Con l’annunciata apertura (non è la prima, peraltro) nel Golfo Persico della “Borsa del Petrolio”, dove si potranno fare acquisti direttamente in Euro e altre valute, anche i più creduloni dovrebbero comprendere che l’unica vera arma di distruzione di massa che abbia mai posseduto l’Iran è la sua capacità di mettere in ginocchio in qualunque momento la moneta americana. Ma proprio ora che è stato dato l’annuncio, alcuni cavi sottomarini in quella zona stanno subendo una curiosa sorte, che ha obbligato gli iraniani a posporre nuovamente la data di apertura.
Sulle possibili conseguenze della Borsa del Petrolio riportiamo un articolo del 2006 di Krassimir Petrov, professore di macroeconomia all’università americana in Bulgaria, che pare oggi particolarmente profetico.
Lo scambio di petrolio proposto dall'Iran - di Krassimir Petrov
1) Le economie degli Imperi
Uno stato-nazione tassa i propri cittadini, mentre un impero tassa gli altri Stati-Nazione. La storia degli imperi, da quello greco a quello romano, da quello ottomano a quello inglese, insegnano che l'economia di ogni singolo impero si basa sulla tassazione delle altre nazioni. L'abilità imperiale di tassare ha costruito una sempre migliore economia e un sempre migliore esercito. Una parte delle tasse andavano a migliorare gli standard di vita dell'impero, l'altra parte andava a migliorare l'esercito che serviva a rafforzare la raccolta di tasse.
Storicamente, le tasse si sono sviluppate in varie forme, dall'oro all'argento, dai soldi, agli schiavi, al bestiame e alle risorse agricole. L'impero domandava e lo stato consegnava e la tassazione era sempre diretta. Lo stato assoggettato consegnava direttamente le merci all'impero.
Per la prima volta nella storia, nel 20° secolo, l'America era stata in grado di tassare indirettamente, attraverso l'inflazione. Non forzava il pagamento diretto delle tasse come gli imperi predecessori, ...
Ha destato un certo scalpore l’“endorsement”, cioè l’appoggio ufficiale alla causa, dato da Maria Shriver Kennedy a Barak Obama, in vista della cruciale tornata delle primarie in California, in corso in queste ore. Non tanto perchè la Shriver sia la nipote di John Kennedy (in fondo anche Ted Kennedy, il fratello del presidente ucciso, ha appena fatto la stessa cosa, unitamente alla sorella Caroline ), ma perchè nel contempo è la moglie di Arnold Schwartznegger, il Governatore della California che ha appena dato il suo endorsement al repubblicano John McCain.
Verrebbe da liquidare il tutto come una buffonata da teatrino di provincia, dove “in fondo è tutto già deciso”, ma le cose possono anche essere più complesse di così.
Che alla presidenza debba arrivare una persona gradita ai poteri forti è indubbio, infatti, ma è altrettanto vero che “graditi” non si nasce, lo si diventa lungo il percorso.
Man mano che si procede verso l’alto, cioè, si viene sottoposti a filtri sempre più rigorosi, che impediscano ad un elemento estraneo di bloccare i meccanismi che agiscono a quel determinato livello, e questo porta a dedurre che chi riesce ad uscire dal forellino più alto di tutti - quello della Casa Bianca – debba avere ormai perso ogni caratteristica individuale, per essere diventato un perfetto e anonimo burattino.
Può anche succedere, però, che il sistema di filtratura si inceppi, ...
Riportiamo, commentandoli, alcuni passaggi di un articolo di RaiNews24 sull’attuale crisi di governo.
Oggi e' la giornata decisiva: Franco Marini sta facendo l'ultimo tentativo per verificare la possibilita' di dare vita ad un governo per riformare la legge elettorale.
Altrimenti? Dovremmo forse accontentarci di questa per il resto dei nostri giorni?
Ma poi, come sarebbe, “verificare la possibilità”? Se era così difficile riformarla, perchè l’hanno cambiata in primo luogo? (Vero che l’ha cambiata Berlusconi, ma non ricordo che la sinistra si sia fatta incatenare ai cancelli di Montecitorio per impedirlo).
Per il segretario del Pd Walter Veltroni l'Italia preferirebbe avere una legge elettorale che dia una possibilita' di scegliere forze di governo in grado di governare.
Ciò è davvero stupefacente: come ha fatto Veltroni a giungere a una tale conclusione? Quale folgore lo colpì? Non avrà per caso confuso il V-day, ...
