di Marco M.
A Napoli c'è un grosso problema. No, non la criminalità organizzata, né l'emergenza rifiuti con la quale malavita e politica ingrassano i loro affari, né tanto meno i problemi tipici di una metropoli come traffico, smog e qualità della vita. Peggio, molto peggio.
I 60 consiglieri comunali dispongono di 120 biglietti d'ingresso omaggio per la Tribuna d'onore dello stadio, come previsto dal contratto tra il Comune (proprietario dell'impianto) ed il Calcio Napoli (che ne detiene la concessione). Ma non basta, e così con un ordine del giorno (1632/E) bipartisan del 1 ottobre scorso, i consiglieri chiedono di entrare allo stadio "mediante la semplice esibizione del proprio tesserino identificativo" senza neppure il biglietto omaggio, e di sedere "in posti centrali, uniformemente e in prima fila".
Come si legge nell'odg, infatti, è frustrante sopportare "il comportamento tenuto dagli addetti ai controlli d'ingresso" totalmente privo di deferenza e che anzi risulta "costantemente irriguardoso, irrispettoso ed offensivo". Costoro osano infatti chiedere un documento di identità ai consiglieri nonostante questi siano "ben conosciuti in tutti gli ambienti della città": ciò fa sì che ai consiglieri tocchi far ricorso al lei non sa chi sono io e per questo vengano "dileggiati da spettatori e frequentatori non politici" evidentemente rosi dalla tipica invidia ...
di Marco Cedolin
L’Italia di questi mesi ha il colore del fango, il fango spesso che sa di marcescente e ti si appiccica alle scarpe come cemento mentre lo calpesti e schizza sui tuoi pantaloni.
I mestieranti della politica e quelli dell’informazione grufolano come degli ossessi nei liquami da loro stessi creati e grugniscono senza posa, sviscerando discorsi che sanno di fango, esibendosi in litigi di fango e chiosando con i loro musi suini mentre promettono mirabilie ed effetti speciali fatti di fango, già secco.
Romano Prodi sembra il pupazzo di un luna park, guarda la telecamera come inebetito e ride, giurando che questo governo durerà, perché deve liberare il paese dal fango, mentre dietro di lui qualcuno fischia ed uno stuolo di giornalisti limacciosi tenta di ripulire dal fango la sua giacca di fango. Silvio Berlusconi simile ad una scultura materica di fango giura che questo governo non durerà, mentre sullo sfondo un suino ed il suo Calderoli passeggiano zampa nella zampa nel limo.
Gianni Riotta ed Eugenio Scalfari dentro lo studio di Rai uno strapieno di fango grugniscono imbufaliti, lasciando intendere che è tutta colpa dell’antipolitica e di Beppe Grillo.
Clemente Mastella è il più furente di tutti e paventa un linciaggio contro di lui, volto a trasformarlo in salumi e sanguinaccio. Tutti mi perseguitano, Crozza e Floris con Ballarò, la Forleo e De Magistris con le inchieste giudiziarie, Beppe Grillo e Di Pietro con il giustizialismo, la sinistra radicale che se la ride e più di tutti Santoro e Travaglio con Anno Zero che è una trasmissione che non ho visto, ma parlava di fango e per questa ragione mi ha offeso profondamente. Perciò via dalla Rai le trasmissioni che parlano di fango, via i magistrati che rimescolano nel fango, ...
Riporto e traduco la recensione (o meglio, la stroncatura) di David Gordon del libro di Norman Podhoretz La IV Guerra Mondiale pubblicata dal Mises Institute.Esponente di spicco della cricca neocon ed irriducibile sostenitore della guerra globale al terrorismo, Podhoretz è stato consulente del U.S. Information Agency dal 1981 al 1987 ed è membro del Council on Foreign Relations, oltre che firmatario del PNAC. Nel 2004 è stato insignito della Presidential Medal of Freedom, il più alto onore che il presidente USA può assegnare ad un civile, mentre nel 2007 ha ricevuto il Guardian of Zion Award.
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Di David Gordon
[World War IV: The Long Struggle Against Islamofascism. Di Norman Podhoretz. Doubleday, 2007. 230 pages.]
