Chi si occupa di complotti lunari conosce molto bene Bill Kaysing. Fu lui infatti il primo a sollevare dubbi sull'autenticità delle missioni Apollo, quando pubblicò il suo libro "We never went to the Moon" ("Non siamo mai andati sulla Luna"), nel 1977. Da allora, Kaysing è considerato a buon diritto il padre della teoria del "moonhoax". Ma il ruolo di Kaysing come "complottista" ha rappresentato solo una parte minima della sua vita. In realtà quest'uomo ha incarnato il prototipo del cittadino che rifiuta un sistema che vorrebbe a tutti i costi inglobarlo, condizionarlo e renderlo schiavo, riuscendo comunque a condurre un'esistenza dignitosa, allegra e priva di compromessi. E' questo ciò che emerge dalla biografia "Bill Kaysing, la penna più veloce del West", scritta da Albino Galuppini. Nato nel 1922 a Chicago, Kaysing era stato assunto nel 1957 alla Rocketdyne, l'azienda aerospaziale che costruì i razzi propulsori per le missioni Mercury, Gemini e Apollo. A 35 anni Kaysing poteva considerarsi un uomo "arrivato": aveva una moglie, due figlie, due automobili, un buono stipendio e una villetta unifamiliare. Ma fu proprio in quegli anni che un tarlo iniziò a rodergli il cervello. E' questo tutto quello che voglio dalla vita? - si domandava sempre più spesso Kaysing. Egli infatti aveva fatto due conti, ...
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