(La 1a parte e 2a parte del video sono all'interno - I commenti alla 3a parte iniziano qui).
Al di là della valenza politica che può avere all'interno dell'11 settembre, il caso del volo 93 rappresenta comunque un mistero affascinante, perché risulta difficile formulare una teoria completa, che sia in grado di spiegare tutti i dati conosciuti. In altre parole, che il volo 93 non sia mai caduto nella buca di Shanksville è chiaro per tutti, ma resta comunque da comprendere perché mai gli organizzatori dell'11 settembre avrebbero voluto mettere in piedi una sceneggiata del genere.
Sul destino effettivo del volo 93 ci sono molte teorie che rimangono aperte. Alcune di queste teorie si escludono a vicenda, altre invece si complementano fra loro. C'è chi è convinto che UA93 sia atterrato a Cleveland, come inizialmente riportato dalle TV locali (mentre veniva sostituito da un drone militare). C'è chi è convinto che il volo 93 abbia effettuato una "sostituzione" in volo con United 175, grazie ad una intersezione tutt'altro che casuale delle relative rotte di volo. C'è chi è convinto che tutti e quattro i voli siano stati fatti atterrare in una base militare (venendo nel frattempo sostituiti dai relativi droni) in modo da riunire tutti i passeggeri nello stesso luogo. Dopodiché questi passeggeri sarebbero stati ricaricati sul volo 93, che sarebbe poi stato abbattuto per liberarsi di loro. [...]
Sentite che bella storiella: un giorno un agente del FBI stava indagando sulla sicurezza con cui vengono mantenute certe informazioni nei computer dei pezzi grossi della C.I.A. (Se già state ridendo non preoccupatevi, siete sulla strada giusta). Scava che ti scava, questo agente ad certo punto scopre dei curiosi scambi email fra il generale Petraeus - attuale direttore della CIA - e una certa Paula Broadwell, la sua "biografa" ufficiale.
L'agente dell'FBI, forse inopportunamente, si mette a leggere queste e-mail, e scopre che purtroppo il grande generale ha avuto - o sta tutt'ora avendo - una bollente storia d'amore con la sua biografa.
"Ohibò" - dice l'agente dell'FBI - "Queste cose non si fanno, Petraeus è un uomo sposato!" E così l'agente corre a spifferare tutto al suo capo. Avviene così che in poco tempo cominci a girare, negli alti circoli di Washington, la voce che Petreus abbia una storia d'amore con la sua affascinante biografa.
A questo punto il buon generale capisce di essere stato scoperto, e decide di dare le dimissioni da direttore della C.I.A., prima che lo scandalo esploda in modo fragoroso. La Patria prima di tutto.
Petraeus consegna quindi la sua lettera di dimissioni al presidente, il quale però rimane talmete colpito dal fatto che un uomo così integro abbia commesso un errore del genere, che ci mette 24 ore prima di accettarle. Alla fine il presidente capisce di non avere altra scelta, e il buon Petraeus si avvia con mestizia verso il suo viale del tramonto anticipato.
Questa è la versione ufficiale del motivo per cui il capo della C.I.A. ieri avrebbe dato le dimissioni.
Facciamo ora due ragionamenti da salumiere: prima di tutto, non esiste al mondo che l'FBI possa veramente permettersi di frugare nei computer della C.I.A. a loro insaputa. [...]
(L'articolo originariamente si intitolava "Obama rieletto presidente").
Poche cose possono essere più istruttive che non seguire i commenti televisivi dei conservatori americani, per comprendere che cosa sia veramente successo nelle elezioni che hanno confermato alla presidenza Barack Obama.
Da circa 24 ore infatti tutti, assolutamente tutti, i think tank repubblicani stanno cercando un capro espiatorio su cui scaricare le colpe per la bruciante sconfitta nelle presidenziali di ieri.
"Non abbiamo scelto un candidato abbastanza conservatore", dicevano alcuni, riferendosi alle posizioni troppo moderate tenute da Mitt Romney nelle ultime settimane di campagna elettorale (quando cercava di conquistare il voto degli elettori indecisi, al centro dello schieramento). "Non abbiamo scelto un candidato abbastanza moderato" dicevano altri, riferendosi alle posizioni troppo estreme tenute da Mitt Romney nei primi mesi di campagna elettorale (quando cercava di conquistare la nomination repubblicana, corteggiando in modo spudorato gli estremisti del Tea Party).
"Abbiamo scelto un candidato che cambiava troppo spesso posizione", dicevano un po' tutti, riferendosi alle palesi contraddizioni in cui andava inciampando sempre più spesso Mitt Romney, ...
