E' passato ieri sull'ANSA un articolo dal titolo che sembrava quasi un ossimoro : QUATTRO MILIONI DI ITALIANI DEPRESSI MA NON LO SANNO.
Provate a pensarci un attimo: se sei talmente depresso da non accorgertene neanche, che depressione sarà mai?
Naturalmente, leggendo l'articolo, capivi in fretta che si tratta solo del valore che si da alle parole: se per depresso si intende uno che ciondola dal mattino alla sera con la pistola alla tempia, ripetendo all'infinito "che schifo", "la vita è una merda", "è tutto inutile", allora è chiaro che quei 4 milioni di italiani non sono tutti "depressi". Se invece ci si vuole attenere alla definizione scientifica che riporta l'articolo stesso - "tristezza, labilità emotiva, ridotta autostima, disturbi somatici in assenza di una base organica, polarizzazioni ipocondriache, continua tensione e preoccupazione ed a volte attacchi di panico, fobie, depersonalizzazione, sintomi ossessivi e agitazione" - allora depressi lo siamo tutti e 60 i milioni di italiani, meno forse qualche bambino al di sotto dei 5 anni particolarmente incosciente.
E' infatti evidente che una definizione così ampia non è più una definizione (de finis vuol dire "dei confini", "dei limiti"), ma una semplice quanto generica descrizione. Chi di noi infatti non si riconosce ...
Sintetizziamo il commento alla trasmissione ricordando che alla fine della stessa Corradino Mineo dice "in fondo, è molto più rassicurante credere al complotto globale, che constatare la vulnerabilità disarmante della sola superpotenza".
Rigiriamo la questione a Mineo in questo modo: è più facile credere al complotto globale, Signor Mineo, o al fatto che quattro disperati che non hanno mai guidato un jet nella loro vita saltino ai comandi di un 75/767, e gli facciano fare acrobazie degne della migliore pattuglia acrobatica del mondo?
Signor Mineo, se lei non sa queste cose, gentilmente dia le dimissioni, perchè un giornalista che tocca un argomento del genere non può essere così ignorante in materia. Se invece le sa, gentilmente dia le dimissioni, perchè risulta palesemente in malafede. In ogni caso, grazie.
Massimo Mazzucco
(nei commenti il link alla trasmissione - grazie V4V)
di Marco Cedolin
Gli slogan elettorali, studiati attentamente a tavolino dagli esperti di comunicazione, qualche volta colgono nel segno riuscendo ad interpretare ciò che la gente desidera o pensa di desiderare o più semplicemente è stata indotta a desiderare.
In effetti dopo 5 anni di governo Berlusconi, vissuti all'insegna della rappresentazione clownesca, della boutade, dell'istrionismo autoreferenziale, della finanza creativa, del milione di posti di lavoro che neppure gli appassionati di ufo hanno mai visto, dei rilevamenti ISTAT simili a specchi deformanti, di serietà in ambito governativo se ne percepiva davvero un gran bisogno.
Il grande dubbio che dopo appena un mese dall'insediamento del nuovo esecutivo targato Romano Prodi, attanaglia gran parte dei cittadini che in quello slogan si sono riconosciuti è la sensazione che il nuovo che avanza abbia esaurito ogni stilla di serietà ...
[Proviamo una formula nuova] Commenti e integrazioni alle seguenti notizie di ieri:
Savoia con le mani nel sacco. Che anche loro siano umani, come tutti noi? Si parla di mazzette, prostitute, legami con la "malavita organizzata siciliana" (anche per la mafia siamo al "politically correct"?)
"Setta di satana": troppo pochi 20 /12 anni di condanna, dicono parenti delle vittime. Se è vero che il carcere deve anche rieducare, c'è qualche cosa che in 20/12 anni non si fa in tempo a capire bene? Mentre in 30/16 si?
D'Alema a Washington ribadisce l'alleanza e "gli interessi comuni" di Usa e Italia. Dice che comunque l'Italia "rispetterà l'impegno preso con gli elettori di ritirarsi a fine anno". Ma non l'aveva già preso Berlusconi, quell' "impegno"?
Parisi a Kabul conferma supporto militare italiano. Già, c'è anche l'Afghanistan nel libro della nostra vergogna, non dimentichiamolo.
Da questo momento è possibile scaricare il film completo, in formato wmv, 640x480, direttamente dal nostro server.
Siamo in FASE SPERIMENTALE.
In caso di difficoltà/rallentamenti, la stessa copia film è anche scaricabile qui su spread-it
Presto metteremo in rete anche un Divx / Xvid, sempre in formato VCD.
di Ashoka
Nel suo saggio sulla politica, Aristotele descriveva tre forme di governo, differenziate in base a chi deteneva il potere, ognuna con la propria degenerazione; il governo di uno solo era quindi la monarchia, se il potere veniva esercitato per il “bene del popolo”, e dittatura se esso veniva esercitato per “fini personali”; le altre forme di governo, secondo Aristotele, erano, infine, l'aristocrazia (oligarchia) e la politeia (democrazia).
