"Operazioni Sporche" dell'Amministrazione Bush dirette contro l'Iran, il Libano e la Siria.
di Michel Chossudovsky
L'Amministrazione Bush ha ammesso di aver indirizzato contro l'Iran e la Siria azioni sotto copertura di natura aggressiva. L'obiettivo prefissato era di mandare in pezzi il sistema economico e monetario dei due paesi. Il malfamato Iran-Syria Policy and Operations Group - Gruppo per le Operazioni e le Politiche contro l'Iran e la Siria - (ISOG) creato all'inizio del 2006, integrato con funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato, della CIA e del Ministero del Tesoro, aveva il mandato di destabilizzare la Siria e l'Iran, per provocarne un "Cambiamento di Regime": "Il comitato, lo Iran-Syria Policy and Operations Group [ISOG], si era incontrato settimanalmente per tutto il 2006 per coordinare azioni atte a creare limitazioni all'Iran nell'accesso alle istituzioni di credito e bancarie, per organizzare la vendita di materiale militare ai confinanti con l'Iran e per appoggiare le forze che si oppongono ai due regimi" (Boston Globe, 25 maggio 2007). Inoltre l'ISOG ha fornito assistenza sotto copertura ai gruppi di opposizione e ai dissidenti Iraniani. Le manovre propagandistiche del Gruppo sono consistite nell'alimentare disinformazione nelle catene di comunicazione e "nel costruire lo sdegno internazionale verso l'Iran". (Boston Globe, 2 gennaio 2007)
Cambiamento di rotta nella politica verso Iran-Siria?
Di recente, Washington ha annunciato un'evidente inversione di rotta: non più infide operazioni sotto copertura dirette contro "nemici canaglie" in Medio Oriente. Lo Iran-Syria Policy and Operations Group (ISOG) è stato congedato per ordine del Presidente Bush. Secondo funzionari del dipartimento di Stato, ...
"Guai a quel bambino che quando baciato sulla fronte sa di salato. Egli è stregato e presto dovrà morire". (Da un adagio del folklore nord europeo).
Mia figlia sa di salato.
Ci feci appena caso e non mi venne neanche in mente che potesse essere strano. Quando scoprii il motivo, la morte calò nel mio cuore.
Buona parte delle sue cellule non sono in grado di scambiare correttamente con l'esterno alcune sostanze necessarie all'equilibrio elettrochimico ed al funzionamento del sistema immunitario. Di conseguenza i suoi polmoni si infiammano e si riempiono di muco denso che ospita batteri che causano altra infiammazione e ne danneggiano progressivamente i tessuti. Il pancreas si intasa di muco, si riempie di tessuto cicatriziale e si atrofizza, producendo sempre meno enzimi digestivi. Il cibo che transita nell'intestino non trova enzimi che possa digerirlo e si mischia al denso muco che proviene dai polmoni, ed al muco prodotto in eccesso dall'intestino stesso. L'assimilazione di gran parte dei nutrienti risulta estremamente difficoltosa e la conseguenza è la malnutrizione. I seni nasali si intasano di muco e probabilmente provocheranno nel tempo poliposi e sinusite. Il sudore più salato del normale sottrae sali minerali all'organismo e nelle stagioni calde si rischia facilmente uno scompenso elettrolitico che potrebbe portarla al collasso, dal quale è scampata per un pelo all'età di 5 mesi.
Mia figlia è malata di fibrosi cistica, la più diffusa malattia genetica ereditaria che colpisce prevalentemente bambini, ...
Ieri mattina Carlo Brevi (per noi Santaruina) ha partecipato alla trasmissione di Rai Utile dedicata alla Massoneria.
La discussione, corretta e pacata, è stata a tratti interessante, e può anche aver fornito al pubblico meno esperto in materia alcuni “sprazzi” utili ad inquadrare in qualche modo la questione generale, mentre ha sicuramente fornito ai più esperti degli “sprazzi” in senso opposto: parlare di Massoneria dall’interno di un paese profondamente cattolico come il nostro significa partire già da certi presupposti che possono anche non essere corretti.
