiamo, o dovremmo stare, dalla parte dei più, cioè coloro i quali non sanno o non capiscono. Sempre se vogliamo escludere il fatto che, a volte, anche noi ci troviamo nella stessa situazione. Per questo non mi sembra molto opportuno, utile, e neanche tanto intelligente, denigrare i nostri interlocutori meno ricettivi. Faccio fatica anch'io a spiegare delle cose che ho studiato e capito a chi mi sta attorno, ma evito di offendere o etichettare (italiota, volgo, servo, etc. etc.) chi non vuole starmi a sentire.

Quoting wendellgee:

Scusate ma a me sembra dal tono di molti commenti (anche su altri post) che alcuni si sentano in qualche modo superiori alla media per intelligenza, consapevolezza o altro. Considerate il fatto che anche molte delle persone di cui smascheriamo la propaganda si credono parte di un élite. Noi invece stiamo, o dovremmo stare, dalla parte dei più, cioè coloro i quali non sanno o non capiscono. Sempre se vogliamo escludere il fatto che, a volte, anche noi ci troviamo nella stessa situazione. Per questo non mi sembra molto opportuno, utile, e neanche tanto intelligente, denigrare i nostri interlocutori meno ricettivi. Faccio fatica anch'io a spiegare delle cose che ho studiato e capito a chi mi sta attorno, ma evito di offendere o etichettare (italiota, volgo, servo, etc. etc.) chi non vuole starmi a sentire.


waoow triplo post^^
Non si etichetta l'altro come,volgo servo ecc, lo siamo noi stessi. Il -forse- colpo di fortuna strategico di Lc è che ha scelto di ascoltare tutti purchè portino prove a sostegno della loro tesi...in quel senso si! siamo migliori, perchè i chiacchieroni semplicemente spariscono, ossia vanno dove possono sentirsi importanti pur non avendo neppure la spinta al cercare di migliorarsi.

Ho una tesi contraria ad un luogo comune "il popolo si merita il proprio sovrano", io credo invece che la verità sia "il sovrano si merita il popolo che ha" perchè se ti comporti in una certa maniera verrai seguito da certe persone.
Mandai un messaggio privato ad un admin di forum di tipo opposto in cui dissi "non ti lamentare delle serpi che ora rischi ti critichino...le hai allevate te in seno".

Quote:

Scusate ma a me sembra dal tono di molti commenti (anche su altri post) che alcuni si sentano in qualche modo superiori alla media per intelligenza, consapevolezza o altro.

Una buona argomentazione per capire se la tua riflessione è correttamente veritiera nel considerare ingiuste delle considerazioni, è quella di scoprire, ad esempio, se per te il volgo esiste oppure no. Non ci vuole molto. Quindi, il volgo esiste?

Sappi che basta una semplice risposta per la mia semplice replica.


Quote:

Faccio fatica anch'io a spiegare delle cose che ho studiato e capito a chi mi sta attorno,

Non ho capito cosa c'entri. Ti sei dato da solo la risposta. Se fai fatica significa che ti stai impegnando, chi s'impegna in buona fede non vedo cosa c'entri.

Sopratutto cosa c'entri il miscuglio di concetti che hai fatto seguire, in cui è impossibile dare un ordine logico.


Quote:

ma evito di offendere o etichettare (italiota, volgo, servo, etc. etc.) chi non vuole starmi a sentire.

Stai utilizzando un sofisma. Hai deciso arbitrariamente che l'offesa sia a prescindere. Se io vedo e riconosco una collettività che usa metodi fascisti, li chiamo fascisti e li etichetto fascisti. Quindi?

Credo tu stia confondendo molte/troppe cose.

E soprattutto non serve che posti un intervento per TRE volte :-D
Caro Wendellgee,

trovi più logico che chi, come qui, si sforza di apparire presentabile in pubblico debba conformarsi al modo di fare di coloro che offrono uno spettacolo sempre più degradante o viceversa?

Qualora facessimo nostro lo stile narrativo popolare "vero trash-finto chic" ora tanto di moda, fosse anche per scherzo, sei pronto a scommettere che potremmo tirarcene indietro quando vogliamo?
Oppure finiremmo per conformarcisi?
Inerzia e convenienza sono i due più potenti freni per le buone intenzioni.