Norman Podhoretz, un'eminente autorità sui romanzi di Norman Mailer, si è per decenni presentato come esperto in politica estera. Allora non è troppo, si potrebbe supporre, attendersi che possieda una conoscenza elementare della storia europea. Ma qualsiasi aspettativa del genere è destinata ad essere presto delusa. Troviamo nel suo ultimo sforzo questa sorprendente osservazione:
A seguire da questo [desiderio di stabilità attraverso un equilibrio di forze] vi era un principio molto vecchio, risalente agli accordi del sedicesimo secolo che si svilupparono dal Trattato di Vestfalia permettendo una coesistenza più o meno pacifica fra principati cattolici e protestanti perennemente in guerra fra loro. Nella sua forma originale questo principio fu espresso dal motto latino cuius regio eius religio (la religione del capo è la religione della regione). (p.132)
Podhoretz ha preso un granchio clamoroso. Ha confuso gli accordi presi nella Pace di Augusta (1555) con il Trattato di Vestfalia (1648), che confermò il principio del cuius regio e lo estese al Calvinismo. Ma che cosa è mai un misero secolo per il nostro colto autore?
Ma sto giudicando Podhoretz su un metro ingiusto. Come egli stesso rende abbondantemente chiaro in questo libro, il suo campo non è il fatto storico ...
A tutti coloro che continuano a credere che l’11 settembre sia un problema “che non ci riguarda”, suggeriamo di leggere questo articolo, che riportiamo integralmente da Punto Informatico di ieri. Si comprende sempre meglio, invece, la grande lungimiranza nell'aver creato un nemico tanto pervasivo quanto sfuggente, il "terrorismo", che sta dovunque e in nessun luogo, che può sempre essere invocato ma mai veramente debellato, e che ci ritroveremo sempre di mezzo finchè non avremo cancellato la menzogna iniziale che lo ha partorito. (M.M.)
UK, o la chiave o la libertà
Londra - Si affinano le tecniche crittografiche? Le forze dell'ordine procedono a tentoni nelle indagini, incappando in documenti indecifrabili? Il Regno Unito non investe nelle tecnologie ma corre ai ripari per mezzo della legge: dal primo di ottobre, riportaArs Technica, rischia fino a cinque anni di carcere colui che rifiuta di fornire alle autorità i documenti in chiaro o la chiave per decrittare contenuti non intellegibili ma sospetti, che risiedono fisicamente su server UK.
Facente parte del discussoRegulation of Investigatory Powers Act (RIPA) - che dal 2000 autorizza le forze dell'ordine a vigilare in maniera sempre più pervasiva sulle comunicazioni dei cittadini - la sezione 49, foriera della nuova facoltà, è entrata in vigore solo a sette anni dalla sua composizione.
Giusto il tempo di una modifica apportata dal Terrorism Act 2006, che ha esteso i termini della detenzione da due a cinque anni per coloro che rifiutano di collaborare a non meglio precisate "investigazioni riguardo alla sicurezza nazionale". Giusto il tempo di un emendamento che, ...
di Giorgio Mattiuzzo
C'è una triste tradizione che accompagna gli italiani dalla nascita della Repubblica ai giorni nostri: la tradizione dei misteri d'Italia. Una lunga serie di stragi, omicidi, attentati accomunati dal fatto di essere ufficialmente “irrisolti”, di non conoscerne i mandanti e di essere ognuno il tassello di un mosaico più grande che fu la “guerra dei mondi” combattuta tra il '48 e l'89.
Insieme ai misteri d'Italia, nel nostro Paese è nata anche l'informazione alternativa, non ufficiale (controinformazione, secondo il gergo dell'epoca). A distanza di tempo abbiamo visto che quello che la controinformazione allora sosteneva si è sostanziato in fatti concreti e realtà documentali che – se pur non hanno fatto giustizia – hanno certamente stabilito che le verità “ufficiali” partorite all'epoca erano menzogne. E lo si può dire grazie a sentenze e verbali di Tribunale che non lasciano molto spazio ai dubbi.
Uno degli ultimi misteri d'Italia è stato il G8 di Genova del 2001. Mentre la verità “ufficiale” veniva srotolata dai politici nei salotti buoni dell'informazione nazionale, l'enorme lavoro della controinformazione era già partito, producendo una versione “alternativa” affatto opposta alla vulgata politichese.
