Dopo dopo che la Chiesa ha pesantemente cercato di influire sull’esito delle votazioni italiane, Joseph Ratzinger parte per un’altra “missione“ che con il pascolo delle anime ha ben poco a che fare.
Si sta infatti recando negli Stati Uniti, per una tornata di incontri che lo vedrà per alcuni giorni protagonista sui media internazionali, e che lo porterà dalla Casa Bianca alle Nazioni Unite fino al fatidico Ground Zero, vera e propria culla di tutti i mali di questo millennio.
Nel colloquio alla Casa Bianca, ci dice l’ANSA, Bush e Ratzinger “parleranno di obiettivi comuni”, e “proseguiranno il loro dialogo su fede e ragione”. (Si presume che in questo caso sarà Ratzinger, eccezionalmente, a rappresentare le posizioni della seconda).
I due leader mondiali parleranno inoltre dell’ Iraq, ma non tanto – pare di capire – perchè Ratzinger è dispiaciuto per il milione di morti civili causati dall’invasione americana, quanto perchè “la minoranza cristiana rischia di essere sterminata nel mattatoio interreligioso”. Detta da chi ha fatto di tutto per ricordare al mondo l’inferiorità dei musulmani rispetto agli altri credenti, la cosa suona leggermente stonata.
Fra le finalità del viaggio, ci dice sempre l’ANSA, c’è anche quella di “chiudere lo scandalo della pedofilia“, nel quale lo stesso Ratzinger è arrivato ad essere al centro dell’attenzione.
Conosciamo ormai bene la storia del Crimen Solicitationis, il documento segreto che istruiva i vescovi di tutto il mondo a coprire le migliaia di casi di pedofilia che si verificavano nelle loro diocesi – quattromila i casi accertati solo in America – invece di denunciarli alle autorità locali. Chi difende Ratzinger sostiene che non fu lui a stilare quel documento, che infatti risale al periodo conciliare, ma si dimentica che Ratzinger lo lasciò in vigore per oltre venti anni, quando era Prefetto della Sacra Congrega della Fede, mentre avrebbe potuto abolirlo in qualunque momento. Anzi, lo stesso Ratzinger pensò bene di emendarlo in senso negativo, quando decise di richiamare a sè tutte le indagini che le varie parrocchie nel mondo stavano conducendo sui diversi casi di pedofilia. In questo modo furono sottratti alle polizie di quei paesi documenti importantissimi che avrebbero permesso di arrivare alla probabile condanna di moltissimi preti e vescovi “protettori”, e che invece in questo modo non furono mai nemmeno denunciati.
Ma l’aspetto più scandaloso nel comportamento di Ratzinger – secondo quanto dice il Card. Bertone - è che il Papa “parlerà sopratutto con i sacerdoti americani... “ ai quali “chiederà una purificazione collettiva”. Dopo aver coperto – e quindi implicitamente istigato – i crimini di pedofilia per oltre vent’anni, e dopo aver chiaramente ostruito la giustizia di diverse nazioni al riguardo, Ratzinger vorrebbe ora cancellare il tutto con l’elegante colpo di spugna di una “purificazione collettiva”.
Se davvero Ratzinger volesse aiutare a far luce su questa pagina inqualificabile della Chiesa cattolica, potrebbe invece spiegare al mondo perchè non si presentò a testimoniare nell’aula di un umile tribunale del Texas, ...
Quando una qualunque testata di news pubblica due notizie simili, o anche solo assimilabili, la cosa salta subito all’occhio.
Se da una parte leggi, ad esempio, “Scontri tribali nello Zimbawe”, e poco più lontano leggi “Manovre NATO nel golfo dello Zimbawe”, pensi subito che la CIA stia preparando il solito colpo di stato africano, nel quale poi intervenire per portare aiuti umanitari in forma di democrazia da esportazione.
