Il copione si ripete, sempre identico a sè stesso: il nemico islamico compie una azione altamente disdicevole, orripilante, ingiustificabile, e ad Israele “tocca” reagire, con il triplo della forza naturalmente.
E’ successo il 7 ottobre, quando Israele “non riuscì a prevedere” l’attacco di Hamas, che fece più di mille morti, e fu quindi “costretto” a reagire, spianando Gaza e facendone almeno 40.000, di cui più della metà donne e bambini.
E sta succedendo adesso con il razzo caduto sul campo di calcio di Majdal Shams, vicino al confine libanese, che ha ucciso una dozzina di ragazzini della comunità drusa. Lo scandalo sta montando velocemente in Israele, con la retorica pompata a mille dei poveri ragazzi innocenti trucidati da Hezbollah, e ciò servirà a giustificare una massiccia operazione militare israeliana in Libano, già pianificata da tempo.
Questa è la testimonianza del medico americano Mark Perlmutter, che è stato a Gaza due mesi fa, andata in onda nei giorni scorsi sulla CBS americana.
Una notizia pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz costituisce la prova più significativa che Israele ha ucciso i propri cittadini nel tentativo di impedire ai combattenti di Hamas di tornare a Gaza dopo l'operazione armata del gruppo palestinese.
La "direttiva Hannibal" è stata emanata già alle 7:18 del mattino del 7 ottobre, e ordinava alle forze israeliane di uccidere i propri soldati e civili, se necessario, trasformando il proprio territorio in una "zona di sterminio". Lo ha riferito, ieri, il quotidiano israeliano Haaretz.
"I documenti ottenuti da Haaretz, insieme alle testimonianze di soldati e ufficiali di alto e medio grado dell'esercito [israeliano], rivelano una serie di ordini e procedure ricevute dalla Divisione Gaza, dal Comando Sud e dallo Stato Maggiore fino al pomeriggio del 7 ottobre - dettagli che rivelano quanto sia stato esteso l'uso della procedura Hannibal durante le prime ore dell'attacco di Hamas, e in vari punti dell'area circostante", ha spiegato il media ebraico.
In Israele hanno deciso che è meglio non guardare sotto il tappeto.
Dopo lunghe contestazioni, la suprema Corte di Giustiza di Israele ha ordinato al supervisore nazionale (una specie di commissario d’inchiesta), Matanyahu Englman, “di sospendere qualunque aspetto della sua indagine sui fallimenti relativi agli attacchi di Hamas del 7 ottobre che riguardano l’IDF e lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence nazionale”.
In altre parole, Israele non vuole sapere come abbia potuto Hamas attraversare così facilmente le barriere che circondano Gaza, arrivando indisturbati fino ai kibbutz indifesi, senza incontrare alcuna resistenza da parte dell’esercito israeliano.
Come tutti sanno infatti, se c’è una zona iperprotetta e impenetrabile al mondo è proprio la barriera di Gaza. E se c’è un esercito al mondo che eccelle nell’utilizzo dei più sofisticati sistemi di sorveglianza esistenti, quello è certamente Israele.
Una vittoria di Donald Trump alle elezioni di novembre rappresenterebbe di sicuro un forte cambiamento nella situazione geopolitica mondiale, con una probabile riduzione del supporto americano per la guerra in Ucraina - e per tutte le guerre in generale. Nella scorsa presidenza (2016-2020) Trump ha dimostrato di non essere un guerrafondaio al servizio del Deep State, e nulla fa pensare che dovrebbe comportarsi in modo diverso nella nuova presidenza.
Ma c’è qualcuno che rischia di pagare a carissimo prezzo questa nuova, eventuale presidenza di Donald Trump, ed è il popolo palestinese.
Pare infatti che Donald Trump sia disponibile ad appoggiare la definitiva annessione della Cisgiordania allo Stato di Israele.
Una delle più stupefacenti capacità dell’uomo è quella di mentire a sè stesso.
Gli esseri umani imparano fin da piccoli che dire una bugia è spesso una scorciatoia per evitare punizioni o giudizi negativi. Quello che invece i bambini non imparano, da piccoli, è mentire a sè stessi. Non ne hanno bisogno. Se hai rubato la cioccolata, è sufficiente dire alla mamma che “non sei stato tu”, ma non hai alcun bisogno di mentire a te stesso per giustificare la tua azione: tu sai che l’hai rubata, e ti sta bene così (anzi, ti senti persino furbo, per averla sfangata).
