La scorsa settimana Michael Moore si è presentato nello studio di Piers Morgan (il giornalista che ha preso il posto di Larry King alla CNN) eccitato ed ansimante, poco dopo aver partecipato ad una manifestazione accanto agli “indignados” di Wall Street.
E’ stata quella la prima volta che il pubblico americano è venuto a sapere da una rete televisiva mainstream di un evento – l’ “occupazione” di Wall Street, appunto – che era in corso già da 4 giorni. E lo hanno saputo da un talk-show della CNN, non da un regolare TG.
Da quel momento in poi sono stati costretti un pò tutti ad inseguire la notizia, dal New York Times a Fox News, dal Washington Post a tutti gli altri network nazionali.
Ma la riluttanza con cui i media mainstream stanno dedicando il loro spazio alle proteste di Wall Street viene superata solo dalla disperazione con cui cercano a tutti i costi di far apparire la protesta per quello che non è: una specie di “happening” stile anni 70’, animato di fricchettoni che non hanno niente di meglio da fare nella vita, di cui “non si capisce nemmeno bene cosa vogliano”.
Di certo è molto divertente vedere come i grandi media americani siano prontissimi a celebrare le “primavere colorate” altrui, ma fatichino decisamente a riconoscere che qualcosa sta cambiando anche in casa loro.
In tutto questo i media alternativi si stanno divertendo un mondo, nel prendere in giro i loro colleghi delle “corporate news” chiaramente terrorizzati dall’idea di dover prendere seriamente …
Rimbalza in rete la notizia che Wikipedia Italia si è autosospesa – bloccando l’accesso alle proprie pagine - per protestare contro la proposta di legge che porterebbe, secondo loro, alla fine della libertà di informazione in Internet.
Già da ieri Wikipedia Italia presenta una pagina unificata, su cui si legge: “Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita. Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni. Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato. Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.”
Da “Repubblica” a “La Stampa”, dal Corriere alla stessa RAI, tutta l’informazione mainstream rilancia la notizia in grande stile, supportando compatta il “grido di libertà” lanciato da Wikipedia.
E già questo dovrebbe dare da pensare.
Perchè mai – ci si domanda – tutte le grandi testate italiane si preoccupano improvvisamente di difendere la “libera informazione” della rete ...
Amanda è libera, l’America esulta.
Negli Stati Uniti l’avventura di Amanda Knox nelle carceri italiane è stata presentata dai media come una specie di viaggio nel medioevo da parte di una “turista accidentale”. Una ragazza venuta in Italia per studiare, piena di vita e di buone intenzioni, si trova improvvisamente coinvolta in una ragnatela di perversione, menzogne e trappole giudiziarie dalla quale esce con una condanna a vita per un delitto che non ha commesso.
Quando fu emessa la sentenza di primo grado, nel 2009, non ci fu rete televisiva in USA che non abbia lamentato apertamente l’ingiusta condanna subita dalla giovane americana ad opera dei giudici italiani. Tutti i reporter partivano dallo stesso presupposto, che Amanda “non potesse” essere colpevole, per poi esibirsi in acrobatiche spiegazioni di tipo social-filosofico, tese a giustificare in qualche modo questo “impossibile” verdetto. La più ricorrente di queste spiegazioni era che “Perugia non è Roma o Milano, Perugia è una cittadina di provincia, culturalmente arretrata, per la quale Amanda rappresentava la quintessenza dei mali del mondo: americana, libera ed emancipata, venuta a “portar via” i loro bei ragazzi, Amanda rappresentava in tutto e per tutto quello che le madri di Perugia temono di più”.
E quindi, secondo i media americani, la giuria non avrebbe fatto che rispecchiare questo sentimento, provinciale e distorto, condannando insieme ad Amanda tutti i mali che lei rappresentava. (Da cui si dovrebbe dedurre che Pietro Valpreda, che fu invece processato nella modernissima Milano, fosse davvero colpevole).
