Ambasciatore russo ucciso in Turchia. Il killer, un "noto estremista islamico", gridava: "Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui" e "Questo è il conto per la Siria". Devono essere veramente cattivi questi russi, per meritarsi una fine del genere.
(Chissà ci avrà interesse a spezzare il nuovo equilibrio che si era creato fra Russia e Turchia? Forse il Mozambico?)
Gentile Formigli,
l’attenzione alle fonti e alle “prove” delle notizie è fondamentale, soprattutto nelle guerre, dove la prima vittima è la verità. Menzogne e notizie non verificate hanno provocato o alimentato tragici conflitti. Ma mi focalizzo su Aleppo, v. Piazza Pulita del 15 dicembre 2016.
Sulle immagini da voi mostrate: le immagini mostrano esponenti del corpo dei “White Helmets” mentre soccorrono persone estratte dalle macerie. Quali le fonti? Fonti di parte: “attivisti” locali dell’opposizione. Dove sono state girate? Quando? Non si sa. Qual è stata la causa del crollo, erano forse scudi umani (come denunciato da più parti e dagli stessi abitanti una volta usciti da Aleppo Est) che l’opposizione armata tratteneva, nelle migliori tradizioni dei terroristi di tutto il mondo? Chi ha bombardato? In quali circostanze?
Con Trump che vuole tagliare i costi del progetto, si torna a parlare di F-35. Nel frattempo ci si domanda: perchè mai noi dovremmo acquistare ben 90 (n-o-v-a-n-t-a) esemplari di questo bidone megagalattico? Davvero non c'è nessuno fra i nostri politici che abbia il coraggio di sollevare questo problema?
F-35 non vola (causa pioggia). Ma Trump lo cancellerà davvero?
di Maurizio Blondet
“Il programma F-35 e il suo costo sono fuori controllo – ha twittato The Donald il 12 dicembre. – “Si potranno risparmiare miliardi di dollari in acquisti militari (ed altri) dopo il 20 gennaio”. Pochi giorni prima aveva criticato il costo del nuovo Air Force One, ossia la Boeing; adesso la Lockheed Martin. Non manca di coraggio, a sfidare le vacche sacre del sistema militare-industriale, che danno lavoro a migliaia di dipendenti e al Pentagono. [...]
Sembra che a Bruxelles qualcuno abbia fretta di accelerare l'escalation di tensione fra l'Europa e la Russia, prima che la nuova presidenza Trump abbia la possibilità di operare una reale distensione fra le due grandi superpotenze.
Oggi infatti i membri del Parlamento europeo hanno votato con una forte maggioranza (304 a favore, 179 contrari, 208 astenuti) una risoluzione che invita a "combattere la propaganda mediatica russa" che, secondo la parlamentare polacca Anna Fotyga, "cerca di distorcere la verità, insinuare dei dubbi, allontanare l'Europa dai suoi partner nordamericani, paralizzare il processo decisionale, gettare discredito sulle istituzioni europee, instillare paura e incertezza fra i cittadini europei".
La cosa interessante è stato il tentativo da parte del Parlamento europeo di unire in un unico tema la propaganda russa e quella islamica. Il titolo della risoluzione infatti era (v. immagine): "Propaganda russa e islamica. L'unione europea deve rispondere alla guerra d'informazione portata avanti dalla Russia e dai terroristi islamici."
Uno dei parlamentari a favore della risoluzione ha dichiarato: "Ai russi e agli estremisti non piace la libertà". Un altro ha detto: "La Russia e l'ISIS sono velenosi."
Con questo articolo, Blondet fa una panoramica su quelli che sembrano essere gli imminenti cambi di programma nella politica estera americana. Siamo davvero di fronte ad una svolta storica?
di Maurizio Blondet
Le esecuzioni sono già in corso. “Chi assassina gli ufficiali di Al Qaeda dopo il 9 novembre?” domanda il benissimo informato Meyssan. “Per il momento non è chiaro se siano regolamenti di contri tra bande rivali o l’amministrazione Obama stia cancellando le tracce dei suoi delitti”.