Durante la peste del ‘500 Nostradamus si aggirava per villaggi e città dicendo a tutti i dottori di lavarsi le mani e di sterilizzare il loro ferri, perchè erano loro stessi a diffondere il contagio, ma venne schernito, offeso e umiliato, e fu costretto a vagare per anni per sfuggire alla pessima reputazione che i saggi del tempo erano riusciti a cucirgli addosso. Oggi tutti sappiamo che aveva perfettamente ragione.
Nel 1600 Galileo disse che era la terra a girare intorno al sole, e non viceversa. Fu schernito, offeso, umiliato, e fu costretto a ritrattare pubblicamente le proprie affermazioni. Oggi tutti sappiamo che aveva perfettamente ragione.
Circa un secolo fa Nikola Tesla sosteneva che fosse possibile trasmettere ingenti quantità di energia attraverso l’etere – senza bisogno delle costose e ingombranti linee elettriche - ma fu deriso ed emarginato dalla comunità scientifica del tempo, e finì la propria vita in povertà e solitudine. Oggi chi conosce i suoi lavori sa che aveva perfettamente ragione.
Nel 1989 gli scienziati Fleischmann e Pons sostennero che fosse possibile produrre discrete quantità di energia a costo irrisorio - oltre che assolutamente “pulita” – inducendo la semplice fusione fra atomi di deuterio. Sono stati derisi, offesi ed emarginati dalla comunità scientifica, senza mai vedere la propria idea sviluppata nè tantomeno realizzata. Un esperimento voluto dall’ENEA di Carlo Rubbia, qualche anno fa, ha dimostrato che Fleischmann e Pons avevano perfettamente ragione (v. video).
FUSIONE FREDDA: UNA REALTA' DA NON FARSI SFUGGIREIntervista al Prof. Emilio Del Giudice
di Roy Virgilio
Fusione Fredda. Un nome che evoca un senso di vana speranza, di occasione mancata. La possibilità di ottenere abbondante energia pulita a basso costo rivelatasi invece tutto un errore di valutazione. Questo è quanto percepito dalle persone comuni ...
L’articolo di Repubblica ha il chiaro sapore della denuncia, definisce il fatto un “giallo”, e lo caratterizza come “inquietante”: una jeep dell’esercito italiano è saltata su una mina lungo una strada dell’Afghanistan - fortunatamente senza creare vittime – e la portiera rimasta spalancata del mezzo blindato ha rivelato al suo interno il simbolo dell’Afrika Korps.
“In Afghanistan sognando El Alamein” esordisce l’articolo di Gianluca Di Feo, intitolato “Battaglione Rommel”, che nel sottotitolo recita: “i nostri soldati vanno in missione con la palma dell’Afrika Korps hitleriano dipinta sulle jeep”.
Il tono è quello dello scoop: “sono foto sfuggite alla censura del nostro Stato maggiore”, dice l’articolo, e la conclusione è una condanna chiara e impietosa: “Sì, è il simbolo inconfondibile dei reparti di Rommel che portarono la bandiera hitleriana alle porte del Cairo”.
In altre parole, a Repubblica si sono accorti ieri che fra i nostri militari non aleggia lo spirito altruistico di Madre Teresa di Calcutta, ma predomina una intensa nostalgia “per i bei tempi andati”, in cui si poteva picchiare, distruggere e massacrare a piacimento, nel nome e con l’impunità della superiorità razziale che ci aveva portato all’alleanza con Hitler in primo luogo.
Ohibò! Che fare ora? Tacere no di certo! Denunciamo il tutto alla pubblica opinione, e aspettiamo fiduciosi un’inchiesta ...
Mercoledì scorso a “Le Storie” di Corrado Augias è intervenuto Giulietto Chiesa, sull’argomento 11 settembre, e in pochi minuti di trasmissione ha cancellato quell’immagine un pò incerta e confusa che aveva dato fino allo scorso anno, intervenendo un pò dovunque sui media italiani.
Preciso e tagliente, non solo Chiesa ha saputo descrivere con chiarezza gli aspetti tecnici che sono stati affrontati (*), ma è soprattutto riuscito a evitare le più note trappole del confronto, che tendono da un lato a ridurre la discussione ad “un fatto di centimetri”, e dall’altro a portarla verso quel magma indistinto del “perchè mai lo avrebbero fatto”, che - come Chiesa ha sottolineato - non porta da nessuna parte. In mezzo alle due trappole stanno i fatti, precisi e concreti, dai quali Chiesa si è rifiutato categoricamente di spostarsi.
