Il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio del 15 gennaio che aveva annullato la controversa circolare sulle terapie domiciliari per il Covid.
La circolare in questione è quella del 26 aprile, che sostituiva e aggiornava quella pre-esistente del 30 novembre 2020. Nonostante i progressi fatti nella cura della malattia, e le esperienze mediche accumulate nei mesi, anche in questo aggiornamento non era indicata alcuna terapia per i casi lievi, ovvero fasi iniziali, della malattia.
Si tratta della contestata vigile attesa con eventuale prescrizione del paracetamolo (Tachipirina) in caso di febbre.
C’è un famoso proverbio che dice: “Tempo che la verità si è allacciata le scarpe, e la bugia ha già fatto il giro del mondo”.
In altre parole, la verità è sempre molto lenta a venire fuori, specialmente quando si tratta di una verità scomoda. E siccome nel caso del Covid le bugie fanno letteralmente il giro del mondo in poche ore, l’inseguimento da parte della verità è destinato a restare faticoso ed affannoso fino alla fine.
Eppure, lentamente, sta succedendo.
ATTENZIONE: Il video originale è stato rimosso da youtube. Questa è la copia presente su odysee:
Ormai è chiaro. I non vaccinati sono destinati a fare da capro espiatorio per il fallimento della campagna vaccinale. Questo fallimento era già evidente – per i più attenti – da quando l’estate scorsa il CDC ha dovuto ammettere che anche i vaccinati contagiano, e da quando Fauci disse a chiare parole che “la carica virale nel vaccinato è identica a quella del non vaccinato”.
Già a quel punto ci si sarebbe dovuti fermare, perchè – come disse Bruno Vespa in un raro momento di sincerità – “ma allora qui stiamo scherzando!”
Invece purtroppo, la capacità di “rimarginare” certe ferite nei nostri media è portentosa. Passato il primo momento di sconcerto, i soloni televisivi hanno cominciato a limare le parole, a girare intorno alla questione, finchè il fatto del contagio da parte dei vaccinati è diventato un problema assolutamente trascurabile.
In seguito al grande successo di questa intervista (veramente interessante, specialmente la seconda parte), Franco Fracassi intervisterà nuovamente il dott. Tritto fra una decina di giorni. Se qualcuno ha delle domande da rivolgere al dott. Tritto scrivetele nei commenti, che io le girerò a Fracassi - Grazie
In Giappone il dibattito sul vaccino anti-Covid ai bambini è più vivo che mai. Al contrario di ciò che accade da noi. “Il Covid-19 per i bambini e gli adolescenti, è naturalmente lieve o asintomatico. È ridicolo considerare la vaccinazione per i bambini in età scolare”, “, ha riportato il bollettino giapponese sui farmaci Med Chek. I vaccini Covid possono infatti comportare “un rischio di morte almeno sette volte superiore rispetto al virus stesso per le persone fino a 20 anni, avverte un bollettino medico giapponese”. Questo è quanto si legge in uno studio presente nel numero più recente di Med Check, un bollettino bimestrale pubblicato dal Japan Institute of Pharmacovigilance (NOPJIP) come membro della International Society of Drug Bulletins (ISDB), ha rilevato che “il rischio di morte per vaccino può anche essere fino a 40 volte maggiore per i giovani”.
Di buoni motivi per non vaccinare i bambini non ce ne sarebbero soltanto due o tre, ma almeno sedici. A dirlo è la Commissione medico scientifica indipendente (Cms) composta dal pediatra Eugenio Serravalle, dall’ematologo Paolo Bellavite, dal farmacologo Marco Cosentino, dall’endocrinologo Vanni Frajese, dall’oncologa Patrizia Gentilini e da Alberto Donzelli, specializzato in igiene e medicina preventiva. Il team ha chiesto un confronto “urgente” con il Comitato tecnico scientifico (Cts) che assiste il governo nelle sue decisioni, sottolineando come quest’ultimo starebbe promuovendo “un vaccino universale e discriminatorio”.
La Commissione sta cercando di dimostrare, in particolare, come non ci sarebbe alcuna urgenza nel procedere con la somministrazione ai bambini. Elencando ben 16 motivazioni valide a sostegno di questa tesi. Un elenco riportato da Patrizia Floder Rotter sulle pagine de La Verità e che vede al primo punto una tesi non nuova, in realtà: “I ragazzini più piccoli, se si contagiano, sono asintomatici o lievemente sintomatici”. A seguire, il Cms sottolinea la mortalità estremamente bassa in quella fascia d’età (tra gli 0 e i 19 anni l’Iss ha registrato finora soltanto 35 decessi dall’inizio della pandemia) e, terzo punto, una ridottissima probabilità di ricovero.
Vi presentiamo la sesta puntata di Specktrum, il documentario (in corso d'opera) sul Covid di Bruno Mandolesi.
L’andazzo era chiaro da tempo, in un crescendo di proclami allarmistici e nuove restrizioni. Ora, l’ultimo passo è ormai imminente, con l’Europa che dopo divieti, certificati virtuali e caccia alle streghe contro i no vax si prepara a sfoderare l’arma finale: un vero e proprio obbligo di vaccinazione per i cittadini dell’Unione. La fuga in avanti è già iniziata, con alcuni Stati che si sono sganciati dall’idea di un coordinamento nelle misure anti-Covid per procedere, individualmente, alle prime strette.
Il copione è sempre lo stesso: non ci sarà un’imposizione ufficiale, ma un crescendo di limitazioni che finiranno per rendere il vaccino, di fatto, obbligatorio.
Ragazzi commentate voi, io ho finito la saliva.
Che cosa puoi fare, se sei una casa farmaceutica e ti ritrovi di colpo con decine di migliaia di cause legali da parte di persone che ti accusano di avergli venduto un prodotto che causa il cancro?
Ma è semplice: crei una società fittizia, le trasferisci tutte le responsabilità del caso, e poi la fai fallire, in modo da non dovere più niente a nessuno.
È esattamente quello che ha fatto la Johnson&Johnson, che si trovava a dover fronteggiare 38.000 cause da parte di donne che hanno sviluppato il cancro dopo aver utilizzato il borotalco prodotto dalla farmaceutica americana.
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