I recenti incendi che hanno devastato la California del Sud hanno ricordato al mondo di cosa sia capace l’America, quando non si ritrovi presa in ostaggio da una banda di ladri e criminali come quella che ha gestito l’emergenza dell’uragano Katrina, due anni fa.
Oltre un milione di persone sfollate, albergate, nutrite e assistite in modo più che decente nell’arco di pochissimi giorni, senza praticamente una vittima, con un ottimo coordinamento fra le diverse agenzie di soccorso, e con un profondo senso di solidarietà che trasudava da ogni immagine, da ogni intervista, da ogni resoconto, hanno fatto da drammatico contraltare al disastro umano, politico e sociale rappresentato dalle conseguenze – che perdurano tutt’oggi – dell’uragano che devastò la Louisiana nell’estate del 2005.
Persino gli animali domestici – circa 400.000 fra criceti, cavalli, tartarughe, gatti e cani di ogni tipo – hanno avuto la possibilità di seguire ordinatamente i loro padroni, ...
di Andrea Franzoni
La ricchezza di scelta, la prova tangibile della libertà e della concorrenza fra prodotti e marchi che si affrontano in una sfida spietata quotidiana per attirare i favori del consumatore, è visibile fin dalle piccole cose. Come non rimanere estasiati, per esempio, di fronte ad uno di quegli espositori di chewing gum e caramelle che stanno vicino alle casse dei bar e dei supermercati o nei distributori automatici di università e stazioni? Decine di colori, di sapori, di “filosofie” che stanno dietro ad ogni marchio, dalle adolescenziali e coloratissime “Big Babol” alle salutiste Daygum, dalle glaciali Golia alle eleganti Brooklyn, gomme da masticare con un richiamo all’”American Way of Life”.
Quante aziende, immagina (erroneamente) il consumatore, lottano quotidianamente per avere il mio “voto” e per soddisfare il mio modo di pensare il chewing gum! Non ci si pensa mai, ma se appena lo si prova a fare anche per un attimo non si può non immaginare tante piccole fabbrichette, una di fianco all’altra, ognuna con i propri alchimisti che assaggiano gli impasti, con i propri pubblicitari che cercano di prevedere i nostri desideri per realizzarli nel momento in cui essi vengono fatti materializzare, con i propri manager che si sfidano quotidianamente per offrirci il miglior rapporto qualità-prezzo, magari con le spie e con gli atti di sabotaggio. Tutto a nostro vantaggio: un sistema grandioso, e sempre al limite, che dalla concorrenza genera qualità e competizione sui prezzi.
La concorrenza - pensa il consumatore inserendo le monetine nel dispenser - è il sale della moderna economia ...
di Giorgio Mattiuzzo
Silvio Berlusconi, tycoon all'italiana, imprenditore tuttofare, capo della coalizione di destra, due volte Presidente del Consiglio, è stato assolto in via definitiva dall'accusa di corruzione in atti giudiziari nell'ambito del processo cosiddetto “SME”. Una storia dall'esito felice per Berlusconi, ma con una coda amara per il resto dei cittadini. Vediamo perché.
L'accusa era quella di aver corrotto il giudice Renato Squillante in cambio di sentenze a proprio vantaggio.
Leggiamo sul Corriere della Sera: Berlusconi è stato definitivamente assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari per i 434 mila dollari che da un conto Fininvest sono finiti al giudice Renato Squillante attraverso Cesare Previti. Per questo capo d'accusa l'assoluzione per non aver commesso il fatto era già arrivata in appello, mentre in primo grado l'ex presidente del Consiglio per questo capo d'imputazione era stato prosciolto per prescrizione grazie alla concessione delle attenuanti generiche.
Ci spiega il più autorevole quotidiano italiano che il motivo del contendere era un versamento di quasi cinquecentomila dollari dell'epoca ...
Nel 1986, Rudy Giuliani faceva il procuratore federale per lo stato di New York. Già da allora molto attento alla costruzione della sua immagine, il futuro sindaco di New York si vantava pubblicamente di combattere a viso aperto le più potenti famiglie mafiose dell’epoca, e da allora ha sempre amato dipingersi come un uomo che vive costantemente nel mirino del crimine organizzato.
In effetti, nel periodo in cui fu procuratore, Giuliani mise a segno molti arresti importanti, fra i quali il più notevole fu quello di John Gotti, che portò alla decapitazione di una delle più potenti famiglie mafiose dell’epoca.
Si scopre oggi che proprio John Gotti, per cercare di contrastare l’ascesa del giovane procuratore, ad un certo punto propose al resto delle “famiglie” di NY di far uccidere Rudy Giuliani. Ma le famiglie, che votarono democraticamente, scelsero di lasciarlo vivere.
