Vorrei proporre una piccola disquisizione di tipo "strategico", che parte dall'episodio Teodori, ma che vuole arrivare a principi più generali, applicabili soprattutto all'11 Settembre. Non si illuda quindi Teodori di meritare più righe di quelle che già ha avuto, ci stiamo solo servendo della sua recente "performance" per imparare qualcosa in più.
Il problema di fondo, detto in soldoni, è questo: "come fare a vincere", quando si sa di avere davanti un avversario scorretto. Ovvero, si escludono qui le discussioni in cui ambedue i contendenti difendano le proprie idee in perfetta buona fede. Di certo con Teodori questo non era il caso (altrimenti bisognerebbe cominciare a dubitare della sua intelligenza, e ciò non è carino).
La mia teoria è che, in caso di malafede altrui, si debba a tutti costi scovare almeno una domanda che, DA SOLA, basti a metterlo in angolo, impedendogli di ammortizzare il colpo o di deviarlo. Io la chiamo, alla Monty Python, il "sixteen-tonner", quel peso da 16 tonnellate che perseguita i vari personaggi della serie TV. In altre parole, bisogna cercare a tutti costi il knock-out, il cazzotto vincente, perchè nel corpo a corpo l'avversario scorretto ti si attacca da tutte le parti, ...
Egregio Sig. Teodori, dopo lo scontro radiofonico di questa mattina sono certo che ci leggerà, e quindi ne approfitto per concludere qui il discorso che lei non ha voluto affrontare durante la diretta.
Ma non giudicherò i contenuti del suo intervento, anche perchè non hanno fatto che ricalcare quelli da lei già espressi in precedenza, che a mia volta ho già commentato esaurientemente. La guerra è guerra, erano 20.000 tagliatori di teste, il fosforo serve a illuminare, se poi cade non è colpa mia, eccetera eccetera. E per fortuna che lei insegna storia, mi dicono, e pure americana per giunta.
Mi viene in mente, chissà perchè, quel proverbio arabo che dice: "Onesto è colui che cambia la sua opinione per adeguarla alla realtà, disonesto è colui che cambia la realtà per adeguarla alla sua opinione".
Dedicherei invece due parole in più alla forma, che altri definirebbero tattica, con cui lei ha affrontato, ...
La questione voto/non-voto torna ciclicamente fra di noi, e lo farà probabilmente sempre più spesso, da oggi alle elezioni di primavera. Cercherò quindi di riassumere quello che si è detto finora, per cercare di creare, da qui in avanti, un punto di partenza che non ci obblighi ogni volta a ripartire da Adamo ed Eva.
Le posizioni manifestate nel corso del tempo, sul sito, sono state molte, ma si possono raggruppare genericamente in tre "scuole" di pensiero. A) Io non voto (più), perchè comunque non ci credo. B) Io faccio un voto "di protesta", cioè scheda bianca, o nulla, e infine C) Io voto, e scelgo se non altro il meno peggio. Tra questi ultimi, infatti, vanno messi anche tutti quelli che sono perfettamente contenti di come vanno le cose, e che votano pienamente convinti di scegliere ciò che gli va bene.
Prima di definire meglio le varie posizioni, bisogna chiarire bene le differenze fra i tre "tipi" di gesto, nel loro significato profondo. Il primo infatti si separa nettamente dagli altri due, che sono molto più vicini. "Non andare a votare" significa rifiutare in partenza un sistema…
Questo il nome dato da Berlusconi, in pieno stile Pentagono, alla sua nuova campagna elettorale, che ha presentato all'assemblea nazionale dei parlamentari di Forza Italia. Lo ha fatto, naturalmente, a porte chiuse, lasciando i giornalisti fuori ad aspettare che qualcuno, cortesemente, comunicasse loro il Verbo appena emanato.
"Abbiamo cambiato l'Italia", avrebbe detto Berlusconi ai suoi, citando "un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro creati", ed "abbiamo aumentato la sicurezza, arrestando ben 200 terroristi internazionali".
Di fronte a questa dichiarazione, lo stesso Presidente per il Comitato dei Servizi Segreti, Enzo Bianco, è trasalito. "Parole imbarazzanti", le ha definite, dicendo che Berlusconi ...
Le manovre geo-politiche e l'avvicendamento fra USA e Russia, a cui la costante violazione dei diritti della popolazione fa soltanto da sfondo, pongono l'Uzbekistan come il primo consistente segnale di un odioso revival di Guerra Fredda.
di Andrea Franzoni
Convenzionalmente siamo abituati a dividere la storia in epoche staccate, spesso, da violente cesure. Se con il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell'URRS mettiamo infatti la parola fine alla guerra fredda, con l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 designiamo l'inizio dell'era della lotta al terrore. Tuttavia, nella realtà, le vicende politiche del mondo tendono spesso a fondersi rendendo l'interpretazione della realtà tremendamente complicata.
E' questo il caso dell'Uzbekistan, stato dell'Asia Centrale dove si sta giocando una partita d'enorme importanza strategica nella quale si intrecciano le vecchie rivalità tra USA e Russia, le minacce del terrorismo islamico e la guerra al terrore, l'esportazione di diritti umani e la tortura. Un giorno, forse, si parlerà dell'Uzbekistan …
[Questo articolo è nato inizialmente come risposta alla critica di un iscritto, nei commenti. Viene passato in homepage, anche se mantiene la forma di lettera privata, perchè si ritiene possa essere di interesse per una buona parte dei nostri lettori. M.M.].
Caro Pax, Indymedia lo dici a tua sorella. E se ti domandi se il mio tono sia scherzoso o serio, sappi che è tutt'e due le cose insieme.
