di Marco Cedolin
Al ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola non fa certo difetto il senso dell’umorismo, se ieri è riuscito a tratteggiare le linee guida del nuovo (nuovo?) piano del governo per evitare che la crisi finanziaria globale colpisca le imprese italiane, ostentando la massima serietà, quasi credesse veramente a quello che stava dicendo.
Incentivi economici alla rottamazione delle auto e degli elettrodomestici, finanziati attraverso il denaro dei contribuenti, rappresenteranno secondo le parole di Scajola la parte più significativa delle “nuove” misure volte a sostenere lo sviluppo industriale nel nostro Paese.
Come non invidiare l’aplomb di Scajola che è riuscito a presentare, senza ridere, la “rottamazione” come il nuovo che avanza, in un Paese quale l’Italia, dove da oltre un decennio proprio sulla rottamazione si sono costruite le fortune politiche tanto del centro - destra quanto del centro – sinistra.
Prodi, D’Alema, Berlusconi, poi di nuovo Prodi e infine di nuovo Berlusconi, negli ultimi anni hanno rottamato di tutto: la cultura, la giustizia, i televisori, l’ambiente, i frigoriferi, ...
di Skabrego
Mentre Sarkozy si presenta ufficialmente come pilastro d’appoggio americano, il suo comportamento durante la crisi georgiana è stato a dir poco ambiguo. Lo abbiamo visto infatti alla guida del "compromesso" con Putin, e questa posizione sembra indicare chiaramente che i tempi stiano cambiando: l'appoggio (non disapprovare significava appoggiare, in quella situazione) alla Russia, contro gli interessi americani, è un comportamento perlomeno non lineare con molte teorie "Atlantiche".
La manovra economica europea ha influito sulle borse più di quella americana, e pare che gli americani debbano seguire la via tracciata da Sarkò/Brown/Merkel, se vogliono riuscire in qualche modo a stare a galla.
Di fatto, ultimamente sembra di vedere un'Europa tutt’altro che servile: ll Ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbuck, ha dichiarato: “Gli Stati Uniti sono gli unici responsabili di questa crisi finanziaria. Sono loro la causa della crisi, non l’Europa, né la Repubblica Federale di Germania."
Anzi un'Europa che sembra pronta, anche un filo euforica, a prendere in mano la bilancia e cambiare un pò le misure, sapendo che non sarà la nuova regina.
Caracciolo parla già di Eurussia, e di una Chimerica [Cina-America] in cui la "Chi" è lì solo perchè, se crollano gli americani, loro perdono un sacco di soldi. Un’ Eurussia che sarebbe un interlocutore perfetto per il mondo arabo, ...
Un’altra dura mazzata per John McCain è arrivata ieri da Colin Powell, che ha scelto “Meet the Press” – la tribuna politica più importante in America – per annunciare il suo appoggio ufficiale a Barack Obama. E lo ha fatto in modo rumoroso.
A danneggiare McCain non è solo il fatto che Powell sia una rispettata ed autorevole figura del partito repubblicano, ma sono stati i contenuti stessi del suo breve annuncio, nel quale ha riassunto in pochi minuti tutte le critiche più pesanti giunte a McCain nelle ultime settimane da ogni parte dello spettro politico.
Naturalmente Powell, l’ex-ministro degli esteri che ai tempi della campagna d’Iraq fu letteralmente estromesso dalla junta di Cheney e Rumsfeld, non ha dimenticato di lanciare chiare accuse anche ai neocons, ...
Il titolo non è la classica metafora, ma la rappresentazione letterale di quanto dichiarato di recente dalla NASA: “Lo spazio fuori dall'atmosfera terrestre avrebbe un odore che ricorda quello di una bistecca in padella e del metallo riscaldato, o per l'esattezza ''l'odore che si sente quando si fa una saldatura su una moto''.”
L’articolo dell’ANSA prosegue spiegando che “lo strano mix di officina e griglia e' stato riferito dagli astronauti che hanno compiuto passeggiate spaziali, che lo hanno avvertito al momento in cui si sono tolte le tute indossate per uscire nel vuoto.”