Non solo la professoressa de La Sapienza, che “da 30 anni studia la Massoneria”, è riuscita a sconcertare il conduttore al punto da fargli prendere un “cazziatone” dalla regia, ma lo stesso conduttore ha esordito con una frase che la dice lunga sulla angolazione – palesemente, profondamente, inconsciamente cattolica - con cui viene recepita nel nostro paese la tradizione esoterico-massonica: “Papa Woytila e il Cardinale Ratzinger – ha detto all’inizio Andrea Piersanti - hanno scritto nel 1983 che i principi della Massoneria sono considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa. Ecco, che bisogno abbiamo oggi in Italia della Massoneria?”
Perchè non fare invece un giorno una bella trasmissione in cui si discuta, ad esempio, “che bisogno abbiamo oggi in Italia della Chiesa cattolica?" Ma questa è una domanda che, evidentemente, non viene in mente a nessuno.
Non a caso Carlo Brevi, cristiano ma non cattolico ...
di Marco Cedolin
Ci sono incubi dai quali ci si illude di essersi svegliati mentre invece si è semplicemente precipitati in un nuovo sogno che a poco a poco si scopre essere peggiore del precedente. Il TAV è uno di questi con l’unica differenza che si tratta di pura realtà e non esistono risvegli in grado di esorcizzarla.
Il vecchio TAV parlava il linguaggio dell’egoarca Berlusconi, del ministro talpa Lunardi, dell’occupazione militare del territorio, delle cariche della polizia, di un progetto senza senso di cui erano state messe in luce tutte le molteplici criticità, finalizzato alla costruzione di un’opera che nessuno in 15 anni è mai riuscito a motivare come utile e necessaria portando qualche argomento che esulasse dalla esternazioni ad effetto senza fondamento.
Era un TAV odioso, portato avanti con prepotenza, imposto a forza sopra le teste dei cittadini, ma tutti avevano ben chiaro di cosa di trattasse, esisteva un progetto ben definito, esistevano dei soggetti politici determinati a metterlo in atto e degli oggetti polizieschi preposti a tradurlo in realtà con l’uso della violenza.
Andò a finire come tutti sappiamo, con molti cittadini al pronto soccorso ma molti di più nei prati di Venaus davanti alle ruspe, ...
di Enrico Sabatino
A otto anni dagli accordi di Kumanovo che hanno messo fine ai 78 giorni di bombardamenti NATO sulla Serbia, si sta avvicinando il momento in cui la comunità internazionale dovrà esprimersi sullo status definitivo del Kosovo. Dopo tattiche dilatorie e continui temporeggiamenti per procrastinare l’ora X, la clessidra ormai non può essere capovolta per l’ennesima volta.
Nei mesi scorsi l’inviato dell’ONU per lo status finale del Kosovo, il finlandese Martti Ahtisaari, ha presentato il suo piano al Consiglio di Sicurezza dell’ONU dopo averlo in parte emendato a causa del parere negativo serbo, ma soprattutto dopo aver atteso l’esito delle elezioni politiche serbe del gennaio scorso, vinte sostanzialmente dagli ultranazionalisti del Partito Radicale, che esclusi dal governo hanno però ottenuto la presidenza del Parlamento con Tomislav Nikolic - il braccio destro di Vojislav Seselj, ora sotto processo all’Aja per crimini di guerra.
Il piano Ahtisaari basa le sue conclusioni sul fatto che un ritorno allo status quo ante 1999 non è possibile, e che l’unica opzione concreta rimane quella dell’indipendenza “sotto controllo della comunità internazionale”; prevede anche che il Kosovo possa avere una sua bandiera, un suo inno nazionale, possa inviare ambasciatori, avere una sua costituzione, una sua polizia e un servizio d’informazione, ed essere membro di organizzazioni internazionali.
