di Marco Cedolin
Chiunque di noi con l’ausilio di un videoregistratore e un paio d’ore di tempo può fare un semplice esperimento volto a dimostrare come l’Italia della campagna elettorale e quella di oggi siano due paesi che a dispetto della cartina geografica si trovano agli antipodi l’uno rispetto all’altro.
E’ sufficiente prendere dalla scansia qualche vecchia videocassetta sulla quale avevamo registrato (magari per sbaglio) una puntata di Ballarò, qualche concitato scontro verbale andato in onda su Matrix, l’infinita sequela di dichiarazioni esperite dai vari esponenti politici che con furia belluina per mesi si sono disputati il monopolio del tubo catodico, oppure se si è fortunati possessori dell’ambita reliquia, perfino lo storico faccia a faccia a cronometro Berlusconi vs Prodi o l’altrettanto struggente sequel Prodi vs Berlusconi.
Le immagini ci ricorderanno come tutta la campagna elettorale abbia mostrato due schieramenti contrapposti che si affrontavano usando toni molto accesi, ...
(In coda alcune note operative/aggiornamenti sui forum, ecc.)
Qualcuno avrà notato che sta piacevolmente crescendo il numero di iscritti che firmano nuovi articoli. Per quanto il sottoscritto possa sforzarsi, infatti, è fisiologicamente impossibile non tornare a ripetersi, dopo un certo periodo di tempo, su certi concetti di fondo che si ripropongono regolarmente, al di là delle notizie trattate.
Se io ad esempio sulla Palestina la penso in un certo modo, per quanto si vada a commentare notizie ogni volta diverse, il "succo" del mio discorso sarà più o meno sempre lo stesso. E visto che ormai mi ritrovo ad annoiare me stesso, nello scrivere, non oso immaginare l'effetto che possa fare in chi mi legge, specialmente se mi conosce da molto tempo.
E' vero che gli articoli sono più che altro degli spunti di partenza per le discussioni, ma è anche vero che iniziare tutte la partite con la stessa apertura di pedone non può che portare allo sviluppo di partite troppo simili fra loro.
Questa necessità di variare i punti di vista, che immagino di non essere l'unico a provare, impone automaticamente un chiarimento da parte mia sul criterio che cerco di seguire …
di Giorgio Mattiuzzo
Sono passati cinque anni da quei giorni di luglio a Genova, da quel G8 segnato dalla morte di un ragazzo e da scontri di piazza tra manifestanti e polizia. Ma il caso ha voluto che poche settimane dopo avvenisse un enorme cataclisma mediatico, che da quel momento in poi ha agito da grande silenziatore, da custode di ogni segreto e da giustificazione per ogni peccato: l'11 settembre.
Come un'esplosione nucleare, ha accecato tutte le comunicazioni rispetto al prima, aprendo la via ad ogni genere di censura non dichiarata, legittimando moralmente l'asservimento dei mezzi di comunicazione di massa ai detentori del potere.
Nessuno nega che ogni evento politico e sociale, a partire dal 12 settembre 2001, sia in qualche modo connesso agli attacchi del giorno precedente. Tuttavia poco ci si sofferma a riflettere ...
L'ex Ministro degli Esteri di Clinton, Madeleine Albright, ha dato poche ore fa sulla CNN una sonora lezione di geografia all'attuale Ministro degli Esteri di Bush, Condolezza Rice.
Ci si domanda infatti, su alcuni media americani, quale sia l'esatto motivo per cui la signora Rice si tenga palesemente alla larga dal Libano, mentre ad esempio il suo corrispettivo francese, de Villepin, è già in loco da due giorni, nel tentativo di imbastire una mediazione diplomatica ai massimi livelli internazionali, che pare essere l'unica via di uscita rimasta allo stallo militare fra Hezbollah e Israele.
Il fatto stesso che, dalla lontana Pietroburgo, Blair si sia ritrovato accanto a Kofi Annan, nel tentare una prima proposta di cessate-il-fuoco, la dice lunga sull'anomalo comportamento del Segretario di Stato americano in questa crisi tutt'altro che imprevedibile.