Chiunque stesse leggendo con attenzione le news internazionali, all’inizio del ’99, avrà sicuramente notato uno strano aumento di notizie che riguardavano i poveri albanesi offesi, vilipesi e strapazzati dai vicini serbi di Milosevic, che non perdevano occasione per fare loro i dispetti più inopportuni. Notizie in cui addirittura una sola famiglia di albanesi era stata cacciata di casa dai serbi, trovavano stranamente la via delle prime pagine internazionali. Manco a dirlo, tre mesi dopo si “rese necessario” intervenire in favore dei poveri kosowari, per toglierli dalle grinfie dei serbi maledetti. L’opinione pubblica era stata preparata a dovere.
Idem per l’Afghanistan, quando per tutto il mese di Agosto (del 2001) ci fu mostrato fino alla nausea quanto fossero cattivi i Talebani, che facevano esplodere le gigantesche statue del Buddha incavate nella roccia. Poi venne l’undici settembre, e ci toccò andare a spodestare pure quelli.
Seguendo questo criterio, la homepage dell’ANSA di oggi dovrebbe risultare quantomeno inquietante per tutti gli italiani che guidano un’automobile. Verso metà pagina leggiamo questa notizia: INVESTITO DA PIRATA STRADA MENTRE FA FOOTING - Si chiamava Salvatore Laureto, avrebbe compiuto 50 anni nel prossimo mese di settembre, ...
(articolo del Febbraio 2005)
C'era una volta un gruppo di persone potenti. Esse avevano tanti soldi, tantissimi soldi, quasi tutti i soldi del mondo, e naturalmente per questo motivo volevano comandare loro. Ma erano comunque troppi, ed erano costretti ad ammazzarsi l'uno con l'altro, pur di arrivare a gestire quel potere. Un giorno ad uno di loro - il più saggio di tutti - venne un'idea folgorante.
Scusate, fermiamoci un attimo - suggerì questo - Perchè invece di continuare ad ammazzarci per comandare, non facciamo un pò per uno?
E già! - lo schernì un altro - Come decideremo quando e a chi tocca, senza tornare a litigare come prima?
Lo lasceremo decidere al popolo - rispose il saggio illuminato - Ci divideremo in gruppi diversi, ben definiti, con una bandiera ed un nome diverso, e ciascuno farà appello a certe peculiarità ben precise della natura umana, che si riscontrano in tutti i popoli del mondo.
Ad esempio? - fu chiesto.
Ad esempio il senso del dovere - continuò il saggio - oppure la presunzione, oppure l'anelito di giustizia, oppure l'ingordigia, oppure il timor di dio, oppure ancora il senso di fratellanza. Ciascun cittadino risponderà in maniera diversa ai diversi appelli, ...
Ciascuno è invitato a elencare 5 cose che vorrebbe vedere realizzate dai nostri governanti, nei prossimi 5 anni di legislatura.
Devono essere cose tangibili, e non discorsi generici, del tipo “fare le riforme”. Devono anche essere richieste ragionevoli, che tengano conto della situazione reale, e che siano effettivamente realizzabili nel dato periodo di tempo.
Per fare un esempio, elenco le 5 cose che io vorrei dalla prossima legislatura, non necessariamente in ordine di priorità.
- Un completo risanamento della situazione rifiuti nella Campania.
- Ritiro completo e incondizionato di tutti i militari italiani presenti oggi sui diversi teatri di guerra mondiali.
- Abolizione della Telecom, con una reale apertura alla competitività dei privati nelle telecomunicazioni.
- Ritorno a una legge elettorale che permetta di votare il singolo candidato.
- Campagna di sperimentazione scientifica, approfondita e trasparente, sui più diffusi rimedi "alternativi" alla cura del cancro.
Non sono proposte da criticare o da valutare, ...
di Marco Cedolin
Siamo finalmente giunti all’ultima settimana di questo teatrino pietoso chiamato campagna elettorale, finalizzato a partorire la “dittatura” di due partiti fotocopia intenzionati a legittimare attraverso il voto un pensiero unico che in realtà non corrisponde alla sensibilità dei cittadini italiani.
Gli ingredienti di questa alchimia sono di una semplicità disarmante, avendo come fulcro una legge elettorale finalizzata allo scopo, condita da un ricorso smodato alla disinformazione.