Per compensazione, Ahtisaari ha inserito la protezione delle minoranze etniche kosovare, in primis quella serba. A loro sarà garantita la protezione fisica e dei luoghi di culto, e la comunità internazionale s’impegna a tutelare i serbi ...
di Giorgio Mattiuzzo
Nonostante la notizia degli appoggi americani ai combattenti sunniti sia stata ripresa anche dalla CNN, questa pare non essere stata recepita con molta attenzione dai media nostrani. Eppure il fatto ha dell'incredibile: “l'esercito Usa ha iniziato ad armare la guerriglia nazionalista e le formazioni fedeli a Saddam Hussein – ed a coordinarne la tattica – in un matrimonio di convenienza contro gli estremisti di Al Qaeda”. (1)
Una svolta di 180 gradi sia degli americani sia degli iracheni: nel volgere di qualche giorno gli stessi guerriglieri che uccidevano soldati americani, sono divenuti loro alleati. Questo – secondo i comandi Usa – si rivela necessario per poter combattere Al Qaeda. Una scelta funzionale - sostengono a Washington - al conseguimento di un duplice obiettivo: alleggerire la pressione dei vari gruppi della resistenza iraqena sui soldati americani ed usarli per fare piazza pulita del terribile esercito terrorista internazionale.
Secondo quanto riportato dalla CNN, il Comandante ha affermato che la svolta si pone nel solco degli sforzi della cosiddetta “controinsorgenza” americana in Vietnam e America latina. “L'abbiamo visto nelle precedenti operazioni di controinsorgenza: usare elementi locali, armarli e inquadrarli come ricognitori. E' questo il ruolo principale in cui vogliamo impiegarli. Conoscono il territorio. Conoscono il nemico.”
In questo discorso è molto importante la parola “controinsorgenza”, la traduzione approssimativa dell'inglese “counterinsurgency”. Nel gergo militare della seconda metà del ventesimo secolo, ...
Un utente ci ha mandato questa lettera, che in qualche modo fa il paio con il video sopra pubblicato. Segue commento.
Salve amici di Luogo Comune, sono molti mesi che seguo il vostro sito. Mi accorgo sempre più che mi interessa il modo in cui analizzate gli eventi, perchè vicino al mio modo di intendere ciò che mi viene detto dai media, vicini alla mia capacità critica e di osservazione di eventi quali ad esempio, scie chimiche, 11 settembre, ecc.
Mi chiedo a questo punto che valore ha pagare il canone rai, comprare i giornali, comprare prodotti di aziende che sponsorizzano emittenti televisive private e pubbliche che fanno "informazione" pilotata da oscure regie, se non quello di capire a cosa non dobbiamo credere.
Io sono indignato, in quanto i giornalisti, storici, antropologi, politici, magistrati e cosi via, sono affetti da un male che a questo punto, credo, sia inguaribile: il “morbo da reality show”. Infatti, più che svolgere il proprio compito, buona parte dei "professionisti" di cui sopra cercano solo il modo per affermarsi.
Affermarsi, si! Ma nel modo sbagliato in quanto si adoperano per portare a galla chissà quali grandi problemi per arrivare nei salotti televisivi, ...
Finalmente ci sono riusciti. I palestinesi di Gaza si stanno massacrando fra di loro, e siamo certi che in questo caso non ci sarà nessun “intervento umanitario”, nessuna missione di peace-keeping, nessun richiamo alla cessazione della violenza, nessuna offerta di mediazione fra le parti.
Staranno tutti alla finestra a guardare lo svolgersi di un copione che era già stato scritto più un anno fa, quando curiosamente Israele non obiettò al fatto che Hamas partecipasse alle elezioni “democratiche” della Palestina, nonostante il trattato di Oslo prevedesse chiaramente che mai nessun “partito armato”, o dichiaratamente violento, potesse prendervi parte. E Hamas non predicava certo la non-violenza di Ghandi.
Davvero una distrazione grave, per uno stato costantemente preoccupato per la propria sicurezza come Israele. Ma la distrazione sta dando i suoi frutti, e non c’era nulla di meglio che dare il potere agli estremisti di Hamas, ...
A questo punto ci conviene metterci a pregare che Rudy Giuliani vinca la nomination del partito repubblicano. Non è uno scherzo, e nemmeno una provocazione, ma il frutto di un ragionamento molto semplice.
