di Antonio Amorosi
La credibilità delle autorità coinvolte e dei virologi o sedicenti tali fa un altro passo verso il fondo.
Secondo il British Medical Journal l'efficacia reale dei vaccini in circolazione non sarebbe intorno al 95% ma tra il 19% e il 29%. Una delle voci più influenti a livello mondiale per il New York Times, il professor Peter Doshi, associato presso l’Università of Maryland e che si occupa di ricerca sui servizi sanitari farmaceutici, sgancia il missile terra aria. Entrato in possesso dei dati pubblicati da Pfizer e Moderna, Doshi ha notato delle discrepanze che cambiano notevolmente il quadro raccontato finora e anche le dinamiche messe in moto da tutta comunità scientifica mondiale.
“Cinque settimane fa”, scrive Doshi sul British Medical Journal Opinion (e noi lo avevamo raccontato qui), “ho sollevato domande sui risultati delle sperimentazioni sui vaccini Covid-19 di Pfizer e Moderna. Tutto ciò che era di dominio pubblico erano i protocolli di studio e alcuni comunicati stampa”. Oggi, due riviste pubblicano 400 pagine di dati presentati dalla e per la Food and Drug Administration prima dell'autorizzazione di emergenza data dall'agenzia ai vaccini mRNA di ogni azienda. Doshi sintetizza: “Mentre alcuni dei dettagli aggiuntivi sono rassicuranti, altri no”.
In 5 minuti Luc Montagnier sintetizza quelli che sono i maggiori problemi che ruotano oggi attorno al vaccino anti-covid.
Il governo italiano ha fissato la data dell’11 gennaio per il consenso automatico di tutti coloro che tacciono al fascicolo sanitario elettronico.
La proposta di normativa è stata inserita nell’articolo 11 del decreto legge «Rilancio» (n. 34/2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19/5/2020), nel disporre misure urgenti in materia, appunto, di Fascicolo sanitario elettronico (Fse).
Questa norma attua una serie di modifiche all’articolo 12 del dl 179/2012, ovvero abrogazione del comma 3-bis. In base a questo comma,infatti, il Fse poteva essere attivato esclusivamente sulla base del consenso libero e informato da parte dell’assistito, il quale poteva decidere se e quali dati relativi alla propria salute dovevano essere inseriti nel fascicolo medesimo. C’era un diritto alla non raccolta di dati, all’oscuramento (totale o parziale) dei dati e anche un diritto all’oscuramento dell’oscuramento (non far sapere di avere chiesto la cancellazione di alcune informazioni).
L’abrogazione del comma 3-bis, quindi, permette al Governo di attivare la schedatura sanitaria senza il consenso del cittadino. Il Fse contiene i dati su ricoveri di pronto soccorso, referti, profili sanitari, informazioni su diagnosi, allergie, terapie, cartelle cliniche, vaccinazioni, certificati, ecc.
Il governo con la scusa di una epidemia, amplificata tramite falsificazione dei dati medici e bombardamento terroristico della popolazione mediante evidenti psico-programmazioni di massa, tenta una schedatura sanitaria di massa, come ai tempi del nazismo/fascismo, oltre che tentare di sottrarre i diritti civili individuali e collettivi.
di Antonio Amorosi
Stare chiusi in casa o vaccinarci? Potremmo andare verso questo dilemma. Anche perché oltre a chiuderci in casa i decisori politici non sembrano andare e sono passati 10 mesi dallo scoppio dell’epidemia.
C’è il vaccino. Qualcuno, tra i politici e gli esperti virologi o presunti tali, ha già proposto di renderli obbligatori per accedere ai servizi, iniziando da alcune categorie. Prima o poi potrà esserci l’obbligo di vaccinarsi contro la Sars-Cov-2? Ne abbiamo parlato con l’avvocato cagliaritano Francesco Scifo, esperto di diritto europeo, di diritti umani e patrocinante in Cassazione (da giovane si è fatto le ossa con le difese d’ufficio in Cassazione).
La grande sceneggiata del vaccino covid prevedeva tre passaggi fondamentali. 1) La dispersione di un virus altamente contagioso ma relativamente poco letale, che fosse in grado di mettere in crisi i sistemi sanitari dei vari paesi, diffondendo il panico nelle varie popolazioni. 2) Una serie infinita di restrizioni, che andavano dal lockdown integrale a misure relativamente più lievi, in modo da abituare la popolazione dei vari paesi alla “dittatura del virus”. Si trattava cioè di condizionare intere popolazioni all’idea che ora fosse il virus a decidere ciò che noi possiamo fare e non fare nella nostra vita, abituandoci progressivamente a rinunciare in modo permanente ai nostri diritti costituzionali. 3) La soppressione, l’oscuramento, e il rifiuto sistematico di qualunque eventuale cura a basso costo che potesse emergere nel frattempo (v. plasmaferesi, idrossiclorochina, eccetera), in modo da condizionare la popolazione a pensare che il vaccino potrà essere l’unica via di salvezza per tornare ad una vita normale.
Una svolta dai tratti storici da qualche giorno ha acceso i riflettori sul Metodo Di Bella e le controverse vicende note alle cronache. “Con sentenza in data 23.11.2020 il Tribunale di Catanzaro – si legge sul sito ufficiale metododibella.org – ha riconosciuto il diritto di un paziente del Dott. Di Bella, malato di tumore al pancreas, ad ottenere la somministrazione gratuita dei farmaci da parte dell’ASL”.