Finché si è trattato di opinioni diverse, poco spazio vi era per la parola definitiva. Ma – a distanza di sei anni da quei giorni – si è giunti ad alcuni punti fermi. E come è solito nella tradizione dei misteri d'Italia, ...
Se c’è una nuova legge che bisogna introdurre con urgenza non è quella dei due turni ministeriali, ma quella della “Violazione dei Principi Fondamentali della Logica e della Ragione”, senza i quali regrediremmo tutti allo stato animalesco.
Chi viola questi principi - in un qualunque scritto o discorso pubblico - deve essere immediatamente isolato dalla comunità, e incapacitato ad esprimersi con le parole per un determinato periodo di tempo. E durante la riabilitazione gli saranno permesse solo frasi molto brevi, con una sola congiunzione e al massimo due verbi transitivi. Rigorosamente proibiti gli aggettivi qualificativi e i superlativi di ogni tipo, che saranno autorizzati solo dopo aver scontato la pena per intero.
Prendiete ad esempio questo articolo, usciti ieri su TGCOm, e ditemi se riuscite a trovare un solo passaggio logico nella vertiginosa sequenza di MUTAZIONI GENETICHE da cui è costituito.
M.O.,mito bimbo-martire era falso - Dopo 7 anni: filmato costruito ad hoc
Sette anni dopo la diffusione delle immagini della sua fucilazione col padre sotto una pioggia di proiettili, il mito del bambino palestinese martire crolla. E si scopre che il filmato, mandato in onda su France 2, di Mohammed Al-Dura, fu costruito ad hoc per incolpare gli israeliani.
Benissimo, accettiamo la premessa. Il filmato fu costruito ad hoc per incolpare gli israeliani. Vediamo come:
Non sono solo i nostri ragazzini a tornare a scuola in questi giorni. Anche gli iracheni fanno vacanza d’estate, e tornano a scuola in autunno. O meglio, dovrebbero tornare.
Pare infatti che si stia registrando, in tutte le scuole del paese, un inatteso numero di defezioni, dovute in qualche modo all’escalation della violenza che nell’ultimo anno ha raggiunto picchi mai conosciuti prima.
All’inizio dell’invasione, nel 2003, leggevamo con ansia la singola notizia di un paio di soldati americani ...
[Questo è un classico caso, con pochissime informazioni disponibili, che richiede una approfondita “indagine” da parte degli utenti di LC.]
Tutto nasce dal recente “nuclear blunder”, lo scivolone nucleare in cui è incappata il 30 agosto scorso l’Aviazione Militare americana, quando si è saputo che un B-52 ha volato dalla base militare di Minot, nel Nord Dakota, a quella di Barksdale, in Louisiana, con cinque missili armati di testate nucleari appesi sotto le ali. Un pò come andare a fare la spesa con il lanciafiamme sottobraccio.
L'aereo infatti avrebbe attraversato mezza America violando le più elementari norme di sicurezza, in assetto da piena guerra atomica, mentre le procedure in tempi di pace richiedono che le testate siano trasportate separatamente dai vettori, e solo dopo una serie di verifiche e di interventi che in questo caso sono stati completamente saltati.
I militari naturalmente hanno subito comunicato che le testate “sono sempre state sotto il loro pieno controllo”, e che non sarebbero mai potute esplodere, nemmeno se l’aereo si fosse schiantato a terra. Per qualche motivo, però, dichiarazioni di questo tipo da parte dei militari trovano sempre meno gente disposta a credergli.
Ma il problema non sta tanto nel trasporto più o meno pericoloso degli armamenti, quanto nel fatto che sembrano essere già sei i militari che lavoravano a Minot ad essere morti di recente, ciascuno in un incidente separato.
L’accusa arriva dal gruppo attivista Citizens for Legitimate Government (Cittadini per un Governo Legittimo), ...
di Ashoka
Nel suo Elogio della follia, Erasmo da Rotterdam affermava che solo ai folli è concesso dire la verità ed in Shakespeare era proprio il giullare (il fool, ovvero il pazzo) a poter raccontare i fatti nella loro interezza e veridicità
Nel teatro moderno che è la televisione e nel caso dell'11 Settembre, questo ruolo non può che essere incarnato dalle migliaia di ricercatori che instancabilmente, da anni, analizzano nei minimi dettagli i fatti di quel giorno.
