Non ha convinto nessuno il discorso di Bush alla nazione, nel quale il presidente più impopolare della recente storia americana è riuscito a dire di tutto e il contrario di tutto. Cioè nulla, in definitiva, visto che nulla è realmente cambiato al di là della superficie illusoria delle parole.
Nulla in realtà potrà mai cambiare, come abbiamo detto altre volte, in una mente monocromatica - e si teme monosillabica - come quella dell'attuale presidente, che si considera letteralmente infallibile, al di sopra di ogni giudizio umano, e titolare di tanti diritti quanto libero dai rispettivi doveri.
E' suo diritto mandare al fronte 20.000 soldati in più, ma non è suo dovere spiegare agli americani perchè ne siano già morti tremila di troppo, quando la promessa era quella di una passeggiata indolore fino alle mura dell'Antica Babilonia.
E' suo diritto trascinare in guerra un'intera nazione, per scovare le cosiddette armi di distruzione di massa, ma non è suo dovere spiegare poi perchè non se ne sia trovata mezza, …
di Marco Cedolin
George W. Bush e l’amministrazione americana da lui controllata continuano a gestire con estrema disinvoltura le operazioni di “esportazione democratica” in giro per il mondo, prodigandosi per far si che nessun paese si ritrovi privato di un bene così essenziale.
Dopo l’annientamento materiale e morale dell’Afghanistan e dell’Iraq, ridotti a maleodoranti campi di battaglia dove le mine antiuomo ed i residui dell’uranio impoverito garantiranno alle generazioni a venire un futuro fatto di menomazioni fisiche, leucemie, linfomi e tumori, l’attenzione del “gendarme del mondo” inizia a spaziare verso nuovi orizzonti.
Se il 2006 si è chiuso nel segno dell’ignominia, con l’immagine di Saddam Hussein appeso alla forca in mondovisione a dimostrare quale sia la giusta fine per chiunque osi opporsi …
Estratto della trasmissione Countdown della rete Statunitense MSNBC andata in onda il 2/1/2007. Il conduttore Keith Olbermann parla di un rapporto della BBC che anticipa la "nuova strategia per l'Iraq" dell'Amministrazione Statunitense, che si crede verrà annunciata formalmente nel discorso di domani sera (notte in Italia) dal Presidente Bush. La parola d'ordine è: "Sacrificio." (per vedere il filmato nella finestra - più grande - di Google Video cliccate qui.)
(Video in coda) A furia di rimuginare sui crolli delle Torri Gemelle, alla ricerca del modo migliore per mostrare anche ai ciechi di professione quello che per altri è assolutamente palese, a un certo punto sono stato colto da una folgorazione: se per caso bin Laden fosse stato il titolare di una ditta di demolizioni controllate, e se per caso i suoi uomini avessero avuto libero accesso al World Trade Center, poco prima dell'11 settembre, nell'arco di venti minuti al massimo i media americani avrebbero DIMOSTRATO al mondo che è stato lui ad abbattere le Torri Gemelle, e che quindi si partiva tutti per l'Afghanistan a fargli un culo così. E nessuno avrebbe avuto da ridire.
"Guardate, ci sono persino gli squibs delle demolizioni controllate!" ci avrebbero detto i sapientoni a 27 pollici. "E ci sono dozzine di testimonianze che parlano di esplosioni prima e durante i crolli stessi. E' chiaro che è stato lui". "E poi, lo sanno tutti che un edificio che crolla da solo non si polverizza come hanno fatto le Torri." "E come lo spieghiamo, se non con una demolizione, il fatto che due Torri alte 400 metri scompaiano nel nulla in dieci secondi ciascuna? Suvvia, ragazzi, non scherziamo, le leggi stesse della fisica lo proibiscono!" avrebbero tuonato indignati gli "esperti" della TV. "Per non parlare poi del WTC7 -avrebbero continuato - che viene giù in sei secondi netti come se fosse una fisarmonica! Quando fra l'altro tutti sanno che nessun edificio al mondo in acciaio è mai crollato a causa di un incendio!"
Figuriamoci poi cosa sarebbe successo alla scoperta delle pozze di metallo fuso: "Se ancora non bastasse - avrebbero aggiunto petulanti gli stessi esperti - queste pozze di metallo fuso, riscontrate dai soccoritori fra le macerie a sei settimane dai crolli, ...
di Marco M
Per 35 anni, le compagnie petrolifere straniere che desideravano il petrolio dell'Iraq sono state come bambini con la faccia contro la vetrina di un negozio di dolci chiuso.
Ma le cose cambieranno presto.
Il Consiglio dei Ministri iracheno sta per approvare la nuova legge sugli idrocarburi, fortemente voluta da Stati Uniti e Gran Bretagna, che aprirà le porte alle compagnie occidentali. Dopo la nazionalizzazione del 1972, le multinazionali del petrolio torneranno in Iraq...
In rete sta iniziando a girare la voce che a Saddam, durante l'impiccagione, sia anche stata tagliata la gola. A confermarlo, un nuovo spezzone di video-telefonino, di pochi secondi, nel quale inizialmente si vede il corpo dell'ex-dittatore coperto da un telo bianco. Il telo viene poi sollevato all'altezza della testa, e per alcuni secondi si vede in primo piano il volto di Saddam cadavere, adagiato di profilo. Gli occhi sono chiusi, sullo zigomo e sulla guancia compaiono due ematomi, e sotto la mascella, in mezzo alla folta barba, spicca una chiazza di colore rosso vivo, che ha tutta l'apparenza di essere un taglio nella carne, lungo qualche centimetro. A conferma che non si tratti di un macabro trucco di carnevale, ...
di Marco Cedolin
Fra le tante strenne natalizie che i cittadini italiani si sono trovati a raccogliere sotto il salice piangente, una più delle altre sembra proporsi quasi a titolo di scherno, in quanto risulta disancorata dai fondamenti della logica, in virtù dei quali tanto più un servizio è migliore tanto più si ha diritto a pretendere un equo pagamento, ma quando un servizio è scarso anche il suo costo dovrebbe essere commisurato a tale scarsità.
