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Andrea Purgatori non è mai stato un idolo per me: uno che ama definirsi giornalista d’inchiesta, ma evita accuratamente di affrontare seriamente una questione di fondamentale importanza come l’11 settembre non può essere considerato tale.
Gli vanno però riconosciute, nelle inchieste che ha condotto, una notevole perspicacia e determinazione nel cercare di mettere insieme tasselli di storie decisamente torbide e complicate, che rischiano di urtare la sensibilità dei potenti.
Prime fra tutte, ovviamente, la storia di Emanuela Orlandi. Ultimamente Purgatori sul caso Orlandi sembrava un mastino che ha annusato l’osso, e che non vuole più mollare finchè non riesce ad addentarlo.
Il paese che si scalda più velocemente di tutti è...
di Davide Malacaria
Il Partito della Guerra non trova gli appoggi sperati. “Nonostante i tutti gli sforzi di Biden per mostrare al mondo uno spettacolo felice, Vilnius sarà ricordata come il vertice della NATO in cui le tensioni sono scoppiate”. Così David Saks in un tweet che ricorda quanto avvenuto al summit.
un vertice caratterizzato dall’intemerata di Zelensky contro i leader dell’Alleanza Atlantica per non aver ammesso l’Ucraina; dalla rabbia dei suoi interlocutori, che gli hanno detto di darsi una calmata; e poi quella dei falchi, furiosi contro l’amministrazione Biden per tale decisione. Infine, l’incontro Zelensky-Biden alquanto mesto, tanto da essere passato quasi inosservato nonostante dovesse essere il clou dello spettacolo.
Cose note e riferite più o meno da tutti i media d’Occidente, al netto degli eufemismi del caso, necessari per non far crollare miseramente il teatrino che va in scena da un anno e mezzo.
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(puntata pre-registrata)
Negli Stati Uniti c’è un film che sta sbancando al botteghino, con grande sorpresa di tutti. Si intitola “Sound of Freedom”, è costato la miseria di 15 milioni di dollari, e nel solo week-end di apertura ne ha già incassati 40, battendo addirittura l’ultimo “Indiana Jones”.
“Sound of Freedom” è basato sulla vera storia di Tim Ballard, un agente della Homeland Security che ha dedicato la sua carriera alla lotta contro il traffico di minori in nord e sud America.
La forza del film sta tutta nello stile asciutto e senza fronzoli, simile ad un documentario, con immagini crude, spesso male illuminate, come se appunto stessimo assistendo ad un frammento di realtà, e non ad una fiction.
L’immagine di Zelensky, tutto solo fra i big della NATO, ricorda da vicino i classici imbucati alle feste altrui: riescono in qualche modo ad intrufolarsi fra gli ospiti, ma poi nessuno se li fila.
Con una differenza: l’imbucato sa di esserlo fin dall’inizio, e cerca di fare il disinvolto, mentre Zelensky sembra quasi sorpreso dal disinteresse che circonda la sua persona. “Ma come - sembra che dica - io sono al centro della questione mondiale, e nessuno mi caga?”
di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico
Lo scorso 8 maggio il governo golpista di Kiev e l'americana BlackRock Financial Market Advisory hanno sottoscritto l'accordo sul “Fondo di sviluppo dell'Ucraina”. Formalmente, dovrebbe trattarsi di attività tese ad attirare investimenti nel settore energetico, nelle infrastrutture, nell'agricoltura ucraine. Di fatto, si è aperta la strada alla totale svendita dei principali settori dello stato ucraino, a partire dalle preziosissime terre nere e dalla rete elettrica del paese. Da parte di Kiev, con tale accordo, si tratterebbe di saldare gli enormi debiti contratti coi creditori occidentali, soprattutto per le forniture di armi e gli “aiuti” finanziari.
Per l'esattezza, l'accordo non ha fatto che consolidare e ampliare uno stato di fatto, cioè la svendita di asset strategici ucraini avviata col precedente golpista-capo, Petro Porošenko. Ora, direttamente o indirettamente, l'elenco delle attività ucraine della BlackRock comprende titoli di società quali Metinvest, DTEK (energia), PrJSC MHP (agricoltura), Naftogaz, Ferrovie ucraine, Ukravtodor, Ukrenergo. Stando a LandMatrix, a maggio 2022, 17 milioni di ettari di terreno agricolo (su 40 designati nella banca fondiaria) erano già di proprietà di Cargill, Dupont e Monsanto.
di Joel Samuele (Joel78)
Come tutto è cominciato.
Nel 2011 viene annunciato che Mario Monti entrerà a far parte del governo (quel famoso 11/11/11 che tanto piace ai cospirazionisti). Viene detto alla popolazione che sono necessarie delle misure di austerità, per sanare i bilanci pubblici.
Si accende un dibattito che porterà ad organizzare il primo summit sulla MMT in Italia.
Perché si chiama MMT.
MMT sta per Modern Money Theory, cioè teoria monetaria moderna. Perché moderna? La teoria supera il pensiero kenesiano, del poter spendere maggiormente in periodi di crisi, per poi poter ridurre la spesa in tempi migliori. Questa teoria sostiene semplicemente che lo Stato può creare la sua moneta, e usare la tassazione come regolatore macroeconomico. Per questo la teoria viene detta post kenesiana.
Tutto viene semplificato all’osso, e il dibattito serve solo a confrontarsi con quello che dicono i media riguardo al fatto che è necessario non sforare i parametri di spesa pubblica, o altre cose annesse. La teoria supera anche il famoso “aggancio con l’oro”. Argomentando come questo sia meno importante rispetto alla crescita economica, unico vero controvalore della moneta emessa in circolazione.
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(Puntata pre-registrata)
In questo breve intervento, il Prof. Tritto cerca di mettere in guardia dai pericoli rappresentati dalla imminente riforma dell’OMS, che mira ad introdurre un pass mondiale basato sulle vaccinazioni.
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Leggi tutto: Commenti liberi 22 lug. 2023