Anche di fronte al doppio libro della PIEMME – uno pro e uno contro la versione ufficiale – che Augias ha cercato di usare per “smontare” le accuse di “Zero”, Chiesa ha saggiamente evitato di scendere nello specifico, riportando velocemente la discussione su termini generali (fra l’altro in quell'occasione Chiesa ha fatto un vistoso regalo ad Augias, poichè nel frattempo il conduttore stava cercando nel libro dei debunkers una immagine “delle ali perfettamente disegnate sulla facciata” che non avrebbe mai trovato, poichè non esiste).
E’ vero che Chiesa non ha subito un vero contraddittorio, ma Augias aveva preparato le “domande degli spettatori” in modo tutt’altro che casuale: mentre la sua assistente ha letto a Chiesa una domanda “arrivata proprio in questo momento” (dicono che il suo libro sia pieno di bugie, era curiosamente il senso della domanda), Augias poco dopo si è lasciato scappare un “viene da Padova, vero?”, che la diceva lunga sulla casualità del botta e risposta. (Se la domanda fosse arrivata davvero in quel momento, Augias non avrebbe potuto conoscerne l’origine).
In ogni caso, anche senza avversari reali, Chiesa si è trovato di fronte un Augias che da solo rappresentava un macigno quasi inamovibile, ...
di Marco Cedolin
Non è Francesco ma Franco Marini il nome scritto sul pizzino dal Presidente Napolitano per designare colui che avrà il compito di creare un nuovo governo in grado di farsi carico di tutte quelle riforme che gli italiani si dice invochino come s’invoca l’acqua nel deserto.
La democrazia rappresentativa sta cercando con ogni mezzo di mascherare il proprio totale fallimento e diventa ogni giorno che passa più autoreferenziale, aggrappandosi allo stereotipo secondo il quale ogni azione viene intrapresa per il “bene dei cittadini”.
In realtà il ruolo del cittadino è circoscritto al momento in cui gli si chiede di mettere una crocetta sulla scheda elettorale e delegare a rappresentarlo una consorteria di soggetti politici che lo hanno imbonito attraverso una lunga serie di promesse che si guarderanno bene dal mantenere. Dal giorno dopo sarà la consorteria a decidere quello che è meglio per il Paese e per i cittadini, quasi sempre in completa antitesi con le necessità e le aspirazioni dei cittadini stessi.
La maggior parte degli italiani è contraria alla guerra, ma nel nome dei cittadini e per il bene del Paese i soldi delle loro tasse sono stati usati per finanziare le guerre in Iraq, nella ex-Yugoslavia e in Afghanistan, cui vanno aggiunte le svariate missioni di pace/guerra in giro per il mondo. La maggior parte dei cittadini giudica una calamità la legge 30 e il proliferare del precariato, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Si è concluso ieri l'ultimo (forse) stralcio di una delle vicende giudiziarie più lunghe e tormentate d'Italia, che ha coinvolto l'uomo politico più in vista, nel bene e nel male, del panorama istituzionale nazionale. Nel processo a carico di Silvio Berlusconi per la vicenda della compravendita della Sme, l'onorevole ex-Presidente del Consiglio è stato alla fine assolto dall'accusa di falso in bilancio mossagli dalla Procura di Milano.
Ma se il Pubblico Ministero Ilda Bocassini aveva chiesto una sentenza di prescrizione (che - lo ricordiamo perché in Italia a volte lo si dimentica - significa "colpevole ma non punibile") e la difesa aveva invece chiesto un'assoluzione piena, i giudici hanno optato per la terza via, quella secondo cui "i fatti non sono più previsti dalla legge come reato".
Ora, non si interroghi il lettore se questa sia una implicita forma di condanna o una salomonica sanzione di innocenza, perché dipende dai punti di vista. Certo, si potrebbe pensare che quell'avverbio "più" stia a significare "lo erano quando li ha commessi e oggi invece no"; ma bisogna anche considerare che quel "più" abbia una valenza elevata, cioè a dire "finalmente non si viene condannati senza motivo solo a causa di alcuni giudici comunisti".
Più interessante invece chiedersi perché quei fatti non siano più previsti come reato dalla legge. La risposta è ovvia: perché la legge è cambiata. Ma poiché la legge non muta da sola nel tempo, bensì viene mutata dagli uomini, sarà utile ricordare che quella legge ...