Ora, tutti sappiamo che l’olfatto è in grado di percepire gli odori analizzando e riconoscendo le molecole volatili delle diverse “fonti odorose” presenti nell’aria. Nello spazio però di aria se ne trova pochina, e diventa quindi difficile immaginare che gli astronauti (si parla soprattutto di quelli che rientrano dalle “passeggiate spaziali”) raccattino queste molecole all’esterno della navicella, per poi portarle all’interno “attaccate” alla loro tuta.
E’ molto più probabile che l’odore descritto sia il risultato del complesso meccanismo di pressurizzazione, che viene azionato dopo il rientro dalla passeggiata stessa. (Anche l’aria condizionata – e pressurizzata – degli aerei commerciali ha un suo odore particolare, ...
C’è una strana calma nell’aria, dopo la conclusione nei dibattiti televisivi fra Barack Obama e John McCain – che sono risultati fatali per il secondo - e non lascia presagire nulla di buono.
L’imprevedibile (?) svolta economica, che nell’arco di due settimane ha portato Barack Obama ad un vantaggio ormai praticamente incolmabile, rischia di mettere in moto un disperato colpo di coda da parte di coloro che non vogliono rassegnarsi ad una presidenza del senatore nero di Chicago.
La vera “tragedia“ infatti, per i repubblicani, non è soltanto la probabile vittoria di Obama, ma il fatto che nel contempo i senatori repubblicani che andranno alla rielezione (circa una decina) hanno probabilità minime di essere rieletti. Questo significherebbe, nella migliore delle ipotesi, un parlamento a maggioranza democratica rafforzata (la maggioranza già ce l’hanno, ma ora è risicata), che sarebbe libero di fare praticamente tutto quello che vuole. Nella peggiore delle ipotesi invece i repubblicani rischiano addirittura di vedere trasformato quel “praticamente“ in un “assolutamente“.
Se infatti i democratici riuscissero a conquistare 60 seggi al Senato, ai repubblicani non resterebbe nemmeno la possibilità di praticare il cosiddetto filibuster (ostruzionismo parlamentare), ultima spiaggia per chi vuole opporsi al passaggio di una nuova legge, per cui si troverebbero in totale balia del partito avversario.
Questa ipotesi, sommata all’immagine di un “negro“ alla Casa Bianca, ...
Thierry Meyssan: «Si j’avais plié, je n’aurais pas eu à partir» (“Se mi fossi piegato, non sarei dovuto partire”) 13 ottobre 2008 - Intervista rilasciata a Beirut.
Traduzione di Pino Cabras.
La chiusura degli uffici francesi del Réseau Voltaire (“Rete Voltaire”, NdT) e l’esilio del suo presidente sollevano molti interrogativi. Alcuni commentatori vi hanno visto la fine di un avventura, altri, al contrario, nell’osservare che queste decisioni non hanno ridotto la combattività del Réseau, hanno cercato di scoprire quali fossero le motivazioni. Thierry Meyssan lo spiega qui. Meyssan descrive una Francia sottoposta al controllo dei servizi statunitensi, con un’opinione pubblica anestetizzata che non ha consapevolezza del controllo politico. Ai suoi occhi, c’era un pericolo immediato e la minaccia che lo ha costretto ad andarsene non tarderà a ricadere su altri.
Lei ha lasciato la Francia un anno fa, nel settembre 2007. Non è un espatriato qualsiasi: è famoso in tutto il mondo come l’iniziatore del movimento che contesta la versione governativa degli attentati dell’11 settembre, il leader di un movimento anti-imperialista, e in alcuni paesi si è presentato come il principale dissidente occidentale. Perché è stato costretto all’esilio?