I genitori di tanti di noi han fatto grandi sacrifici per permetterci di esprimerci come stiamo facendo qui, ora.
Sarebbe carino tradirli, ripudiando quanto di buono abbiamo appreso, per dar libero sfogo alla nostra irrazionalità, illudendoci di acquistare valore perché non ci sforziamo più di tenerla addomesticata?

Uso quotidianamente il pc dal 1985, animato da una scintilla di meraviglia che non si è mai spenta e voglio continuare a ritenerlo un prodigio tecnico capace di migliorarmi.

Se i social network continueranno a svilire non solo coloro che li utilizzano ma gli stessi argomenti che in essi vengono discussi, allora tradiscono l'ideale stesso di informatica.
Esacpe2013:


Quote:

Sono vergognosamente monotematico in una società multitasking MULTIETICHETTA

Bella questa :pint: '

___________________

VMagic:


Quote:

C'è questo rincoglionimento generale delle masse

Occhio, che per Wendellgee stai offendendo 8-)


Quote:


dato secondo me dalla sempre più accentuata stanchezza cronica e povertà di contenuto dei sempre più utilizzati social. Più stanchi e internet=meno efficenti=meno intelligenti
Citazione

Credo non sia così difficile da estrapolare l'equazione, al limite difficile da confutare:

La tecnologia può essere smart solo in nome di un'utenza idiota
Il triplo post non era mia intenzione ma è stato causato da un mio problema di connessione. Comunque chiedo scusa.
Cercherò di rispondere a tutti.

@

Quoting Tianos:


Non si etichetta l'altro come,volgo servo ecc, lo siamo noi stessi.



Anch'io credo di appartenere alla base della piramide sociale ed è proprio questa consapevolezza che mi ricorda (non sempre) di rimanere umile verso gli altri. Più esplicitamente, anch'io non capisco, o non ho voglia di stare a sentire molti argomenti, e per questo che comprendo quanto siano difficili da mandare giù anche i miei. Non credo che esistano molte persone totalmente conformiste, credo che ognuno lo sia un po' di più, o di meno, a modo suo.

@Calvero
sinceramente non so, ne mi interessa sapere, se esista il mitico "volgo" ma quando io comunico con qualcuno cerco di non etichettarlo.

@

Quoting Escape2013:

Caro Wendellgee,
trovi più logico che chi, come qui, si sforza di apparire presentabile in pubblico debba conformarsi al modo di fare di coloro che offrono uno spettacolo sempre più degradante o viceversa?



Io non ho proposto a nessuno di conformarsi. Ho solo notato una certa tendenza a giudicare "gli altri" come se fossero una categoria. Non so voi ma io non mi rivolgo mai agli altri ma a: Pino, Gianni, Lella, etc. etc., e ognuno di loro è d'accordo o capisce alcune cose mentre altre no. Esattamente come me. Non sono gli italioti, il volgo, i servi...

Quoting wendellgee:

Ho solo notato una certa tendenza a giudicare "gli altri" come se fossero una categoria. Non so voi ma io non mi rivolgo mai agli altri ma a: Pino, Gianni, Lella, etc. etc., e ognuno di loro è d'accordo o capisce alcune cose mentre altre no. Esattamente come me. Non sono gli italioti, il volgo, i servi...


Gli altri non esistono come categoria separata. Siamo tutti noi, sociologicamente, "volgo" manzoniano perché soggetti volontari (ripeto: volontari) a una subcultura di atomizzazione sociale, sradicamento affettivo e simbolico, individualismo ipercompetitivo volto alla compulsione consumistica e (apparentemente) auto-affermativa. In questo contesto di vacuità regressiva (ossia vacuità non-zen o pre-zen) ci lasciamo sommergere dall'alluvione dei segni e dei messaggi, che durano quanto una singola pulsione al consumo e sono tutti fungibili, perciò destinati a una rapida obsolescenza e a un'altrettanto immediata (e friabile) sostituzione.
Siamo tutti parte di una poltiglia comunicativa senza gerarchie interiori - quelle che ciascuno di noi dovrebbe soggettivamente stabilire - che non siano riducibili alla veloce fruibilità di un'apparente soddisfazione immediata; sommersi, volontariamente, da una glorificazione dell'istante che nulla ha in comune con lo "stare nel hic et nunc" del saggio tradizionale, da un'attenzione sempre scissa e parziale, perciò priva di profondità. Ci siamo espansi in orizzontale, perdendo il pensiero verticale. Quello simbolico e argomentativo.
Che poi dietro tutto questo scenario vi sia un perfetto piano élitistico di sfruttamento (anche) della tecnologia a fini di potere, un piano ben definito sulla base di approfonditi (questi sì, profondi) studi comportamentali della massa, non toglie a noi, volgo, la responsabilità di aderirvi acriticamente.
Possiamo parlare di noi - tutti noi - come volgo così come Canetti parlava della massa, che associava alla muta di cani. Massa che Pasolini non a caso detestava, nutrendo sempre più flebili speranze nella nozione di popolo, ossia di comunità autocosciente.