Poi emerse la personalità un pò ambigua del procuratore Mignini, sulla cui figura si allungavano le ombre irrisolte del mostro di Firenze. Lentamente diventava lui “il cattivo” di turno, …
di Marco Cedolin
Sta tenendo banco in queste ore, dopo che il testo ha trovato pubblicazione sui giornali, la lettera "segreta" a firma Mario Draghi e Jean-Claude Trichet che la BCE ha inviato al governo italiano il 5 agosto scorso per impartire ai camerieri di turno gli ordini relativi ad un menù a base d’Italia e d’italiani, deputati a trasformarsi in leccornie prelibate al desco della grande finanza, prima di defungere nel cassonetto della spazzatura sotto forma di rifiuti organici.
Le parole contenute nella missiva che intima alla classe politica la direzione da intraprendere, sono senza dubbio assai interessanti, così come sono interessanti l’indignazione e lo stupore manifestati nel leggerle, da parte di tanti benpensanti (soprattutto a sinistra) che da sempre difendono strenuamente l'euro , la UE, la BCE e tutta l’accozzaglia politico/mafiosa che da Bruxelles sta tirando le fila dello stato unico monoculturale (ma all’insegna del multi) e globalizzato.
Una sorta d'inferno in superficie, dove i cittadini verranno trasformati in tante scimmiette ammaestrate, …
Per la terza volta – e probabilmente per l’ultima, visto che ha 76 anni – il parlamentare del Texas Ron Paul si è candidato per la nomination del partito repubblicano. Lo ha fatto pur ritrovandosi completamente isolato, rispetto a tutti gli altri candidati, su quasi tutti i temi principali che caratterizzano oggi il pensiero mainstream dell’elettorato conservatore in America.
Quando gli chiedono “che cosa ci fa lei in mezzo ai repubblicani?”, Ron Paul risponde con un sorriso e dice: “Veramente sono gli altri che dovrebbero uscire dal partito. Io sono rimasto l’unico a sostenere la filosofia originale dei repubblicani”. Ron Paul fa coincidere questa filosofia con le posizioni che oggi vengono definite genericamente “libertarian”. Fra queste troneggia ovviamente il ritorno ad una moneta libera, legata al valore dell’oro, oltre alla la necessità di restituire ai singoli stati l’indipendenza originale da Washington. Ma è soprattutto la libertà individuale, intesa anche come assunzione dei rischi personali – che secondo Paul non andrebbero addossati alla società – a caratterizzare il filo comune che lega i diversi aspetti del suo pensiero politico.
Questa è una sintesi della piattaforma elettorale di Ron Paul, come è stata presentata di recente dall’ Huffington Post. (Per ciascun punto segue un mio breve commento).
INDIPENDENZA ENERGETICA. Eliminare le tasse federali sul carburante ed eliminare la EPA (l’agenzia federale per la protezione ambientale), permettendo che siano direttamente i cittadini, e non Washington, a portare in tribunale eventuali inquinatori dell’ambiente. Permettere che vengano esplorati in modo sicuro carbone, petrolio, nucleare e altre forme di energia.
COMMENTO: Di certo agenzie come l’EPA, che sono notoriamente controllate dalla lobby degli industriali, portano più danni che benefici al regolare cittadino. L’esempio dell’11 settembre, nel quale l’EPA dichiarò “non pericolose” le polveri tossiche di Ground Zero (per favorire la riapertura di Wall Street), basta e avanza. D’altro canto resta da vedere ...
Dopo due anni di dura detenzione in un carcere iraniano, sono tornati a casa i due americani che distrattamente avevano attraversato il confine Iraq-Iran durante una “passeggiata turistica” finita male.
In una calda giornata del luglio 2009 Joshua Fattal, Shane Bauer e la sua fidanzata Sarah Shourd – tre “giornalisti freelance”, distintisi soprattutto per il loro attivismo a favore dei palestinesi - decisero di andare a fare una gita turistica nel Kurdistan orientale. Sembra che durante la passeggiata abbiano inavvertitamente attraversato il confine con l’Iran, venendo immediatamente arrestati dai soldati della Guardia Rivoluzionaria. In seguito i tre furono condannati da un tribunale iraniano ad otto anni di prigione: tre anni per ingresso illegale in territorio iraniano – diceva la sentenza – e cinque anni "per spionaggio a favore di una agenzia di intelligence americana".
