Il 31 maggio il prete di Genova Paolo Farinella ha indirizzato al suo cardinale, Angelo Bagnasco, una lettera aperta che ha iniziato a circolare in rete, e che ieri è stata ripresa da Repubblica.
Nella lettera, sostanzialmente, Farinella accusa i vescovi italiani – della cui organizzazione Bagnasco è il presidente - di “reggere il sacco” a Berlusconi, per le sue continue malefatte, invece di denunciarne pubblicamente il comportamento “immorale”.
Alla lettera ha fatto eco un articolo di Famiglia Cristiana, dai toni e dai contenuti molto simili, anch’esso puntualmente ripreso da Repubblica.
Ne esce una immagine complessiva di una Chiesa “buona”, di una Chiesa sana e attenta ai valori morali, che si contrappone ai “venduti” delle alte gerarchie, che tacciono per interesse politico, economico, o personale.
Più volte Farinella sottolinea, nella lettera a Bagnasco, “io prete, lei vescovo”, quasi a voler rimarcare la sua apparteneza ad una “base” cristiana con la quale le gerarchie vescovili avrebbero perso il contatto.
Ma i tempi di Martin Lutero sono molto lontani, e quelli della Teologia della Liberazione lo sono ancora di più. Qualunque prete voglia ammantarsi oggi di purezza morale, senza rischiare di essere sospettato di opportunismo politico, deve prima rispondere ad un paio di quesiti non da poco.
All’inizio della sua lettera, Farinella scrive: Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe:
Fra le persone più deluse per la sua nuova presidenza sicuramente c’è lo stesso Barack Obama, che deve aver imparato molto in fretta, nei mesi scorsi, la differenza fra i buoni propositi e la loro applicazione nel mondo reale.
Per quanto abbia segnato alcuni punti a suo favore, lo ha fatto in zone di territorio relativamente facili da conquistare: il ritorno della ricerca sulle staminali, la liberalizzazione del FOIA, l’apertura al mondo islamico, la legge per la parità del salario femminile, oppure la fermezza con cui conduce la campagna per la riforma medica, sono tutte battaglie che gli fanno onore, ma che scompaiono di fronte alla facilità con cui ha dovuto cedere su due dei tre argomenti più importanti: guerra ed economia.
Per prima cosa, Obama deve aver toccato con mano quanto sia difficile convincere i generali a schiodare le proprie truppe da qualunque angolo del mondo, una volta scesi sul campo di battaglia. Questa è gente per cui la diplomazia è “roba da donnine”, mentre retrocedere di un solo metro significa ingiuria e disonore per il resto dei loro giorni. Aggiungici gli imponenti interessi economici di chi in Asia Centrale ha puntato tutto quello che gli restava (leggi UNOCAL & Co.), e ti ritrovi a dover farfugliare spiegazioni ridicole sul perchè parli di “rispetto fra le nazioni” mentre raddoppi i tuoi contingenti in Afghanistan.
Non a caso Obama ha commentato che “è molto più facile iniziare una guerra che finirla”.
Sul fronte della finanza poi Obama ci ha fatto proprio la figura del merlo: partito per salvare “Main Street” da “Wall Street”, ovvero “la gente” dalle “banche”, …
di Stefano S.
Dittatura, democrazia, libertà, laicismo, religione… tutte parole grosse che, spesso, in Italia, siamo abituati ad usare un po’ a sproposito, dimenticandoci cosa significano, superficialmente abituati, come siamo, a dare tutto per scontato.
Ma, mentre nel nostro Paese sono ancora in corso i ballottaggi per le elezioni amministrative, in Iran si susseguono violente repressioni con morti e feriti per le strade.
Le immagini mi tornano alla mente in rapida successione, i ricordi si accavallano confusamente. Cosa ne sappiamo noi dell’Iran? Cosa ne so io? La rivoluzione islamica di Khomeyni per me era solo un famoso evento avvenuto nell’anno della mia nascita, una rivoluzione di cui ebbi notizia e coscienza per la prima volta soltanto leggendone le cronache romanzate dal best seller di Ken Follet.
Recentemente poi vidi Persepolis, la meravigliosa riduzione cinematografica del fumetto di Marjane Satrapi. Attraverso gli occhi della protagonista, le vicende iraniane assumevano una prospettiva a-storica, ...
[Articolo originale del 22 giugno 2009]
Il baco mentale è una persona che si nutre dei pensieri altrui.
Non lo fa con cattiveria. Semplicemente, non avendo pensieri propri, deve aspettare che sia qualcun altro a parlare, prima di attivare i suoi meccanismi di elaborazione mentale.
Se nessuno parla, lui rimane lì, immobile e rilassato, a godersi i raggi del sole. E’ capace di restare in quella posizione anche per un giorno intero, se nelle vicinanze non si sente nulla che assomigli ad una serie di parole.