Quoting wendellgee:


sinceramente non so,



Sento odor di svicolata


Quote:

ne mi interessa sapere,

Allora se non ti interessa sapere, gira a largo e non far perdere tempo agli altri ;-)


Quote:

se esista il mitico "volgo" ma quando io comunico con qualcuno cerco di non etichettarlo.

... ottimo: non sai, non ti interessa sapere, appioppi un "mitico" senza sapere e senza essere interessato, però fai il moralizzatore de noantri :perculante:

Facevi prima a riconoscere che hai imbastito una critica farlocca da ignorante (parole tue) senza capo né coda

Quoting sfruc:


Gli altri non esistono come categoria separata. Siamo tutti noi, sociologicamente, "volgo" manzoniano perché soggetti volontari (ripeto: volontari) a una subcultura di atomizzazione sociale, sradicamento affettivo e simbolico, individualismo ipercompetitivo volto alla compulsione consumistica e (apparentemente) auto-affermativa. In questo contesto di vacuità regressiva (ossia vacuità non-zen o pre-zen) ci lasciamo sommergere dall'alluvione dei segni e dei messaggi, che durano quanto una singola pulsione al consumo e sono tutti fungibili, perciò destinati a una rapida obsolescenza e a un'altrettanto immediata (e friabile) sostituzione.
Siamo tutti parte di una poltiglia comunicativa senza gerarchie interiori - quelle che ciascuno di noi dovrebbe soggettivamente stabilire - che non siano riducibili alla veloce fruibilità di un'apparente soddisfazione immediata; sommersi, volontariamente, da una glorificazione dell'istante che nulla ha in comune con lo "stare nel hic et nunc" del saggio tradizionale, da un'attenzione sempre scissa e parziale, perciò priva di profondità. Ci siamo espansi in orizzontale, perdendo il pensiero verticale. Quello simbolico e argomentativo.
Che poi dietro tutto questo scenario vi sia un perfetto piano élitistico di sfruttamento (anche) della tecnologia a fini di potere, un piano ben definito sulla base di approfonditi (questi sì, profondi) studi comportamentali della massa, non toglie a noi, volgo, la responsabilità di aderirvi acriticamente.
Possiamo parlare di noi - tutti noi - come volgo così come Canetti parlava della massa, che associava alla muta di cani. Massa che Pasolini non a caso detestava, nutrendo sempre più flebili speranze nella nozione di popolo, ossia di comunità autocosciente.



Vabbé, e io che volevo ci arrivasse a parole sue :-x

Non si fa così, Sfruc

Mi hai offeso :-D

Quoting Calvero:


Quoting sfruc:


Gli altri non esistono come categoria separata. Siamo tutti noi, sociologicamente, "volgo" manzoniano perché soggetti volontari (ripeto: volontari) a una subcultura di atomizzazione sociale, sradicamento affettivo e simbolico, individualismo ipercompetitivo volto alla compulsione consumistica e (apparentemente) auto-affermativa. In questo contesto di vacuità regressiva (ossia vacuità non-zen o pre-zen) ci lasciamo sommergere dall'alluvione dei segni e dei messaggi, che durano quanto una singola pulsione al consumo e sono tutti fungibili, perciò destinati a una rapida obsolescenza e a un'altrettanto immediata (e friabile) sostituzione.
Siamo tutti parte di una poltiglia comunicativa senza gerarchie interiori - quelle che ciascuno di noi dovrebbe soggettivamente stabilire - che non siano riducibili alla veloce fruibilità di un'apparente soddisfazione immediata; sommersi, volontariamente, da una glorificazione dell'istante che nulla ha in comune con lo "stare nel hic et nunc" del saggio tradizionale, da un'attenzione sempre scissa e parziale, perciò priva di profondità. Ci siamo espansi in orizzontale, perdendo il pensiero verticale. Quello simbolico e argomentativo.
Che poi dietro tutto questo scenario vi sia un perfetto piano élitistico di sfruttamento (anche) della tecnologia a fini di potere, un piano ben definito sulla base di approfonditi (questi sì, profondi) studi comportamentali della massa, non toglie a noi, volgo, la responsabilità di aderirvi acriticamente.
Possiamo parlare di noi - tutti noi - come volgo così come Canetti parlava della massa, che associava alla muta di cani. Massa che Pasolini non a caso detestava, nutrendo sempre più flebili speranze nella nozione di popolo, ossia di comunità autocosciente.