Quella che vedete in coda all'articolo è la scheda elettorale dello Stato della California. Anzi, è il manuale delle istruzioni che viene allegato alla scheda elettorale, per chi ha deciso di votare in California nella prossima tornata del 6 novembre.
Nella prima, seconda e terza pagina (che non abbiamo riprodotto), ci sono le istruzioni per votare il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti, con i vari senatori e deputati che la California manderà a Washington a partire dalla prossima legislatura.
Nella quarta e quinta pagina invece ci sono le famose "propositions", che sono più o meno dei referendum propositivi con valore a livello statale (non federale). Queste "Props" vengono allegate ogni volta alle elezioni in ciascuno dei 50 stati, dopo che è stato raggiunto il quorum di firme necessario per portarle al ballottaggio.
Naturalmente, ogni Stato avrà la sua serie di propositons particolare, diversa da tutte le altre. Alcuni stati possono averne anche 20 in una volta, altri stati possono averne soltanto una o due. Quella che presentiamo è la lista delle propositions della California, che per le elezioni del 2012 ne elenca circa una dozzina. Abbiamo tradotto le più interessanti, per capire più o meno di cosa si tratta. [...]
Una conseguenza certamente inattesa dell'uragano Sandy è stata il ritorno alla ribalta di un argomento che sembrava ormai morto e sepolto: il Global Warming. Talmente morto e sepolto, in realtà, che nel frattempo questo fenomeno aveva pure cambiato nome: oggi si chiama, nei "salotti eleganti" della televisione mainstream, "climate change".
Comunque sia, dopo Sandy diversi personaggi importanti si sono stufati di questo gioco di parole, e stanno cercando di riportare l'attenzione sul cuore del problema.
Il primo è stato il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, che ha dichiarato: "La questione del cambiamento climatico è lunga e complicata, e non è questa la sede giusta per affrontarla. Ma questo cambiamento climatico è una realtà, queste situazioni climatiche estreme sono una realtà, ed è una realtà il fatto che noi siamo vulnerabili. Possiamo anche non discutere gli aspetti politici della faccenda, ma resta il fatto che la frequenza di questi eventi meteorologici estremi sta aumentando. Non si può andare avanti all'infinito a ripetere che 'questo è un caso unico nella storia e non si ripeterà più'."
Irina, per chi l'avesse dimenticato, era solo dell'anno scorso.
Ancora più pesante è stato l'intervento del sindaco di New York, Bloomberg, ...
Ancora prima che l'uragano Sandy arrivasse sulla terraferma, circolavano già in rete i primi video "complottisti" che sostenevano come questo uragano fosse stato intenzionalmente gonfiato e pilotato dai soliti ignoti che amano passare la maggior parte del loro tempo in Alaska.
Ho provato ad esaminare con attenzione questi video, ma devo dire che la mancanza di chiarezza da parte di chi li ha preparati impedisce una valutazione oggettiva sulla natura più o meno artificiale di questo uragano.
Resta però il fatto che nelle ultime 48 ore diversi commentatori televisivi hanno parlato - più o meno incosciamente - di un "Godsend hurricane", di un "uragano mandato da Dio". Altri hanno parlato addirittura di una "October Surprise", intesa però in senso positivo: il beneficiario cioè sarebbe Barack Obama, che in questi giorni sta incassando il vantaggio enorme che gli deriva dall'essere comandante-in-capo di una nazione devastata, ancora una volta, da una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.
Oltre 1500 km di costa sono stati distrutti, fra la Virginia e il Massachussets, con lo stato del New Jersey che ne ha fatto più vistosamente le spese. Intere cittadine sono state spazzate via, la famosa "passeggiata" di Atlantic City non esiste più, ci sono ancora 3 milioni di persone senza corrente, ed in alcune città centinaia di famiglie sono rimaste imprigionate nei loro appartamenti, all'interno di caseggiati dai quali non possono uscire, e che nessuno per ora riesce a raggiungere.
Se però lasciamo momentaneamente da parte l'ipotesi del complotto, e guardiamo ai fatti oggettivi che si sono verificati ...
Non seguo da vicino la politica italiana, e non avrei nulla di particolarmente interessante da commentare sui mille battibecchi attualmente in corso fra i vari politici sulle elezioni siciliane.
Ma anche viste da lontano, queste elezioni stanno mettendo in mostra diversi fenomeni importanti.
Il primo è che la politica "classica" sta mostrando il solito ritardo endemico nel comprendere di avere a che fare con una forza politica decisamente nuova e diversa come il Movimento 5S.
