Se io venissi eletto papa, il mio primo problema sarebbe quello di portare avanti l’agenda del Vaticano, da sempre elitaria e restauratrice, cercando nel contempo di apparire come un difensore delle masse oppresse e sfruttate in tutto il mondo.
Quale migliore occasione, quindi, per una “cavalcatina” fuori porta, quando là fuori da cavalcare c’è addirittura un movimento mondiale, che protesta per le ingiustizie subite a causa di un sistema finanziario che ha allargato ormai la forbice del benessere oltre ogni limite di sopportazione?
Se poi fossi particolarmente astuto, non introdurrei concetti nuovi – sempre rischiosi in ogni caso - ma mi adagerei comodamente su frasi e citazioni altrui, in modo da allontanare da me ogni possibile sospetto di manipolazione del messaggio. A quel punto ci infilo dentro le conclusioni a cui voglio arrivare, e il gioco è fatto.
Tanto la gente al meccanismo problema-reazione-soluzione ormai è abituata, per cui nessuno si accorgerà che mancano i passaggi logici fondamentali fra la premessa e le conclusioni.
Sarà un caso, ma sembra proprio questa la strategia adottata da Joseph Ratzinger per introdursi nel dibattito mondiale sulla finanza attualmente in corso.
Il documento pubblicato ieri dal Vaticano si intitola “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”, ...
In questo breve servizio, Russia Today si interroga sui motivi che hanno portato al rovesciamento di Gheddafi da parte della NATO, e suggerisce che il vero pericolo da lui rappresentato fosse il suo progetto di introdurre un “gold-standard” africano, legando nel contempo la nuova moneta al prezzo del petrolio.
TESTO IN ITALIANO:
ANNUNCIATORE: Circolano nuove domande sui motivi dell’intervento NATO in Libia. Come ci dice la corrispondente di RT, Laura Emmet, l’organizzazione potrebbe aver cercato di impedire a Gheddafi di seppellire il dollaro americano.
LAURA EMMETT: Alcuni credono che l’attacco della NATO alla Libia sia stato fatto per proteggere i civili.
DAVID CAMERON: Non dobbiamo tollerare che questo regime usi l’esercito contro la propria gente.
LAURA EMMETT: Altri dicono che il motivo è il petrolio.
RICHARD CELENTE: L’unico motivo per cui sono interessati alla Libia è il petrolio. Pensate che oggi saremmo in Iraq se la loro esportazione principale fossero i broccoli?
LAURA EMMETT: Ma c’è anche chi è convinto che l’intervento in Libia sia dovuto a questioni di valuta, ed in particolare al progetto di Gheddafi di introdurre il dinaro d’oro, una moneta unica per tutta l’Africa, fatta in oro, il vero parametro della ricchezza.
di Marco Cedolin
La foto di Gheddafi sanguinante e senza vita campeggia a tutta pagina sulle TV, sui giornali e sui siti web, come un trofeo di caccia da esibire appeso sopra al caminetto, per compiacere l’ego degli “eroi” senza macchia e senza paura, che elevatisi al rango di gendarmi del mondo hanno “legalizzato” la strage e l’omicidio, inserendoli nel novero dei sacrifici necessari per ottenere un nuovo ordine mondiale che sia completamente funzionale alle loro esigenze.
Abbiamo prodotto riflessioni sull’argomento, fin dall’inizio della "guerra santa", portata avanti dall'occidente con la vile compiacenza dell’ONU, nascosto sotto l’ombrello di una risoluzione farsa del tutto disancorata dalla realtà dei fatti e dalle azioni messe in atto sul campo.
Abbiamo seguito passo passo l’annientamento dello stato sovrano socialmente ed economicamente più avanzato dell’intero continente africano, le tonnellate di bombe lanciate sul suo popolo, la distruzione delle sue città e delle sue infrastrutture, la morte e la devastazione portata dal “mostro” occidentale e delegata nelle operazioni di terra ad un manipolo di mercenari e briganti della peggior specie…
Giovedì mattina a Radio IES, nella trasmissione Ouverture (ore 7.00), si confrontano Paolo Attivissimo e Massimo Mazzucco sull'11 settembre. Conduce David Gramiccioli. FM: 99.8 per la città di Roma.