Dal primo gennaio 2007 viaggiare in treno costa di più, in quanto i vertici delle Ferrovie hanno deciso di aumentare mediamente del 9% (ma con punte che arrivano fino al 15%) le corse dei treni a lunga percorrenza Eurostar, Intercity e Alta Velocità. Sono invece esentati dal salasso i treni Regionali ed Interregionali, veicolo obbligato del pendolarismo giornaliero e gli Espressi.
Credo sia superfluo sottolineare che Intercity ed Eurostar, lungi da essere esclusivamente oggetto di una scelta “elitaria” dei viaggiatori, …
Il vero arsenale nucleare sta nella testa dei sionisti, non nei sotterranei inaccessibili di Dimona. Ecco perchè non troveremo mai le armi di distruzione di massa di Israele, anche se l'ONU tornasse un giorno a fare il proprio lavoro e mandasse mille ispettori in quella terra che ha creato ma che ora, paradossalmente, non può più nemmeno visitare (ricordate Jenin?). E' in quei cervelli malati, negli avanzi ormai in decomposizione di un pensiero nato oltre cento anni fa, e morto già nel 1948, che si agita lo spettro perenne di una esplosione atomica da un miliardo di megatoni, in grado di cancellare in un solo istante l'intero sistema solare.
Spietati nel lasciar morire il proprio fratello, pur di avere un motivo in più di rivalsa contro il mondo, i sionisti sono riusciti a trasformare in cento anni quello che era un sincero e legittimo anelito interiore - la Terra Promessa - nel più grande disastro storico dei tempi moderni. Dalle loro paure hanno creato il mostro della paura, dalle loro insicurezze hanno creato l'insicurezza del mondo, dal loro terrore interiore hanno creato il terrorismo universale, un fantasma onnipresente che deve continuamente rinascere …
di Marco M
Il Sunday Times svela oggi che Israele ha preparato piani segreti per distruggere gli impianti per l’arricchimento dell’uranio in Iran con armi nucleari tattiche.
Citando diverse fonti militari israeliane, "due squadriglie dell’aeronautica israeliana si stanno addestrando per far saltare in aria gli obiettivi con bombe atomiche anti-bunker di ridotto potenziale". L'attacco...
Un botta e risposta sulla rivoluzione chavista fra Peacereporter e Gennaro Carotenuto, che tocca il cuore del principio della libertà di espressione: pluralismo delle voci contro censura governativa. Una questione che - fatte le debite proporzioni, ovviamente - ci riguarda anche da vicino.
Anna Artemisia: ho appena letto su Peacereporter.net che [il presidente venezuelano Hugo] Chávez nei giorni scorsi ha minacciato di non rinnovare la licenza a Radio Caracas Television, la seconda emittente più grande del paese e notoriamente favorevole all'opposizione. Ammetto che la notizia mi ha lasciata perplessa: insomma non sarà una scelta sbagliata che attirerà critiche strumentali sulla rivoluzione bolivariana e su Chávez che proprio in un momento come questo ha un sostegno popolare tanto che non avrebbe davvero bisogno di rispondere alle sfide dell'opposizione con gesti antidemocratici come questi. Tuttavia sono anche cosciente di non avere tutte le informazioni sulla questione, per cui avrei piacere se lei volesse esprimere la sua opinione a riguardo [...]
Gennaro Carotenuto: Cara Anna, anche l'articolista di Peacereporter sembra non avere tutte le informazioni in merito. Frequento da tempo il Venezuela e i media venezuelani e, come Osservatore Internazionale, ho partecipato all'Osservatorio sui media durante le ultime elezioni del 3 dicembre 2006 in Venezuela. Ho quindi avuto occasione di studiare approfonditamente il tipo di copertura ...
Con il mandato appena scaduto di Jeb Bush a Governatore della Florida, si preannuncia una fine improvvisa e prematura per una dinastia che sta ai vertici del potere, in America, fin dagli anni di Hitler e Mussolini.
Jeb infatti paga lo scotto della fallimentare presidenza del fratello meno astuto - i cui indici di gradimento sono da tempo sotto la soglia minima della decenza - ed ha annunciato che non si candiderà alla presidenza nel 2008, e che non intende proseguire in alcun modo la vita politica.
"No tengo futuro", ha detto ai giornalisti, parlando significativamente nella lingua-codice degli esuli cubani che vivono in Florida. Nessuno ha osato chiedergli il motivo - evidente per tutti - di questa improvvisa rinuncia ad una candidatura che solo un anno fa sembrava quasi obbligatoria.
Lo stesso padre, detto Bush 41 (il 41° presidente, mentre il figlio è "Bush 43"), è scoppiato in lacrime durante il discorso di addio del figlio al parlamento della Florida. Le lacrime sono arrivate, curiosamente, proprio nel momento in cui Bush stava ricordando l'iniziale sconfitta di Jeb per la carica di governatore (poi ottenuta in un secondo momento), mentre l'attuale presidente si assicurava al primo tentativo il ruolo equivalente in Texas, e si posizionava così prima di Jeb per il grande lancio verso la Casa Bianca (per diventare presidente è necessario essere stato prima governatore di uno stato, o almeno senatore di un certo rilievo).
Nulla di male - avrà pensato all'epoca il vecchio Bush - prima ci metto Giorgino, alla Casa Bianca, ...
Leggi tutto: L'ultimo stadio della follia