E' scherzoso nella forma, perchè a me, come a molti di noi, piace giocare con l'analogia, col doppiosenso, e con il doppiopetto (appunto), ma è serio - anzi, "maledettamente" serio, direbbe Patton - nella sostanza.
Luogocomune è tutto ciò che Indymedia non è, proprio perchè in certi momenti rischia di assomigliargli. La differenza è pacchiana e sottilissima insieme, come in Fibonacci, dove …
Vorrei proporre una nuova formula, per avere la possibilità di trattare più argomenti nell'arco della stessa giornata, in luce anche di una gamma crescente di interessi da parte di un pubblico più vasto.
Le notizie interessanti infatti ogni giorno sono molte, ma io più di un articolo, al massimo due, non riesco a scriverli. Più di tanto inoltre non posso cambiare le mie idee, e rischio man mano di annoiare persino me stesso. Ma c'è soprattutto la possibilità che quel singolo argomento, trattato in un certo giorno, possa non avere lo stesso interesse per tutti i lettori. Pensavo allora di pubblicare regolarmente anche dei "notizie brevi", dove accennare soltanto alle notizie più importanti, con un paio di paragrafi al massimo, lasciando poi a ciascuno degli iscritti la possibilità di svilupparle, nei commenti, con ricerche e temi propri. (Lo confesso, il mio sogno è di arrivare un giorno a scrivere solo il titolo, e voi tutto il resto! Eh eh).
Per fare una prima prova, ne pubblico tre insieme. In seguito potremo sempre metterle una per una.
1) La Spagna si appresta a vendere al Venezuela armi per 15 miliardi di dollari. Gli Usa si oppongono, dicendo …
La vera guerra, oggi, è quella che non vediamo. Non è quella dei marines, che battono sudati le strade dell'Iraq, sotto l'occhio asservito della CNN, ma quella strisciante e silenziosa delle grandi corporations, che investono miliardi di dollari per la conquista ed il controllo delle risorse del pianeta, e che conducono una loro guerra indipendente, fatta con "eserciti privati", per conquistare i vari nodi di controllo delle diverse regioni nei diversi continenti.
Parliamo ad esempio della collocazione strategica di basi americane come quella di Mariscal Estigarribia, in Paraguay, o di Elòy Alfaro a Manta, in Ecuador. Se non sono del tutto segrete, è solo a causa della dimensione e del traffico che ormai registrano, ma di certo gli Stati Uniti non ne hanno mai parlato volentieri.
Mariscal Estigarrabia fu costruita nel 1982, sotto il dittatore locale Alfredo Stroessner. Alcuni giornalisti argentini, che sono riusciti a vederla da lontano,...
PER I CARATTERI ERRATI LEGGERE ANNUNCIO SOPRA - Grazie
di Beppe Bravi
Ore 7.15, cucina, nebbia fuori e nebbia dentro. Ancora in stato catatonico, da brutale «alzata da sveglia», sorseggio meccanicamente il caffe', e ascolto in sottofondo la televisione.
Quell’oggetto dotato di tubo catodico, che una volta era perennemente sintonizzato su Canale5, da quando ho scoperto Internet si accende ormai magicamente, da solo, sempre su Rai3.
Premetto che non credo affatto che Rai3 faccia l' «informazione» per eccellenza, ma almeno lo ritengo un canale che ha ancora qualche punto di contatto con la realta' (vedi trasmissioni come Report).
Ad ogni buon conto, proprio all'ultimo sorso di caffe', il mio cervello in semi-catalessi percepisce la presenza della replica di una trasmissione serale di Pierluigi Diaco, con un' ospite particolare: ...
Sarà sbruffone, sarà doppiogiochista, sarà tutto quello che volete, ma come fa a non starti simpatico, specialmente in un periodo in come questo, uno che si permette di prendere in giro davanti a tutti l'amministrazione di petrolieri USA, con le loro stesse armi?
L'ultima di Chavez ha qualcosa di perverso, nei molteplici livelli di lettura che il suo nuovo gesto di sfida ti offre: migliaia di residenti fra le fasce più povere del Massachussets riceveranno quest'inverno il combustibile da riscaldamento direttamene dal Venezuela, al 60% del costo di mercato.
Lo ha comnunicato Joseph P. Kennedy II, presidente della Citizens Corp. Energy di Boston, e figlio del senatore Robert Kennedy, assassinato a Los Angeles nel 1968. L'accordo firmato dalla Citizens Corp. permette infatti ...
Bush voleva bombardare Al-Jazeera, dice il Daily Mirror, ma Blair lo ha convinto a non farlo. Questo sarebbe avvenuto durante una conversazione privata fra i due leader, alla Casa Bianca, nel 2004. Il giornale londinese ha citato come fonte - senza rivelarne il nome - gli appunti presi da uno degli assistenti di Tony Blair che annotano tutte le conversazioni fra il Primo Ministro e gli altri politici nel mondo.
Si sarebbe trattato quindi di un classico "leak", ovvero di una "trafugazione" illecita di documenti segreti, che sempre più di frequente molti funzionari nel mondo amano far avere ai giornalisti golosi di scoop.
La Casa Bianca ha adottato la classica postura del diniego totale, dicendo che sono tutte stupidaggini che non meritano nemmeno di essere commentate. Hanno però trascurato un dettaglio molto importante, che rivela automaticamente una vistosa coda di paglia. Si sono cioè dimenticati di indignarsi. Pensateci un secondo: uno ti accusa infondatamente …
Leggi tutto: Sedici tonnellate in quattro parole