Sono stati necessari sei lunghi anni e le ricerche di questi nuovi giullari perché la CNN “ricordasse” di avere in archivio il video di un misterioso jet bianco che sorvolava la Casa Bianca, pochi minuti dopo l'attacco al Pentagono, e perché John King, che di quell'aereo era stato testimone in diretta, decidesse di realizzarne un servizio...
... ma soprattutto citare “i folli cospirazionisti di Internet” è necessario per poter affermare ciò che la CNN non potrebbe mai dire..
“Ho sempre pensato che questi aerei servissero proprio a quello, cioè da centro di controllo per gli attacchi dell'11 Settembre al nostro paese”
Il co-presidente della 9-11 Commission, Lee Hamilton, smentisce categoricamente questa ipotesi ...
Nel 1895 il pubblico parigino parlava estasiato di una nuova invenzione, il “cinematografo”, che permetteva loro di vedere su uno schermo gigante delle immagni in movimento. In realtà la strada per arrivare a quel risultato era stata molto lunga, e già da mezzo secolo si sperimentava, sia in Europa che negli Stati Uniti, con strani accrocchi, lanterne magiche e macchinari di ogni tipo, per riuscire a dare vita a una serie inanimata di fotografie.
Ma la proiezione dei fratelli Lumière, che mostrarono al pubblico la semplicissima scena dell’uscita degli operai da una fabbrica, passò alla storia come la prima proiezione pubblica in una sala cinematografica.
Sono passati poco più di cento anni, e il cinematografo rischia già di passare alla storia, all’interno di una rivoluzione mediatica che sta venendo alimentata sia dalla poderosa accelerazione tecnologica degli ultimi anni – prevedibile, questa, in quanto si alimenta dei suoi stessi progressi – ma anche dalla imprevediile comparsa di Internet, che rappresenta la variabile impazzita nel paradigma della comunicazione moderna.
Già l’intera industria musicale, qualche anno fa, ha dovuto rivedere daccapo i propri “parametri esistenziali”, per fronteggiare l’improvvisa esplosione del peer2peer, la copia diretta dei brani musicali fra utenti collegati in rete, ma ora tocca anche al cinema subire il contraccolpo della nuova dimensione telematica. Non stiamo però parlando delle copie pirata – problema analogo a quello delle canzoni, in Internet, poichè anche i film vengono copiati peer2peer - ma dell’intero ciclo di produzione, dalla ripresa al montaggio alla distribuzione.
Fino ad oggi, per realizzare un qualunque film da distribuire nelle sale, era necessario girarlo in pellicola, o comunque bisognava presentare il prodotto finito ...
Botta e risposta improvvisato su RSA con PAOLO BARNARD. QUI la registrazione.
[size=medium]PAOLO BARNARD HA RISPOSTO. [/size]QUI
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Dopo quello firmato da Padre Benjamin, c’è un secondo documento che gira in rete in questi giorni, e che risulta particolarmente interessante per molti temi che ci riguardano da vicino.
E’ un “appello” che il giornalista Paolo Barnard ha rivolto, in forma impersonale, a tutti coloro che ancora non hanno rinunciato all’uso del cervello, e che in qualche modo si adoperano per cercare di vivere in un’Italia migliore di questa. E’ ormai evidente a chiunque, infatti, che la cosa sia non solo possibile, ma che stia diventando a questo punto indispensabile. Il problema è come riuscirci.
Quello di Barnard è un appello particolarmente lungo ed elaborato (che potete leggere QUI in versione integrale), per cui cercherò di riassumerlo, sperando di non stravolgerne il senso.
Partendo dal V-day di Grillo, che Barnard definisce semplicemente “terribile”, l’autore lancia “un grido per ostacolare la rovinosa deriva nella quale la Società Civile Organizzata italiana è franata”.
Dove per “Società Civile Organizzata si intendono – spiega Barnard - sia i pochi attivisti che i tanti simpatizzanti raccoltisi attorno ai Movimenti e ai gruppi di protesta italiani”.
Sembra quindi di capire che si riferisca al collettivo di coloro che in qualche modo in Italia “scendono in piazza“ - in maniera reale o figurata - leaders compresi.
Dopodichè Barnard afferma che questi leaders “sono riusciti a soffiarci del fumo negli occhi”, portandoci ad “autoconsegnarci all’irrilevanza”, “riducendoci a poca cosa”,
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