di Marco Cedolin
Dopo l'esaltazione per le magnifiche sorti progressive della nazionale di calcio e la batosta che ha riportato sulla (sotto?) terra il calcio italiano, finalmente si sta tornando a parlare di cose serie e cosa potrebbe esserci di più serio dello spending review? La riforma taglia e cuci che Monti assicura non essere una riforma, bensì solamente un'opera di potatura da portare avanti senza l'ausilio dell'acetta, sta scaldando gli animi dentro e fuori i salotti della politica.
Con i mestieranti tutti impegnati a recitare il ruolo imposto loro dal copione, si è dato il via al solito teatrino stantio, volto a dimostrare come esista una pluralità di vedute ed un serio confronto, fra il governo, i partiti politici e le forze sociali.
Ostentando un pensiero autonomo che purtroppo non possiede, Mario Monti ha buttato sul tavolo il pacchetto dei tagli prossimi venturi, i partiti hanno domandato chiarimenti su ciò che dovrebbe essere fin troppo chiaro, la Cgil e la Uil hanno promesso battaglie epocali (senza avere gli strumenti per portarle avanti) nel caso i 10mila licenziamenti vengano portati a termine. I giornali hanno buttato la notizia in prima pagina, proponendo approfondimenti di ogni genere che in realtà non approfondiscono nulla.
Tutti fingono di essere impegnati nel decidere la sorte del paese, ...
Nei classici film dell'orrore, c'è la donna che dorme in casa da sola, e improvvisamente viene svegliata da strani rumori che arrivano dal piano inferiore. Lei si alza spaventata, prende la torcia elettrica e scende silenziosamente le scale. Al piano inferiore tutto è buio, e tutto sembra normale. Noi palpitiamo con lei, mentre ispeziona con il cuore in gola tutti gli angoli della casa, una stanza dopo l'altra. Ma alla fine si scopre che era stato il gatto a far cadere un barattolo vuoto in cucina. Proprio nel momento in cui ci rilassiamo, e lei sta tornando a letto, da un angolo oscuro salta fuori l'assassino, facendoci sobbalzare sulla sedia.
Fino a ieri tutti aspettavamo da un momento all'altro un attacco di Israele all'Iran. Non si sentiva parlare d'altro che del "pericolo nucleare" iraniano, di sanzioni, e di possibilità di un attacco "preventivo" da parte di Israele, che avrebbe necessariamente coinvolto gli Stati Uniti nel conflitto.
Poi di colpo non si è sentito più nulla. E' come se l'Iran non esistesse più, è come se il suo "pericolosissimo" processo di arricchimento dell'uranio si fosse fermato di colpo, e da oggi gli iraniani avessero deciso di riscaldarsi tutti con la stufa a carbone.
E mentre noi ci rilassiamo, pensando che fosse stato soltanto il gatto in cucina, ...
Dopo un braccio di ferro durato quasi sei mesi, l'amministrazione americana ha dovuto finalmente scusarsi con il Pakistan per i soldati uccisi "per sbaglio", vicino al confine con l'Afghanistan.
L'impossibilità di continuare a rifornire regolarmente gli oltre 100.000 soldati presenti in Afghanistan, ma soprattutto l'impossibilità di organizzare un ritiro ragionevole di questo mostruoso esercito di invasione - a causa della chiusura del confine - ha obbligato Hillary Clinton ad alzare la cornetta del telefono e a chiamare il suo corrispettivo pakistano Khar.
"Ci dispiace per la morte dei militari pakistani - ha detto - e offriamo le nostre più sentite condoglianze ai loro familiari".
Tutto qui.
Per cavare queste 15 parole dalla bocca del ministro degli esteri americano ci sono voluti più di sei mesi di trattative, di offerte, ricatti e controricatti incrociati. Questo la dice lunga sulla mentalità che regna al Pentagono, ...
Una musichetta inquietante di sottofondo, teschi, candele nere e rosse sopra un tavolo.
Sulle pareti stelle a cinque punte e crocifissi rovesciati, mentre in sovrimpressione appaiono inquietanti figuri vestiti di nero, con capelli lunghi e trasandati, dallo sguardo truce. In questo modo inizia e si sviluppa ogni “servizio” che si rispetti trasmesso dalle televisioni nazionali, ogniqualvolta la cronaca nera riporta in risalto il tema del “satanismo”.
Ed irrimediabilmente, nell’immaginario collettivo, il satanismo si confina all’interno di questi elementi: si ha quasi l’impressione che incontrando un “satanista” per strada lo si riconoscerebbe subito, dal momento che se ne andrebbe in giro vestito di nero, con collane fatte di teschi e croci capovolte sul petto, mentre sottobraccio stringe una gallina pronta per essere sgozzata in uno dei suoi rituali.
Tutti questi aspetti, seppur romanzati, hanno a che fare col satanismo, ma di esso ne rappresentano solo una piccola parte, quella più prettamente scenografica, anche se non per questo meno pericolosa.
di Marco Cedolin
L'Italia di Prandelli vola in finale ai campionati europei di calcio, contro tutte le previsioni della vigilia, dopo avere battuto con merito la Germania, mentre l'Italia di Monti (che purtroppo é anche la nostra), continua ad inabissarsi ogni giorno di più, come ampiamente previsto, nelle sabbie mobili della povertà e della disgregazione sociale.
Il parallelismo potrebbe anche starci, se proposto con la consapevolezza che il calcio é un gioco, mentre la devastante situazione economica e sociale rappresenta la cruda realtà, del tutto priva di qualsiasi sfumatura ludica.