Al timido suggerimento dell'intervistatore CNN che "forse è ancora troppo presto perchè la Rice possa guidare una trattativa …
Dal G-8 arrivano segnali troppo deboli e confusi, sulla montante crisi medio-orientale, per illudersi che qualcuno abbia davvero il coraggio e la voglia di affrontare di petto la questione, e fermare una crisi che potrebbe in qualunque momento diventare irreversibile.
La responsabilità ricade quindi totalmente nelle mani di Israele, visto che sono loro a disporre di una forza militare infinitamente superiore a quella di tutti i confinanti paesi arabi, e sta quindi a loro valutare a quale risposta andrebbero incontro, nel salire ciascun gradino di un'escalation che loro stessi non sembrano aver voluto in nessun modo evitare in primo luogo.
Prima che le cose si confondano definitivamente, nel putrido calderone della "storia ufficiale" in cui ormai rimesta gentaglia della peggior specie, è bene ricordare alcuni punti fissi, ...
di Ashoka
E' stata spesso citata, in questi giorni posteriori alla vittoria nei mondiali di calcio, l'espressione, coniata da Giovenale, “panem et circenses”, pratica formula romana con cui veniva indicata la strategia per mantenere sotto controllo la popolazione, fornendo loro elargizioni economiche e svaghi.
Ma è ancora una formula che rappresenta la realtà odierna?
Certamente la vittoria della quarta coppa del mondo ha liberato, nei tifosi italiani, ma non solo, una gioia grandissima, quasi irreale ed infantile. La voglia di far festa si è impadronita di milioni di italiani i quali si sono catapultati nelle strade a festeggiare, a cantare, a danzare, …
Se siamo nuovamente obbligati a parlare di Pentagono, questa volta davvero non è colpa nostra.
E' questa nuova animazione 3D della Integrated Consultants, che naturalmente supporta la tesi ufficiale, a imporci di farlo. Io però sono ancora in debito con alcune persone della famosa correzione al mio "errore di sincronizzazione", nel doppio filmato del Pentagono che ha poi scatenato la reazione mediatica che ci ha portato fino a Matrix, e che non ho mai più presentato, soprattutto per motivi di tempo. L'ho quindi pubblicata qui.
Parliamo ora di questo nuovo filmato, prontamente cavalcato da chi si ostina a fingere, nonostante i propri "rigorosissimi criteri di indagine", che la versione ufficiale …
di Rascalcitizen
Non era scontato, non era facile. In una città “particolare” come Napoli, in pieno clima post-vittoria della Nazionale, con qualche carcassa di auto incendiata ancora da rimuovere, con l’ubriacatura calcistica ancora in corpo e la poca voglia di pensare a “cose impegnative” da parte di molti, la proiezione in una piccola e storica piazza di Napoli di “11/9/2001 Inganno Globale” è stata una piccola - grande battaglia che, oggi possiamo dirlo, è stata vinta.
Da un po’ di tempo aspettavamo la ghiotta occasione dell’uscita del prezioso film di Massimo Mazzucco, per gettare sul tappeto dell’opinione pubblica napoletana il tema della verità sull’11/9. Nell’assordante silenzio dei media partenopei e la scontatezza del mondo politico locale, ci si è lanciati in questa impresa con il gusto e l’entusiasmo dei pionieri, ma forti della sicurezza e della determinazione degli utenti di Luogocomune e del suo webmaster.
La fase preparatoria della scadenza con la progettazione della locandina, il procacciamento dei necessari mezzi tecnici, …
Partenza al rallentatore per Augias, che rischia di aver perso nei primi minuti una buona parte dei potenziali benintenzionati, ammorbandoli con una serie ridondante di spezzoni di news originali, e con un lungo riferimento al film United 93 che di certo non ha aiutato il pubblico a focalizzarsi sul tema della serata, la mancanza dei rottami del Boeing del Pentagono
Poi fortunatamente la trasmissione ha preso il volo, ed è stata sostanzialmente corretta fino alla fine, con un Augias persino troppo "complottista" in certe sfumature, ma sempre attento a "far parlare le immagini", e a non infilare mai tutto il piede nella tagliola.
Si è visto comunque un Panella finalmente tenuto a freno da un presentatore che - a differenza di Enrico Vaime su La7 - conosce bene il suo mestiere, e che con rapidi tocchi ha saputo riportare subito il discorso sui binari prestabiliti, nonostante il classico tentativo, ...
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