Thierry Meyssan: Nel dicembre 2002, il Segretario della Difesa USA Donald Rumsfeld ha firmato la direttiva 3.600.1, volta a screditare o eliminare le personalità francesi che si opponevano alla guerra globale al terrorismo [1]. L’elenco includeva in primo luogo Jacques Chirac, poi dei grandi esponenti industriali, e in più vi figuravo io a causa del mio lavoro sull’11/9.
Erano tre mesi prima della invasione dell’Iraq. Era l’epoca dell’isteria antifrancese a Washington. I servizi segreti francesi sono stati informati del fatto che gli omicidi erano stati subappaltati dal Pentagono al Mossad e mi misero in guardia. I miei amici ed io abbiamo cercato di metterci in contatto con gli altri bersagli. Uno degli amministratori del Réseau Voltaire era un vecchio amico di una di queste personalità. Abbiamo preso un appuntamento con questo personaggio ai primi di marzo, ma morì pochi giorni prima dell’incontro, ...
di Marco Cedolin
Nonostante fin dagli inizi di luglio sia noto il pesante coinvolgimento della Galbani nell’ambito della truffa dei formaggi avariati, uno scandalo le cui proporzioni gigantesche sono state messe in luce dagli sviluppi delle indagini della magistratura rese note nei primi giorni di settembre, si sono dovuti attendere quasi 4 mesi ed un nuovo scandalo, portato alla luce da alcuni dipendenti del deposito Galbani di Perugia, perché la grande distribuzione ed il Ministero della Sanità si sentissero in dovere di mettere in atto una qualche tardiva reazione.
Alcuni dipendenti del deposito Galbani di Perugia, venditori ed addetti allo stoccaggio, hanno infatti presentato un esposto in procura nei confronti della Galbani, denunciando di “essere stati obbligati per anni dai capi del personale a vendere merce con data di scadenza contraffatta”.
La denuncia, documentata con tanto di fotografie e registrazioni audio, sembra essere direttamente collegata allo scandalo concernente i grossi quantitativi di formaggi avariati, ...
di Marco Cedolin
Fra le tante soluzioni volte a contenere la dilagante crisi finanziaria che sta sconvolgendo i mercati, accanto all'iniezione di liquidità consistente nello stanziamento di centinaia di miliardi di euro (o dollari) di denaro pubblico destinati a sostenere il sistema bancario e alla nazionalizzazione degli istituti di credito volta a metterli al riparo dagli imprevisti, molti fra politici ed economisti sembrano indicare una terza via che a loro dire dovrebbe garantire ottimi risultati nel medio periodo.
L'idea sarebbe quella di destinare altri centinaia di miliardi di denaro pubblici ad un massiccio piano di costruzione di grandi infrastrutture, rifacendosi a quanto messo in atto da Roosevelt dopo la crisi del 29, stimolando in questo modo tanto la crescita economica del Pil quanto la ripresa dell'occupazione. Al fine di sostenere questa strategia alcuni uomini politici, tanto del PD quanto del PDL, intendono proporre in sede europea una risoluzione che consenta ai Paesi membri di superare il tetto del 3% previsto dai parametri di Maastricht, considerando gli esborsi in favore delle reti TEN non più come spese generanti indebitamento, bensì come investimenti destinati allo sviluppo infrastrutturale europeo.
Un escamotage che potrebbe permettere di reperire le risorse finanziarie per le numerose tratte TAV attualmente allo stato di progetto, ...
Questo articolo descrive come ho curato un (presunto) basalioma, comparso sulla schiena di mia madre, nell’arco di circa sei mesi, seguendo le indicazioni del Dott. Tullio Simoncini.
Nel novembre del 2007, mia madre ha iniziato a sentire un certo prurito all’altezza delle scapole, al centro della schiena. Non potendo vedere direttamente quel punto, mi ha chiesto ripetutamente di osservarlo, e dopo un pò di tempo ho notato che si era formata una specie di macchia permanente, del diametro di qualche millimetro.
Il prurito nel frattempo si era trasformato in fastidio costante, con occasionali fitte di dolore vero e proprio, che mia madre descriveva come dei “piccoli morsi”, acuti e lancinanti.
