Certe menti non cambiano mai. Continuano imperterrite a seguire gli stessi percorsi mentali – e purtroppo le stesse strategie reali - e non sono assolutamente in grado di accettare la possibilità di stare sbagliando, nonostante i fatti glielo dicano chiaramente in faccia.
Alle elezioni di quattro anni fa, la destra spagnola aveva tentato la strada del terrore, con le bombe di Atocha, nella speranza di “unire la popolazione” sotto l’ombrello della sua “protezione”, ma aveva finito per regalare a Zapatero una vittoria inaspettata.
Tutt’altro che stupidi, gli spagnoli capirono subito che c’era qualcosa che non andava, quando Aznàr tentò goffamente di incolpare l’ETA, mentre da Washington – ancora più goffamente - facevano di tutto per attibuire l’attentato ad Al-Queda. (Ormai è inutile ricordare come il “terrorismo” moderno, rispetto a quello degli anni di piombo, abbia definitivamente rinunciato a rivendicare gli attentati. E’ molto più comodo lasciarlo fare direttamente ai governi in carica, senza doversi preoccupare di stilare volantini farneticanti che tanto nessuno leggerà mai).
Nonostante questo la settimana scorsa, in vista delle nuove elezioni spagnole, qualcuno ha pensato bene di far uccidere un politico basco, dando la colpa all’ETA, ...
Sembra impossibile, ma oggi Luogocomune compie 5 anni.
Nato con l’esigenza di far conoscere anche in Italia la grande menzogna dell’undici settembre, il sito è cresciuto e si è sviluppato scegliendosi una strada tutta sua, che nessuno all’inizio avrebbe potuto prevedere. In un certo senso, possiamo dire che nel suo piccolo la storia di luogocomune riflette e sintetizza il percorso fatto da Internet in questi ultimi anni.
Luogocomune ha aperto l’8 di marzo del 2003, con un articolo che criticava i falsi valori positivi attribuiti alla “giornata della donna”, e metteva in guardia il mondo femminile prima di tutto dalle stesse donne che vengono dal mondo della politica.
Forse inconsapevolmente, il primo articolo conteneva già la quintessenza di Internet, che è la capacità di scardinare i “luoghi comuni”, le convenzioni, e soprattutto le convinzioni più irremovibili, grazie al fatto di poter arrivare ovunque indisturbato, senza che il messaggio venga filtrato lungo il percorso. (Un articolo del genere – al di là sua condivisibilità, ovviamente - ben difficilmente sarebbe uscito sul Corriere o su Repubblica).
Questa immediatezza nella comunicazione comporta spesso un impatto violento con il destinatario del messaggio, che a volte non è preparato a riceverlo. Ma è proprio questa la forza travolgente di Internet: chi naviga magari alla ricerca di una semplice località turistica in cui passare le vacanze, può tranquillamente imbattersi in una rivelazione storica sconvolgente, in grado di cambiare letteralmente il percorso della sua esistenza.
Vai in rete per cercare l’indirizzo dell’Alpitour, e finisci per scoprire che Shakespeare non ha mai scitto una sola delle opere che gli vengono attribuite. Oppure - appunto - che i dirottatori dell’undici settembre non avevano mai guidato prima un jet nella loro vita.
Ma scopri soprattutto che fino ad oggi abbiamo vissuto in un mondo ovattato, ...
La storia delle rivendicazioni femminili in Italia inizia verso la fine dell’800, anche se in quel periodo non si parlava ancora di femminismo vero e proprio. La lotta delle donne era legata alla lotta di classe di tutti i lavoratori, anche se era differenziata, poichè alcuni settori della nuova industria occupavano prevalentemente manodopera femminile. C’era lo sciopero delle mondine, c’era quello delle lavoratrici del tabacco, scioperavano nelle filande per le cattive condizioni di lavoro, per i salari e soprattutto per ridurre le ore lavorative da 12 a 10. Soltanto dopo la prima guerra mondiale, negli anni 20, si cominciò a parlare di “emancipazione”. Le donne chiedevano di poter votare, e chiedevano l’accesso alle facoltà universitarie da cui erano escluse. La prima donna medico in Italia risale a quegli anni. Le donne che guidavano il processo di emancipazione erano la Labriola, di area cattolica, la Mozzoni, repubblicana mazziniana, e la Kulishoff, socialista.
IL DOPOGUERRA Nel 1942 nasceva a Roma, nell’Italia ancora in guerra, la Unione Donne Italiane(U.D.I.), su iniziativa di tre donne ...
A Venezia c'è un detto che tutti gli anziani pescatori conoscono: "3 Caighi e na Piova" (Dopo tre giorni consecutivi di nebbia, arriva la pioggia a ripulire).