Se Giuliani diventasse il candidato repubblicano alla Casa Bianca, è molto difficile che non salti fuori qualcuno, in zona democratica, che non sappia resistere alla tentazione di far sapere al mondo quello che ora sanno solo i ricercatori e gli esperti di undici settembre: Rudy Giuliani fu avvisato in anticipo del crollo della prima Torre, ma non fece nulla per salvare uno solo dei pompieri che stavano combattendo le fiamme al suo interno.
Il capo di accusa è uno dei più potenti e incontrovertibili – dichiarò lui stesso di essere stato avvisato - e sarà probabilmente questo a rendere la tentazione davvero irresistibile.
Una “bomba” del genere, rilanciata dai media nazionali, comporterebbe un dibattito che non potrebbe a quel punto non estendersi a tutti gli altri importanti capi di accusa di cui il movimento per la verità sull’11 settembre è da sempre il portabandiera. Ma il nostro compito, in un certo senso, oggi è finito: abbiamo trovato e raccolto tutte le prove più significative, e le abbiamo organizzate in modo da renderle facilmente accessibili a chiunque (non era incantevole Rosie O’Donnell, mentre recitava la litania delle “Torri crollate alla velocità di un corpo in caduta libera” come se fosse il rosario del suo catechismo?), e ora sta a chi ha peso e visibilità appropriarsene e farne quanto necessario.
E che questo accada in America, nei prossimi mesi, è molto meno improbabile di quello che possa apparire. Basti pensare che solo un anno fa, qui da noi, un evento del genere sembrava far parte dei sogni più irrealizzabili, ...
Siamo arrivati al paradosso assoluto: gli americani in Iraq hanno deciso di armare i gruppi sunniti per aiutarli contro i fantomatici “insorgenti infiltrati da Al-Queda”.
Avevano già usato una strategia simile in Kosovo, armando i “ribelli” albanesi per farsi aiutare a mantenere l’ordine nelle zone della Serbia occupate, ma con una grande differenza: sin dall’inizio i ribelli albanesi - sempre armati e aizzati dagli americani - erano stati al loro fianco nel portare i primi attacchi ai serbi di Milosevic, mettendo in moto quel processo di destabilizzazione che avrebbe poi “richiesto l’intervento della forza multinazionale”.
In Iraq invece gli americani stanno armando gli stessi nemici originali, i sunniti di Saddam, che erano venuti a spodestare, nel disperato tentativo di riprendere in mano una situazione che è ormai chiaramente al di fuori di ogni controllo.
Ma l’aspetto più incredibile di questa nuova svolta sta proprio nelle giustificazioni accampate dal Pentagono per riuscire in qualche modo a far quadrare un teorema ...
Nei giorni scorsi si è tenuta, come ogni anno, la riunione del G8, dove i Capi di otto Paesi, quelli più industrializzati, si riuniscono tra loro per decidere qualcosa che dovrebbe influenzare i destini del mondo. Ormai da qualche anno però il G8 è divenuto sinonimo di scontri di piazza e guerriglia urbana. Seattle, Goteborg, Genova: nomi che evocano tristi ricordi, dove ragazzi sono stati uccisi dalla polizia e manifestanti picchiati e brutalizzati.
La dinamica degli scontri pare essere sempre la stessa: decine di migliaia di manifestanti pacifici che sfilano; sparuti gruppetti di misteriosi personaggi che provocano danni ad auto e vetrine; cariche della polizia contro tutti i manifestanti.
Il G8 del 2007 non è diverso. Sabato 2 giugno a Rostock, Germania, non lontano da dove si sarebbero poi riuniti gli otto grandi, si è tenuta una manifestazione contro il G8. E come al solito, il copione si è ripetuto. Manifestanti pacifici e polizia che si scatena a causa di sedicenti “autonomi” o “anarchici”.
Il G8 in Germania è un evento studiato e preparato da mesi. Sono settimane che in tutta la Germania si susseguono perquisizioni e azioni di polizia...
Leggi tutto: "Terroristi Islamici" sostenuti dallo Zio Sam