Vabbé, e io che volevo ci arrivasse a parole sue :-x

Non si fa così, Sfruc

Mi hai offeso :-D


Beh, scusa, non volevo. Mi sono fatto prendere dall'impulso argomentativo.
Non sono ancora accortamente maieutico come te e quindi non ancora saggio a sufficienza, evidentemente :-o

Quote:

Scusate ma a me sembra dal tono di molti commenti (anche su altri post) che alcuni si sentano in qualche modo superiori alla media per intelligenza, consapevolezza o altro.

yes, I am.

e ti spiego perchè:
si tratta dell'ennesimo meccanismo di difesa, che ormai noto da anni. funziona in questo modo. se ho capito una cosa, e noto con stupore che tutti intorno a me non hanno capito e si comportano diversamente, il cervello va in paranoia. sente una enorme discrepanza tra ciò che penso e ciò che vedo. nell'immediato quindi tende a fare quello che fa qualsiasi cervello umano: se pensa una cosa e il resto intorno a lui gli dice il contrario e si comporta come se non fosse vero, tende ad adeguarsi e a fare quello che fanno gli altri cervelli intorno.
a meno che non trovi una giustificazione plausibile che gli permetta di seguire le sue ragioni e l'unico modo spiccio di fare questo è: sentirsi superiori. il sentirsi superiori, in alcuni casi, è un meccanismo di difesa contro la propria rinormalizzazione del pensiero. in altre parole se vuoi fare cose diverse da tutti quelli che ti stanno in torno e non sentirti un idiota, ti devi sentire superiore.
Gentile MANNERON,

Lei afferma che "il cervello.... sente una enorme discrepanza tra ciò che penso e ciò che vedo. Nell'immediato quindi tende a fare quello che fa qualsiasi cervello umano: se pensa una cosa e il resto intorno a lui gli dice il contrario e si comporta come se non fosse vero, tende ad adeguarsi e a fare quello che fanno gli altri cervelli intorno"

Mi permetto osservare che somiglia un po' troppo a quel che si sentiva dire con insistenza dai banchi della difesa al Processo di Norimberga....

Qui posso tenere un contegno ed esprimermi in un modo che altrove viene deriso od osteggiato od incompreso: non mi reputo superiore ad altri ma almeno diverso sì.
Qui su LC riesco ad esprimermi, qui mi trovo a mio agio e vedo che il padron di casa lascia la porta aperta ai nuovi venuti purché educati.

Quoting Escape2013:

Gentile MANNERON,

Lei afferma che "il cervello.... sente una enorme discrepanza tra ciò che penso e ciò che vedo. Nell'immediato quindi tende a fare quello che fa qualsiasi cervello umano: se pensa una cosa e il resto intorno a lui gli dice il contrario e si comporta come se non fosse vero, tende ad adeguarsi e a fare quello che fanno gli altri cervelli intorno"

Mi permetto osservare che somiglia un po' troppo a quel che si sentiva dire con insistenza dai banchi della difesa al Processo di Norimberga....



il meccanismo è lo stesso. i gerarchi nazisti si sentivano superiori agli ebrei ma non ai propri pari (per definizione, altrimenti non erano pari), quindi si adeguavano. che c'è di strano o di nuovo o di non stranoto da decenni dalla psicologia delle masse?
Quindi si presuppone che è impossibile sottrarsi alla "dittatura delle etichette"?

Quote:

Quindi si presuppone che è impossibile sottrarsi alla "dittatura delle etichette"?

la dittatura delle etichette non è niente altro che una classica strategia psicologica, come tale ha le sue controstrategie.
una è quella che ho detto.