Questo accade perchè il bambino non ha dei principi morali a cui deve rispondere. Lui ha solo voglia di cioccolata, e se riesce a soddisfare quella voglia evitando le punizioni, lui è a posto così.
Solo più avanti nell’età, quando cominci ad acquisire anche dei valori morali, cominci a provare dei conflitti interni per le azioni negative che compi. Ed è a quel punto che scatta la necessità, a volte, di mentire a sè stessi.
Chiedo scusa, nell’articolo di oggi ho commesso un errore. Mentre il video delle soldatesse israeliane è stato rilasciato ieri, la smentita della Reuters si riferisce ad una situazione precedente, risalente allo scorso novembre (la data dell’articolo è 8-11-23).
Abbiamo quindi una situazione simile a quella descritta oggi (con un “errore di traduzione” relativo ai presunti “stupri” da parte di Hamas), ma la smentita non si riferisce al caso odierno.
Resta ovviamente il problema della “interpretazione” data dal TG7 nel servizio di ieri, quando hanno parlato di “primi accenni dell’incubo delle violenze sessuali” senza che ne esista la minima prova.
Segue l’articolo originale
Nel settembre 1973 un aereo dei servizi segreti italiani - sigla Argo 16 – viene usato per riportare in Libia dei terroristi arabi sospettati di pianificare un attentato in Italia contro un aereo passeggeri israeliano in partenza da Fiumicino. La restituzione dei terroristi fa parte di un accordo segreto (conosciuto come “Lodo Moro”) fra il governo italiano e l’OLP di Arafat: restituzione di eventuali terroristi catturati, in cambio di una “immunità” da attentati sul suolo italiano. Ma questa restituzione fa infuriare il Mossad, che aveva contribuito proprio alla cattura dei terroristi coinvolti, segnalando le loro azioni ai servizi italiani.
Due mesi dopo, Argo 16 si schianta a terra subito dopo il decollo dall’aeroporto di Venezia. Le cause del disastro non sono chiare. A bordo c’era lo stesso equipaggio che aveva riportato in Libia i terroristi arabi due mesi prima.
Guardate l’immagine qua sotto: non è Montreal, non è Kyoto, non è Abu Dhabi. E’ Gaza, come Netanyahu vorrebbe che diventasse dopo la fine della guerra.
L’immagine è tratta da un documento pubblicato alcuni giorni fa dal PMO israeliano, ovvero l’Ufficio del Primo Ministro (Benjamin Netanyahu), che contiene un “piano per rivitalizzare l’economia di Gaza” dopo l’invasione militare.
In un solo giorno, il regime di Tel Aviv si è macchiato di una violazione massima delle Convenzioni di Vienna che rappresenta un vero e proprio atto di guerra - il bombardamento del consolato dell'Iran sul territorio sovrano siriano - e poi ha colpito il convoglio dove viaggiavano gli operatori umanitari di un'associazione, la World Central Kitchen, impegnata a fornire aiuto ad una popolazione allo stremo. Per chi non conoscesse lo stato della popolazione di Gaza in questo momento, le valutazioni dell’ICP (classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare), ha recentemente rilevato "come il 70% degli abitanti di Gaza nel nord (circa 210.000 persone) si trovano ad affrontare la Fase 5 dell’insicurezza alimentare, cioè la catastrofe.
Ieri tutto il mondo si è ritrovato ad applaudire la risoluzione dell’ONU che finalmente – grazie alla “sorprendente” astensione degli USA - impone un cessate il fuoco a Gaza. Israele ovviamente si è detto “inorridito” da questo voto.
Peccato che la risoluzione di ieri – pur essendo del consiglio di sicurezza, e quindi vincolante – a Netanyahu faccia un baffo. Come d’altronde ad Israele hanno fatto un baffo TUTTE le risoluzioni dell’ONU che, dal 1967 in poi, imponevano allo stato sionista di restituire i territori occupati.
Israele se ne fotte delle risoluzioni ONU, questo ormai lo sanno anche i sassi.
Quindi, a cosa è servito il voto di ieri, con la “strategica astensione” degli Stati Uniti?
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