Due chiacchiere con l'inossidabile Fulvio Grimaldi su Ucraina, media, NATO e la nuova moda nostrana dei "nazisti buoni".
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di Bruno Guigue (*)
Non possono dire di non saperlo. Quando hanno schierato i tentacoli della NATO alle porte della Russia, i leader occidentali erano ben consapevoli di giocare con il fuoco. Sapevano benissimo di comportarsi come apprendisti stregoni, correndo il rischio di una conflagrazione di cui il popolo ucraino sarebbe stato la prima vittima e l'intera Europa avrebbe pagato per il piatto rotto.
Già durante la conferenza sulla sicurezza in Europa, nel marzo 2007, Vladimir Putin aveva chiesto agli occidentali: “La NATO ha piazzato le sue forze in prima linea ai nostri confini! Contro chi è rivolta questa espansione? E che fine hanno fatto le assicurazioni date dai nostri partner occidentali dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia?" Un gelido silenzio accolse queste osservazioni di buon senso e la NATO ha continuato ciecamente il suo Drang nach Osten (spingere verso est). Probabilmente ci voleva di più per fargli ascoltare la ragione. Continuando la politica con altri mezzi, la guerra si sarebbe presto occupata di porre dei limiti a questa micidiale espansione.
Scusate ragazzi, ma quando ce vo' ce vo'. Questo come sintesi li batte tutti.
L’ex ambasciatore in Iraq, Marco Carnelos, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista a Dagospia. Ne ha per tutti il diplomatico, che sottolinea le diverse responsabilità dell’occidente sul conflitto Russia-Ucraina, dalla Nato all’Unione Europea.
Ecco le parole di Carnelos: “L’allargamento a est della Nato è il peccato originale che ha alimentato una tensione crescente tra Russia e Occidente, fino alla guerra in Ucraina? È una questione controversa e non così scontata come viene raccontata”. Marco Carnelos, ex consigliere dei presidenti Prodi e Berlusconi, ex ambasciatore in Iraq ed ex inviato speciale per la Siria, espone le sue considerazioni sulla guerra in Ucraina. Ecco i passaggi principali.
L’Occidente promise alla Russia di non allargare la Nato a est?
Alcune promesse verbali furono fatte. Ci sono anche alcuni documenti, prodotti da riunioni di alto livello, in cui si evidenzia come l’assunzione che c’era in quel momento storico fosse che la Nato non sarebbe andata oltre il confine della Germania, riunificata a ottobre 1990.
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Intervista a Franco Fracassi sul suo ultimo libro, "IV Reich". Un’inchiesta sulla potente internazionale nera che condiziona da olte 70 anni le vite di tutto il pianeta.
di Gordon Duff (*)
I militari americani stanno rubando petrolio in Siria, trasportandolo poi in Turchia mentre il popolo siriano non ha carburanti. L'esercito americano ha bruciato i campi di grano in Siria, questa non è una congettura ma un fatto documentato.
L'esercito americano ha attaccato coi missili la Siria, anche se con una divertente mancanza di successo, in risposta agli attacchi con gas velenosi di cui gli Stati Uniti e i loro partner della coalizione erano complici nella apposita messa in scena, e anche questa non è una congettura. Là dove le forze armate statunitensi non commetteranno crimini, e non siamo certi dove sia tracciato quel limite, vengono utilizzati appaltatori, come Blackwater e tanti altri, per contrabbandare armi ai terroristi, assassinare leader locali tra cui medici e insegnanti e incolpare altri di scenografiche atrocità.
L'esercito americano fa davvero questo? Sì, certo che lo fa, questo è il motivo per cui vengono addestrate le truppe per operazioni speciali, è così che gli eroi "famosi" delle guerre del petrolio possono accumulare un enorme quantità di morti.
Fonte: casadelsole.tv
Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, torna a parlare alle Nazioni Unite, in video conferenza, dopo un’assenza di cinque anni. L’occasione è quella della settantacinquesima Assemblea Generale. Putin avvisa i suoi colleghi riuniti in via telematica che stiamo vivendo una grave fase di transizione, tutti insieme, e che, per queste ragioni, "il Consiglio di Sicurezza deve tornare a essere uno strumento essenziale e unico che aiuti a prevenire azioni unilaterali che possano portare a un confronto militare diretto tra i principali Stati, fornendo così l'opportunità di cercare un compromesso o almeno di evitare soluzioni completamente inaccettabili per gli altri, agendo nel quadro del diritto internazionale, invece di rimanere una vaga zona grigia di arbitrarietà e illegittimità.“ Per Putin “dimenticare la lezione della storia è miope” perchè proprio ora, "nell'attuale complicato contesto mondiale, derivante soprattutto dall'impatto della crisi innescata dal coronavirus, è importante che tutti i Paesi dimostrino volontà politica, saggezza e lungimiranza."
di Cesare Sacchetti
Donald Trump sembra intenzionato a seguire la stessa strada intrapresa dal suo omologo russo al Cremlino.
La crisi da coronavirus sarà risolta attraverso lo sviluppo di un vaccino, ma non sarà quello sotto l’egida dell’OMS.
La Casa Bianca ha infatti annunciato che gli Stati Uniti andranno per la loro strada e non si uniranno agli sforzi dell’organizzazione sanitaria internazionale.
E’ un altro duro colpo alla gestione sovranazionale dell’operazione coronavirus che prima ancora di una diffusione del Covid aveva già tracciato il suo percorso nel club globalista di Davos lo scorso gennaio.
Il vaccino come mezzo per risolvere questa crisi, ma allo stesso tempo come passaggio intermedio per giungere ad un obbiettivo molto più grande.
Una società completamente ridisegnata a immagine e somiglianza della dittatura mondialista che non sarà più la stessa di prima.
Leggi tutto: Fulvio Grimaldi: il leone sulla breccia