Quella consapevolezza che al contrario in questi giorni di canicola soffocante, sospesi a metà fra Scipione e Caronte, sembra essere venuta meno troppo spesso ed un po' a tutti i livelli, tanto nel mainstream quanto fra coloro che costruiscono, leggono e commentano l'informazione genuina su internet.
La pletora di mestieranti d'accatto che compongono le redazioni di giornali e TV.....
(Pubblicazione originale 28 giugno 2012)
Intervista a Webster Tarpley sulle recenti elezioni presidenziali in Egitto, vinte dal rappresentante della "Fratellanza Musulmana" Muhammad Morsi. Breve storia di questa organizzazione, dello scopo per cui fu creata, e dei suoi legami con i poteri occidentali (20 min.).
di Eugenio Benetazzo
Ho avuto modo di parlarne recentemente anche in televisione, l'argomento è chiaramente antipopolare, ma una volta spiegati i benefici che verrebbero generati il consenso è stato veramente notevole con elevato apprezzamento. La Health Tax (volgarmente la tassa sulla salute) rappresenta uno dei sette pilastri sui quali poggia il piano di rilancio dell'economia italiana che ho proposto nella speranza che qualche forza politica se ne faccia portavoce (il primo pilastro è costituito dagli OTIF). La Tassa sulla Salute nasce con lo scopo principe di eliminare la tanto odiata IRAP che contribuisce con i suoi 40 miliardi di gettito alla copertura della spesa sanitaria (112 miliardi stimati per il 2012). Chi fa impresa sa che cosa significa pagare l'IRAP, un'imposta che grava sulle aziende a prescindere dalla effettiva redditività conseguita (vi rimando al calcolo del relativo imponibile per comprenderla fino in fondo). L'IRAP non esiste negli altri paesi occidentali, se provi a spiegarla ad un giornalista straniero, ti guarda come se gli stessi facendo una candid camera. Si parla tanto di rilanciare il lavoro in Italia, ma con la presenza di una questa tassa è impossibile raggiungere questo fine.
Proprio l'IRAP è inoltre ad essere maggiormente responsabile di un Total Tax Rate in Italia di oltre il 60%. Non è possibile pertanto eliminare l'IRAP se non si individua una copertura finanziaria residua di oltre 40 miliardi di euro di gettito annuo. L'IRAP può essere pertanto solo sostituita da un'altra imposta per adesso. La mia proposta prevede l'istituzione della Health Tax appunto, ovvero una tassa che non colpisce chi crea lavoro, occupazione e gettito fiscale, ma casomai che colpisce tutti i contribuenti fisici ...
Ieri la Turchia ha invocato l'articolo 4 dell'accordo NATO, secondo il quale una nazione che si ritenga in pericolo ha diritto di chiedere una consultazione con gli alleati per decidere sul da farsi.
Il "pericolo" per la Turchia sarebbe rappresentato dall'abbattimento di un loro caccia da parte dei siriani, che sostengono che avesse violato lo spazio aereo nazionale, a dodici miglia al largo della costa siriana.
I turchi invece dicono che l'aereo si trovava nello spazio aereo internazionale, dove svolgeva una pacifica esercitazione di volo, e lamentano quindi il suo abbattimento - che sarebbe costato la vita ai due piloti - come un gesto ostile da parte dei siriani.
Nataralmente, si litiga sul solito mezzo miglio in più o in meno, che farebbe la differenza. Ma nessuno va "a fare le proprie esercitazioni pacifiche" a ridosso del confine nemico, in una zona particolarmente calda come quella, a meno che non cerchi intenzionalmente l'incidente militare.
A sua volta, nessuna nazione sentirebbe il bisogno di "consultarsi con i suoi alleati" per il semplice abbattimento di un proprio caccia, specialmente in un caso dove i sospetti che il loro caccia abbia violato intenzionalmente lo spazio aereo altrui sono molto forti. Ci si incontra a quattr'occhi, si chiarisce la faccenda, e di solito la cosa finisce lì.
Qui invece siamo di fronte alla classica provocazione, da parte dei turchi, ...
di Marco Cedolin
Non era mai accaduto dalla fine della guerra fredda, che alla campagna elettorale per il voto all'interno di uno stato sovrano, partecipassero con tanta enfasi tutti i grandi poteri che gestiscono la politica e la finanza globale. Dai leader dei paesi europei ai vertici della BCE e del FMI, passando attraverso le grancasse dei media di tutta Europa.
La nuova tornata elettorale, che a distanza di un solo mese dalla precedente ha riportato quasi 10 milioni di greci alle urne, dal momento che l'esito della votazione di maggio non aveva consentito la formazione di un governo che avallasse i diktat della BCE, è stata dipinta nell'immaginario collettivo come una sorta di referendum sull'euro, dal cui esito sarebbe dipeso il futuro della sciagurata moneta che ci accompagna da ormai dieci anni.
Capi di stato (con in testa Angela Merkel), mestieranti politici, banchieri, economisti d'accatto, giornalisti mainstream ed esperti da cortile di ogni risma e colore si sono prodigati senza sosta, nell'appellarsi al senso di responsabilità del popolo greco, affinchè si recasse in massa a votare il sostegno alla UE, all'euro e al piano di austerità che di tale sudditanza é parte integrante.
Per l'occasione sono state messe in campo pressioni di ogni genere, nell'ambito di un vero e proprio terrorismo psicologico ...
Leggi tutto: Spending review? No è la lettera della BCE!