Se invece tu dici, ad esempio, “convincere Giovanni che sta sbagliando è come cercare di convincere Hitler che era pazzo”, lui sente quello che hai detto, si scuote, e lentamente entra in azione.
Il corpicino sottile si avvicina cauto alla tua frase, e le antennine sulla testa cominciano ad annusare, una per una, tutte le parole che hai pronunciato. Dopo un pò il baco ritira le antennine, rimugina per un paio di minuti, e poi con vocina educata ti dice: “Hai paragonato Giovanni a Hitler. Scusa, ma a me questo non sembra giusto”.
Tu sorridi, perchè pensi che abbia capito male, e gli spieghi: “Guarda che io non ho paragonato Giovanni ad Hitler. Ho detto che Giovanni sta al suo errore come Hitler sta alla sua pazzia, nel senso che nessuno dei due se ne rende conto. E' una analogia, non è un paragone”.
Il baco serafico ti ascolta, rimugina per un pò, …
Fra le verità soppresse della storia quella dell’orgone di Wilhelm Reich rischia di essere una fra le più importanti in assoluto, con implicazioni che sarebbero andate ben oltre la “semplice” cura per il cancro.
di Gianni Elvezia
Il 10 di giugno c'è stata una riunione tra un comitato di abitanti di alcuni villaggi del Suffolk, sulla costa orientale inglese che dà sul Mare del Nord, ed un rappresentante del British Nuclear Group che gestisce i tre reattori presenti nella zona, rispettivamente Sizewell A, B e C. Tutto nasce dalla chiusura improvvisa, avvenuta circa 3 anni fa, del reattore A, il più vecchio dei tre, un reattore Magnox che era entrato in funzione nel 1966, dopo quasi 5 anni di lavori.
Doveva essere il solito monologo di quello “studiato” che arriva dalla capitale e spiega con spocchia a pescatori e bottegai cose che loro non sarebbero in grado di capire, non fosse stato per l’incomodissima presenza della troupe di John Snow, l’unico direttore di telegiornale europeo che si possa ancora definire un giornalista, con le telecamere di Channel 4 News. Le cose andarono quindi molto diversamente, perchè era stata fatta una domanda formale, secondo la prassi prescritta dal Freedom of Information Act, e quindi giornalisti e pubblico avevano avuto accesso ai documenti sul caso.
Correva l'anno 2006, e Tony Blair - uno dei politici più corrotti nella storia della Gran Bretagna - si apprestava a lasciare l’incarico in quanto non più presentabile al pubblico di casa.
Era infatti evidente per tutti che avesse mentito sapendo di mentire, ...
Vorrei provare a tirare le somme sulla prima discussione del “nuovo corso” Simoncini, che era iniziata abbastanza male, ma poi fortunatamente si è ripresa.
Come sappiamo, abbiamo un video in cui un paziente ci racconta che aveva il cancro alla vescica, e che dopo 7 operazioni inutili stavano per togliergliela. C’è una diagnosi che lo conferma, e c'è la conferma del medico curante. C’è infine una diagnosi di guarigione, anch’essa confermata dal medico curante. Fra le due diagnosi c’è stata la cura di bicarbonato. A meno quindi di supporre che gli intervistati mentano, resta da decidere, sostanzialmente, se la guarigione sia da attribuire al bicarbonato oppure no. (E' difficile pensare, in questo caso, che non fosse un cancro in primo luogo).
Le reazioni dei lettori si sono divise su tre fronti:
1 – L’intervista conferma la credibilità della teoria Simoncini.
2 – L’intervista sembra supportare la sua teoria, parliamone ma con cautela.
3 - Gli elementi documentali non bastano, ci vogliono altre informazioni per poterne discutere.
Sul primo gruppo non commento, poichè vi appartengo a livello personale, e non voglio che questo torni ad inquinare il mio ruolo di webmaster, che vorrei riuscire a mantenere distaccato.
Intorno al secondo gruppo è nata una discussione abbastanza interessante, che ha affrontato sia il tema tecnico (candida, PH, funghi, eziologia, rapporti causa-effetto, ecc.) che quello morale, prendendo spunto da una frase del medico intervistato (“Mi sono sentito in dovere di…”).
Direi che la discussione si è conclusa in modo cautamente positivo, nel senso che nulla è dimostrato, ma si rimane aperti ad ogni possibilità. Resta da definire la posizione del medico, ...
Da Beppe Grillo a Punto Informatico, corre sulla rete l’ “allarme censura”, scatenato da una proposta di legge che metterebbe in pericolo, secondo alcuni, “l’intera blogosfera”.