Questa notizia è emersa durante le deposizioni del processo a Lindley De Vecchio, un ex-agente dell’FBI infiltrato nella mafia, accusato di coinvolgimento in quattro diversi omicidi ...
La partita volge tristemente al termine. Arroccati nel loro fazzoletto di terra, chiusi fra il mare da un lato e i cannoni israeliani dall’altro, ai Palestinesi di Gaza rimane soltanto il cordone ombelicale dei tunnel “proibiti” che raggiungono a sud il territorio egiziano, per venire definitivamente strangolati e cancellati per sempre dalla faccia della terra.
Naturalmente, "è tutta colpa loro". Sono stati loro - ci dice Israele - a lanciare otto razzi Katiusha contro i soldati isareliani che pattugliavano il confine, e quindi si meritano ora di vedere un ulteriore giro di vite applicato alle loro già risicatissime condizioni di sopravvivenza.
Dopo aver dichiarato di abitanti di Gaza una “ entità nemica“, lo scorso settembre, Israele ha infatti deciso di chiudere tutti i valichi di frontiera, permettendo solo il transito in entrata dei prodotti medicinali di primissima necessità.
A sua volta, quindi, il blocco delle esportazioni ha comportato la paralisi quasi totale della già misera economia interna palestinese, ...
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La puntata che Maurizio Costanzo ha dedicato all’11 settembre, prendendo spunto dalla presentazione del film “Zero” al Festival di Roma, ha segnato un altro punto importante nella lotta alla menzogna che si cela sotto la tesi ufficiale di quegli attentati.
Nello specifico, abbiamo visto un Giulietto Chiesa molto più sicuro di sè, più centrato, e soprattutto molto più attento a smorzare sul nascere i prevedibili tentativi dell’avversario di turno – in questo caso il “solito” Massimo Teodori – di gettare tutto in rissa invece di affrontare i temi specifici.
In realtà lo scontro si è rivelato impari, anche perchè accanto a Chiesa c’era lo storico Franco Cardini, che ha spiattellato dati e fatti con indubbia efficacia, mentre a sostegno delle tesi ufficialiste, oltre a Teodori, c’era un Mario Giordano tanto impreparato sulla materia quanto fragile nel suo tentativo di spostare sullo scontro personale il fuoco del dibattito. Più ci provava, e più sembrava farsi del male da solo.
Al di là dei punti segnati a favore o contro, in ogni caso, la serata ha messo chiaramente in evidenza l’attuale stato delle cose riguardo al dibattito 9/11 nel mondo: di fronte all’incalzare sempre più prepotente di prove e indizi portati dal Movimento per la Verità sul 9/11, la controparte ufficialista è ormai ridotta a produrre una cortina fumogena diversiva, che va dal tentativo di buttarla sull’antisemitismo e sul negazionismo, alla ancora più patetica accusa di “lucrare” sulla “moda del complotto”, mentre conferma in realtà di non avere la minima capacità di controbattere sul terreno delle argomentazioni.
Non deve essere stato bello, nè per Teodori nè per Giordano, vedersi mettere sotto il naso ...
Ricordate – visivamente, intendo – il crollo delle Torri Gemelle, avvenuto a New York l’11 di settembre 2001? Di fatto, si è trattato di crolli assolutamente anomali nell’intera storia dell’architettura moderna: non si erano mai visti, infatti, edifici in grado di autodistruggersi in quel modo - dall’ultimo al primo piano, quasi integralmente - grazie alla sola energia gravitazionale.
Senza bisogno di essere laureati in nulla, la nostra esperienza quotidiana ci dice che qualunque oggetto si abbatta su un oggetto sottostante, (a meno che sia dieci volte più grande) lo distrugge fino a un certo punto, e basta.
Se un signore cammina per strada, e gli casca in testa un vaso di fiori, questo gli romperà il cranio, e forse la prima, o anche la seconda, o forse pure la terza vertebra. Ma prima o poi, lungo la verticale, quell’impatto sarà stato assorbito per intero dal corpo del malcapitato, che si abbatterà a terra ululante. Non vedremo mai quella spina dorsale “attivarsi” verso il basso, distruggendo a sua volta tutte le vertebre sottostanti, a catena, fino a polverizzare l’osso sacro, proseguire distruggendo il bacino, e facendo a pezzi femori rotule e tibie varie, per lasciare infine sul selciato solo un paio di caviglie a cielo aperto. (“Di chi sono quei piedi lì?” “Del Signor Rossi. Pensa, poveraccio, stava passeggiando tranquillamente, quando gli è caduto in testa un vaso di fiori e si è autodistrutto completamente.”)
Battute a parte, questo è più o meno quello che è successo alle Torri Gemelle. Il blocco superiore – rispetto al livello d’impatto degli aerei - a un certo punto è crollato sul resto della Torre, ...
