Claudio Moffa: Rompere la gabbia. Sovranità monetaria e rinegoziazione del debito contro la crisi, Arianna Editrice, Bologna 2014
Recensione di Enrico Galoppini
La “gabbia” che Claudio Moffa col suo saggio pubblicato da Arianna Editrice invita a “rompere” non è quella dell’euro, se con ciò s’intende una ‘romantica’ operazione di “ritorno alla lira”.
Come recita il sottotitolo nella copertina di "Rompere la gabbia", la questione cruciale è quella della sovranità monetaria, che il docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici all’Università di Teramo auspica venga ristabilita al più presto, in Italia e negli altri Paesi occidentali, per uscire dall’attuale “crisi”.
Esiste tuttavia un ostacolo insormontabile: la mancanza di volontà da parte di un ceto politico ed una classe dirigente che nel migliore dei casi, quando non si tratta di personaggi collusi e a libro paga, s’illudono che l’attuale abnorme finanziarizzazione dell’economia e della vita degli Stati nel suo complesso possa durare ancora a lungo senza ridurre la stragrande maggioranza nelle persone in una schiavitù che la ‘gabbia’ del titolo di quest’opera evoca al meglio.
Per procrastinare quest’inevitabile esito, già in parte realizzatosi, questi cosiddetti politici delle moderne “democrazie”, su imbeccata dei loro padroni e dei media di loro proprietà, si sono inventati l’ondata di “antipolitica” e la “crisi”.
Ma la “crisi” non è il risultato di “sprechi” e “ruberie” (che pure ci sono), come vorrebbe farci intendere anche tutta una saggistica interessata che ha preso a bersaglio l’ormai celebre “casta” e non il mondo della grande finanza speculativa.
Perché se di “casta” si deve parlare, essa va cercata tra quell’élite, invero ristretta e potentissima, dei “signori del denaro”. [...]
Lettera di un ragazzo omosessuale, che si domanda che cosa ci sia dietro all'improvvisa apertura verso i gay in tutto il mondo.
Ciao Massimo, sono un tuo accanito lettore, appena sento una notizia al tg che mi puzza, corro su LuogoComune per vedere se hai pubblicato qualcosa a riguardo. Volevo farti i complimenti perché penso che il tuo lavoro sia molto importante per garantire la libertà di pensiero e di espressione che sempre più spesso sono in pericolo in una società come la nostra, all’apparenza democratica, ma che in realtà viola costantemente i diritti che afferma di garantire. Ti scrivo questa mail perché volevo denunciare una situazione che secondo me sta raggiungendo ultimamente l’apice della vergogna. L’argomento è diverso da quelli che solitamente tratti, ma le tecniche di disinformazione sono sempre le stesse. La verità viene nascosta, chi prova a contestare la tesi ufficiale viene messo a tacere. La stragrande maggioranza della popolazione vive nella più completa e totale ignoranza a riguardo. L’argomento di cui voglio parlarti è l’omosessualità, io sono una voce fuori dal coro, anzi fuori da tutti i cori.
Cominciamo dal dire chi sono: sono un ragazzo di 22 anni, ho avuto relazioni con entrambi i sessi e ho vissuto nel cosiddetto “ambiente gay” per anni, nonostante la mia giovane età. A chi mi chiede con chi mi vedo in futuro, rispondo con una donna, nonostante non mi vergogni del mio passato e non me ne penta. Premetto che non penso di avere la verità in tasca e quello che dirò è frutto di miei ragionamenti, non solo miei per fortuna, e si basa anche sulla mia esperienza personale.
Vorrei trattare principalmente due questioni riguardo all’omosessualità:
1) Da qualche decina d’anni nel mondo occidentale si è assistito ad una grande apertura verso il mondo LGBT (Lesbiche - Gay – Bisessuali – Transgender), è frutto di un rinnovato sentimento filantropico o c’è dell’altro?
2) Ambienti gay: sono davvero così “normali”?
Partiamo dal primo punto. Sempre più spesso nelle serie tv e nei film si vedono personaggi gay, ...
Intervista di ReOpen911 a Massimo Mazzucco, regista di "11 settembre - La nuova Pearl Harbor". Parigi, 13 settembre 2014.
Traduzione dell'intervista
Nel 2006 ho avuto la possibilità di mostrare il mio primo film sull'11 settembre alla televisione italiana. Questo ha creato una grande confusione, un grande dibattito, una grande discussione che è continuata per due anni su tutti i media italiani più importanti. Da quel giorno in poi, tutti in Italia sanno che ci sono dei problemi con la versione ufficiale dell'11 settembre.