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Ecco la registrazione della puntata (50 min.):
(La puntata è disponibile anche sull'account Youtube di Radio IES).
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Pensavo di scrivere un articolo dopo la trasmissione, ma direi che questo "confronto" si commenta da solo: Attivissimo ha chiesto il diritto di replica alle mie accuse dell'ultimo video, ma non ha saputo replicare ad una soltanto di quelle accuse. E quando gli è stato chiesto di indicare le risposte alle famose dodici domande, prima è scappato come un topolino per mezz'ora, e alla fine, messo alle strette, ha detto che bisogna prima fare una donazione per averle.
Mi ero profondamente vergognato per la figuraccia che ha fatto Gianni Riotta a Matrix, due anni fa, ma in confronto a quella di Attivissimo Riotta ne esce a testa alta. Almeno lui non ha messo un prezzo alle stupidaggini che dice.
Massimo Mazzucco
AVVISOper tutti gli utenti che postano sul sito.
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di Gennaro Carotenuto
Rivolta morale in Italia! Finalmente i cittadini compatti denunciano il crimine. I mafiosi? No! Gli evasori che tutti conoscono? Nooo! I politici corrotti? Nooooo! Sbatti il mostro in prima pagina, denuncia un black bloc!
In genere questi ragionamenti vanno iniziati con un “premettendo che sono contro la violenza”. Paghiamo il fio e dopo aver premesso di essere contro la violenza di sabato a Roma e pure contro l’11 settembre, trovo oramai agghiacciante la persecuzione, quasi una caccia all’uomo, che si sta sviluppando in queste ore contro i ragazzi che hanno commesso reati sabato scorso.
Approfittando dell’ era della riproducibilità, interi siti sono dedicati al metodico riconoscimento di questi alieni sbarcati da Marte a rovinare la festa alla parte sana del paese per mettere le forze dell’ordine in condizione di arrestarli. Oramai Fabrizio Filippi, il 23enne che ha lanciato il famoso estintore, ha la sua faccia riprodotta in Rete in migliaia di copie, ora e per sempre, ed è già stato stigmatizzato più di quanto non sia mai stato fatto con Totò Riina. Ciò nel paese del garantismo. Sempre a senso unico. Non importa che poi magari Fabrizio sarà assolto o condannato a una mite pena (e qualcuno s’indignerà perché avrà avuto meno di 30 anni di galera) e nessuno ricorda, come si fa fino alla nausea per i politici, che quel ragazzo è innocente fino al terzo grado di giudizio… sbatti il mostro in prima pagina.
Nel paese con tre regioni in mano alla criminalità organizzata, nel paese governato da Berlusconi dove le puttane si chiamano escort, …
Il Gruppo FAREMONDO presenta:
Dall'11 settembre all'aggressione alla Libia: un decennio di devastazioni criminali del mondo
Giornata di discussione a Bologna, sabato 22 ottobre dalle 9 alle 19.30, presso il Centro Giorgio Costa, via Azzo Gardino 48, zona Porta Lame, vicino al Cinema Lumière
I nostri ospiti e interlocutori
Judy Wood, statunitense, già professoressa di ingegneria meccanica e scienza dei materiali all'università di Clemson (Carolina del Sud), è autrice del libro Where did the towers go?. Da diversi anni i suoi studi basati sulle evidenze e la sua voce fuori dal coro gettano una luce differente sugli eventi dell'11 settembre, in particolare sulle modalità con cui sono state dissolte in aria le torri e altri edifici del WTC di New York.
Andrew Johnson, dal 2004 critico della mitologia ufficiale sull'11 settembre e membro della prima ora degli Scholars for 911 Truth, insegna presso la Open University dello Yorkshire, in Inghilterra, ed è autore del libro 911. Finding the Truth.
Tiziana Gamannossi, imprenditrice in Libia e fondatrice della Fact Finding Commission, dall'inizio dell'aggressione Nato svolge opera di demistificazione e denuncia degli orrori di guerra perpetrati da criminali politici, mercenari in divisa e Megamedia occidentali.