Facciamo un esempio di generalizzazione che apparentemente non c'entra ma invece è la stessa cosa.
Prendi una marca di un prodotto o un marchio. Le multinazionali spendono miliardi per affermare un marchio, perchè funziona.
Ora hanno il problema dei marchi Dop o simili, tipo parmigiano. Quindi, non potendo abbandonare la strategia delle etichette, devono eliminare l'uso esclusivo di certe etichette registrate per poterne usufruire anche loro vendendo prodotti simili.
Se vuoi annullare l'effetto di una etichetta o la diluisci a tal punto che non vuol dire più niente o la cancelli, o fai un attacco frontale per screditarla: tipo far trovare qualche partita di formaggio parmigiano radioattivo o dare risalto nei giornali a qualche scandalo alimentare legato al parmigiano.
Ma prima di fare una cosa del genere e rovinare una fruttifera etichetta ben affermata, cercheranno di rendere disponibile anche per loro l'utilizzo dell'etichetta. Costa molto affermare una etichetta sul mercato ed è un peccato distruggerla se ci si può impossessare della stessa.
Traslitterando questa tua riflessione in ambito sociale e politico credo si arrivi a conclusioni intetessanti.
Non male come interpretazione dell'argomento, complimenti.

Quote:

sente una enorme discrepanza tra ciò che penso e ciò che vedo.

«Tra ciò che so e quel che so di loro.» Ecco, la metterei così.

Non credo che "il pensare e il vedere" siano corretti come termini per identificare il linguaggio della mente, in questa discussione voglio dire.


Quote:


nell'immediato quindi tende a fare quello che fa qualsiasi cervello umano: se pensa una cosa e il resto intorno a lui gli dice il contrario e si comporta come se non fosse vero, tende ad adeguarsi e a fare quello che fanno gli altri cervelli intorno.

La superiorità, o meglio - il sentimento di superiorità riguarda l'ego.
La consapevolezza, non riguarda l'ego.

Attenzione alle differenze oceaniche che comunque riguardano il medesimo campo da gioco.

Non che tu stia dicendo cose sbagliate, anzi, sto ascoltando attentamente.

Per il discorso che si sta facendo in questo Topic, la guerra delle etichette è intesa in una precisa prospettiva. Cioè quella data dall'autore dell'articolo, Mazzucco.

E l'articolo discute di un preciso contesto, il quale vede la decadenza e il degrado del linguaggio politico che a sua volta può essere più o meno influenzato dalla cosiddetta società. Lasciando perdere un momento il motivo per cui la "politica" ha sdoganato questa danza dozzinale, il punto che riguarda la questione è quello che vede due realtà che sono due piani diversi e in qualche modo interagiscono.

La guerra delle etichette che si fa in politica, non può essere considerata alla stregua del discorso "etichette" cui si approfitta - giustamente o ingiustamente - in un contraddittorio comune.

In politica ha un significato che non riguarda quello, ad esempio, che può avere all'interno di un forum come questo o al Bar. Qualche puntino sulla "i" da mettersi assolutamente in questa discussione, era andato perso.
C'è chi scrive i propri pensieri e chi "punta" l'altro perché, che ne so, sarà complessato!
I social evitano a chi puzza, a chi ha la forfora, chi ha denti "problematici", a chi ha spesso il fiato cattivo, a chi nella PRATICA è un "fallito" di evitare di mettersi in discussione....

Il cicciaBomba...il quattrocchi, il balbuziente...in un social...è mascherato...e benedetto da un anonimato strisciante...ma le sue "vibrazioni" si notano nella scelta delle parole...anni..dal averlo davanti nella sua interezza reale!

Non faccio nomi...{il mio Avatar..son io a 25anni} ma quando vedi un Avatar di una bellissima donna...sei forviato...(come uomo)..le parole poi..(ho lavorato come ghost writer..qualcosa so!)
Già i politici che si "modernizzano" usando questi mezzi, utilizzano professionisti (poco all'altezza a mio avviso..) per "interagire" con l'elettorato...

Insomma siamo nel 2016 e pur avendo davanti l'evidenza, discutiamo per cercarla!

Slobbysta ..Ante◆Ater

Quoting Calvero:


Quote:

sente una enorme discrepanza tra ciò che penso e ciò che vedo.



«Tra ciò che so e quel che so di loro.» Ecco, la metterei così.

Non credo che "il pensare e il vedere" siano corretti come termini per identificare il linguaggio della mente, in questa discussione voglio dire.

qui entra in ballo un altro fattore. quando dico "vedo" è ovvio che per precisione sarebbe da dire "ciò che penso sia la realtà di chi mi circonda". ma ciò che io penso sia la realtà è di fatto per me la realtà, che è ciò che "vedo". perchè sono visivo. se fossi uditivo o cinestesico, direi ciò che "sento" o "ascolto" e ascoltare sarebbe termine più appropriato, perchè si tratta prevalentemente di discorsi. ma per me i discorsi sono immagini, quando parlo traduco immagini. i suoni sono ottimi per memorizzare le cose, ma mi non funzionano per capire.