Chi non ha mai dato il Robitussin al proprio figlio raffreddato? Oppure il PediaCare, il Triaminic, o qualunque altra medicina contro la tosse e il raffreddore nei bambini?
Ebbene, qualunque medicina abbiate usato, non serve assolutamente a nulla. Anzi, rischia addirittura di danneggiare seriamente la salute del bambino. Mentre pare che le stesse medicine abbiano il previsto effetto sugli adulti, e sui bambini “dai 6 anni in su”.
Questa è la sconcertante conclusione a cui è giunta una commissione della FDA (Federal Drugs Administration, l’ente americano responsabile per la legalizzione delle medicine sul mercato), la quale ha semplicemente raccomandato il ritiro di tutte le medicine anti-tosse /anti-influenza per bambini da tutti gli scaffali di tutte le farmacie americane. E si presume, di conseguenza, anche dalle farmacie del resto del mondo.
”La Commissione ha concluso - dice l’articolo del New York Times - che non ci sono prove che queste medicine riducano i sintomi di raffreddore nei bambini, mentre sono stati denunciati casi in cui hanno provocato dei danni”.
Pare infatti che il visibile “effetto calmante” di certi medicinali non avvenisse sul sintomo specifico, ma sull’intero bambino: si trattava cioè, in molti casi, ...
di Marco Cedolin
Si può amare Beppe Grillo oppure detestarlo, ma comunque la si pensi non si può negare che il V. Day dell’8 settembre scorso abbia percosso come una folgore sia il mondo politico che quello sindacale, innescando uno stato di fibrillazione senza paragoni. Tanto i partiti quanto i sindacati, per nulla turbati dagli strali del Grillo vendicatore, ma molto preoccupati dalla prospettiva di un’emorragia di voti e consensi, hanno tentato di reagire in qualche modo posti di fronte ad una novità tanto incomprensibile quanto inaccettabile.
Centinaia di migliaia d’italiani scesi in piazza a protestare, per la prima volta senza che un partito politico o un sindacato li avesse invitati a farlo.
Forse a causa del risentimento dovuto alla “lesa maestà”, o più probabilmente per porre rimedio al potenziale rischio di perdita della poltrona, partiti e sindacati si sono profusi in uno sforzo ciclopico che ha ingenerato un mese di ottobre dal clima politico tanto bizzarro, quanto neppure il global warming era finora riuscito a fare in campo meteorologico.
Obiettivo primario dell’operazione, legittimare in qualche maniera la propria esistenza e la bontà delle proprie scelte, attraverso un’illusione di partecipazione popolare che potesse porli al riparo da qualsiasi ragionevole critica.
Non è stato facile e le dinamiche della mistificazione hanno alcune volte rasentato il parossismo fino a scadere nel ridicolo, ...
di Maurizio Blondet (Effedieffe)
Un'amica mi scongiura di scriverne: «Fai qualcosa», mi dice.
Così ne scrivo, senza alcuna speranza.
Che è successo?
La villa che lei ha ereditato dal marito in Sicilia (località Spartà, a nord di Messina) ha un nuovo vicino. Un ex parlamentare, a quanto pare.
Questo figuro ha costruito la sua propria villozza, orribile e pretenziosa.
Ammassando tonnellate di terra di riporto sul muro della mia amica.
E' un semplice muro di cinta, non di sostegno: il rischio di crollo è imminente, già con la pioggia l'acqua filtra.
Il muro, sepolto dalla terra, è ora alto meno di mezzo metro: già i cagnacci dell'individuo sono quasi in grado di saltare oltre ...
Che il Pakistan sia la chiave di volta del futuro assetto dello scacchiere internazionale lo si era capito da un pezzo.
Con l’attentato di un paio di ore fa, che ha segnato il ritorno di Benazir Bhutto alla terra natìa, ne abbiamo avuto la misura dell’importanza: centoventi morti e duecentocinquanta feriti, in seguito a due esplosioni lungo il percorso del corteo della Bhutto fra le strade di Karachi.
La leader pakistana, che rientrava da 8 anni di esilio a Dubai, non è rimasta ferita, ma quasi tutte le vittime - a parte una ventina di poliziotti - facevano parte del suo entourage, che è rimasto così dimezzato prima ancora di entrare in azione.
La Bhutto aveva ampiamente previsto “sorprese” di questo tipo, preaddebitandole - se mai si fossero verificate – alle “autorità nascoste” all’interno dell’attuale governo. Il marito, molto più esplicito, ha accusato per l’attentato “le agenzie di governo che stanno per perdere potere” in seguto al rientro della Bhutto sulla scena politica.
E’ da tempo infatti che Musharraf, caduto in disgrazia a Washington (in quanto semplicemente non più utile) ha perso anche il supporto interno, a causa soprattutto dell’ambigua alleanza ...
Leggi tutto: L’altra America