Da giorni si discute dei documenti segreti del Pentagono, che qualcuno avrebbe trafugato e messo online, scatenando un putiferio a livello internazionale. Dico “avrebbe”, perchè non si può escludere del tutto che si tratti di una operazione di disinformazione, operata dal Pentagono stesso.
Ma tutti gli indizi tendono a suggerire che i documenti siano reali, e che il loro rilascio abbia decisamente infastidito i vertici di Washington. Due sono infatti gli elementi che sono emersi, e che imbarazzano chiaramente gli americani. Il primo è il fatto –non certamente nuovo - che il Pentagono sia stato beccato a spiare i suoi diretti alleati. In particolare, sono emersi i dettagli di una conversazione fra militari sudcoreani, che discutevano su come far arrivare armi all’Ucraina senza violare l’articolo della loro costituzione, che gli proibisce di inviare armi ai paesi in guerra (la soluzione, in questo caso, sarebbe stata trovata vendendo le armi alla Polonia).
In questi giorni si parla molto della Corte internazionale di giustizia penale e del mandato di arresto a carico di Vladimir Putin per crimini di guerra collegati al presunto rapimento di minori ucraini e al loro trasferimento forzato in Russia.
Mosca non aderisce al trattato istitutivo della Corte, per cui Putin non rischia nulla né in Russia né in quel mezzo mondo che non fa parte dell’istituzione.
Però come agirono altre superpotenze, come ad esempio gli USA, quando vi fu il rischio di una condanna da parte di questa istituzione?
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi JinPing, in occasione della sua visita odierna a Mosca per incontrare Putin, annunciata solo pochi giorni fa, ha scritto un articolo di suo pugno che ha consegnato alla stampa russa.
L’articolo è intitolato "Forging Ahead to Open a New Chapter of China-Russia Friendship, Cooperation and Common Development" (Avanti per aprire un nuovo capitolo dell'amicizia, della cooperazione e dello sviluppo comune tra Cina e Russia) ed è stato pubblicato stamani sul quotidiano russo Russian Gazette e sul sito web dell'agenzia di stampa RIA Novosti, quasi a voler scandire i punti della sua visita di Stato in Russia.
Vi riporto la traduzione completa.
Il seguente articolo potrebbe sembrare il classico sfogo di un qualunque anti-americano di oggi. Il problema è che compare direttamente sulla pagina ufficiale del ministero degli esteri cinese.
Introduzione
Da quando sono diventati il paese più potente del mondo, dopo le due guerre mondiali e la Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno agito in modo sempre più aggressivo nell’interferire negli affari interni di altri paesi, come nel perseguire, mantenere e abusare della loro egemonia, per promuovere la sovversione e l'infiltrazione e scatenare intenzionalmente guerre, recando danno alla comunità internazionale.
Gli Stati Uniti hanno sviluppato uno schema egemonico per inscenare "rivoluzioni colorate", istigare controversie regionali e persino lanciare direttamente guerre con il pretesto di promuovere democrazia, libertà e diritti umani. Aggrappandosi alla mentalità della Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno intensificato la politica dei blocchi e alimentato conflitti e scontri. Hanno esagerato con il concetto di sicurezza nazionale, hanno abusato dei controlli sulle esportazioni e imposto sanzioni unilaterali agli altri. Hanno adottato un approccio selettivo al diritto e alle regole internazionali, utilizzandole o scartandole a loro piacimento, e hanno cercato di imporre regole che servano i propri interessi in nome del mantenimento di un "ordine internazionale basato sulle regole".
Il presente rapporto, nel presentare i fatti rilevanti, cerca di esporre l'abuso dell'egemonia degli Stati Uniti nei campi politico, militare, economico, finanziario, tecnologico e culturale, e di attirare una maggiore attenzione internazionale sui pericoli delle pratiche statunitensi per la pace e la stabilità nel mondo e il benessere di tutti i popoli.
Ieri sera a "Otto e Mezzo" Travaglio ha provato a scalare il muro di fango del pensiero unico sull'Ucraina. Ma con gente cone Gruber e Severgnini c'è ben poco a cui aggrapparsi.
di Rossella Fidanza
Seymour Hersh, premio Pulitzer grazie alle sue importantissime inchieste giornalistiche in ambito militare, un paio di settimane fa ha creato un gran subbuglio per l’articolo con il quale ha accusato gli Stati Uniti di aver deliberatamente fatto esplodere il gasdotto Nord Stream, con il supporto della Norvegia.