Ecco cosa scrive in proposito Punto Informatico: “[…] per effetto dell'approvazione del maxi-emendamento presentato dal Governo sta per diventare legge l'idea di obbligare tutti "i gestori di siti informatici" a procedere, entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato. Non dar corso tempestivamente all'eventuale richiesta di rettifica potrà costare molto caro a blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di condivisione di contenuti e a chiunque possa rientrare nella vaga, generica e assai poco significativa definizione di "gestore di sito informatico": la disposizione di legge, infatti, prevede, in tal caso, una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire. Tanto per esser chiari e sicuri di evitare fraintendimenti quello che accadrà all'indomani dell'entrata in vigore della nuova legge è che chiunque potrà inviare una mail a un blogger, a Google in relazione ai video pubblicati su YouTube, a Facebook o MySpace o, piuttosto al gestore di qualsiasi newsgroup o bacheca elettronica amatoriale o professionale che sia, chiedendo di pubblicare una rettifica in testo, video o podcast a seconda della modalità di diffusione della notizia da rettificare.”
Ancora più catastrofico il blog di Beppegrillo: “Il disegno di legge sulle intercettazioni può far chiudere la Rete. [..] La Rete è lo strumento, lo spazio, il media che ha permesso a milioni di italiani di credere a un cambiamento democratico. Di illudersi di essere cittadini e non sudditi. Senza la Rete, con le televisioni e gran parte dei giornali in mano allo psiconano e ai suoi amici piduisti e mafiosi questo Paese si avvia verso una dittattura senza controllo e dagli esiti sociali imprevedibili. […] Se passa [la legge], sarà la morte della blogosfera italiana.”
La prima cosa che viene da dire è che forse sarebbe il caso di diventare adulti, e di smetterla di gridare al lupo in questo modo generico e infantile, che non può certo produrre nulla di utile.
A chi lo gridiamo infatti questo pericolo? A noi stessi? Cosa facciamo, io urlo “bastardi”, tu urli “governo ladro”, e la cosa finisce lì?
Perchè a qualcuno questo piacerebbe molto, non dimentichiamolo: ammesso e non concesso che il pericolo sia reale, ....
Ahmadinejad piace a pochi, e nel giorno della sua rielezione ne abbiamo avuto la piena conferma: tutti i media occidentali riportano a piena voce le parole di Hossein Mousavi, il candidato “moderato” sconfitto da Ahmadinejad, che ha definito le elezioni “una farsa”. Insieme al suo commento, passano all’infinito le immagini dei dimostranti, sostenitori di Mousavi, picchiati e presi a bastonate dalla polizia di Tehran. Il Times di Londra descrive “poliziotti in motocicletta lanciare granate contro la folla di dimostranti che cantava ‘abbasso il dittatore’, e denunciava l’elezione rubata”.
Tutto sicuramente vero, almeno in parte, come sempre accade in situazioni del genere. Finchè il cittadino non avrà la possibilità di verificare direttamente i risultati elettorali, qualunque “votazione democratica”, dal Polo Nord al Madagascar, resterà comunque una farsa per definizione.
É però curioso notare come i media occidentali si accorgano di queste cose solo in certe occasioni molto particolari. Quando ad esempio Bush vinse, nel 2004, grazie al voto palesemente truccato dell’Ohio, nessuno lo fece notare. Ora che invece serve dare contro ad Ahmadinejad, i nostri giornalisti si strappano i capelli per l’orrore, mentre lo “scandalo” della frode elettorale viene denunciato a nove colonne in tutto l’occidente.
Parimenti, vi è una profonda mistificazione, da parte della stampa occidentale, sul vero conflitto in corso in Iran: mentre si cerca di presentare il tutto come un semplice scontro fra l’ ”estremista” Ahmadinejad (nemico dell’occidente filo-israeliano) e il “moderato” Mousavi (probabile amico del “nuovo” occidente di Obama), …
Chemo-brain, o chemio-cervello, è il nuovo termine usato per definire una condizione sempre più diffusa fra le donne che hanno affrontato la chemioterapia per il cancro al seno: perdita di memoria, incapacità di ragionare, difficoltà a svolgere la mansioni più semplici ed abituali.
Se il filmato "zoppica", lasciatelo caricare per 30 secondi prima di riprendere la visione. Su Arcoiris.tv la copia in HD.
La cosa interessante è che nessuno venga sfiorato dal dubbio, all’interno della medicina ufficiale, se valga davvero la pena di continuare ad avvelenare i pazienti in questo modo, …
Qualcuno ha detto che chi non impara dalla storia è destinato a ripeterla.
A destra la famosa foto dei “liberatori” americani di Iwo Jima, contro i cattivi giapponesi. A sinistra un fotogramma (capovolto, per l’occasione) dei “liberatori” italiani di Dal Molin, contro i cattivi americani.
Su Arcoiris.tv potete scaricare la copia in HD del filmato.
I NoDalMolin tornano dentro l’area dell’aeroporto vicentino, là dove gli statunitensi vorrebbero realizzare la loro nuova base di guerra; ...
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