Il paziente si chiama Aldo Bencivenni, uomo di Catanzaro che nel 2017 ha scoperto il dramma della malattia. Poco hanno potuto rimediare i vari cicli di chemio ai quali si è sottoposto. Poi il signor Aldo si è affidato, quasi come ultimo disperato tentativo, al Metodo Di Bella che ha portato a risultati ben più positivi, certificati dallo stesso Prof Di Bella: “le ultime risonanze magnetiche non registrano il tumore”. Queste le parole del medico intervenuto in diretta insieme all’avvocato Gianluca Ottaviano e al paziente Aldo Bencivenni, ai microfoni di Ilario Di Giovambattista e Stefano Raucci. Ecco il loro contributo.
di Riccardo Pizzirani (Sertes)
Lo abbiamo sentito tutti, fino alla nausea, il ricatto della superiorità morale dei pro-vax: Siamo altruisti. Ci vacciniamo non per noi, ma anche per voi. Anzi, per chi non può farlo. L’immunità di gregge.
Già, una teoria molto bella, sulla carta. Ne parlavamo assiduamente nel 2017 quando i nostri politici si misero in azione per concretizzare il mandato internazionale dato all’Italia nel 2014 di diventare capofila mondiale delle strategie vaccinali. Mandato extraparlamentare, ovviamente, ricevuto a Washington da un gruppo di medici ed affaristi che poco hanno a che fare con il dibattito democratico.
E l’Italia si appecorò nel mettere in campo una legge che obbligava i nostri figli a 10 vaccinazioni, dietro il ricatto di non poter entrare all’asilo qualora ne mancasse anche solo una. Poi i nostri ragazzi, dai 6 anni in su e fino ai 16, subivano un ricatto un po’ attenuato: non potendo ostacolare il diritto allo studio, ciò che era inconcepibile per un infante cioè entrare in contatto con i coetanei da non vaccinato, diventava peccato veniale, che poteva estinguere pagando una cospicua multa annuale, ottenendo così l’indulgenza e la tanto agognata immunità in forma non medica ma amministrativa.
Più passa il tempo e più mi convinco che la grandiosa “operazione vaccino” del prossimo anno sarà un flop a livello globale.
Certamente, i vaccini arriveranno, e certamente ci saranno decine di milioni di persone che correranno a farseli. Ma questo non si trasformerà necessariamente nella grande operazione di vaccinazione globale sognata dai vari Bill Gates, Fauci e Burioni.
C’è infatti ormai nella popolazione mondiale una diffidenza molto diffusa verso il nuovo vaccino, e questa diffidenza sarà molto difficile da eliminare nell’arco di pochi mesi. Anzi, rischia solo di aumentare.
Il British Medical Journal, una delle riviste più prestigiose del mondo, insieme a Lancet, fa a pezzi i vaccini antiCovid, almeno per quello che sono oggi. Manca una trasparenza complessiva sui dati né è chiaro se funzionino davvero. Non sono stati arruolati sufficienti anziani, persone immunodepresse, bambini, per capire gli effetti, né sono chiari quelli sul periodo medio lungo. In più le ricerche adottate dai vari gruppi che ci stanno lavorando non vanno nella direzione di dimostrarlo. In sintesi è questo il contenuto di un articolo pubblicato sulla rivista inglese e firmato da Peter Doshi, che è professore associato presso l’Univesità of Maryland e si occupa di ricerca sui servizi sanitari farmaceutici. Tempo fa il New York Times spiegava che Doshi è una delle voci più influenti nella ricerca medica di oggi perché si occupa con grande efficacia di fornire ai consumatori "il quadro completo" dei dati sui farmaci.
Pubblicato il 26 novembre scorso Doshi, nell’articolo sul British Medical Journal, si chiede quanta attendibilità abbiano gli annunci di Pfizer, Moderna e Astrazeneca in merito all’efficacia dei propri vaccini.
E cita Peter Hotez, decano della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine di Houston, che ha detto: “Idealmente, vuoi che un vaccino antivirale faccia due cose. . . in primo luogo, ridurre la probabilità di ammalarsi gravemente e andare in ospedale, e due, prevenire l'infezione e quindi interrompere la trasmissione della malattia ".
Il dottor Roberto Gava è stato definitivamente radiato dall’ordine dei medici.
La radiazione originale, arrivata nell’aprile del 2017, era rimasta sub judice perché nel frattempo il dottor Gava aveva fatto ricorso. Ora il ricorso l’ha perso, e la radiazione è diventata definitiva.
Questo articolo non vuole essere una difesa del dottor Gava da parte mia, ma vuole essere un atto di accusa verso tutti quei colleghi che non l’hanno difeso.
La professionalità e la serietà del Dott. Gava infatti non sono in discussione. Laureato in Medicina all’Università di Padova, specializzato in cardiologia, farmacologia clinica e tossicologia medica, con perfezionamento in agopuntura cinese, omeopatia classica e bioetica, il dott. Gava ha anche scritto una ventina di libri sui più diversi aspetti della medicina moderna.
Leggi tutto: Efficacia vaccino Pfizer e Moderna? Tra 19%-29%, non il 95%. Lo dice il BMJ