Di Jim Jatras, un avvocato di Washington DC, analista politico e specialista degli affari dei media e del governo.
La piena entità dei danni alla pace e alla sicurezza internazionali causati dagli attacchi alla Siria guidati dagli Stati Uniti impiegheranno del tempo per essere chiariti. Ma il suo impatto sul concetto stesso di legalità negli affari internazionali è già evidente.
In poche parole, la nazione più potente del mondo e i suoi principali satelliti, il Regno Unito e la Francia, hanno gettato lo Stato di Diritto nel cestino. L'unica "legge" ora è la legge della giungla. Non si può tornare indietro.
Ironia della sorte, l'attacco stesso è stato rivendicato dai suoi autori come l'applicazione della legalità, non della sua cancellazione. Ad esempio, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha definito il presunto uso di armi chimiche da parte delle forze siriane "una chiara violazione delle norme e degli accordi internazionali" che "richiede una risposta collettiva ed efficace da parte della comunità internazionale" (1).
Lasciando da parte per un momento la domanda su cosa sia realmente accaduto nella città siriana di Douma, Stoltenberg sa molto bene quale sia il meccanismo per una risposta collettiva da parte della comunità internazionale. È nell’accordo costituente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite "stabilire l'esistenza di qualsiasi minaccia alla pace, alla violazione della pace o all'aggressione" e adottare azioni congiunte militari o non militari per "ristabilire la pace internazionale e la sicurezza” ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite (2). Tale azione è soggetta al veto da parte dei membri permanenti: Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia.
Mi ha molto colpito la notizia dell'avvocato americano che si è dato fuoco per protestare contro il degrado ambientale del pianeta.
Mi ha colpito non tanto per il sacrificio umano, quanto piuttosto per l'inutilità intrinseca del gesto.
David Buckel era un attivista, e come avvocato in passato aveva difeso la causa dei diritti dei gay e transessuali. Come ambientalista viveva il suo messaggio in prima persona: riduceva al minimo il consumo personale dell'acqua, e andava al lavoro a piedi per non consumare combustibili fossili.
Ma il suo gesto rimane assolutamente inspiegabile, di fronte alla prevedibile irrilevanza che avrebbe avuto nel mondo. Innanzitutto lo ha compiuto da solo, all'alba in un parco deserto di New York: solo uno jogger ha visto le fiamme da lontano, ed ha avvisato la polizia. Dopodichè i media si sono degnati appena di dare la notizia, più che altro per un (probabile) senso di dovere verso chi ha compiuto un gesto così estremo.
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(Per gli sviluppi sulla questione siriana utilizzate l'articolo precedente).
Viene una certa nausea, a vedere le stesse dinamiche che si ripetono all'infinito. Gli americani inventano false flags, i media gli fanno da cassa di risonanza, e poi gli americani attaccano il bersaglio che avevano scelto già molto prima della false flag.
Poi dopo un po' salta fuori che la false flag era - appunto - falsa, ma ormai il fatto è avvenuto, la gente dimentica, e si può ricominciare daccapo.
Non se ne può più. Se esiste un inferno, i primi che dovrebbero andarci sono i giornalisti che avallano con la loro finta ignoranza questa sequenza infinita di bugie vomitevoli.
Massimo Mazzucco
Le audizioni di Mark Zuckerberg di fronte al congresso americano hanno rimarcato, in modo pubblico e inequivocabile, quanto profondo sia oggi il Digital Divide, ovvero quella linea di separazione che divide in modo irreversibile coloro che utilizzano Internet da coloro che non lo fanno.
Il confronto fra Zuckerberg e i poteri istituzionali è stato soprattutto un confronto generazionale, nel quale i senatori si dimostravano decisamente come dei pesci fuor d'acqua, nel cercare di porre domande imbarazzanti al giovane imprenditore della rete.
Comunicato Congiunto Blogger Italiani
La situazione militare in Siria e attorno ha ormai raggiunto il livello di guardia. Il presidente americano si accinge a prendere decisioni la cui portata e la cui pericolosità sono inimmaginabili.
Le accuse ad Assad di avere bombardato con armi chimiche il centro di Douma non sono né provate né sensate. Il rischio di uno scontro diretto con la Russia, su qualcuno degli scenari che sono già da tempo in fibrillazione, è imminente. La Russia ha già messo in stato di allarme tutte le sue difese, su tutti i fronti.