Nacque così il caso internazionale dei tre “hikers” americani, che dalla prigione iraniana sostenevano di essere stati catturati e condannati ingiustamente. Non solo non siamo spie – dicevano i tre – ma non ci sembra nemmeno di aver attraversato il confine. Se è successo lo abbiamo fatto sicuramente per sbaglio.
A supporto della tesi innocentista, i giornali occidentali sottolinearono più volte che in quella zona montagnosa ...
Qual'è la risposta dei pianificatori centrali ai problemi di un'economia pianificata centralmente? Maggiore pianificazione. I Tedeschi si stancheranno di essere i prestatori di ultima istanza dei PIIGS e si opporranno a piani simili, fatti ingoiare dal pupazzo dei banchieri che risponde al nome di Angela Merkel. Ogni meeting infatti è buono per proporre questa bestialità del Tesoro dell'EuroZona. Questo piano vuol dire più socialismo, più controllo sui mercati da parte di coloro che impongono il loro volere con la forza. E' quella classe parassita che ha imposto con la forza sulla popolazione Europea il Trattato di Lisbona. Sanno che l'Europa sta cadendo a pezzi, per questo vogliono maggiore potere centrale.Europa infranta, sogni infranti - di Gary North
L'Unione Monetaria Europea sta per crollare. Ciò sarà seguito da una disgregazione dell'Unione europea.
Questo fatto viene negato dai promotori del Nuovo Ordine Mondiale. L'hanno pianificato sin dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Hanno tentato attivamente di attuarlo di nascosto ...
di Günter Tews
Non si può rimanere zitti di fronte alle dichiarazioni dei più alti responsabili europei, talvolta al limite dell'assurdo, su questi "fannulloni" greci che si rifiutano di "risparmiare".
Da 16 mesi ho una seconda casa ad Atene, e ho vissuto questa drammatica situazione sul posto. Ci si lamenta che i piani di risparmio non funzionano perché i redditi fiscali diminuiscono. Si rimette in discussione la volontà dei greci di fare economie. Ma diamo qualche cifra concreta:
- Riduzione degli stipendi e delle pensione fino al 30 per cento.
- Taglio dello stipendio minimo a 600 euro.
- Drastico aumento dei prezzi (gasolio e benzina, 100 per cento; elettricità, riscaldamento, gas, trasporti pubblici, 50 per cento).
- Un terzo delle 165mila imprese commerciali è fallito, un terzo non è più in grado di pagare gli stipendi. Ovunque ad Atene si possono vedere cartelli gialli con la scritta "Enoikiazetai" in rosso – "Affittasi".
- In questa miseria i consumi (l'economia greca è stata sempre molto incentrata sui consumi) si sono ridotti in modo catastrofico. Le coppie con un doppio stipendio (il cui reddito familiare arrivava fino a 4mila euro) si trovano improvvisamente ad avere solo due sussidi di disoccupazione di 400 euro, che per di più cominciano a essere versati con due mesi di ritardo.
- I dipendenti statali o delle imprese parastatali, come l'Olympic Airlines o gli ospedali, non sono più pagati da mesi …
di Federico Dal Cortivo
Dopo l’ultimo risultato referendario che ha decretato ancora una volta il no al nucleare civile in Italia, Europeanphoenix ha intervistato in esclusiva l’Ingegnere Giuseppe Gherardi, ricercatore dell’ENEA, l’Agenzia italiana per lo sviluppo delle nuove tecnologie, energia e sviluppo sostenibile.
D: Ing. Gherardi dopo il risultato del referendum sul nucleare civile in Italia, che come quello del 1987 ha detto no all’installazioni di centrali nucleari sul suolo nazionale ed ha probabilmente sancito la definitiva uscita di scena dell’Italia da tali programma di sviluppo energetico, quale è il suo parere in merito?