Quando senti un Bersani commentare che Grillo "comunque c'é, c'é in modo serio", viene da domandarsi su quale pianeta abbia vissuto il segretario del PD fino a ieri. Le "curve" non sono una diavoleria satanica inventata da qualche stregone di passaggio, ma sono concetti matematici, molto precisi, che ti vengono insegnati fin dalle scuole medie.
E quando la "curva" di un movimento politico rimane costante per dozzine di mesi consecutivi, ...
di David Perry
Quello che stai guardando si chiama ExoStent. É fondamentalmente una benda comprimente che avvolge l'aorta ascendente ed applica una pressione esterna, rafforzando l'importantissimo vaso sanguigno nello stesso modo in cui si avvolge o si fissa un tubo ad alta pressione in una macchina o in una caldaia. È un miglioramento impressionante nella tecnologia medica, molto superiore del trattamento che va a sostituire, ed è stato inventato da un uomo con praticamente nessuna nozione medica per trattare la propria malattia.
[ l'articolo continua all'interno ]
Mi aveva stupito, due giorni fa, l'articolo di Libero con il quale si dava l'addio a Silvio Berlusconi, dicendo che "nonostante i vari errori commessi, resta comunque il numero uno".
Che strano - avevo pensato - si vede che per un attimo ha avuto un rigurgito di dignità, e forse ha capito che poteva anche smettere di imperversare sul palcoscenico della politica, prima di avviarsi definitivamente verso la vecchiaia.
Invece oggi è uscita la notizia che Berlusconi è stato condannato a quattro anni per frode fiscale, e non c'è voluto molto a fare due più due.
In realtà, l'aspetto più divertente tutta la vicenda è stato l'apprendere questa notizia dalla BBC e dal New York Times, testate che di solito vado a sfogliare prima di quelle italiane.
E così, quando sono finalmente arrivato sull'Ansa - centro di smistamento di tutti i mali del nostro giornalismo - ho scoperto che la vera notizia non era che Berlusconi fosse stato condannato, ma che questa fosse la notizia che spiccava in prima pagina su tutte le testate del mondo:
Come abbiamo detto tante volte, non ha grande importanza se negli Stati Uniti vince un presidente repubblicano oppure uno democratico.
Quello che rende le elezioni americane interessanti sono casomai gli spostamenti ideologici della gente che ogni volta sceglie di andare a votare. Costoro infatti "ci credono" fino in fondo, e quindi la scelta ideologica che esprimono indica comunque quelli che sarebbero i loro desideri, per quanto questi siano poi destinati a restare in gran parte insoddisfatti.
Quattro anni fa avevamo notato come la maggioranza degli americani fosse stata pronta ad accogliere alla Casa Bianca il primo presidente nero della storia, e questo era sembrato indicare una notevole maturazione rispetto al problema del razzismo, che negli Stati Uniti è sempre stato di primaria importanza.
Ma proprio per questa importanza, l'elezione di un nero la Casa Bianca ha anche scatenato l' "anima bianca" degli americani - quella schiavista, razzista e antiprogressista - che nel corso degli ultimi quattro anni si sono talmente coalizzati contro la figura dell'usurpatore nero da avere letteralmente trasformato il partito repubblicano.
Non sarà solo la Chiesa cattolica a passare alla storia per lo scandalo della pedofilia venuto alla luce una decina di anni fa fra i preti americani.
Un'indagine del Los Angeles Times ha rivelato che anche nella leggendaria organizzazione dei Boy Scouts il germe della pedofilia aveva attecchito in proporzioni devastanti, portando migliaia di ragazzini americani a cadere vittima di abusi sessuali da parte dei loro "istruttori" in pantaloni corti.
Che quella dei Boy Scouts fosse stata da sempre organizzazione che potesse favorire i casi di pedofilia non è una sorpresa per nessuno. Quello che sorprende sono le cifre che questo fenomeno sembrava aver assunto negli ultimi decenni del secolo scorso.
Pare infatti che la stessa dirigenza dei Boy Scouts mantenesse un archivio segreto, chiamato "perversion file", con i nomi e cognomi dei loro istruttori accusati di molestie sessuali. L'archivio elencava 1600 casi di molestia denunciati - di solito dai genitori dei ragazzini - fra il 1970 e il 1991. Ciascun caso era accompagnato dalle descrizioni dettagliate degli abusi subiti, spesso scritte a mano dagli stessi ragazzini che avevano subito le molestie sessuali.
Questo archivio naturalmente non serviva per denunciare i molestatori alla polizia, [...]
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