Alla fine dell'ottocento uno storico politico italiano ribaltò la visione aristotelica della politica. Secondo Gaetano Mosca, infatti, la forma di governo è una sola: l'oligarchia. Quale che sia l'organizzazione del potere, parlamentarismo piuttosto che socialismo, in realtà essa ha soltanto la funzione di legittimare e perpetuare l'autorità della classe di governanti rispetto a quella dei governati.
Ma il modello di Mosca va ulteriormente raffinato. Oggi, infatti, come allora l'unica forma politica è l'oligarchia ma l'èlite che “prende le decisioni” ...
di Maurizio Ceraudo
C’era una volta un ragazzo dotato di un talento straordinario, amava andare in bicicletta e la sua forza quasi misteriosa, gigante in un corpo piccolo, esplodeva nelle salite più impervie delle tappe di montagna, eppure anche quel talento così acceso andava piegato alle regole del gioco, un gioco senza pause, senza riposo, senza respiro, un gioco in cui bisogna mostrare, vendere, ostentare ed esagerare sempre e comunque, e così quel ragazzo, come tanti del suo giro, si trovò ad alterare il suo stato fisico per migliorare il gioco e peggiorare la vita; scoperto, condannato, esiliato ed umiliato, cadde in una profonda depressione che lo condusse alla morte.
Questo è il finale tragico di una storia come tante, in questo tipo di sport business che da tempo ormai non è più palestra di vita. Oggi si sta consumando ai nostri occhi attoniti, un’altra triste storia, un talento straordinario, enorme e cristallino, un ragazzo soprannominato “il fenomeno“ per la sua incredibile vocazione allo sport del calcio, chi non si ricorda delle sue giocate, dei suoi gol stratosferici …
Nel segnalare questo articolo di Enrico Galoppini, tanto violento quanto sacrosanto, sulla recente "strage della spiaggia" di Gaza, vorrei provare a proporre la mia personale visione di un problema che ci riguarda tutti molto più da vicino di quanto possa sembrare.
La questione ebraica, oggi
di Massimo Mazzucco
Se io fosse ebreo, dedicherei tutto il mio tempo libero a scovare e denunciare alla ADL tutti gli antisemiti che riuscissi a individuare. Lo dico seriamente, li cercherei col lanternino, accanitamente, e non ne lascerei scappare uno nemmeno morto.
Ma non credo che in cima a quella lista ci sarebbero tutti quegli imbecilli che, genericamente, e in maniera palesemente ignorante, "ce l'hanno con gli ebrei". Se fossi ebreo infatti saprei molto bene che i goyim "ci odiano" solo perchè non sono nemmeno capaci di distinguere fra un ebreo e un sionista, ...
di Enrico Sabatino
Anche se era ben chiaro a chi osserva seriamente ciò che succede in Iraq da almeno 2 anni e mezzo, il fallimento degli USA in Iraq è ormai totalmente acclarato e lo stesso Bush ieri, dopo la visita lampo a Baghdad, lo ha inconsciamente e implicitamente ammesso.
Ieri infatti Bush, a bordo dell’Air Force One, ha fatto delle dichiarazioni pesanti con un’estrema naturalezza, senza forse rendersi bene conto di ciò che stava dicendo. Auspicando un miglioramento della situazione irachena, ha ammesso candidamente che mettere fine a tutte le violenze in Iraq sarà impossibile.
Ecco qualche estratto delle sue dichiarazioni, prese dal sito online di Repubblica: “Se il parametro di riferimento e' nessuna violenza, …
Scontato il gioco di parole nel titolo, perdonatelo, ma è davvero significativo. Circa quattro anni fa usciva in Francia un "libercolo" dal titolo ben poco ambiguo, "L'incredibile menzogna", sugli attentati dell'11 settembre. L'autore, Thierry Meyssan, si domandava dove fosse mai finito il Boeing che ha colpito il Pentagono, e senza troppi giri di parole accusava l'intera amministrazione americana di aver organizzato l'autoattentato più clamoroso della storia, per scatenare nella pubblica opinione l'indignazione necessaria ad intraprendere guerre d'invasione, contro stati sovrani, altrimenti inaccettabili e ingiustificabili agli occhi di chiunque.
Sarà stata una premonizione, sarà stato il puro caso, ma mentre fino ad oggi di quel Boeing non si è vista traccia, gli eserciti americani sono effettivamente impegnati in devastanti guerre d'invasione, in Afghanistan e Iraq, sempre meno giustificabili e sempre piu inaccettabili. Con l'amara sfumatura che noi di queste guerre siamo stati fin dall'inizio fra i più solidi alleati.
Ma il libro di Meyssan, nel frattempo, ha fatto la sua strada: osteggiato dal cartello dei grossi editori europei, ...
Leggi tutto: Ammalati per forza