Di fronte al silenzio e alla menzogna del mainstream italiano e occidentale, noi blogger italiani facciamo appello, tutti insieme, ai partiti italiani, affinché si esprimano immediatamente chiedendo al nostro alleato principale di non commettere altre sciocchezze e di attendere il risultato di una commissione internazionale che accerti le responsabilità.
Michele Geraci, economista, docente di Economia e Finanza all’Università di New York a Shanghai, racconta a Byoblu la Cina e la società cinese, la loro forma di Governo, la loro economia e la guerra dei dazi, dal loro punto di vista.
Argomenti trattati: Il concetto capovolto di democrazia: il governo "interpreta" quello che la popolazione vuole - Come è avvenuto il miracolo economico cinese - Industrializzazione rapida e inquinamento - 800 milioni di persone sollevate dalla povertà - Mancanza di libertà di stampa - La stabilità della nazione viene prima di quella dell'individuo - Controllo demografico, storia e politica del figlio unico - Prima le infrastrutture, poi i flussi migratori dalle campagne alle città - Enormi investimenti cinesi in Africa - La situazione geopolitica: guerra dei dazi e politica di Trump - L'intermediazione cinese nella questione coreana - Effetti della globalizzazione all'interno dei singoli paesi - Rotta artica, la "terza via della seta".
Fonte Byoblu
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di Maurizio Blondet
L’accusa del governo May a Mosca, di aver avvelenato l’ex spia Skripal e la figlia, si sta sgretolando. Rivelandosi per quella che è: una immane “fake news” di Stato, e magari un false flag mal riuscito. Ieri la notizia che il direttore di Porton Down (i laboratori militari britannici per le armi chimico-batteriologiche) ha ammesso: non abbiamo la prova che il Novichock usato (o che sarebbe stato usato) contro Skripal sia di origine russa.
Il punto è che il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson aveva assicurato, in un tweet del 22 marzo e subito diffuso nel mondo, che “analisi condotte al laboratorio di Scienza e Tecnologia Bellica di Porton Down da esperti di livello mondiale hanno appurato che si tratta dell’agente nervino militare Novichok prodotto in Russia”. Insomma il governo aveva impegnato la parola dei suoi scienziati di fama mondiale senza averli interpellati, e prima che conducessero le indagini.
E non hanno ancora cancellato una dichiarazione dell’ambasciatore britannico a Mosca Laurie Bristow che il giorno 22 marzo aveva convocato la stampa estera per confermare l’accusa.
Lo scorso 29 marzo si è tenuta all'Azzurro Scipioni di Roma una serata in ricordo di Salvo Mandarà, organizzata da Tommaso Minniti, Francesca Romana e Alice Pepi. Sono intervenuti tutti coloro che sono stati gli ospiti più significativi di Salvo5puntozero nel corso degli anni. Questa è la prima parte.
Scaletta degli interventi: Paolo Becchi 15:50 - Milleaccendini 30:11 - Giuseppe Cocca 39:18 - Mahat Cerasuolo 49:00 - Fabiuccio Maggiore 59:05 - Rossella Fidanza 1:02:45 - Leo Mignemi 1 :09:12 - Luigi Pastorello 1:17:10 - Massimo Mazzucco 1:19:02 - Mario Quaranta 1:27:51 - Giuseppe Turrisi 1:43:00
Fonte TViVO Network
Qui la seconda parte
Da oggi Luigi di Maio si gioca la partita della sua vita. Si trova infatti in una situazione unica, e per lui certamente irripetibile: ha in mano il pallino per i giochi di governo, ma non ha la forza di imporre nessuna soluzione particolare. Può solo giocare di rimessa, dichiarando in anticipo la propria posizione, per poi aspettare che siano gli altri a decidere.
Già ha detto che o lui sarà premier, oppure di 5 Stelle al governo non se ne parla. Questa è stata una mossa molto azzardata, perchè Di Maio è già al secondo mandato, quindi se la palla non gli va in buca stavolta, per lui il sogno di una premiership è bruciato per sempre.
Ma ha anche detto che non andrà mai al governo insieme a Berlusconi: quindi, o il centrodestra si spacca, e Di Maio fa un governo con la Lega, oppure anche in questo caso salta tutto. Ma difficilmente Berlusconi permetterebbe a Salvini di andare al governo senza di lui, ricattandolo in ogni modo possibile dai banchi del Senato. (Oltre ad avere la presidenza in mano, almeno metà dei senatori leghisti sono pro-Berlusconi).
Leggi tutto: Gli attacchi contro la Siria sono ‘legali’ - ma solo secondo la ‘legge della giungla’