Hersh è sicuramente una voce estremamente affidabile ed importante del giornalismo mondiale, non certo da ieri, nonostante tutto il mondo dei “fact-checkers” si sia fatto notare per un intervento immediato, diretto a smantellare le sue parole.
Inutilmente e in modo abbastanza ridicolo. Hersh ha un curriculum giornalistico tale per cui basterebbe la sua firma per garantirne autenticità: ha certamente difeso le proprie fonti non svelandone i nomi, ma quello che ha scritto, con tanto di documentazione correlata, è davvero difficile da confutare, soprattutto perchè assolutamente plausibile.
A seguito del suo primo articolo sulla questione Nord Stream, le reazioni sono state di diverso tipo: a parte coloro pagati per cercare di ridicolizzare il suo report, mal riuscendoci peraltro, le pochi voci giunte dagli Stati Uniti si sono limitate a minimizzare la questione, così come i loro alleati. Al contrario, la Cina ha chiesto spiegazioni, unendosi alla Russia nel chiedere nuove indagini.
Su Casa del Sole il testo integrale.
di Pepe Escobar
L'accordo tra le Banche Centrali di Russia e Iran, firmato formalmente il 29 gennaio, che collega i loro sistemi di trasferimento interbancario, cambia le carte in tavola sotto più punti di vista.
Tecnicamente, d'ora in poi 52 banche iraniane che già utilizzano il SEPAM, il sistema di telecomunicazione interbancario iraniano, si collegheranno con 106 banche che utilizzano lo SPFS, l'equivalente russo del sistema di messaggistica bancaria occidentale SWIFT.
Meno di una settimana prima dell'accordo, il presidente della Duma di Stato Vyachslav Volodin si trovava a Teheran per supervisionare i dettagli dell'ultimo minuto, nell'ambito di una riunione della Commissione interparlamentare per la cooperazione Russia-Iran: era irremovibile che entrambe le nazioni dovessero aumentare rapidamente gli scambi nelle proprie valute.
Seymour Hersh (premio Pulitzer) è senza dubbio il più famoso giornalista investigativo al mondo. Solo per citare qualche esempio, fu lui a denunciare al mondo il massacro di MyLai (Vietnam) da parte degli americani, e fu lui a denunciare al mondo l’Operazione Copper Green, con la quale Rumsfeld (allora ministro della difesa) autorizzava di fatto le torture nel carcere iracheno di Abu-Grahib. Seymour Hersh usa solo fonti di primissima mano, e a loro volta queste fonti si fidano ciecamente di lui, perchè ne conoscono la correttezza e l’accuratezza nel riportare i fatti raccontati. In questo articolo pubblicato ieri, Hersh racconta nei dettagli come sia stata concepita ed eseguita l’operazione di sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 da parte degli americani e dei loro alleati norvegesi. (L’articolo originale è molto lungo. Ne riportiamo qui i passaggi più salienti).
Come l’America ha distrutto il gasdotto Nord Stream
di Seymour Hersh
Il Diving and Salvage Center della Marina degli Stati Uniti si trova in un luogo ignoto come il suo nome, lungo quella che una volta era una stradina di campagna a Panama City, una città turistica in forte espansione nella Florida sud-occidentale, ai confini con l’Alabama.
Il centro ha addestrato per decenni subacquei altamente qualificati che, una volta assegnati alle unità militari americane in tutto il mondo, sono in grado di effettuare immersioni tecniche sia per fare del bene, utilizzando esplosivi C4 per ripulire porti e spiagge da detriti e ordigni inesplosi, ma anche per fare del male, come far saltare in aria piattaforme petrolifere straniere, intasare le valvole di aspirazione delle centrali elettriche sottomarine, distruggere le chiuse su canali marittimi cruciali. Il centro di Panama City, che vanta la seconda piscina coperta più grande d'America, è stato il luogo perfetto per reclutare i migliori, e i più riservati, diplomati della scuola sub che l'estate scorsa hanno svolto con successo quello che erano stati autorizzati a fare a 260 piedi sotto la superficie del Mar Baltico.
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