di Marcello Pamio
Sono passati solo cinque anni da quando fu presentato al mondo il primo abominevole hamburger ricavato da cellule staminali di vacca. Eravamo nell’agosto del 2013 a Londra, e qui nella capitale dell’Impero i Frankenstein con la traversa da chef lo hanno cucinato e pure mangiato.
Venti mila cellule di manzo sono state sviluppate una a una in vitro (in brodo-gel di coltura) in circa 3 mesi.
Il settore della carne sintetica sta facendo passi da gigante e non a caso è diventato una miniera di soldi, e sempre non a caso tra i principali finanziatori del progetto troviamo il co-fondatore di Google…
Stanno sfruttando molto sapientemente (per meri scopi commerciali) il discorso ambientale (per altro verissimo), degli allevamenti intensivi, della produzione di carne bovina che avrebbero un impatto enorme sull’ambiente (produzione di metano, disboscamento di intere foreste per ricavarne praterie, ecc.). Per cui stanno studiando metodiche di sintesi per produrre qualcosa che assomigli alla carne, ma senza gli inconvenienti della stessa, non tanto dal punto di vista salutistico (chissenefrega) ma dal punto di vista della natura.
Stampare “carne”
L’ultima novità è la stampa di un “pezzo di carne”…
Giuseppe Povia propone un parallelo interessante fra quello che lui ha fatto nella sua carriera professionale e quello che dovrebbero fare gli italiani rispetto all'Euro.
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di Andrea Mensa
Parto dalla considerazione, che penso indiscutibile, che i vari giochi a carte rappresentano nel loro insieme il maggiore passatempo praticato. Ma è anche vero che da passatempo si è sovente trasformato in attività professionistica, con clubs, tornei anche a livello internazionale.
Con questa elevata richiesta di gioco o passatempo che dir si voglia, anche la maggiore difficoltà, quella di recarsi a volte distante, è stata risolta da internet. Son così sorti moltissimi siti, alcuni dei quali accettano anche scommesse, o pagamenti consegnando anche premi consistenti ai vincitori.
Tutto bene quindi ?
No, perchè cosa offre internet nasconde anche la possibilità di truffe, anche consistenti.
di Marco Galloni
«Che cos’è la verità?»: è la domanda che, secondo il Vangelo di Giovanni, Pilato rivolge a Gesù durante il processo (Gv 18,38). Gesù tace, sembra non rispondere. In realtà il Figlio dell’uomo risponde, solo che la sua risposta non è di tipo dialettico argomentativo bensì personale e performativo: la verità non è una teoria, una formula, una categoria politica né niente del genere, ma una persona capace di testimonianza e di coerenza. Nel caso di Gesù, come sappiamo, questa coerenza giunge fino alle estreme conseguenze: il Nazareno rimane fedele a se stesso e alla propria missione anche quando questo lo espone al rischio – anzi alla certezza – di una morte terribile.
La verità come corrispondenza tra intelletto e realtà
Milleduecento anni dopo quella morte, uno dei più grandi teologi e filosofi della cristianità, san Tommaso d’Aquino, darà della verità una definizione destinata a diventare classica: la verità è «adaequatio intellectus et rei», vale a dire corrispondenza tra intelletto e realtà (S. theol., I q 21 a 2 c); se la “ratio” di una persona aderisce pienamente a una cosa così come essa è in se stessa, allora quella persona è nella verità, ha trovato la verità.
di Maurizio Blondet
Un breve recupero dei fatti della settimana per rilevare fino a che punto l’euro-oligarchia ha assunto i modi, costumi, le arroganze e soprattutto la stolidità dell’antica nobiltà di sangue – quella che per lo più sotto la ghigliottina perse la testa: testa della quale non aveva mai fatto uso, per secoli non avendone avuto bisogno per comandare.
Il primo caso plateale è ovviamente quello del ministro lussemburghese Asselborn a Vienna. Siccome lui ha detto che l’Europa ha bisogno di immigrati perché invecchia, per lui questa è le verità definitiva. Non si aspettava nessuna contraddizione. Sicchè la pacata osservazione di Salvini – “Ho una prospettiva completamente diversa. Io penso di essere al governo per aiutare i nostri giovani a tornare a fare quei figli che facevano qualche anno fa e non per espiantare il meglio dei giovani africani per rimpiazzare i giovani europei che per motivi economici oggi non fanno più figli” – lo ha fatto soffocare di rabbia. L’ha sentita come un insulto personalmente a lui, il barone Asselborn da Steinfort: dove andiamo a finire, se i subalterni cominciano a risponderti? Se un discendente di un servo italiano si permette di contraddirti? Soprattutto mostrandosi più ragionevole di te? E’ un affronto scandaloso.
AVVISO: Quando vedete dello spam nei forum AVVISATEMI IMMEDIATAMENTE con un PM. Non aspettate che lo facciano altri, altrimenti non lo fa nessuno e ci ritroviamo il sito pieno di schifezze. - Grazie M.M.
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Stefano Re analizza l'attuale situazione dei vaccini facendo un interessante paragone con il racconto cinematografico.
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di Giulietto Chiesa
Sarebbe straordinario quello che ho letto sull’ultimo editoriale di Eugenio Scalfari (la Repubblica, 9 settembre) se non fosse un ulteriore segnale della degenerazione del dibattito pubblico nel nostro Paese e in generale dell’Occidente, Europa in testa.
Leggo e “strabilio” vedendo Scalfari definire Vladimir Putin come “leader del comunismo mondiale”. Povero presidente della Russia, che si è visto attribuire negli ultimi anni – a partire dal suo discorso di Monaco – una tale serie di crimini: dall’assassinio della Politkovskaja, a quello di Litvinenko, all’abbattimento del Boeing malaysiano nei cieli del Donbass in guerra, al tentato assassinio di Skripal e di sua figlia Julia, al sequestro della (altrimenti com’è ben noto, splendente) democrazia americana in occasione del famosissimo Russiagate, fino al risultato elettorale del 4 marzo in Italia. Crimine, quest’ultimo, evidentemente così imperdonabile da aver fatto venire le traveggole non solo a Scalfari, ma a tutto il mainstream italiano e internazionale.
Leggi tutto: Ponte Morandi: continuano a prenderci in giro