di Marco Cedolin
In Italia esistono giornalisti “famosi” che pur essendo diventati tali dopo avere scritto libri ed articoli di pesante denuncia del “sistema”, continuano allegramente a fare parte della sua elite, scrivendo sulle pagine dei quotidiani più importanti e comparendo nelle trasmissioni in TV con la stessa frequenza di quanto accade agli uomini politici di grido. Giornalisti che con il loro lavoro di “denuncia” del sistema, prodotto con l’ausilio dei finanziamenti che il sistema stesso ha messo loro a disposizione, sono riusciti a ritagliarsi una posizione di favore all’interno della quale possono godere di grande credibilità presso l’opinione pubblica. Credibilità che una volta conquistata potrà essere da loro capitalizzata rendendo utili favori al “deprecabile” sistema che li nutre e li foraggia.
E’ il caso del buon Gian Antonio Stella, nato nel paese che fu di Eleonora Duse e divenuto più che famoso nel 2007 dopo la pubblicazione del best seller “La Casta”, al quale ha fatto seguito l’altrettanto mordace “La deriva” dello scorso anno. Stella, grande estimatore della crescita e dello sviluppo, come si può evincere da molti suoi scritti, ha dedicato una “marchetta” alla casta del gas, quella costituita da ENI, Edison, Enel, Hera, Exxon Mobil, Eon, Gas Natural, Erg, Gaz de France, partorendo un curioso articolo titolato “Il NO ai rigassificatori: bocciano i progetti e stiamo al gelo” che ha trovato pubblicazione sabato scorso sulle pagine del Corriere della Sera.
Nel suo pezzo l’ardimentoso Stella divide gli ambientalisti “buoni” (quelli legati a Legambiente che contestano il nucleare ma apprezzano i rigassificatori e gli inceneritori) da quelli “cattivi” (che si oppongono a tutti gli scempi e le nocività ambientali), dedicando a questi ultimi alcune righe cariche di disappunto ed ironia. Mette alla berlina i livornesi che si battono contro la costruzione del rigassificatore off shore, ...
(Estratto dal film “Il Nuovo Secolo Americano” – 2° capitolo: Il ruolo di G.W.Bush).
George double-U Bush, detto Dubia, se ne va.
Con la sua ultima conferenza stampa, tanto sconcertante quanto prevedibile, il 43° presidente degli Stati Uniti lascia la Casa Bianca nello stesso alone di ambiguità con cui vi era entrato, otto anni fa. L’unica differenza è che allora vedemmo, di questa ambiguità, l’aspetto “positivo”, ovvero la menzogna che entra sorridente nelle stanze del potere, per portare a termine un progetto ben diverso da quello dichiarato. Oggi quel progetto è stato svelato, dopo essere fallito miseramente sotto gli occhi del mondo, e Bush indossa la maschera ambigua di colui che finge in qualche modo che non sia successo nulla di grave, mentre cerca di guadagnare al più presto l’uscita.
Nel frattempo, non ha assolutamente capito quello che è successo.
A sua volta ingannato e manovrato, l’uomo che ha prestato il volto a otto anni di crimine legalizzato ha confermato fino in fondo il suo ruolo di patetico burattino, sia nell’entrata in scena che nell’uscita.
Otto anni fa Bush ci raccontava di un mondo perfetto, libero e giusto, nel quale l’America avrebbe fatto da faro al resto delle nazioni, denunciando così l’immagine di cartapesta che i neocons gli avevano dipinto davanti al volto, per poter contrabbandare sotto quell’immagine ogni loro ladreria.
Dicevano a lui che bisognava portare la democrazia nel mondo, e nel frattempo stipavano le portaerei di bombe all’uranio impoverito.
Parimenti, oggi Bush sembra faticare molto ad accettare il fatto ...
Insieme alla rabbia nel vedere quello che accade in Palestina, molte persone provano anche un frustrante impulso di "fare qualcosa". Qualunque cosa, anche minima, pur di riuscire in qualche modo ad arrestare la spirale di follia che sta travolgendo sotto i nostri occhi la vita di milioni di persone.
C'è chi, spinto dall'indignazione, pubblica ovunque può le immagini dei bambini palestinesi dilaniati dalle bombe. Altri propongono di mandarle a tutti i giornali, oppure di portarle bene in altro nelle manifestazioni, in modo da "risvegliare" in qualche modo le coscienze intorpidite dei nostri concittadini.
Il problema purtroppo è molto più complesso, e c’è il rischio che questo genere di azioni finisca involontariamente per tornare utile proprio a coloro che hanno tutto l'interesse a mantenere intatta questa spirale.
Per ogni immagine di bambino palestinese dilaniato, infatti, Israele sarà sempre in grado di mostrarne una di un israeliano che ha subito la stessa sorte. Anche se sappiamo che la proporzione è di uno a mille, l'effetto mediatico non è aritmetico, ma cumulativo.
In altre parole, lo spettatore che osserva questo valtzer di sangue quotidiano, non sta certo a tenere i conti ...