Il Vietnam rappresenta per gli Stati Uniti una nera voragine dalla quale continuano a uscire spettri di ogni genere e dimensione, che una volta materializzati iniziano ad aggirarsi fra i sopravvissuti di ieri, seminando panico e devastazione almeno quanto lo fecero i bombardamenti americani sui villaggi vietnamiti.
E ogni volta che questo accade, scopriamo immancabilmente l’oscuro rovescio di una delle tante gloriose “medaglie al valor militare”.
La più nota vicenda è forse quella di Colin Powell, il generale a quattro stelle dalla reputazione impeccabile, che è risultato aver costruito la sua carriera sul fatto di essersi prestato a cercare di sopprimere in tutti i modi l’emergente verità sul massacro di My Lai.
Anche John Kerry, l’ex-candidato presidenziale che andava ai comizi dei veterani di guerra con il giubbotto da aviatore - pur essendo diventato, al suo ritorno dal Vietnam, un focoso attivista del movimento pacifista - è stato accusato da molti suoi ex-colleghi di aver gonfiato in maniera particolare le azioni che gli sono valse tre Purple Hearts (la prestigiosa medaglia al valor militare dell’esercito americano).
Ma lo scheletro più ingombrante di tutti, a questo punto, sembra riposare nell’armadio di John McCain, l’attuale favorito alla nomination repubblicana per le presidenziali del prossimo autunno.
Figlio di un importante ammiraglio della Marina, John McCain II, che era a sua volta figlio di un eroe della II Guerra Mondiale, il futuro senatore americano si trovava in Vietnam come pilota della US Air Force, quando gli fu affidata una classica “mission impossible”: bombardare in pieno giorno il centro di Hanoi, sfidando una delle più sofisticate e micidiali batterie antiaeree ...
E’ durata 24 ore la candidatura di Rudy Giuliani alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Come avevamo scritto pochi giorni fa, a meno di una sua sonante vittoria su John McCain, nella consultazione tenutasi ieri in Florida, l’ex-sindaco di New York avrebbe potuto tranquillamente fare le valigie e tornare a godersi la dorata pensione dalle parti di casa sua.
E ieri Giuliani non solo non ha vinto su McCain, ma ha anche preso un tale distacco dal secondo arrivato, Mitt Romney, che la sua mancata vittoria si trasforma in una delle più brucianti sconfitte di tutta la sua carriera.
Talmente bruciante che l’astuto Rudy ha cercato di evitare l’umiliante momento della “concession” (il tradizionale discorso in cui si riconosce pubblicamente la vittoria dell’avversario), per passare direttamente all’“endorsement”, cioè il generoso trasferimento dei propri voti futuri ...
Uno degli argomenti più affascinanti che Internet permette di conoscere e di approfondire sono i cosiddetti Crop Circles, o “cerchi nel grano”. Complesse figure geometriche, che appaiono nei campi di cereali dalla sera alla mattina, le cui origini sono finora sconosciute.
Io stesso, quando mi imbattei per la prima volta in questo fenomeno, rimasi folgorato. Affascinato dalla meraviglia delle forme geometriche, ma fermamente devoto al metodo analitico, non mi feci prendere da facili entusiasmi, e cercai di arrivare a capirne l’origine utilizzando l’unico strumento che si ha a disposizione in mancanza di dati certi: il processo di eliminazione.
La prima conclusione a cui arrivai, più che evidente anche a uno sguardo superficiale, è che di sicuro i Crop Circles non possono essere opera di umani. Non solo le dimensioni, la precisione e l’intricatezza del disegno, ma la quantità sempre crescente dei cerchi stessi (quante squadre di burloni ci possono essere, in giro per il mondo?), e soprattutto la rapidità con cui venivano a formarsi - al massimo nell’arco di una notte, e in Inghilterra, d’estate, le notti durano poche ore – rendevano assolutamente impossibile pensare ad una mano umana. E furono proprio i patetici tentativi di replicarli (i cosiddetti “hoax” dei due vecchietti inglesi), fatti per cercare di “smontare” il crescente entusiasmo dei New Agers, a permettermi di scartare definitivamente l’ipotesi umana del fenomeno. (Non parliamo quindi delle attuali posizioni del CICAP, che dopo aver sostenuto per anni che si trattasse di semplici burloni, ha dovuto fare una imbarazzante retromarcia, assestandosi però su una tesi ancora più ridicola: si tratterebbe ora, secondo loro, di “Land Art”, ovvero non più burloni qualunque, ...
Leggi tutto: Apre la Iran Oil Bourse. O almeno, vorrebbe.