R: Le due situazioni sono estremamente lontane: nel 1987 il sistema Italia aveva proposto soluzioni avanzate e, se non fosse stato deciso diversamente, sarebbe stata possibile una politica industriale che avrebbe consentito di competere nel settore nucleare con gli altri paesi industrializzati, non solo per il mercato interno, ma anche in quello internazionale. Oggi, anche se le industrie del settore mantengono una posizione competitiva (il mantenimento in funzione delle centrali obsolete in giro nel mondo è un mercato importante) sarebbe stato necessario uno sforzo notevole per consentire alle industrie nazionali di partecipare a una parte significativa della catena di fornitura (il 75% era l’obiettivo ambizioso che ci si poteva porre). Inoltre avremmo dovuto ricostruire la capacità operativa delle infrastrutture, a partire dall’autorità di sicurezza, e soprattutto doveva essere ricostruita la fiducia del pubblico nella trasparenza e nella competenza di tali istituti.
Poco si era fatto, e il risultato del referendum ha interrotto un processo che sarebbe stato benefico per il paese, ma che non era ancora iniziato.
D: Non crede che l’abbandono tout court del nucleare, probabilmente sull’onda emotiva del disastro di Fukushima, ...
di Aldo Oliva
Non so descrivere con precisione le emozioni che ho provato ieri notte, quando ho seguito la diretta streaming di democracynow e sono stato reso partecipe e informato di un evento (termine doloroso e inadatto ma corretto) gravissimo, orrendo, che ho vissuto, grazie anche alle testimonianze e ai contributi dei giornalisti, come se fossi lì: gli attimi immediatamente precedenti e successivi alla esecuzione della pena di morte di un cittadino americano, Troy Davis, avvenuta nella città di Jackson, in Georgia.
Il solo pensiero che nel 2011 la "grande democrazia americana" e i "paladini della pace" contro il male - come vengono ormai definiti da tutto l'occidente moderato e "cosciente" - possano compiere un gesto simile verso un proprio concittadino, mi sconvolge e mi fa anche un po' arrabbiare. Perché i nostri amici americani oltre a compiere, purtroppo, azioni di guerra in Afghanistan, in Iraq, e in tutti gli altri stati dove i signori del bene hanno deciso di portare la pace, uccidono legalmente anche dentro "le mura amiche", in casa propria, spesso dei propri cittadini, nella maniera più barbara e forse medievale che ci possa essere. Tramite avvelenamento, iniezione letale.
Questa azione rende senz'altro gli Stati Uniti alla stregua di altri regimi dittatoriali ...
di Federico Povoleri
Il recente e interessante dibattito sul video di Emmanuel Kelly che canta “Imagine” al programma televisivo X-Factor (vedere a questo link: http://www.youtube.com/watch?v=7kFpbxdqdSY), ha evidenziato in modo esemplare l'efficacia della propaganda nel colpire le persone creando stati emotivi che spengono il pensiero critico scavalcando la razionalità e sui quali si costruiscono opinioni e idee. Lo ha fatto utilizzando (e quindi permettendoci di vedere in azione) una delle armi propagandistiche per eccellenza: “L'immagine”. Nel caso specifico: la sequenza di immagini in movimento con tutta la loro grammatica cinematografica.
Il potere che possiede una fotografia o una sequenza di immagini in movimento, di comunicare una quantità enorme di informazioni, la maggior parte delle quali non vengono analizzate dal nostro cervello ma arrivano direttamente a colpire il nostro subcosciente creando gli stati d'animo più diversi, è enorme. Probabilmente pochi di noi si rendono conto di questo anche se tutti ci emozioniamo, ci spaventiamo, versiamo lacrime o ci sbellichiamo dalle risate al cinema.
Si dice che un'immagine valga più di mille parole e non c'è nulla di più vero; una fotografia tocca il nostro immaginario ma per sua stessa natura è ingannevole: ci mostra infatti una rappresentazione della realtà e non la realtà oggettiva. Noi però abbiamo la tendenza a confondere le due cose e riteniamo verosimile ciò che stiamo osservando.
Del resto, come osserva Gustav LeBon, le folle pensano per “immagini” e non si lasciano influenzare dai ragionamenti: “L'apparenza ha sempre un ruolo più importante della realtà”
Agli albori del cinema, uno dei primi esperimenti fatti con la macchina da presa dai fratelli Lumiere, fu quello di filmare un treno mentre arrivava alla stazione …
Leggi tutto: “Indignados”, o ignorados? Questo è il problema