E' un peccato che un dibattito del genere qui in Francia non sia ancora avvenuto. Sarebbe davvero bello se un giorno anche la Francia, il grande paese della libertà, eguaglianza e fraternità, ...
Hangout con Giulietto Chiesa, Massimo Mazzucco e altri ospiti sulla situazione internazionale. (Per chi ha poco tempo suggerisco di ascoltare l'intervento di Giulietto Chiesa che iniza al minuto 29).
di Riccardo Pizzirani
[size=large]Le esercitazioni dell’Undici Settembre[/size]
Quando un evento grande e complesso come l’undici settembre viene esaminato in lungo e in largo, è perfettamente naturale che emergano delle coincidenze e anche qualche piccola contraddizione. Succederebbe anche in una giornata come tutte le altre, se ci si dedicasse l’attenzione, il tempo e l’energia che sono stati spesi per analizzare gli eventi di quel giorno. E’ però altrettanto vero quello che dicono gli investigatori americani: un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova. Ma una prova di cosa, eventualmente? Beh, come spiega il ricercatore Webster Tarpley le esercitazioni sono il perfetto cavallo di troia per un piccolo gruppo di cospiratori che voglia condurre un evento false-flag sul proprio territorio. Questo per vari motivi: prima di tutto, proprio per il modo con cui funzionano le esercitazioni: due schieramenti, un blue team di difensori che compone la stragrande maggioranza dei militari coinvolti, che si sta addestrando e si aspetta di essere attaccato, e dall’altro lato un red team di pochi attaccanti che cerca di metterli alla prova. E’ solo all’ultimo momento che si passa dall’esercitazione all’atto terroristico vero e proprio, quindi se qualche operativo del complotto viene intercettato e scoperto, può sempre dire che faceva parte del red team dell’esercitazione e può farla franca, e magari continuare anche il suo compito. Secondo punto, un cospiratore può aprirsi strade che normalmente gli sono precluse, sia facendo leva sulla confusione che si genera durante un esercitazione, sia sulla maggiore autorità che temporaneamente gli viene assegnata. Ultimo, ma non meno importante, tutte le forze di reazione e soccorso sono già dispiegate, e un gruppo di cospiratori altolocato può quindi controllare anche gli eventi che seguono l’attacco, nascondendo o distruggendo le prove e ostacolando le prime investigazioni. Questo articolo intende ricapitolare e analizzare nel dettaglio le numerose esercitazioni civili e militari che si tennero prima e durante l’undici settembre, mettendole nel contesto degli eventi di quel giorno, in modo che ciascuno possa valutare autonomamente se è legittimo pensare ad un complotto, o se è più ragionevole concludere che si sia trattato semplicemente di coincidenze.
Iniziamo però con lo sfatare un vecchio mito: quello che gli attacchi non fossero prevedibili.
[size=large]“Nessuno poteva prevederlo”[/size]
Come sappiamo dalle affermazioni dirette del Presidente e degli altri membri del governo e delle Forze Armate, gli attacchi del 9/11 non potevano essere previsti, anzi nemmeno ipotizzati:
“Mai i processi mentali di chiunque su come proteggere l'America hanno ipotizzato che i malfattori avrebbero fatto schiantare non uno, ma quattro aerei commerciali contro obiettivi preziosi degli Stati Uniti - mai.”
Presidente G.W.Bush, sito web della Casa Bianca (16 settembre 2001)
Parigi 12 Settembre - ore 19
La Salle Multimédia Du Quartier De L'Opéra
11 bis, rue Scribe, 75009 Paris 9e - Opéra
Proiezione del film "11-septembre : Le Nouveau Pearl Harbor" di Massimo Mazzucco (Vers. francese, 3 ore) organizzata da ReOpen911.
Seguirà un incontro con il regista, che risponderà alle domande del pubblico.
Locandina
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S. Francisco 11 settembre - Oakland 9/11 Film Festival
Proiezione del film "September 11 - The New Pearl Harbor"
Locandina.
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Chi vuole può firmare la petizione di Architects & Engineers per il Parlamento americano a favore di una nuova indagine sul 9/11. Potete firmare come "General Public" o come "Architetto/Ingegnere". Grazie.
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Pandora TV ha aperto una nuova sezione dedicata all'11 settembre.
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Ieri sera ho partecipato ad un "hangout" sulla questoine Ucraina, prodotto da HRN Live. Erano presenti Ernesto Taveri (CEO di aziende ad Hong Kong), Riccardo Gramegna (presidente della associazione internazionale Ghandi in Action), Daniele Ricci, Laura (nikita), Raffaele Mori Ubaldini (moderatore), Gian Paolo Vettorello. Molto interessante l'intervento di apertura di Taveri (13:50) sulla situazione geopolitica internazionale. (M.M.)
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