Quando le cose complicate diventano improvvisamente semplici:
Daniele Ganser è uno storico/ricercatore svizzero che appartiene al 9/11 Truth Movement. Denuncia da tempo gli attentati false flag nel mondo. Fra i suoi lavori, segnaliamo il libro "Gli eserciti segreti della NATO - Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale".
Fonte Pandora TV
Dopo che ci siamo massacrati sulle elezioni, propongo un tema più leggero. Qualcuno riesce a vedere un messaggio nascosto, in questo "esperimento"?
Chiedo scusa, ho disabilitato l'embedding perchè ogni volta che aprivi la homepage partiva la pubblicità. Potete vedere il video cliccando sull'immagine.
E' stato interessante seguire le dirette televisive durante lo spoglio elettorale. Interessante perché, messi di fronte al fatto compiuto, i giornalisti di regime hanno dovuto adeguare rapidamente le loro posizioni sui 5 stelle: con una Raggi che prende addirittura più del doppio dei voti di Giachetti - una legnata storica, sia chiaro - e una Appendino uscita dal nulla che manda a casa Fassino contro ogni pronostico, c'era ben poco da stare a sottilizzare. Meglio riconoscere che i 5 Stelle sono una realtà solida, destinata a rimanere, con la quale diventa necessario mettersi a fare seriamente i conti al più presto.
Il double-whammy Roma-Torino, inoltre, ha spento definitivamete la miccia alla retorica di regime secondo la quale "i 5 stelle vincono solo dove c'è un malcontento popolare". Se infatti a Roma il clamoroso risultato è dovuto in buona parte al rifiuto collettivo del marciume politico imperante, a Torino non c'è stata nessuna rivolta particolare conto lo status quo: Fassino ha governato bene - questo lo riconoscono tutti - ma la Appendino ha vinto perchè evidentemente convince di più.
E' stato anche divertente vedere il sollievo con il quale i commentatori politici hanno accolto i discorsi di Raggi e Appendino subito dopo la vittoria: positivi, propositivi, costruttivi, e persino con un riconoscimento al valore per Fassino, a Torino, e con una mano tesa verso l'avversario, a Roma.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
Dopo il rifiuto del direttore dell'Unità di correggere la plateale gaffe su Virginia Raggi (che era stata erroneamente individuata in un video ad inneggiare a Berlusconi) credevamo che il giornalismo italiano avesse toccato il fondo.
Invece oggi il Corriere della Sera ci ha dimostrato che ci sono immense profondità, negli abissi del giornalismo nostrano, ancora tutte da esplorare. Il titolo è "Euro 2016, tre tifosi russi in carcere. Il capo degli hooligans vicino a Putin".
Lo scoop consiste nell'aver individuato una "vicinanza" fra Putin e il capo dei tifosi russi, Alexander Shprygin.
L'articolo recita: "Tra loro [gli arrestati di Marsiglia, ndr] c’è anche il capo degli hooligans che hanno portato avanti le violenze di Marsiglia. Si tratta di Alexander Shprygin, 38 anni, responsabile dell’Unione di tutti i tifosi russi e che è arrivato in Francia con la delegazione ufficiale inviata da Mosca. Shrpygin è sospettato di avere affiliazioni con l’estrema destra (nonostante abbia negato di essere stato fotografato mentre faceva il saluto nazista). Non solo. Sono spuntate anche alcune foto che lo ritraggono molto vicino al presidente Vladimir Putin: in un’immagine del 2010, il tifoso è accanto a Putin al Cimitero di Lublino in occasione di una cerimonia in memoria di Yegor Sviridov, un tifoso dello Spartak ucciso a Mosca."
Non è solo per la persistenza del "terrorismo islamico" che l'argomento 11 settembre rimane oggi di grande attualità.
di Riccardo Pizzirani
Si avvicina il quindicesimo anniversario degli attacchi dell’undici settembre, ed il prevedibile picco d’interesse scatenerà la più banale e genuina delle domande: ha ancora senso continuare a parlare oggi di quei fatti?
Vediamo allora di colmare alcune delle lacune che i nostri media hanno lasciato, così da poter dare un efficace risposta a tale domanda.
A seguito degli attacchi dell’undici settembre il presidente Bush ha equiparato l’associazione terroristica Al Qaeda con una nazione nemica; questo ha permesso agli Stati Uniti di invocare l’articolo V del trattato della NATO (1), che afferma sostanzialmente che un attacco militare contro un membro della NATO è un attacco contro tutti, coinvolgendo gli alleati nelle azioni susseguenti.
Avendo ratificato quel trattato ed avendo accettato l’interpretazione statunitense e quella del Consiglio di Sicurezza ONU, la Repubblica Italiana è di fatto in stato di guerra contro Al Qaeda dall’undici settembre 2001.