Gli sbarramenti precostituiti del 4% alla Camera e dell’8% al senato ora che tutti (o quasi) corrono da soli impediranno di fatto la possibilità di essere presenti nel prossimo Parlamento a qualunque voce fuori dal coro (solo la Sinistra Arcobaleno, l’UDC e la Destra possono forse aspirare ad ottenere qualche rappresentante) concentrando le scelte degli italiani verso l’unico “voto utile” a produrre rappresentazione parlamentare ...
La lotta contro il Tav – che in Val Susa prosegue, nel più vergognoso silenzio mediatico - è qualcosa di più di un ostruzionismo locale a una specifica linea ferroviaria, e il fatto che il futuro governo Veltrusconi intenda regalarci ”altri mille Tav”, oltre a quello già in discussione, dovrebbe portare chi si appresta a votare ad una seria riflessione.
Il progetto Tav rappresenta e sintetizza tutti i mali peggiori dell’Italia, dalla corruzione allo spreco, dalla prepotenza di casta alla cecità programmatica, dall’inciucio più meschino al ricatto vero e proprio.
Governare in Italia – oggi più che mai - non significa fare gli interessi del paese, ma accaparrarsi posizioni privilegiate dalle quali gestire le ingenti quantità di denaro pubblico che noi tutti mettiamo a disposizione per un utilizzo comune.
Più alto è lo scalino su cui siede il politico, maggiore sarà la sua influenza sul destino di quel denaro. Più forte è la presenza di suoi manutengoli, all’interno di una qualunque commissione o comitato, maggiore sarà la capacità di quel gruppo di determinare la destinazione di tutti i soldi che sono chiamati a gestire. Le spartizioni preventive di potere (dieci poltrone a me, sette a te, e almeno una a mio cugino), non sono quindi che aliquote, precise e ponderate, dell’influenza che ciascuno potrà avere in futuro sulla spartizione del denaro pubblico.
La “brama di potere” sta diventando sempre più spesso una forma estrema di semplice ingordigia monetaria.
Viste infatti le condizioni pietose in cui versa l’Italia - dal punto di vista dei servizi come di ogni altra cosa - dobbiamo dedurre che ben pochi dei nostri soldi ...
L’altra sera, verso mezzanotte, mia moglie ed io siamo usciti per portare a passeggio i cani, come d’abitudine.
Viviamo in un quartiere tranquillo di Los Angeles, fatto di casette basse, dove di giorno passa poca gente, e di notte non si vede proprio nessuno.
A un certo punto il silenzio è stato interrotto da un cigolio lontano, mentre di fronte a noi abbiamo visto un’ombra che ci veniva incontro, in mezzo alla strada deserta. Era un classico homeless, un “barbone” che si aggirava spingendo il suo carrello del supermercato, pieno zeppo di tutto: coperte, stivali, secchielli, cianfrusaglie, sacchi e sacchettini di ogni tipo.
Quando ci siamo incrociati, lui ha preso un sacchetto di plastica dal carrello e ha cominciato ad agitarlo verso di noi, urlando a piena gola: “Want some food? I have Korean food, I have Chinese food, I have pizza...” (Volete mangiare qualcosa? Ho cibo coreano, ho cibo cinese, ho della pizza...)
I cani gli hanno ringhiato contro, ma lui continuava imperterrito, urlando nella notte: “Want some food? I have Korean food, I have spaghetti, I have Chinese food...”
Nell’oscurità non riuscivo a vederlo bene in faccia: distinguevo solo un contorno “leonino”, ...
Un film uscito di recente, intitolato Evidence of Revision (indizi/prove di revisionismo), porta una grande quantità di materiali nuovi e particolarmente interessanti, che vanno ad arricchire il puzzle di informazioni già disponibili sulla complessa storia americana degli anni ’60 – ’70, che ha ruotato attorno all’omicidio di John e Robert Kennedy, e non soltanto.
