Dal giorno del mio rientro in Italia sono accaduti alcuni piccoli episodi che vi vorrei raccontare.
Il primo è successo all’aeroporto di Fiumicino, mentre mi imbarcavo su un volo nazionale, per raggiungere la mia destinazione finale. Uno degli addetti al controllo di sicurezza stava rovistando nel mio bagaglio a mano, quando è scivolato fuori un cofanetto con i miei DVD intitolato “Le grandi menzogne della storia”. Lui ha guardato la foto sul retro del cofanetto, mi ha guardato in faccia e mi ha detto: ”Ma lei è quello dell’11 settembre, l’ho visto in televisione!” Sorridendo, io ho risposto ”Sì, in effetti sono io il rompicoglioni”. “Macchè rompicoglioni – mi dice lui, abbassando un pò la voce – io ho seguito tutta la storia, e sono pienamente d’accordo con lei. Quelle torri non potevano venire giù in quel modo, è evidente.”
Inutile dire che il cofanetto non è mai rientrato nel mio bagaglio, ma è finito in omaggio all’addetto che lo aveva casualmente scovato fra le mie cose.
Qualche giorno dopo mi trovavo nell’ufficio di un concessionario, dove stavo facendo l’assicurazione per la macchina. [...]
di David Ray Griffin
Ci sono stati molti ottimi film e video sull’11 settembre, ma l’ultimo film del regista Massimo Mazzucco è in una categoria a parte. Per tutti quelli come noi che da tempo lavorano sull’11 settembre, questo è il film che stavamo aspettando.
Mentre ci sono ottimi film che trattano la falsità di alcuni aspetti particolari della versione ufficiale, come le Torri Gemelle o il WTC7, Mazzucco ci offre una trattazione completa e ben documentata che copre praticamente tutti gli argomenti più importanti dell’11 settembre.
Ci sono stati, ovviamente, dei film che hanno trattato la fiction della versione ufficiale come se fosse la verità. E ci sono stati dei film di fiction che mostrano le vicende dei protagonisti che iniziano a sospettare la falsità della versione ufficiale.
Ma non c’è nessuna fiction nel film di Mazzucco, se non per il fatto che denuncia in modo limpido e implacabile come ogni singolo aspetto della versione ufficiale sia soltanto una fiction.
Viste le intenzioni e il livello di approfondimento, Mazzucco ha prodotto un film di 5 ore così affascinante e ben ritmato che molti vorranno vederlo tutto in una volta sola. Ma questo non è necessario, poichè il film – contenuto in 3 DVD – è composto da 7 parti diverse, ciascuna delle quali è divisa nei relativi sottocapitoli. [...]
Durante la giornata è possibile che il sito non sia disponibile perchè proveremo ad aggiornare il software che gestisce LC.
In tal caso non c'è da preoccuparsi, in serata dovrebbe tornare tutto alla normalità.
EDIT:
Il tentativo non è purtroppo andato andato a buon fine: migrando xoops all'ultima versione sono troppe le cose che smettono di funzionare :(
Pazienza, riproveremo un altro giorno.
Ringrazio Piramis per la collaborazione e l'aiuto,
Dusty
P.S.: Questa news si autodistruggerà tra qualche ora
di Gennaro Carotenuto
Il ministro degli esteri argentino Héctor Timerman (foto) ha disposto di rifiutare qualunque pratica per l’ingresso nel paese australe della salma (la tentazione di usare “carogna” è forte) del genocida Erich Priebke: «L’Argentina non può accettare un tale affronto alla dignità umana» Sia la DAIA che l’AMIA, le due principali organizzazioni ebraiche del paese, hanno immediatamente considerato impeccabile la decisione del ministro di Cristina Fernández de Kirchner, quest’ultima convalescente dall’operazione al cranio di martedì.
La pronta decisione di Timerman su Priebke è l’ennesima testimonianza della svolta di 180 gradi impressa alla politica dei diritti umani in Argentina, iniziata nel 2003 quando Néstor Kirchner annullò le leggi d’impunità volute dal governo neoliberale di Carlos Menem dando corso ai processi per violazioni di diritti umani che in questo momento tengono in carcere con condanne definitive quasi 700 repressori e con 3.000 processi ancora in corso. È una differenza fondamentale e irriducibile quella tra l’Argentina kirchnerista dell’ultimo decennio ...
di Matteo Flora
IRPILEAKS è la prima piattaforma italiana di “segnalazione anonima”, che usando il sistema di navigazione Tor, grazie al software libero GlobaLeaks, creato dal Centro Studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani in rete, permette a chiunque di informare i giornalisti dell’Investigative Reporting Project Italy rimanendo anonimi e protetti.