Paolo Sensini, storico e studioso del pensiero politico del Novecento, è stato in Libia con la Fact Finding Commission ed è autore del libro Libia 2011, di imminente uscita presso Jaca Book.
Traccia per la discussione
Il decennio inaugurato dagli eventi dell'11 settembre 2001 fa emergere con sempre maggiore chiarezza una verità che il Potere, in tutte le sue agenzie e ramificazioni, non può confessare: per poter far durare questo suo mondo senza speranza …
Trovo i cortei e le manifestazioni come quella di ieri qualcosa di assolutamente inutile e ridicolo insieme.
Inutili, perchè se non c’è una richiesta precisa da portare avanti non si ottiene comunque niente in ogni caso. Nella migliore delle ipotesi si sfila pacificamente, si urlano quattro slogan, ci si dice “volemose bbene”, e si torna a casa belli contenti di essersi sfogati in piazza. Nella peggiore delle ipotesi ti becchi qualche manganellata, ti sloghi una caviglia scappando, oppure se hai sfiga qualcuno ti brucia la macchina mentre tu sfilavi nella strada accanto. Ma comunque non avrai ottenuto niente, e lunedì torni al lavoro esattamente come prima.
Ridicoli, perchè è semplicemente metafisico che la gente vada in strada a protestare contro le stesse persone che ha mandato al governo, con il proprio voto, qualche mese prima. Davvero non lo sapevi, che nemmeno questa volta le riforme non le avrebbero fatte, che i posti di lavoro non sarebbero aumentati, e che avresti dovuto tirare la cinghia come prima? E allora, se lo sapevi e li hai votati lo stesso, ora di cosa ti lamenti?
Ben diverso invece è quando si tratta di scendere in piazza per un motivo preciso. Sta per passare una legge inaccettabile, il governo manda i nostri soldati ad invadere altre nazioni, oppure vogliono raddoppiare di colpo il prezzo della benzina – allora in quel caso scendi in strada, fai sentire la tua voce, e se i numeri sono abbastanza forti il governo si ritrova obbligato a fare marcia indietro. Ma questi sono casi speciali, ed è in questi casi che una manifestazione può ancora rivelarsi utile.
Mentre andare così, a marciare per dire “cazzo uniamoci, è ora di dire basta”, …
Andrew P. Napolitano è un ex-giudice della Corte d’Appello del New Jersey, che ha uno spazio fisso su Fox News. Sull’onda del ridicolo piano terroristico iraniano “sventato” dall’FBI, l'altro ieri ha accusato la stessa FBI di aver creato praticamente tutti i casi di “sventato pericolo” contro gli americani degli ultimi 10 anni. Peccato che non si sia spinto fino al 1993 (primo attentato al WTC), ma ci possiamo già accontentare.
Ecco la traduzione del suo intervento:
"È il governo che lavora per noi, o siamo noi a lavorare per il governo? Può il governo federale prendersi il merito di averci salvato da piani criminali che lui stesso ha creato?
Questa sera [si riferisce al “complotto” iraniano sventato] il governo federale ci ha protetto, o vuole solo farci credere di averci protetto?
A partire dalla tragedia dell’11 settembre, svariati pazzoidi e imitatori di bassa lega hanno messo in piedi azioni criminali …
VEDI ANCHE:
La demolizione controllata di Paolo Attivissimo (Video)
Alberto Angela - Ulisse: il piacere dell'ignoranza (Video)
Piero Angela non dice la verità (Video)
Scarica il filmato in alta definizione su arcoiris.tv
A chi si domandasse come mai il dibattito sull’11 settembre sembra trascinarsi all’infinito, senza mai arrivare ad una conclusione – nè in un senso nè nell’altro - posso offrire questa risposta: dal giorno in cui sono avvenuti i fatti, 10 anni fa, gli strati di bugia da combattere sono passati da uno ad almeno tre.
Inizialmente c’era la semplice bugia degli eventi, così come ci vennero raccontati dai media di tutto il mondo: un manipolo di islamici, comandati da bin Laden, che si è impadronito di quattro aerei, causando i disastri che tutti conosciamo.
