Forse l'afa gli ha fatto male al cervello, o forse è solo un disperato bisogno di continuare a far parlar di sè, ma in qualunque caso oggi, con un solo post di poche righe, Beppe Grillo è riuscito a rinnegare quella che è stata la sua intera filosofia di vita: non fidarsi mai a priori dell'autorità costituita.
Oggi invece Grillo ci dice, parlando dell'omeopatia, che bisogna fidarsi solo della scienza e di ciò che è scientificamente dimostrato. Sentite cosa ha scritto sul suo blog:
"In queste ultime settimane abbiamo riflettuto molto sulla difficoltà a comprendere il significato della parola scientifico da parte delle persone. E’ stato disorientante, preoccupante e quasi penoso, assistere ad una degenerazione del dibattito così profonda.
E’ pur vero che non dovremmo stupircene più di tanto se consideriamo la diffusione di trattamenti e metodologie diagnostiche al limite dell’assurdo. Basti pensare alla fiducia con cui molte persone si rivolgono ai cosiddetti guaritori, fenomeno più volte denunciato dagli stessi media, in trasmissioni come “Striscia la notizia”.
Silvestro Montanaro è l'autore del documentario su Thomas Sankarà "E quel giorno uccisero la felicità". In questa conferenza, organizzata da Francesca Salvador, ci racconta i retroscena che hanno portato al suo licenziamento dalla RAI, dopo la messa in onda del documentario. Montanaro racconta anche altri fatti, estremamente interessanti, che aiutano a capire meglio quali forze si muovano dietro al colonialismo occidentale in Africa. La verità sui "paesi in via di sviluppo". Montanaro parla anche dei veri motivi dell'uccisione di Gheddafi, non senza aver fatto precedere il suo intervento da una descrizione agghiacciante del turismo sessuale in Thailandia, che vede tristemente gli italiani fra i maggiori protagonisti.
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Nella cittadina di Drachten, in Olanda, è stato fatto un esperimento interessante: è stata completamente abolita la segnaletica stradale. Niente più semafori agli incroci, niente più strisce pedonali, niente più cartelli di divieto. Il tutto è lasciato alla responsabilità del cittadino.
E a quanto pare, la cosa ha funzionato: "In mancanza di semafori tutti rallentano, tutti si guardano a destra e a sinistra. Ma soprattutto si lanciano dei segnali con gli occhi, che funzionano meglio di qualsiasi segnale luminoso esterno. Risultato: una riduzione drastica degli incidenti mortali (che nel 1974 erano stati 120 in tutta la provincia contro i 45 dell' anno scorso)."
In questo video, ripreso ad un incrocio di Drachten, si può notare come macchine, bus, pedoni e ciclisti si incrocino senza nessuna segnaletica presente: si guardano l'un l'altro, semplicemente, e decidono chì debba passare per primo.
Naturalmente questa cittadina non sembra molto trafficata, ed è quindi relativamente facile "mettersi d'accordo" con uno scambio di sguardi all'incrocio. [...]
L'effetto Streisand ha colpito ancora, e questa volta a beneficiarne è stato Claudio Messora. Per "effetto Streisand" si intende quel fenomeno per cui il tentativo di affossare o sopprimere una verità scomoda non fa che diffonderne maggiormente la sua conoscenza, provocando così un risultato opposto a quello desiderato. Guardate questo video, nato in relazione al recente attacco a Messora da parte del Corriere, e capirete cosa voglio dire.
Il termine "effetto Streisand" venne coniato nel 2003, quando l'attrice americana Barbara Streisand cercò di bloccare la pubblicazione in rete di una foto della sua villa sulle coste di Malibu, in California. [...]
La nostalgia è una brutta malattia. Quando ci si affeziona ad un luogo, ad un ambiente oppure ad una persona cara, poi diventa difficile farne a meno.
E' quello che deve star succedendo dalle parti di Langley, nel quartier generale della CIA, dove pare che non si siano ancora rassegnati alla perdita di bin Laden.
Bin Laden è un uomo che aveva dato tantissimo alla causa americana nel mondo. Prima era stato il fulcro attorno al quale gli americani avevano montato la guerriglia contro i russi in Afghanistan. I famosi mujaheddin, detti epicamente "Freedom Fighters", non erano altro che una banda di mercenari messa insieme dalla CIA per contrastare l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Poi, una volta cacciati i sovietici, bin Laden divenne utilissimo come capro espiatorio da incolpare per i vari attentati che gli americani subivano nel mondo, dall'attacco alla nave da guerra Cole, ormeggiata davanti alle coste dello Yemen, fino a quello alle ambasciate americane di Kenia e Tanzania, intorno all'anno 2000.
