di Marco Cedolin
Ci sono note di colore che meglio di qualsiasi altro accadimento riescono a fotografare perfettamente lo stato di profondo degrado nel quale ormai giacciono sia l’informazione che la politica all’interno di questo disgraziato Paese. Note di colore che sembrerebbero rubate ai cartoni dei Simpson o a qualche commedia del filone demenziale, ed invece appartengono drammaticamente al lemmario dei nostri TG e dei mestieranti della politica che proprio davanti alle telecamere giorno dopo giorno costruiscono la propria immagine, cambiando opinione alla bisogna, così come fanno con gli abiti le modelle durante un defilè.
Ormai da un paio d’anni, senza che nessun politico o giornalista abbia avuto a dolersene più di tanto, sul Monte Musinè, praticamente all’ingresso della Valle di Susa, campeggia un’enorme scritta “NO TAV” non dipinta con la vernice, bensì realizzata pazientemente con teli e reti da cantiere da un nutrito gruppo di valsusini.
Qualche giorno fa un ugualmente nutrito gruppo di NO TAV si è recato sul Musinè alla luce del sole e, dopo che le guardie forestali avevano proceduto all’identificazione di ogni singolo partecipante, ha provveduto a risistemare la scritta originaria danneggiata dalle intemperie, ...
L'ARTICOLO
Un camion di frutta si è rovesciato in tangenziale, coprendo mezzo chilometro di asfalto con albicocche, pere e banane, che sono state schiacciate dagli automobilisti di passaggio, rendendo il tratto particolarmente scivoloso. Questo ha creato una serie di tamponamenti a catena, con oltre trenta auto coinvolte. Una donna di 27 anni è rimasta uccisa. Vi sono anche quindici feriti, di cui tre gravi. L’autista del camion, che è stato arrestato, è risultato essere ubriaco al momento dell’incidente.
Massimo Mazzucco
I COMMENTI
ARMA_GEDDON: Che articolo stupido. Non c’era niente di meglio su cui scrivere oggi?
CLORO_FORMIO: Io credo invece che Massimo abbia voluto mandarci un messaggio molto sottile: ci sta dicendo che le responsabilità non si possono mai attribuire ad una sola persona. Se gli automobilisti avessero viaggiato a distanza di sicurezza, il tamponamento a catena non ci sarebbe stato.
ANTI_PATICO: Quindi la colpa sarebbe della donna che è morta, e non del camionista ubriaco?
CLORO_FORMIO: Non ho detto questo, ...
Ci ha scritto il sito spagnolo INVESTIGAR 11s:
Ieri abbiamo avuto un gran successo di pubblico, alla Conferenza Internazionale in cui ha parlato Richard Gage, rappresentante del gruppo “Architetti e Ingegneri per la verità sull’undici settembre”, alla Fondazione di Architettura (Scuola ufficiale degli Architetti di Madrid).
C’erano 250 persone, di cui molti architetti e ingegneri, che sono rimaste ad ascoltare per quasi 3 ore gli innumerevoli argomenti presentati. Come “Associazione per la verità sul 9/11” abbiamo ottenuto che questo noto conferenziere venisse a Madrid nel suo tour europeo che lo porta in 8 città diverse.
Richard ha mostrato come gli edifici crollati siano in realtà stati demoliti, ...
Una domanda, posta di recente da un nostro iscritto, solleva una questione di fondamentale importanza: “Se sono veramente libero – si domanda l’utente - chi o cosa mi impone di tesserarmi come cittadino di uno stato e vivere da tale? Io nasco, non chiedo niente (a uno stato), e per tanto non voglio niente in cambio”.
La prima risposta che viene da dare è “perchè se tutti facessero così si creerebbe il caos”. Ma è una risposta profondamente sbagliata, poichè parte da un presupposto tutt’altro che scontato. A: Chi l’ha detto che si creerebbe per forza il caos? B: E anche se così fosse? Dove sta scritto che il caos non possa esserci?
Il vero errore però sta nella domanda iniziale: l’individuo che viene al mondo in realtà “è” libero di scegliere. Può scegliere di adattarsi alle condizioni che gli vengono imposte da chi è nato prima di lui, ma può anche scegliere di non adattarsi, e diventare quello che la società chiama “un ribelle”.
Naturalmente, la società fa di tutto per imporre all’individuo di adattarsi, rendendogli praticamente impossibile la ribellione attraverso il ricatto continuo: se diventi un fuorilegge la tua vita diverrà un calvario, e molto pochi se la sentono a quel punto di mettersi contro il mondo intero.
Ma in linea teorica la libertà esiste.
Bisogna quindi analizzare il problema a livello di costrizione morale e sociale, più che non di libertà come principio assoluto. Come fa la società ad “obbligarti” ad accettare i suoi parametri? Il meccanismo inizia fin da piccoli, quando la mamma o il papà ti dicono “no, quello non si fa!” Il bambino non ha certo gli strumenti critici per mettere in discussione quel divieto, ...