Quote:


La superiorità, o meglio - il sentimento di superiorità riguarda l'ego.
La consapevolezza, non riguarda l'ego.

no, non è corretto. ho detto che è un meccanismo di autodifesa, quindi riguarda la debolezza dell'ego, semmai.


Quote:


Non che tu stia dicendo cose sbagliate, anzi, sto ascoltando attentamente.

grazie. apprezzo le precisazioni che fai.

cmq è il contesto apparente che conta. la mente continua ad adeguarsi a quello. mettiamo che sei su una griglia di quelle che per strada coprono i piani sotto terra di un palazzo: di norma la griglia è talmente fitta che camminando vedo solo un supporto metallico, ma se mi fermo a guardare tra le maglie, qualcosa mi dice "pericolo". Allora faccio come tutti e guardo avanti il cervello si calma, si adegua al contesto e la mente si dimentica che ha un buco sotto il culo. se fossi intelligente ci girerei intorno.


Quote:

Non che tu stia dicendo cose sbagliate, anzi, sto ascoltando attentamente.

"vedi" o meglio, "senti" nel tuo caso, la differenza tra te e me nel percepire la realtà?
tu ascolti, io vedo. se sbaglio delle parole per me è errata traduzione, ma l'immagine resta la stessa. per te è fondamentale un linguaggio corretto. che è anche giusto se ci si vuol capire senza ambiguità.
@Anteater

Quote:

Non faccio nomi...{il mio Avatar..son io a 25anni} ma quando vedi un Avatar di una bellissima donna...sei forviato

ego :hammer:


Quote:

Insomma siamo nel 2016 e pur avendo davanti l'evidenza, discutiamo per cercarla!

per la precisione, discutiamo per accettarla.

Quoting manneron:

qui entra in ballo un altro fattore. quando dico "vedo" è ovvio che per precisione sarebbe da dire "ciò che penso sia la realtà di chi mi circonda". ma ciò che io penso sia la realtà è di fatto per me la realtà, che è ciò che "vedo". perchè sono visivo. se fossi uditivo o cinestesico, direi ciò che "sento" o "ascolto" e ascoltare sarebbe termine più appropriato, perchè si tratta prevalentemente di discorsi. ma per me i discorsi sono immagini, quando parlo traduco immagini. i suoni sono ottimi per memorizzare le cose, ma mi non funzionano per capire.



Riformulo:

Il tuo cervello sublima e processa la realtà esterna (sia essa di pensiero o d'azione), cioè, alla fine del percorso percettivo: come cosa corrispondente a ciò che ha trasformato in sapere e ciò che lui ritiene [il cervello] gli altri sappiano. In sostanza, anche in questo momento, tu - SAI di te - ciò che sai e - SAI di me - ciò che sai (perdona il gioco di parole, ma è meglio scriverla così).

Quel che dici è corretto, ma siccome l'analisi che hai portato discute di ciò che produce o può produrre un dato sentimento in conseguenza di elaborazioni, ecco che in quel momento, la tua considerazione si esprimerà attraverso ciò che ritieni di sapere e ciò che ritieni che gli altri sappiano.


Quote:



no, non è corretto. ho detto che è un meccanismo di autodifesa, quindi riguarda la debolezza dell'ego, semmai.

Mi sono spiegato male.

Sì, è anche un meccanismo di difesa. E sì, è anche una debolezza dell'ego.

Ciò che tengo a dire per comprendere la questione è che il sentimento che s'identifica con la superiorità può trarre origine dal medesimo sapere e che, per capirsi ancora meglio: due persone possono aver eseguito ed elaborato lo stesso processo e le medesime esperienze ed essere arrivati alle identiche conclusioni e lì dove uno si sentirà o riterrà di essere superiore, l'altro prenderà semplicemente atto.

Cioè, per dire cosa?

Per dire che se si parla di psicologia di massa, in realtà non stiamo parlando propriamente di psicologia di massa, ma di cosa può condurre ad abbracciarla - così come a ripudiarla.

Ergo:

- un vero sentimento di superiorità non credo che si adeguerà alla massa, così come non si adeguerà colui che è consapevole. La differenza consisterà nel valore che verrà dato a quell'interazione e come si interagirà con l'elemento massa/volgo.