A quel punto venne il momento di fare il grande salto, e lo stesso 11 di settembre 2001, con le macerie delle Torri Gemelle ancora fumanti, bin Laden venne additato dai media internazionali come il responsabile primo degli attentati di New York e Washington.
ATTENZIONE: E' stata pubblicata la trascrizione dell'intervista, in coda all'articolo.
Chiunque voglia considerarsi cittadino del mondo DEVE vedere questa intervista, dall'inizio alla fine. (Questo video resterà in testa per diversi giorni, per permettere a tutti di vederlo. Fate il possibile per farlo circolare anche sui social).
Mohamed Konare, leader del movimento Panafricanista, spiega in termini chiari e semplici come a tutt'oggi 14 nazioni dell'Africa occidentale e subsahariana (Senegal, Niger, Costa D'Avorio, Mali, ecc.) vivano nella condizione fattuale di colonie francesi. Nonostante l'indipendenza di facciata - spiega Konare - la Francia è riuscita a mantenere di fatto la completa dipendenza economica di queste nazioni, grazie ad un meccanismo (il franco CFA) per cui i paesi africani vendono nel mondo le materie prime, ma è la Francia ad incassare e gestire il ricavato delle vendite. Questo meccanismo porta nelle casse francesi una plusvalenza di 400 mld di dollari all'anno, mentre ai paesi africani restano solo le briciole, da spendere esclusivamente in moneta locale. Nel corso della storia 22 capi di stato africani hanno tentato di far uscire il proprio paese dalla morsa degli accordi coloniali, e 22 di loro sono stati ammazzati. [...]
Il sistema scricchiola. Quando un genio dell'intelletto come Gianni Riotta rilancia su Twitter un articolo del Corriere nel quale si sostiene che Claudio Messora è un troll russo, vuol dire che si sentono con le spalle al muro. Vi cito testualmente quello che ha scritto il Corriere, perchè altrimenti sarebbe difficile crederci.
[Il contesto è la scoperta di 400 account presunti falsi di Twitter, che avrebbero attaccato simultaneamente Mattarella nella notte del famoso "caso Savona"]"Lo staff di Mattarella non ha dunque elementi per addebitare specificamente a qualcuno la paternità di quel massiccio tentativo di interferenza. Tuttavia il dossier messo insieme quella notte si somma ad altri fascicoli di analogo «interesse sensibile» e noti da almeno un paio d’anni. Per esempio quello, gonfio di pagine, di «Byoblu», canale d’informazione alternativa (così si autodefinisce) e ultrasovranista gestito dal blogger Claudio Messora, ex capo della comunicazione dei Cinque Stelle, cacciato dal movimento nel 2014. Oppure quello che raccoglie parecchi contenuti della televisione «Russia Today» (della quale era ospite fisso Marcello Foa, appena bocciato in Commissione di vigilanza nella rincorsa al vertice della Rai), pure di area sovranista e filopopulista, che ha veicolato contenuti e attacchi contro le nostre istituzioni assai simili a quelli messi simultaneamente in rete nella notte tra il 27 e il 28 maggio."
Quindi, per prima cosa, "Lo staff di Mattarella non ha dunque elementi per addebitare specificamente a qualcuno la paternità di quel massiccio tentativo di interferenza", ma comunque è ovvio che siano stati i russi. Quando la logica non fa una grinza.
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La prima volta che parlamo di Marcello Foa sul sito fu nel 2013, quando pubblicammo questa sua interessante intervista - fatta da Claudio Messora - sul sistema di manipolazione mediatica. E' interessante riproporla oggi, nel caso qualcuno non avesse compreso i veri motivi per cui Foa è stato bocciato dall'alleanza PD+FI.
Fonte Byoblu
Con l'informazione non si scherza. Ora che c'era la possibilità di avere un professionista veramente indipendente alla presidenza della RAI, il PD e Berlusconi si sono immediatamente alleati per bocciare la sua nomina.
Eppure Foa non è certo definibile come uomo di sinistra. A Berlusconi dovrebbe far piacere che a presiedere la RAI ci vada uno che si è formato sulle pagine del Giornale di Montanelli.
Ma Foa non è controllabile politicamente, e questo deve aver fatto molta paura sia a Berlusconi che ovviamente a quelli del PD.
Forse, invece di valutare se in futuro potremo avere l'elezione diretta del presidente della repubblica, conviene valutare se non sia il caso di eleggere direttamente i vertici della RAI. In fondo la RAI è la televisione "pubblica" per definizione. Perchè non dovrebbe essere il pubblico a decidere chi la dirige?
Massimo Mazzucco
Leggi tutto: Beppe Grillo è impazzito?