Non è più così da un pezzo. Le piogge invernali sono ormai un ricordo lontano, e di recente, quando la stagione delle nebbie è trascorsa da un pezzo senza che se ne sia vista una, abbiamo avuto più di 10 giorni consecutivi di nebbia fitta. Stamattina una pioggia improvvisa che mancava da tempo immemorabile e subito dopo è calata l'ennesima nebbia fitta. In due parole, un tempo completamente assurdo e paradossale. Nell'unica schiarita avuta ieri per un paio d'ore, il cielo presentava ventagli di scie bianche. E' ormai più di un anno che ogni giornata serena sia essa invernale o estiva mostra sempre e a qualsiasi ora scie bianche nel cielo.
Sembra che le persone preferiscano continuare a raccontarsi le favolette dei soliti luoghi comuni: "Non ci sono più le mezze stagioni" e cose simili, non trovando di meglio per giustificare la totale follia del tempo. I metereologi non sembrano preoccuparsi di raccontare stupidaggini tutti i giorni perchè tanto, tutto il mondo che presenta quotidianamente la TV, è completamente fittizio rispetto alla realtà fuori dallo schermo; ma anche qui, sembra non accorgersene nessuno. Tempo fa una persona disse: "Se mi chiedessero di descrivere un mondo assurdo, risponderei: Guarda per un giorno intero la tv e il giorno dopo esci di casa e osserva la realtà attorno a te".
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Riportiamo in home page, per maggior visibilità ed arricchito d'ulteriori contenuti, un argomento già presentato la settimana scorsa nel forum di LuogoComune dedicato alle scie chimiche.
Il 21 febbraio un'emittente veneta, RadioBase, ha intervistato un alto ufficiale in pensione dell'Esercito Italiano sul tema del controllo climatico e delle moderne tecnologie militari capaci di trasformare l'ambiente da scontata cornice d'un conflitto a vera e propria arma o strumento d'attacco.
L'intervista riprende un articolo scritto dallo stesso ufficiale, il Gen. Fabio Mini, e pubblicato sulla rivista Limes n° 6-2007, avente titolo "Owning the weather: la guerra ambientale globale è già cominciata" che è possibile visionare e scaricare a questo indirizzo.
Nel corso dell'intervista [...]
Vi proponiamo la traduzione di un articolo dei nostri colleghi d'oltralpe da cui possiamo vedere come in Francia i media trattano la problematica 11 Settembre con modalità del tutto analoghe a casa nostra.
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Martedì 26 febbraio, un film italiano, "Zero - Inchiesta sull'11 settembre", che mette in discussione la versione ufficiale dell'11 settembre è stato proiettato al Parlamento europeo. Questa serata storica organizzata dall'europarlamentare Giulietto Chiesa è stata seguita da un dibattito di grande qualità con, tra gli altri, il prof. David Ray Griffin ed il deputato giapponese Yukihisa Fujita, che ricordano i fondamenti del nostro movimento internazionale avviato dalle famiglie delle vittime: si tratta di un movimento cittadino pacifico (nulla a vedere con l'anti-americanismo con cui viene descritto regolarmente) e democratico che lavora per la messa in atto di un'indagine internazionale ed indipendente sull'11 settembre.
Molte centinaia di giornalisti, [...]
di Federico Povoleri
La propaganda è utilizzata in modo scientifico ed efficace da moltissimi anni. Si tratta di un argomento vastissimo e molto interessante come materia di studio; anche perché, conoscerne i meccanismi ci permette di sviluppare un naturale antidoto ai suoi effetti. Uno degli aspetti più interessanti infatti è il pensiero comune che: "Su di noi" non abbia effetto. Oppure che la propaganda sia semplicemente identificata come menzogna.
Non è così; il suo modus operandi non è sempre così facilmente identificabile, altrimenti potremmo dire davvero che: "Su di noi" non ha effetto. Invece, molte delle idee che, ne siamo convinti, appartengono al nostro libero pensiero, sono frutto della propaganda.
La propaganda infatti ha successo quando è invisibile e quando agisce a livello emozionale; facendo leva sull'emotività è infatti possibile far nascere naturalmente dei pensieri e delle idee che l'individuo riterrà sue. C'è da dire anche un'altra cosa: la propaganda è diversa per ogni paese in cui viene praticata. La propaganda Americana ad esempio, non potrebbe funzionare in Italia [...]
di Giorgio Mattiuzzo
Da ormai qualche tempo si sta affermando una corrente di pensiero secondo la quale, per sfuggire alle continue crisi economiche che percorrono il nostro mondo, bisogna guardare al passato, che offrirebbe una soluzione molto semplice e quasi "miracolosa". L'esempio che più di tutti sta riscuotendo successo è quello della politica economica e monetaria della Germania nazista [1].