Siccome soprattutto oggi, il volgo è più volgo di tempi barbari, ecco che probabilmente ritengo vi siano/saranno pochissime eccezioni tra la massa, di coloro che sono lì in nome di un adeguamento - dalla - loro presunta o effettiva superiorità.


Quote:


grazie. apprezzo le precisazioni che fai.

No no, non precisazioni :-D Contributi. Sbagliati o giusti che siano.


Quote:


cmq è il contesto apparente che conta. la mente continua ad adeguarsi a quello. mettiamo che sei su una griglia di quelle che per strada coprono i piani sotto terra di un palazzo: di norma la griglia è talmente fitta che camminando vedo solo un supporto metallico, ma se mi fermo a guardare tra le maglie, qualcosa mi dice "pericolo". Allora faccio come tutti e guardo avanti il cervello si calma, si adegua al contesto e la mente si dimentica che ha un buco sotto il culo. se fossi intelligente ci girerei intorno.

Ottima immagine.

Però io metto un distinguo o forse, aggiungo un fattore. Non so.

Comunque:

Il protocollo di preservazione della specie.
Non ritengo che l'intelligenza sia più o meno considerabile, in rapporto cioè a un pericolo. Poiché il cervello analizza un pericolo in senso probabilistico. In realtà fa una cosa intelligente [continuando a camminarvi sopra], evitando così di andare/rimanere troppo spesso in allarme. Il cervello sa che ciò è/sarebbe deleterio. Non per niente la paranoia è un problema, che, per farti capire cosa voglio dirti, in sostanza tu stai dicendo che la paranoia (in questi termini) è una dimostrazione di intelligenza. Ma non è così.


Quote:


"vedi" o meglio, "senti" nel tuo caso, la differenza tra te e me nel percepire la realtà?
tu ascolti, io vedo. se sbaglio delle parole per me è errata traduzione, ma l'immagine resta la stessa. per te è fondamentale un linguaggio corretto. che è anche giusto se ci si vuol capire senza ambiguità.

Forse sopra mi sono spiegato meglio. Spero

Quoting sfruc:


Gli altri non esistono come categoria separata. Siamo tutti noi, sociologicamente, "volgo" manzoniano perché soggetti volontari (ripeto: volontari) a una subcultura di atomizzazione sociale, sradicamento affettivo e simbolico, individualismo ipercompetitivo volto alla compulsione consumistica e (apparentemente) auto-affermativa.



Che gli altri siamo noi è quello che ho scritto a Tianos. E' ben per quello che, secondo me, ci vuole rispetto. Poi, a tutti capita di generalizzare anche solo per semplicità. Basta non prendersi troppo sul serio.


Quoting Calvero:


Facevi prima a riconoscere che hai imbastito una critica farlocca da ignorante (parole tue) senza capo né coda



Come vuoi Calvero. Tu si che ti distingui dal volgo.

Quoting wendellgee:



Come vuoi Calvero. Tu si che ti distingui dal volgo.



Wendellgee, sai cosa ti dico? che se fossi al posto tuo, dopo l'esemplare spiegazione di Sfruc, avrei "preso incartato e portato a casa" e ti consiglio anche di evitare di dire cose tipo "che è quello che avevo detto io prima" :-D non vorrei che Sfruc ti desse un'altra esemplare ********** ... [inserire termine a scelta]

... dai, finiscila qua e goditi la compagnia ;-)

Quoting Calvero:


Wendellgee, sai cosa ti dico? che se fossi al posto tuo, dopo l'esemplare spiegazione di Sfruc, avrei "preso incartato e portato a casa" e ti consiglio anche di evitare di dire cose tipo "che è quello che avevo detto io prima" :-D non vorrei che Sfruc ti desse un'altra esemplare ********** ... [inserire termine a scelta]

... dai, finiscila qua e goditi la compagnia ;-)




Quoting Tianos:


waoow triplo post^^
Non si etichetta l'altro come,volgo servo ecc, lo siamo noi stessi.




Quoting wendellgee:


Anch'io credo di appartenere alla base della piramide sociale ed è proprio questa consapevolezza che mi ricorda (non sempre) di rimanere umile verso gli altri.