Quando avanzi una proposta di budget per un'agenzia di pubblica sicurezza, un'agenzia di intelligence, non chiedi i soldi dicendo "Abbiamo vinto la guerra al terrore e tutto va bene", perché per prima cosa ti dimezzerebbero il budget. Hai presente il motto di Jesse Jackson, "Mantieni viva la speranza"? Ecco, per me è il contrario: "Mantieni viva la paura". Mantienila viva. (Thomas Fuentes, ex dirigente FBI)
In allegato a questa riflessione mi piace proporre ai lettori più pazienti il testo da me tradotto di un'inchiesta condotta dal giornalista investigativo americano Trevor Aaronson alla fine del 2011.
L'articolo è uno dei tanti (recentemente è uscito anche un documentario) in cui si descrive come l'FBI, nel condurre le proprie attività di contrasto al terrorismo islamico sul territorio degli Stati Uniti d'America, crei ad arte queste minacce selezionando, istruendo, armando e finanziando i soggetti che succesivamente si vanterà di avere arrestato.
In sintesi, funziona così. Gli agenti federali reclutano un "informatore", preferibilmente di origini mediorientali e con carichi penali pendenti, in modo da poterlo ricattare qualora non collaborasse, e lo infiltrano in una comunità islamica con l'incarico di fingersi membro di un'organizzazione terroristica e individuare soggetti poveri, disadattati e/o psicolabili ai quali proporre un attentato. Grazie al supporto logistico e finanziario prestato dall'FBI, l'infiltrato fornisce al suo pupillo denaro, armi ed esplosivi, gli suggerisce un piano e lo mette in condizione di realizzarlo rimuovendo ogni eventuale ostacolo alla sua attuazione.
Courtesy of SITEINTELGROUP - RITA KATZ
La cosa veramente triste è che in casi come questi non c'è nemmeno più bisogno di scrivere gli articoli. Già sappiamo come faccia l'FBI a reclutare i "musulmani delusi" per convincerli alla Jihad, e sappiamo anche che l'immancabile Rita Katz si premurerà di farci sapere con puntuale precisione che sono stati loro.
Non ci resta che aspettare i soliti quattro cretini che sosterranno che tutto è finto, che i morti non sono morti, e che le scene sono state girate ad Hollywood, e il quadro sarà completo.
Tristemente completo.
Nei media ormai quasi universalmente ‘allineati e coperti’ passano raramente notizie autentiche, news in grado di dare un quadro reale di quanto accade nel mondo.
di Piero Cammerinesi
Ogni tanto, però, qualcosa trapela e, anche se minimizzato o tardivamente negato o ridicolizzato, può aiutare il lettore spregiudicato a cogliere degli elementi utili per formarsi un giudizio indipendente sui fatti.
Una di queste notizie si riferisce a un’ammissione del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il quale ha dichiarato ieri di aver rimosso – ad appena 72 ore dalla pubblicazione - la coalizione guidata dall’Arabia Saudita dalla lista nera dei Paesi assassini di bambini.
Perché è stata cancellata da questo vergognoso elenco l’Arabia Saudita che sta bombardando da mesi lo Yemen insieme a Bahrain, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Giordania, Marocco e Sudan?
Una nuova ricerca scientifica ha seguito 1037 cittadini della Nuova Zelanda per 38 anni, e ha stabilito che l'unica conseguenza negativa sulla salute nell'uso della marijuana sia un danno alle gengive e alle ossa che reggono i denti.
In questa ricerca gli scienziati hanno utilizzato sia delle "misurazioni scientifiche della salute fisica", sia le autocertificazioni dei partecipanti sulla propria salute. Gli scienziati hanno anche integrato nella ricerca la situazione socioeconomica, la salute durante l'infanzia, ed il fatto che i soggetti facessero anche uso di tabacco.
Mentre gli utilizzatori di cannabis mostravano una scarsa salute dei denti, avevano anche un indice più basso della massa corporea, una vita più snella e un miglior livello di lipoproteina ad alta densità (HDL), ovvero il colesterolo buono. Questi risultati inducono i ricercatori a pensare che la cannabis possa avere un impatto sul metabolismo. D'altra parte, i fumatori di tabacco [secondo gruppo] avevano un metabolismo peggiore, salute più scarsa dei polmoni e uno stato di infiammazione più alto [del primo gruppo].
In tempi di elezioni si sente spesso citare la frase di Mark Twain "Se le elezioni servissero a qualcosa, non ce le lascerebbero fare".
Si può fare però anche il ragionamento opposto: se le elezioni non servissero a nulla, perché mai i politici si dannano in modo disumano per riuscire a vincerle?
In realtà, questa è una finta contrapposizione, perché la prima frase è vista dall'ottica dell'elettore, mentre la seconda è vista dall'ottica del candidato politico.
Si potrebbero concludere quindi che le elezioni non servono a nulla per quel che riguarda i cittadini, mentre servono moltissimo ai politici che le vincono, perché saranno poi loro a gestire il potere.
C'è però un passaggio mancante, ed è questo: se è vero che le elezioni non servono al cittadino, ma servono al politico per arrivare a gestire il potere, perché il cittadino vota quel politico?
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