Sei a conoscenza di illeciti nella pubblica amministrazione, appalti truccati, truffe, frodi, episodi di corruzione, disastri perpetuati a livello ambientale, reti di criminalità organizzata e relativi crimini, abusi e soprusi? Vuoi denunciarli all’opinione pubblica ma temi per la tua incolumità o per possibili ripercussioni sulla tua vita personale e lavorativa?
Sei insomma una potenziale “gola profonda” ma non sai come fare? Da oggi puoi svelare informazioni in tutta sicurezza ad una squadra di giornalisti investigativi, i giornalisti di IRPI, primo centro di giornalismo d’inchiesta transnazionale in Italia.
IRPILEAKS e’ uno strumento pensato per chi vuole mandare informazioni “confidenziali” e ha bisogno di restare anonimo e protetto.
“Nel giornalismo investigativo la figura del leaker, cioe’ della ‘gola profonda’ è fondamentale – spiega Lorenzo Bodrero, il coordinatore di IRPILEAKS – in alcuni casi solo i “leaks” di persone coraggiose possono rivelare comportamenti scorretti di politici o uomini di potere o tentativi di insabbiare informazioni importanti per la cittadinanza. […]
Di fronte alla strage di Lampedusa, Papa Francesco tutto contrito ha detto che “viene in mente la parola vergogna”. Dopodichè ha detto “preghiamo Dio per quei poveri morti”, ha agitato un paio di volte le mani (in segno di nonsisabenecheccosa), e poi si è ritirato nelle sue stanze a farsi gli affari suoi.
Caro Monsignor Bergoglio, visto che hai scelto di chiamarti Francesco, perchè non metti in pratica gli insegnamenti del Santo a cui ti sei ispirato, e mostri al mondo quello che si potrebbe davvero fare, trovandoti nella tua posizione?
Tu credi davvero che il Santo di Assisi, trovandosi al tuo posto, se ne starebbe con le mani in mano? Credi davvero che di fronte ad una tragedia come quella di ieri, Francesco farebbe un semplice discorsetto, agiterebbe un paio di volte le mani, e si ritirerebbe nella sua stanzetta a farsi gli affari suoi?
E allora, caro Bergoglio, visto che ti sei scelto quel nome, perchè adesso non gli rendi onore? Perchè non prendi qualche bel gioiello dei Tesori Vaticani, lo metti all’asta e con il ricavato non costruisci un bel centro di accoglienza da diecimila posti per i profughi che arrivano a Lampedusa?
Perchè non vendi qualche decina di ettari di terra di proprietà del Vaticano, …
di Marco Cedolin
Quando in primavera nacque il governo Letta, nel segno dell'inciucio e del golpe di Napolitano, lo scopo era quello di trascinarsi per qualche mese, mistificando i drammatici problemi di un paese moribondo e colonizzato da Bruxelles, attraverso il fumo creato dai temi etici (leggi sul femminicidio e l'omofobia) ed un patetico tira e molla concernente la rata di luglio dell'Imu, quasi da essa dipendesse il futuro degli italiani.
Dopo tanto trascinarsi, senza senso e senza prospettive, Letta ed Alfano (o vicersa che è la stessa cosa) hanno comunque dovuto confrontarsi con Bruxelles e con gli impegni presi a livello europeo dai mestieranti politici, senza mai avere interpellato i cittadini.
Avendo promesso al popolo meno tasse e tangibili segnali di ripresa ed a Bruxelles più denaro da devolvere alle banche, in quel gioco al massacro chiamato debito pubblico, si sono trovati giocoforza in un cul de sac dal quale poteva sembrare impossibile uscire.
Nota preliminare di Pino Cabras.
A volte i mitografi che fanno la guardia alle "versioni ufficiali" sono proprio sfigati, va detto. Il 23 settembre 2013, sul blog di Paolo Attivissimo è apparso un articolo dal titolo "Abbottabad Report: anche il Pakistan smentisce i complottisti", firmato da Hammer. Il caso ha voluto che, quasi contemporaneamente, uno dei più acclamati giornalisti investigativi del mondo, Seymour Hersh, che sta scrivendo un libro in parte dedicato ai fatti di Abbottabad, definisca quello stesso documento - che Attivissimo & C. prendono per oro colato - come un «rapporto fatto di stronzate».