La gregarietà culturale del Partito democratico. Walter Veltroni: “Io credo all’insostituibilità dell’America”
di Gennaro Carotenuto
Su Repubblica di oggi (p. 10) [ieri, n.d.r.] Goffredo de Marchis intervista Walter Veltroni che dichiara:
“Io credo all’insostituibilità dell’America. Il mondo non può accettare l’isolamento degli USA, non può rinunciare alla sua leadership morale”.
Sarebbe bene che il segretario del Partito Democratico spiegasse se il destino di 20 anni di storia della sinistra italiana sia stato passare da una gregarietà a un’altra, dal ruolo guida dell’Unione Sovietica all’insostituibilità degli Stati Uniti, dalla patria dei lavoratori alla leadership morale degli Stati Uniti.
In questi vent’anni il percorso che ha portato dal PCI al PD non è stata la necessaria ricerca di una nuova modernità e di un nuovo modello di sviluppo che superasse il ‘900 e la sconfitta ineludibile del socialismo reale. Questo percorso è stato invece una resa culturale incondizionata ...
Dopo l’ultima discussione, nell’articolo dedicato alle elezioni americane, sono giunto ad una conclusione in qualche modo sorprendente: il problema dell’Italia non sta affatto nella “massa di pecoroni che guarda la TV”, ma in quella ristretta elite di intellettuali che crede di aver capito tutto solo perchè ha smesso di guardarla.
Il problema dell’Italia si chiama cinismo, presunzione, qualunquismo.
Sono tre caratteristiche tipiche di una certa “elite” che oggi popola la rete, e sono caratteristiche pienamente funzionali - guarda caso - alla conservazione del potere da parte di chi lo detiene.
Pensateci bene: cos’altro potrebbe desiderare, chi sta al potere, se non una massa di gente che dice ”tanto non cambia nulla”?
In realtà questo non è un problema di oggi, già Pasolini lo aveva evidenziato in maniera scottante: il popolo non è fesso, è solo intontito dal “rumore” mediatico, ma sotto l’apparente apatia conserva intatta la capacità di intendere e di volere. Sono invece gli intellettuali, quelli che credono di aver capito tutto, che si fanno scudo del “tanto non cambia nulla” per evitare di rimboccarsi le maniche e provare a rimuovere quella crosta di apatia negli altri, per arrivare a raddrizzare davvero le sorti del loro paese.
E poi naturalmente sono gli stessi che si lamentano di vivere in un “paese di merda”.
Sono loro le vere “zavorre” del progresso, che frenano una qualunque spinta al cambiamento poichè si autosoddisfano della loro presunta conoscenza, e non si sforzano minimamente di tradurla in azione positiva.
In questo senso Internet ha compiuto – senza volerlo – un miracolo al contrario: mettendo a disposizione di costoro ingenti masse di informazione, ...
Solo chi non conosce bene la storia americana può non apprezzare fino in fondo il significato storico della vittoria di Barack Obama.
Basti pensare che solo 40 anni fa i suoi genitori – un nero e una bianca – non avrebbero potuto nemmeno viaggiare insieme in autobus da una città all’altra degli Stati Uniti.
Basti pensare che 40 anni fa fece scalpore un film in cui un nero (Sidney Poitier) decideva di sposarsi con una donna bianca.
Basti pensare che 40 anni fa i neri americani non avevano ancora acquisito il diritto universale di votare.
Eppure, poco prima di essere ucciso, Robert Kennedy dichiarò: “Entro 40 anni un nero potrà diventare presidente di questa nazione”. Era il 1968, a 40 anni esatti da oggi.
Ma la grandezza di Barack Obama - e quello che gli ha permesso di vincere – è stata di non impostare una campagna elettorale nel nome di una eventuale “rivincita” dei neri, ma della semplice affermazione dei valori di eguaglianza espressi dalla Costituzione.
Nel discorso di ringraziamento, infatti, Obama ha esordito dicendo: “Se c’è ancora qualcuno che pensa che in questa nazione esistano traguardi irraggiungibili per il cittadino qualunque, la serata di oggi contiene la sua risposta”.
Ora, sappiamo tutti bene che il “cittadino qualunque”, per poter raggiungere quei traguardi, deve prima scendere a compromessi non da poco, ma a questo punto bisogna introdurre una importante distinzione ...
Con un gesto di grande lungimiranza, Giulietto Chiesa ha affidato la direzione di Megachip a Pino Cabras.
“Citizen journalist” – come si autodefinisce – e già autore del libro “Strategie per una guerra mondiale. Dall'11 settembre al delitto Bhutto”, Cabras è sicuramente una delle persone più preparate in materia geopolitica – il grande tema che fa da “ombrello” a tutti gli argomenti più scottanti di questo nuovo millennio, dall’11 settembre in poi.
