Questo articolo non vuole essere una disamina della questione geopolitica che sta ruotando attorno all’Ucraina, ma, più semplicemente, vorrei sottolineare un interessante aspetto psicologico di tutta la faccenda: da una parte abbiamo la presenza di una figura solida, concreta e determinata - quella di Putin – e dall’altra la prepotente e vistosa assenza di una figura equivalente, sul fronte occidentale.
Joe Biden è lontano milioni di chilometri dal cuore della faccenda: un po’ perché l’America non può avere direttamente voce in capitolo in una questione che riguarda i rapporti diretti fra Russia e Ucraina, un po’ perché il personaggio stesso del presidente americano è totalmente inconsistente: insicuro, dubbioso, decisamente poco credibile sia nel momento delle minacce che in quello delle rassicurazioni. È come un vecchio trombone che borbotta da lontano, ma che nessuno si sente veramente in dovere di ascoltare.
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Il sito ilpolveronequotidiano.it ha pubblicato i risultati di una ricerca durata diversi mesi, nella quale sono stati minuziosamente setacciati tutti i siti di cronaca locale, alla ricerca di notizie di “morti improvvise” fra le categorie “docenti” e “sanitari” negli anni 2020 e 2021.
Gli articoli recuperati sono organizzati in senso cronologico, facilitando così la lettura dei dati rispetto ai diversi periodi di introduzione del vaccino obbligatorio per le categorie succitate. Il risultato, in sintesi, è di un incremento inspiegabile del 135% delle “morti improvvise” in queste categorie fra il 2020 e il 2021.
Per quanto si tratti di dati empirici, la discrepanza rimane enorme, e l’insieme degli articoli raccolti costituisce un utilissimo archivio per chi in futuro volesse affrontare questo argomento.
(Consiglio di ignorare il tono a volte sarcastico dell’articolo, e di concentrarvi sui dati riportati).
Massimo Mazzucco
Ieri doveva essere il d-day, con la convergenza su Roma di decine di migliaia di italiani, che grazie alla loro presenza in piazza avrebbero dato la spallata finale alle restrizioni rappresentate dal greenpass.
Invece si sono viste si e no duecento persone che si guardavano intorno, infreddolite, domandandosi se per caso avessero sbagliato indirizzo. Oppure se avessero sbagliato giorno.
Invece l’indirizzo e il giorno erano giusti: hanno solo sbagliato nazione. Nel senso che evidentemente erano convinte di far parte di un popolo che sa riconoscere i problemi collettivi, e capisce quando è il momento di darsi una mossa tutti insieme, prima che questi problemi diventino permanenti. Faceva male vedere due pensionati del nord, che dicevano “abbiamo fatto mille chilometri per venire fin qui, ma non c’è nessuno”.
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E' come se si avvertisse un sadico piacere nella decisione del Governo Draghi di rendere illimitata la durata del green pass, ma solo per chi ha fatto tre dosi di farmaco. Lo abbiamo detto, non vi è nulla di scientifico, nè sanitario che sottende a tale decisione. Lo dimostra in modo plastico che questa durata sine die del lasciapassare non viene concessa ai guariti che non si sono fatti inoculare il prodotto Pfizer o Moderna, J&J o Astrazeneca almeno due volte. A loro no, perchè il braccio non la hanno porto.
Ed è questo sadismo, questa ferocia accolta con giubilo da una fetta di popolazione che fa paura. Il concetto è chiaro: 'noi abbiamo rischiato' (perchè molti al di là della tanto sbandierata sicurezza del farmaco anti Covid ragionano così) e 'adesso devi rischiare anche tu, altrimenti non è giusto'.
Un ragionamento che rispecchia il Male di una società. La giustizia ora non sta nel fare scelte personali che si ritengono sagge, ma nell'imporre a tutti le stesse scelte, una sorta di 'mal comune mezzo gaudio' rispolverato in salsa sanitaria.
Un Paese così fa paura, sì.
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La nostra prima intervista a Trinca, del 23 aprile 2020
Mettiamoci nei panni di chi gestisce dall’alto l’ “emergenza covid”, ovvero di coloro che vogliono sfruttare il covid per arrivare ad instaurare il greenpass permanente, come sistema universale di controllo della popolazione.
Ebbene, dal loro punto di vista, sta per presentarsi un problema non da poco: con la “pandemia” destinata inevitabilmente ad affievolirsi, diventerà sempre più difficile trovare delle scuse per mantenere attivo il greenpass.
Inoltre, il fatto che i greenpass stessi andranno man mano a scadere, significa che sempre più persone, con il passare del tempo, rifiuteranno di rinnovare l’ennesima vaccinazione, e quindi diventerà sempre più difficile mantenere il greenpass come misura permanente.
E senza quello strumento, come sappiamo, il Grande Reset va a farsi benedire.
di Aldo Maria Valli
Qualche giorno fa, nel tentativo di capire qualcosa in quel guazzabuglio che sta diventando la scelta del nuovo presidente della Repubblica, abbiamo consigliato di dare un’occhiata a che cosa si dice al di là dell’oceano, negli Usa, perché, che ci piaccia o no, l’Amico americano ha sempre una certa influenza (eufemismo) sulle cose italiane.
E la soluzione prospettata dall’Amico americano è piuttosto chiara: l’ideale sarebbe avere mister Mario Draghi sia a palazzo Chigi sia al Quirinale, perché solo Super Mario può garantire la stabilità politica e la credibilità necessarie all’Italia per rassicurare gli investitori e portare a termine il lavoro di attuazione del Recovery Plan.
Tuttavia, siccome clonare Draghi non si può, ecco l’idea: lasciare mister Mattarella al Quirinale ancora per un paio d’anni, per traghettare poi mister Draghi sul Colle più alto una volta stabilizzata la situazione politica.
Leggi tutto: Putin: quando conta la psicologia