Quoting sfruc:


Gli altri non esistono come categoria separata. Siamo tutti noi,




Quoting wendellgee:


Che gli altri siamo noi è quello che ho scritto a Tianos. E' ben per quello che, secondo me, ci vuole rispetto. Poi, a tutti capita di generalizzare anche solo per semplicità. Basta non prendersi troppo sul serio.




Sul resto del commento di sfruc (che segue) mi permetto di dissentire. Ognuno è libero di giudicare il mondo come vuole ma, sempre secondo me, questo non è un punto di partenza molto costruttivo.


Quoting sfruc:

"volgo" manzoniano perché soggetti volontari (ripeto: volontari) a una subcultura di atomizzazione sociale, sradicamento affettivo e simbolico, individualismo ipercompetitivo volto alla compulsione consumistica e (apparentemente) auto-affermativa. In questo contesto di vacuità regressiva (ossia vacuità non-zen o pre-zen) ci lasciamo sommergere dall'alluvione dei segni e dei messaggi, che durano quanto una singola pulsione al consumo e sono tutti fungibili, perciò destinati a una rapida obsolescenza e a un'altrettanto immediata (e friabile) sostituzione.
Siamo tutti parte di una poltiglia comunicativa senza gerarchie interiori - quelle che ciascuno di noi dovrebbe soggettivamente stabilire - che non siano riducibili alla veloce fruibilità di un'apparente soddisfazione immediata; sommersi, volontariamente, da una glorificazione dell'istante che nulla ha in comune con lo "stare nel hic et nunc" del saggio tradizionale, da un'attenzione sempre scissa e parziale, perciò priva di profondità. Ci siamo espansi in orizzontale, perdendo il pensiero verticale. Quello simbolico e argomentativo.
Che poi dietro tutto questo scenario vi sia un perfetto piano élitistico di sfruttamento (anche) della tecnologia a fini di potere, un piano ben definito sulla base di approfonditi (questi sì, profondi) studi comportamentali della massa, non toglie a noi, volgo, la responsabilità di aderirvi acriticamente.
Possiamo parlare di noi - tutti noi - come volgo così come Canetti parlava della massa, che associava alla muta di cani. Massa che Pasolini non a caso detestava, nutrendo sempre più flebili speranze nella nozione di popolo, ossia di comunità autocosciente.

Peccato ti sia dimenticato che hai detto che non sai né ti interessa sapere, quindi non rompere i coglioni e prenditi la responsabilità delle tue affermazioni ;-)

Quando ammetterai di aver fatto il furbo, ribatterò punto su punto, e ti dimostrerò che hai anche torto.

Quoting Calvero:

Peccato ti sia dimenticato che hai detto che non sai né ti interessa sapere, quindi non rompere i coglioni e prenditi la responsabilità delle tue affermazioni ;-)

Quando ammetterai di aver fatto il furbo, ribatterò punto su punto, e ti dimostrerò che hai anche torto.



Io non ho capito né in cosa ho torto né in cosa ho fatto il furbo. Il significato del mio intervento, lo ribadisco, è contro le etichette tipo "volgo", "italiota", etc. etc. perché non credo che siano rispettose del gruppo di persone (peraltro noi stessi) a cui vogliamo rivolgerci. Forse però ho capito che ti sto sui coglioni perché non è la prima volta che mi dai addosso.
"L'unica cosa che ci si domanda a questo punto è la seguente: esisterà ancora, fra 20 o trent'anni, qualcuno in grado di costruire un ragionamento solido, logico e ben argomentato, oppure le generazioni che ci seguiranno sono già condannate fin da oggi ad esprimersi con semplici etichette e contro etichette?"

Provo ad azzardare anche un'altra ipotesi: può essere che questa degenerazione cognitiva sia una conseguenza della enorme mole di informazioni che le nuove genrazioni subiscono. Ogni ragazzo di oggi riceve talmente tante informazioni dal suo smartphone che forse il suo cervello, come meccanismo di difesa, ne fa una drastica selezione.
A quel punto il pensare "per parole chiave" potrebbe diventare un'abitudine, da cui tutti i problemi evidenziati.

Un esempio lo vedo negli articoli di Grillo, dove ci sono le parole chiave in grassetto in modo da favorire chi non ha intenzione di leggere tutto.
Forse senza quelle parole in grassetto (che certamente non sono lì a caso) verrebbero scelte delle altre parole chiave, portando le persone di cui sopra a non capire il discorso nemmeno a grandi linee.
Rolly se non vuoi essere "etichettato"in quel 47%di analfabeti funzionali cancella circonciso e scrivi conciso