di Massimiliano Paoli 24 ottobre 1990.
24 ottobre 1990. Giulio Andreotti davanti al parlamento italiano e al mondo interno rivela l’esistenza di Gladio, struttura nata da accordi bilaterali con gli Stati Uniti il cui scopo ufficioso era quello di fronteggiare un’eventuale invasione dell’Armata rossa. Così facendo, il 7 volte presidente del Consiglio innesca un meccanismo che entro poco tempo darà in pasto all’opinione pubblica internazionale tutte le reti stay-behind sparse nell’Europa occidentale.
Le reazioni dal vecchio e dal nuovo continente non si fanno attendere. A detta del generale Paolo Inzerilli, capo della rete clandestina italiana dal 1974 al 1986, i cugini francesi erano “incavolati per le nostre rivelazioni” mentre gli statunitensi volevano sapere fino a che punto l'organizzazione Gladio fosse stata “sputtanata”.
Emblematiche le parole dell’allora capo dell’Unità guerra psicologica di Gladio Francesco Gironda: «Ci sentimmo traditi da Andreotti e lo considerammo un presidente del Consiglio disonorato».
E’ forse questo l’inizio della fine dello strapotere di Giulio Andreotti ?
Un dato interessante: tre giorni dopo le rivelazioni di Andreotti (il 27 ottobre 1990) esordisce in Italia una nuova sigla terroristica, la Falange Armata.
Questa sigla (dietro cui hanno operato alcuni elementi mai identificati del nostro servizio segreto militare) si renderà protagonista di una delle più grandi “intuizioni” nella storia della nostra Repubblica.
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