In questo senso Cabras chiude un ponte ideale, iniziato proprio da Giulietto Chiesa con il suo libro “La guerra infinita”, antesignano documento di denuncia della menzogna dell’11 settembre e di tutto quanto si nasconde alle sue spalle.
Nel nome dell’unione, del coordinamento e del supporto reciproco fra i siti di libera informazione, ...
di Marco Cedolin
Secondo i dati diffusi dall’INPS l’incremento della cassa integrazione nell’ultimo anno ha sfiorato il 70% e nell’ultima mensilità oggetto di rilevazione, quella fra agosto e settembre, l’aumento medio è stato del 53% con una punta massima del 113,79% per quanto riguarda gli impiegati.
Le aziende che stanno ricorrendo alla cassa integrazione appartengono a tutti i settori, da quello industriale con nomi altisonanti come Fiat, Ilva, Electrolux, Aprilia, Skf, Pininfarina a quello dei servizi dove perfino Carrefour, fra i leader della grande distribuzione, ha messo in cassa integrazione a Milazzo una quarantina di dipendenti.
In alcune zone, come il torinese, le aziende che stanno sfruttando la cassa integrazione rappresentano ormai la maggioranza e nella sola Bertone 1.200 dipendenti sono in questa situazione da ben 5 anni.
Accanto ai lavoratori in cassa integrazione ce ne sono anche altri molto più sfortunati, come i dipendenti delle aziende che stanno fallendo o comunque chiudono definitivamente i battenti, ...
La sezione 11 settembre del sito, inaugurata nel 2003, esordiva con un capitolo intitolato “Il vero problema è psicologico”. Il testo diceva: Come potrà constatare chiunque affronti l'indagine a mente aperta, sgombra di preconcetti, gli indizi contro la versione ufficiale si rivelano presto essere di una quantità sconcertante. Ma per arrivare a vederli con chiarezza, bisogna prima rimuovere quella spessa corazza protettiva che tutti noi portiamo, e che ci impedisce di vedere tutto ciò che in qualche modo non saremmo in grado di accettare. Se sentiamo che un certo discorso ci porta verso una conclusione poco gradita, alziamo tutti istintivamente una barriera di rifiuto - gli americani lo chiamano denial, o diniego - assolutamente solida e impenetrabile, anche a costo di apparire ridicoli davanti al mondo.
A cinque anni di distanza compare fra i commenti, in maniera quasi casuale, il post di un nuovo iscritto che vale la pena di rileggere per intero.
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Sull'11/9 ormai nessuna persona aggiornata ed in buona fede può avere dubbi:
1 - La versione ufficiale è, fisicamente parlando, impossibile.
2 - I "fatti", le immagini documentati e diffusi in tempo reale e non più alterati (registrazioni fatte personalmente il 9/11), se analizzati con attenzione, non sono spiegabili senza ammettere che siano stati eguiti lavori specialistici di cablaggio delle cariche esplosive nelle torri e nel Building 7.
3 - Le "coincidenze" che hanno reso la debacle possibile (es. sette esercitazioni di sicurezza aerea che prevedevano aerei pirati -o nemici - nei cieli nordamericani), ...
Fra 4 giorni gli Stati Uniti voteranno il loro nuovo presidente. La situazione nel paese è particolarmente tesa e carica di aspettative. L’ipotesi di un presidente nero – che viene definita da tutti una “pietra miliare”, se divenisse realtà - può risultare insignificante solo a chi non conosca da vicino la storia degli Stati Uniti.
Barack Obama infatti è decisamente in vantaggio nei sondaggi, ma nessuno osa ancora parlare di una sua eventuale vittoria come di un fatto reale. Il conservatore (specialmente se razzista) non riesce ancora a rassegnarsi, il progressista non osa ancora sperarlo.
Una vittoria di Obama significherebbe – a grandi linee – un ritorno alla politica di Clinton: riduzione dei “favori” alle grandi corporations, e aumento degli incentivi alla middle class, nella convinzione che l’economia funzioni meglio se alimentata dal basso verso l’alto, e non viceversa. Una vittoria di McCain – che ha dovuto letteralmente vendersi alla destra conservatrice, per avere il loro appoggio – significherebbe invece un proseguimento dello status quo, con la forbice sociale che continua ad allargarsi, fino a rischiare la rottura. In politica estera, sempre a grandi linee, vedremmo la fine dell’unilateralismo e un ritorno alla diplomazia anteposta all’uso dell’esercito, e non viceversa.
A destra si continua a ripetere che i sondaggi sono fasulli, e che più di una volta nella storia il risultato finale li ha completamente smentiti. A sinistra cresce la paura di un’altra frode elettorale, ...
Leggi tutto: La verità proibita