Dunque, riepiloghiamo: Da una parte abbiamo Hersh, il giornalista che ha messo con le spalle al muro interi governi scoperchiando il massacro di My Lai negli anni sessanta e le nefandezze di Abu Ghraib negli anni duemila, nonché profondo conoscitore dell'Asia e delle dinamiche interne delle forze armate USA.
Dall'altra abbiamo presunti sbufalatori implacabili che non hanno scritto un rigo su una delle bufale più clamorose del Millennio (la sepoltura in mare di Bin laden "secondo le usanze islamiche") e che si affidano alla genuinità di un report ufficiale redatto in seno al mondo politico del "Paese più pericoloso del mondo", il Pakistan, un sistema politico che non conoscono, segnato dalla commistione di servizi segreti, dossieraggi e attentati apocalittici, in perenne conflitto-collaborazione con la CIA.
Cosa prediligere?
Di fronte a questa scelta (tra giornalismo e mitografia che cade dal pero), ci ha fatto piacere tradurre il colloquio di Lisa O'Carroll del Guardian con Seymour Hersh, che risulta estremamente interessante nella sua durissima requisitoria contro il sistema dominante dei media.
Seymour Hersh su Obama, NSA e i 'patetici' media americani
di Lisa O'Carroll - The Guardian.
Seymour Hersh ha alcune idee estreme su come risistemare il giornalismo: chiudere le redazioni della NBC e della ABC, cacciare il 90% dei redattori editoriali e tornare al lavoro fondamentale dei giornalisti che, dice, è quello di essere un outsider. [...]
Venti anni fa un taxi percorreva Aviation Boulevard, il grande viale che conduce dall’aeroporto di Los Angeles al centro della città. Su quel taxi c’era una famiglia di italiani, che si stavano trasferendo a vivere negli Stati Uniti: marito e moglie quarantenni, una figlia di sei anni e un figlio di tre. Un pò per motivi personali, un po’ per motivi professionali, avevamo deciso di tentare “l’avventura americana”.
Avevamo qualche soldo in tasca, e la vita sembrava sorriderci da qualunque lato la si guardasse.
I motivi professionali che ci avevano spinto al grande salto derivavano dal mio lavoro, cioè il cinema. Dopo aver fatto alcune esperienze in Italia, avevo capito che per procedere era necessario “accasarsi” politicamente ad uno dei clan di regime, è questo per me non era accettabile. Partendo per Los Angeles mi ero detto: “Preferisco non fare più un solo film nella vita perchè non sono bravo abbastanza per farlo, piuttosto che non farlo perchè non lecco il culo alla persona giusta.” Per fortuna, mia moglie fu pienamente d’accordo con me.
Le motivazioni personali riguardavano i nostri figli: volevamo che crescessero in un ambiente che offre ai giovani mille orizzonti e possibilità, e non in un ambiente – come quello italiano – che tarpa le ali ai giovani prima ancora che siano in grado di volare.
Comprammo una casetta, ed iniziammo la nostra avventura. [...]
di Marco Cedolin
Tutti coloro fortemente convinti del fatto che l'Italia avesse toccato il fondo durante lo scorso autunno, quando il governo golpista di Mario Monti, dopo avere dissanguato il paese, si apprestava ad esalare l'ultimo respiro, devono avere ormai compreso come in realtà al peggio non ci sia mai fine ed esista sempre un buco più profondo nel quale sprofondare.
L'accanimento terapeutico con il quale il circo mediatico tenta di mantenere in vita il fantasma di Berlusconi, unitamente alle migliaia di pagine dedicate alle diatribe, in perfetto stile mafioso, che intercorrono all'interno del PD ed alla spettacolarizzazione di qualsiasi litigio da bar dello sport che abbia fra i protagonisti qualche esponente del bestiario politico nostrano, dimostrano inequivocabilmente come l'ordine impartito alla scuderia del mainstream sia in fondo uno solo. Nascondere la spazzatura sotto il tappeto ed inebetire il cervello (o quel che ne resta) degli italiani con un chiacchiericcio petulante, commisto ad alte dosi di disinformazione urlata, fino ad ottenere l'effetto cacofonico voluto.
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