E' da sottolineare che questa presa di posizione non va confusa con un generico filonazismo, in quanto viene proposta da persone che non hanno certo alcuna intenzione di instaurare un novello hitlerismo in salsa moderna. E probabilmente, proprio in forza di ciò, questa presa di posizione non si avvede del rischio che, implicitamente, essa promuove.
Il teorema principale è che Hitler avesse conseguito un enorme successo sul piano economico, [...]
di Marco Cedolin
E’ notizia di oggi quella secondo cui i carabinieri del Comando Tutela Ambiente hanno proceduto al sequestro di 30 tonnellate di acciaio inox provenienti dalla Cina, contaminate da Cobalto 60, isotopo radioattivo ad elevata radiotossicità e periodo di dimezzamento nell’ordine dei 6 anni.
Il materiale radioattivo era giunto in Italia lo scorso maggio (cioè quasi un anno fa) nel porto di La Spezia e proviene dal più grande impianto siderurgico del mondo di proprietà della società cinese Tysco. Il materiale grezzo contaminato è stato utilizzato da importanti società italiane che lo hanno lavorato e messo in commercio, ma i nomi delle suddette società non sono stati resi noti dai carabinieri, probabilmente per evitare che subissero un danno d’immagine. Sono state rese pubbliche solamente le province...
Se non vanno in guerra la gente pensa che siano dei raccomandati, se ci vanno la gente pensa che comunque gli vengano assegnati ruoli poco pericolosi. Insomma, per i personaggi famosi non c’è modo di farsi una bella campagna di guerra in prima linea, senza venire disturbati dalla propria notorietà.
Ieri i Tg di mezzo mondo hanno trasmesso fino alla nausea le immagini del principe Harry aggrappato a una mitragliatrice, che sparava probabilmente nel vuoto, per la delizia degli operatori TV che lo circondavano.
Si è scoperto infatti che era stato fatto un accordo con tutti i media mondiali, che si erano impegnati a non dare la notizia della sua presenza fra le truppe inglesi in Afghanistan, in cambio di poter riprendere da vicino il principe in azione.
Ma siccome il grande segreto è stato svelato - pare dal sito internet “The Drudge Report” - a quel punto sono saltati i termini dell’accordo, e le televisioni di mezzo mondo ci hanno inondato di immagini in cui Harry raccontava le strane sensazioni che si provano a “non essersi lavato per tre giorni consecutivi“, oppure a “dover mangiare carne in scatola come di certo non gli capita nel castello di casa sua”.
Sai che emozioni.
Ufficialmente il suo compito era quello di “chiamare le incursioni aeree contro i talebani”, ma nel frattempo il principino è stato fatto rientrare di gran corsa in Inghilterra, ...
Il mio primo impatto con il mondo dei debunkers lo ebbi all’inizio del 2005. Avevo sentito parlare di un certo Paolo Attivissimo, che si autodefiniva curiosamente un “cacciatore di bufale” (a quel tempo non si occupava ancora di 11 settembre), ed avevo sfogliato casualmente qualche sua pagina. Mi colpì subito il tono da “saputello”, che non perdeva occasione per rimarcare la propria “serietà nella ricerca”, a differenza di chi invece – ti lasciava capire – sparava sentenze senza cognizione di causa.
Le sue ricerche peraltro erano zeppe di riferimenti e di citazioni a pagine specialistiche, che sembravano supportare con grande forza ciò che sosteneva. Insospettiva però quel suo continuo voler rimarcare la propria serietà – sempre nel confronto di presunti “altri” – quasi a invitarti subdolamente a fidarti ciecamente di lui. Era come se fra le righe ti dicesse: “Lo vedi come sono preparato? Lo vedi quanto sono serio? Lo vedi quanto io “approfondisca” le materie trattate? Per cui stai tranquillo, se ti dico che una certa cosa è una bufala, lo è di sicuro”.
Provai allora ad approfondire a mia volta una di queste sue ricerche, che riguardava la storia di un faro e di una portaerei, andando a visitare e verificando fino in fondo ciascuna delle fonti segnalate da Attivissimo (non a caso l’articolo che poi scrissi era sottotitolato “Un esercizio di verifica delle fonti”).
Fu così che scoprii come la grande “serietà” di Attivissimo fosse soltanto – almeno in quel caso – una grande cortina fumogena, ...
Leggi tutto: Replica di un fallimento annunciato