Per la prima volta un film di genere “complottista” si azzarda a trascendere il singolo evento, cercando di disegnare una mappa trasversale del potere che risulta particolarmente chiara e sensata da qualunque angolazione la si guardi. (In realtà ci ha già provato Zeitgeist. In quel caso, diciamo che Evidence of Revision sta a Zeitgeist come Guerra e Pace di Tolstoi sta all’Almanacco Topolino).
Evidence of revision, prodotto da WING TV, ha anche il grande pregio di evitare il cosiddetto “complottismo qualunquista”, quello che porta genericamente a dire che “è tutta colpa dei massoni”, oppure “dei banchieri” oppure “degli Illuminati” - o di una qualunque combinazione dei tre - evitando l’approfondimento necessario a porre nel giusto contesto ciascuno dei casi analizzati.
Sia chiaro: nessuno nega che esista una massoneria, che esistano i grandi banchieri, o che esista un club ...
di Ashoka
La bolla immobiliare negli Stati Uniti e la crisi dei mutui subprime hanno fatto tornare alla ribalta il pensiero di un economista, Hyman Minsky, che aveva elaborato un'interessante teoria sull'instabilità innata delle economie capitaliste.
La tesi di Minsky è che l'economia capitalista, durante i periodi di prosperità tenda da sola a diventare instabile ed a generare quelle bolle speculative il cui scoppio porta alla inevitabile crisi finanziaria.
La spiegazione suona più o meno così: quando le cose vanno bene, per chi è impegnato nelle aree più remunerative dell'economia, diventa molto appetibile indebitarsi. In sostanza più ci si indebita e si investe nel settore favorevole più si fanno soldi. Poiché l'economia sembra solida e le finanze dei debitori sembrano essere in buona salute, anche le banche sono meno restie a concedere prestiti.
Col passare del tempo i debiti si accumulano ed iniziano ad aumentare più dei profitti con i quali i debitori intendono ripagarli. Si arriva quindi ad un punto di non ritorno (Minsky moment)...
40 anni fa veniva ucciso a Memphis, nel Tennessee, il leader del movimento nero per i diritti civili, Martin Luther King.
Il presunto assassino si chiamava James Earl Ray, il quale veniva presto arrestato, giudicato, e condannato all’ergastolo, dopo aver confessato di essere lui il responsabile dell'attentato.
Ma, come già nel caso di John Kennedy, con Lee Harvey Oswald, e in seguito nel caso di Robert Kennedy, con Sirhan Sirhan, anche la credibilità di Ray ha iniziato a vacillare, non appena si è cominciato ad approfondire i retroscena che hanno portato al suo arresto.
Ufficialmente, Ray avrebbe sparato dalla stanza di un dormitorio semi-vuoto che sta di fronte al Motel Lorraine, nel quale Martin Luther King soggiornava, uccidendolo con un solo colpo di fucile.
Ci sono però vari problemi con questa tesi:
Ray non si era mai distinto per essere un buon tiratore.
La confessione gli fu estorta dal suo stesso avvocato, che lo convinse a barattarla con la garanzia di non finire sulla sedia elettrica. ...
L’altro giorno è venuto a trovarmi da Marte un amico che non vedevo da moltissimo tempo. Come è noto infatti i marziani vengono raramente sulla terra, e quando lo fanno trovano sempre mille occasioni per stupirsi di noi. Questa volta non è stato diverso.
Il mio amico aveva sentito dire che “fra poco ci saranno le elezioni”, e voleva sapere da me che cosa fossero.
- Le elezioni - gli ho spiegato - sono il momento più importante nella vita di una democrazia.
- E cos’è una democrazia? - mi ha chiesto lui.
- Una democrazia è un sistema di governo basato sulla volontà del popolo.
- Cioè?
- Vuol dire che è il popolo a decidere cosa si deve fare, nella cosa pubblica. Democrazia infatti significa “potere del popolo”.
- E come fate, a decidere cosa si deve fare? Con sessanta milioni di persone da accontentare...
- In una democrazia si accetta già in partenza la volontà della maggioranza, ...
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