Le dimensioni della macchia nel frattempo erano aumentate, e verso i primi di gennaio provammo a fare delle applicazioni locali, tagliando una fettina di aloe e spalmando il liquido che ne fuoriusciva direttamente sulla parte interessata.
Per un certo periodo le dimensioni della macchia sembrarono stabilizzarsi, ma non appena smettevamo le applicazioni la macchia tornava a crescere, con nuove serie di “morsi” sempre più fastidiosi.
Mi fu chiaro a quel punto che la cosa non si sarebbe risolta con le semplici applicazioni di aloe.
Verso la metà di febbraio mi rivolsi a Tullio Simoncini, ...
di Marco Cedolin
La crisi finanziaria sta ormai occupando in pianta stabile da alcune settimane le prime pagine dei giornali, riuscendo perfino ad intaccare l'atmosfera patinata dei TG, con tutto il suo corollario costituito da banche che falliscono, stati che nazionalizzano gli istituti di credito, governi che stanziano, o auspicano lo stanziamento, di cifre da capogiro destinate a preservare il sistema bancario dal crack imminente, mercati azionari ormai fuori controllo che si muovono in maniera schizofrenica simili ai vagoncini delle montagne russe.
Una debacle dalle conseguenze inimmaginabili che imperversa come un tornado nel mondo virtuale della finanza, costituito in larga parte da ectoplasmi del tutto inafferrabili per i comuni mortali, in quanto composti da algoritmi e calcolazioni complesse dalle quali fuoriesce un vero e proprio lemmario incomprensibile ai più. La crisi finanziaria parla il linguaggio del Mibtel, del Dow Jones, del Nasdaq del Nikkei, dell’Euribor, dei Bond, , degli hedge funds, dei sinking funds, degli swaps, della riserva frazionaria, dei piani di consolidamento del baylout da 850 miliardi di dollari, di 450 miliardi di euro “bruciati” in Europa nel corso di un solo lunedì.
La crisi dei comuni mortali parla il linguaggio del Paese reale, lontanissimo dal gergo destinato a pochi iniziati che straborda dalle pagine dei giornali e dagli schermi della TV. Racconta il potere di acquisto di salari e pensioni ormai in caduta libera, ...
[All'interno il video con l’analisi delle immagini]
Volete sapere che differenza c’è fra un mondo senza Internet, e un mondo con Internet?
Nel primo mondo c’è voluta una decina di anni per mettere insieme i capi d’accusa contro il presunto “pacco” americano dei viaggi lunari, nel secondo sono bastate due ore per ottenere lo stesso identico risultato con i cinesi.
Dunque, andiamo con ordine, perchè la cosa si fa interessante: circa quaranta anni fa gli americani dissero di essere andati sulla Luna. Tutti vedemmo le immagini “arrivare” dalla Luna, e quindi nessuno ebbe il minimo dubbio: vedere è credere – lo sanno tutti - e questo proverbio non è nato per caso.
Poi saltò fuori un certo Kaysing, che nel ’74 pubblicò il libro-bomba “Non siamo mai andati sulla Luna”. Kaysing criticava soprattutto le fotografie lunari, nelle quali aveva individuato svariate incongruenze (bestemmie vere e proprie, per chi si intende di fotografia). Purtroppo Kaysing fece anche alcuni errori, sollevando un paio di obiezioni infondate, e questo gli costò moltissimo in termini di credibilità (il debunker che riesce a trovare un errore nella tesi complottista diventa peggio di una iena affamata: si accanisce su quell’errore fino all’ossessione, nel disperato tentativo di farti dimenticare tutto il resto).
Ma di fatto Kaysing aveva incrinato la sfera di cristallo, e dopo di lui vennero molti altri che consolidarono il suo lavoro, migliorandolo e rendendolo più accurato. Oggi esiste una notevole lista di obiezioni sui viaggi lunari, ...
Leggi tutto: Un paese in rottamazione