Mentre si cominciava a combattere questa bugia, diverse entità governative iniziavano ad inventarsi una nuova serie di bugie, il cui scopo era invece quello di coprire la bugia originale: si chiamano “commissioni di indagine”, ma in realtà sono organismi di facciata, che fingono di “indagare” sulle zone oscure degli eventi, mentre si preoccupano proprio di nascondere al meglio tutti quegli elementi che potrebbero portare alla verità. Non a caso il risultato del loro lavoro si chiama anche “insabbiamento”.
Nasce così la storiella di Cheney che passa 25 minuti in un corridoio del PEOC “perchè non riesce a telefonare a Bush”, oppure quella dei caccia che partono nella direzione sbagliata “perchè c’è stato un malinteso con i superiori”, …
In questo talk a TED, Tim Harford ci parla di un argomento particolarmente interessante: quello della pianificazione, o meglio, della convinzione da parte di alcune persone (tipicamente della classe dirigente) di voler e poter prevedere come risolvere ogni tipo di problematica in maniera centralizzata senza lasciare spazio alla creatività distribuita.
Segue il testo completo della traduzione in italiano (sottotitoli del video).
Seconda Guerra Mondiale, campo di prigionia tedesco, e quest'uomo, Archie Cochrane, è prigioniero di guerra e medico, e ha un problema. Il problema è che gli uomini che ha in cura sono malati a causa di una condizione debilitante e dolorosa che Archie non riesce a capire completamente. I sintomi sono questo orribile rigonfiamento di fluidi sottopelle. Ma non riesce a capire se è un'infezione, se ha a che vedere con la malnutrizione. Non sa come curarla. E opera in un ambiente ostile. E la gente fa cose orribili durante la guerra. Le guardie tedesche del campo sono annoiate. Si sono messe a sparare nel campo a caso per divertimento. In un'occasione particolare, una delle guardie lanciò una granata nei bagni dei prigionieri mentre era piena di prigionieri. Disse di aver sentito risate sospette. E Archie Cochrane, in qualità di medico del campo, fu uno dei primi uomini a ripulire il disastro.
E un'altra cosa: Archie stesso era affetto da questa malattia. La situazione sembrava abbastanza disperata. Ma Archie Cochrane era un persona piena di risorse. Aveva già portato vitamina C di contrabbando nel campo, ...
Finite le celebrazioni, finite le rimembranze, finita la retorica sul genio innovatore scomparso prematuramente, restiamo con quella che viene definita oggi la “legacy” di Apple nel mondo. Legacy è un termine inglese difficile da tradurre, che sta a metà fra “eredità” e “lascito”, ma che significa anche, in molti casi, “retaggio”. Stiamo cioè parlando delle “conseguenze” complessive, sia positive che negative, dell’introduzione del personal computer nella vita moderna.
Chi scrive ha vissuto questa trasformazione fin dal primo giorno, sulla propria pelle. Nel 1983 infatti stavo cimentandomi con le mie prime sceneggiature, ed avevo scoperto una “macchinetta” meravigliosa, chiamata Commodore 64, che ti permetteva di scrivere il testo intero su un dischetto marroncino, e di modificarlo infinite volte, guardandolo sullo schermo, prima di deciderti a stamparlo. Solo chi abbia provato a fare sceneggiature con una macchina da scrivere sa quante volte bisognasse ribattere pagine intere, solo perchè volevi apportare un paio di modifiche qui e là. Di fatto, i termini “taglia, copia e incolla” nascono proprio dall’attività degli sceneggiatori di quell’epoca: per evitare di ribattere ogni volta una pagina intera, si scriveva su un foglio bianco il paragrafo modificato, lo si ritagliava, e lo si incollava fisicamente sopra quello originale. Poi si metteva il foglio nella fotocopiatrice (quelle c’erano già, per fortuna), e si otteneva la pagina modificata, senza bisogno di ribatterla per intero.
Ma era comunque un’operazione laboriosa e sostanzialmente “sporca”, perchè da un lato ti ritrovavi con dozzine di scatolette piene di frasi ritagliate, buttate lì alla rinfusa, ...
Leggi tutto: Anche il Papa si è "indignado"