Prima di affrontare il misterioso “silenzio di Obama” su Israele, che ormai occupa le prime pagine di mezzo mondo, sarebbe utile cercare di liberarsi di certi preconcetti grossolani, sia da parte di chi vede in lui il salvatore supremo dell’umanità, sia di chi lo vede come un burattino costruito in laboratorio.
Chiunque affrontasse la questione con un minimo di realismo, capirebbe infatti che nessuna delle due tesi può essere vera in assoluto, e che la verità deve necessariamente trovarsi nella zona grigia che le separa.
Quando hai una persona che nel suo passato ha dimostrato ripetutamente di essere animato da ideali limpidi e sinceri, e la ritrovi seduta nell’ufficio ovale della Casa Bianca, la vera domanda da porsi è quanto - in quale misura, cioè - questo individuo abbia dovuto rinunciare ai propri ideali, per accomodare i poteri forti che gli hanno permesso di arrivare fino lì.
Ma che li avesse è fuori discussione (non basta certo la PNL, per scatenare in quel modo le masse travolgenti che poi lo hanno eletto), come è fuori discussione che non possa averli mantenuti intatti fino alla soglia di quell’ufficio. L’ultimo che ha creduto di poterlo fare ha trovato la risposta nei proiettili di Dallas.
E da allora, purtroppo, abbiamo visto alla Casa Bianca solo presidenti che provenivano dalle stesse fila da cui partirono quei proiettili. Le uniche due eccezioni, Jimmy Carter e Bill Clinton, hanno solo confermato che oltre un certo limite non si può comunque andare. Carter ha cercato in tutti i modi di restare fedele al suo pacifismo congenito, ma ha dovuto pagare con la pubblica gogna - che gli sarebbe costata la rielezione - l’inanità a cui fu costretto nel caso degli ostaggi di Teheran. Clinton invece, molto più astuto e opportunista, è riuscito a passare alla storia come una persona che a 25 anni partecipava ai cortei pacifisti, con tanto di spinello e barba lunga, mentre a 50 ordinava di sganciare bombe all'uranio impoverito sui bambini jugoslavi.
Cosa sia accaduto nel frattempo, rimane un mistero che forse solo lui potrà spiegare.
Eppure, anche di fronte a questa contraddizione monumentale, ...
Con la tipica arroganza di chi si sente superiore a tutto quanto lo circonda, il Vaticano ha fatto sapere che si riserva il diritto di applicare sul proprio territorio soltanto le leggi italiane che rispondono ai principi della dottrina cristiana.
La motivazione ufficiale, fornita da Mons. Serrano, è il «numero davvero esorbitante di norme nell’ ordinamento italiano, non tutte certamente da applicare in ambito vaticano», al quale andrebbe aggiunta «l’instabilità della legislazione civile per lo più molto mutevole».
Detto da chi predica la dottrina religiosa più fitta e incomprensibile dell’Universo, dopo averla modificata infinite volte nel corso dei secoli, la cosa potrebbe anche far sorridere. (Inoltre, si potrebbe spiegare al Monsignore che le leggi si applicano una alla volta, a seconda del caso previsto. Non è necessario indossarle tutte insieme, come se fossero tante cravatte).
In realtà, come suggerisce l’articolo sopra citato, il Vaticano cerca probabilmente di premunirsi contro un inevitabile adeguamento della legislazione europea sul riconoscimento dei diritti civili alle coppie omosessuali. Già dovettero inventarsi il celibato, nel Medioevo, per proteggere i beni della Chiesa da una dolorosa “dissipazione” nel mondo civile, ...
Questa è una piccola storia, accaduta ad uno di noi. Come sempre, il nome non ci interessa, sono i fatti che meritano di essere conosciuti, perchè rivelano un tipo di atteggiamento – purtroppo molto diffuso fra chi dispone di una certa autorità – che porta ad esprimere giudizi importanti in modo affrettato e superficiale, incuranti delle conseguenze che ne possano derivare.
L’utente in questione l’anno scorso aveva 15 anni, e frequentava la prima liceo scientifico.
Assiduo frequentatore di luogocomune, nonostante la giovane età, aveva già da tempo affrontato e digerito la questione dell’11 settembre, di cui conosceva bene tutti gli aspetti principali.
Quando la sua scuola indisse, nel maggio scorso, un concorso per quattro borse di studio da 250 euro ciascuna, non gli sembrò vero di poter unire l'utile al dilettevole, presentando una tesi sull’11 settembre - argomento che riteneva di grande importanza - riuscendo magari anche a pagarsi gli studi per l'anno seguente. I temi proposti infatti erano:
- Raccolta di relazioni di laboratorio effettuate durante l'anno
- Presentazione di un progetto di meccanica
- Poesie o brani musicali creati dagli studenti
- Saggi critici o brevi.
Approfittando della grande latitudine offerta dal quarto tema, il nostro amico si mise di buona lena, e cominciò ad elaborare una argomentata sintesi sui fatti dell'11 settembre.
Qualche giorno prima della scadenza, consegnò una tesina di circa 15 pagine, intitolata: "11 settembre 2001. Come tante piccole bugie formano un'unica verità. Falsa."
Dopo circa una settimana di trepida attesa, venne però a sapere che il suo lavoro non compariva fra i quattro premiati, e ci rimase abbastanza male nel vedere che i vincitori avevano presentato lavori relativamente modesti rispetto al suo.
Pur accettando in qualche modo la sconfitta, gli restava la curiosità di sapere per quale preciso motivo il suo lavoro non fosse stato premiato, ...
Questo è l’ultimo capitolo del film “L’Altra Dallas” , sull'ipotesi del coinvolgimento della CIA, tramite il programma MK-Ultra, nell’omicidio di Robert Kennedy.
Appare certamente possibile condizionare un individuo a compiere azioni contro la sua volontà, ma sembra che sia necessario qualcosa di più della semplice ripetizione di una frase o di un gesto della mano attraverso lo schermo televisivo.
Credevano di aver capito tutto, quelli che dicevano che Obama era “un prodotto di laboratorio”, creato apposta dai “burattinai” dei piani alti per dare al popolo l’illusione di un cambiamento inesistente (non parliamo poi di quelli come me, che credevano addirittura che Obama avesse vinto per il maggior numero di voti conquistati). E invece salta fuori che l’illusionista era proprio lui, il caro Obama, e la vittima inconsapevole era l’intero popolo americano.
Un documento che circola in rete rivela infatti che Obama avrebbe vinto le elezioni grazie a sofisticatissime tecniche di persuasione occulta, “rubate“ in qualche modo agli specialisti della PNL, e applicate per tutta la campagna elettorale in modo cinico e sistematico.
Il documento che denuncia questo scandalo si intitola: “Analisi dell’uso di tecniche nascoste da parte di Obama nei suoi discorsi”, e il suo sottotitolo recita: “Ecco le prove. Questo documento contiene oltre 60 pagine di prove e di analisi, che dimostrano l’uso da parte di Obama di un metodo, poco conosciuto e altamente efficace, di una forma di manipolazione ipnotica intesa al “sequestro” [mentale, si suppone] di milioni di americani inconsapevoli, e rivela ciò che soltanto pochi psicologi ed esperti di ipnosi/PNL conoscono”.
Affrontiamo quindi il testo con la dovuta serietà, perchè lo merita sicuramente. (In certi casi riporto il termine originale, fra parentesi quadre, chiedendo a chi è esperto in PNL ...
Quello che sta per iniziare non è un anno come tutti gli altri. Il 2009 sarà un anno che rischia letteralmente di decidere le sorti dell'umanità, nel bene come nel male.
Dopo aver imperversato per lunghi anni con furti, inganni e crimini di ogni tipo, in neocons se ne vanno e lasciano un'America in ginocchio, obbligandola ad affrontare con estrema urgenza tutte le grandi contraddizioni con cui aveva convissuto in silenzio fino a ieri.
L'elezione di Barack Obama, percepito da molti come un messia liberatore, è stata tanto imprevedibile quanto inevitabile, e le enormi aspettative che ora si riversano su di lui non sono che la misura dell’angoscia profonda che attanaglia ormai buona parte degli americani.
E per quanto il resto del mondo finga di vivere su un altro pianeta, sappiamo tutti quanto le sorti dell’occidente dipendano in maniera diretta da quelle degli Stati Uniti.
Per la prima volta nel dopoguerra si profila il rischio concreto di un totale collasso del sistema economico, ...
. A short film: THE NEVER-ENDING WALL (If stream drags, pause it for 20 secs. then hit play again).
. HERE you can download a HQ version of the film.
(Se il filmato zoppica, lascialo in pausa per una ventina di secondi, poi premi "Play" - Su Arcoiris.tv puoi scaricare il filmato in alta risoluzione)
Piombo Fuso - di Marco Cedolin
E’ vero che non esiste mai una realtà oggettiva, ma solo tante piccole effimere realtà che mutano in funzione dell’angolazione con la quale osserviamo quello che accade intorno a noi. Lo si comprende bene di fronte all’ennesima strage di uomini, donne e bambini che Israele ha deciso di regalare al popolo palestinese per celebrare la fine dell’anno. Una strage raccontata dai media con distaccata superficialità, quasi in punta di piedi, prestando la massima attenzione a compiacere gli “alleati” di Tel Aviv.
Oltre 400 persone già massacrate con l’ausilio di bombe e missili, in attesa che i carri armati israeliani invadano la striscia di Gaza per portare a termine l’operazione “Piombo Fuso” programmata da tempo con l’intento di annientare Hamas e qualunque prospettiva di resistenza palestinese.
Piombo Fuso, a solidificarsi al di sopra delle coscienze d’Occidente, per sigillare qualunque anelito di umanità possa ancora pervadere una società come la nostra,...
Leggi tutto: La casta del gas