Non occorre disporre di profonde fonti d’intelligence per sapere che la risposta esatta è la seconda. L’ha scritto il Washington Post il 10 novembre: “Alti funzionari del Dipartimento di Stato” hanno informato il giornale che Obama non poteva più permettersi di “trattare col diavolo” per esercitare una pressione militare sul presidente Bachar al-Assad”. Obama avrebbe ordinato di localizzare ed uccidere tutti i dirigenti di Al Qaeda attivi in Siria, anche con droni.
E anche il WP non aveva bisogno di chissà quali fonti anonime: bastava che andasse sul sito del Dipartimento Usa del Tesoro per vedere che il detto Ministero comunicava: “Abbiamo smesso di pagare i qaedisti”. Beninteso, il linguaggio non è così esplicito, ma lo è abbastanza: “L’ufficio per il Controllo degli Attivi Esteri” (il Tesoro ha appunto un ufficio con questo nome) ha agito oggi per interrompere le operazioni militari, di reclutamento e finanziamento del Fronte Al Nusra. Specificamente il detto ufficio ha indicato quattro leader di Al Nusra – Abdallah Muhammad Bin-Sulayman al-Muhaysini, Jamal Husayn Zayniyah, Abdul Jashari, and Ashraf Ahmad Fari al-Allak – in coordinamento col Dipartimeno di Stato, come individui responsabili di fornire al Al Nusra sostanziale sostegno finanziario e logistico, dal reclutamento di combattenti alla raccolta di fondi”. Si può leggere qui.
I media occidentali sono talmente ingolfati nel seguire l'altalenante vicenda di Donald Trump, che si sono dimenticati di dare un'occhiata da vicino al suo vicepresidente nominato, cioè Mike Pence.
Costui infatti è stato presentato come un politico sempliciotto e di buone maniere, di solide tradizioni repubblicane, messo accanto a Trump per dare più credibilità al ciuffo selvaggio dell'imprenditore newyorkese.
Ma Pence è molto di più di un semplice politico conservatore. Mike Pence è in realtà un "attack dog" di primissimo livello dei neocons, mascherato da perbenista praticante.
Molti di voi ricorderanno i famosi "attacchi all'antrace", che seguirono di un paio di mesi gli attentati alle Torri Gemelle del 2001. In quel periodo, diversi esponenti del partito democratico - e soprattutto coloro che chiedevano una indagine parlamentare sull'11 settembre - ricevettero nei loro uffici delle lettere contenenti una strana polverina bianca, che si rivelò poi essere antrace.
Mentre a questi democratici passava immediatamente la voglia di istituire una commissione parlamentare sull'11 settembre, il panico si diffondeva in tutta l'America, poiché nel frattempo erano morte diverse persone a causa dell'antrace.
Sono passati 15 anni dall'invasione militare dell'Afghanistan da parte degli americani, supportati dalla cosiddetta "coalizione internazionale", di cui anche noi facciamo parte. Questo articolo di Russia Today ricostruisce i passaggi fondamentali di questa avventura, apparentemente senza fine. (In grassetto abbiamo voluto sottolineare le frasi che ci ricordano come sia ancora possibile fare un giornalismo corretto).
Le truppe americane hanno invaso l'Afghanistan il 7 ottobre del 2001, meno di un mese dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre a New York e Washington. Quello che era sembrata una rapida vittoria sul regime dei talebani si è trasformata in una sanguinosa guerriglia che continua ancora oggi.
L'amministrazione del presidente Bush aveva accusato l'organizzazione Al-Qaeda di Osama Bin Laden di aver dirottato gli aerei civili che hanno colpito e World Trade Center e il Pentagono. La Casa Bianca era convinta che Bin Laden si trovasse in Afghanistan, e pretese e i talebani glielo consegnassero. I talebani, guidati dal Mullah Omar, chiesero agli americani di mostrare le prove della sua colpevolezza. In cambio, ebbero la guerra.
Con l'aiuto dei jet e delle truppe americane, i signori della guerra della Alleanza del Nord scacciarono i talebani dalle città più importanti e presero il controllo della capitale, Kabul, a metà di novembre. Venne insediato un nuovo governo guidato dal presidente Hamid Karzai, sostenuto dagli americani. Gli alleati della Nato legittimarono in qualche modo l'azione americana, mandando truppe per aiutare "la ricostruzione" dell'Afghanistan. [...]
Ci si domanda perchè mai RT dovrebbe pubblicare un articolo del genere, se davvero gli Stati Uniti non stessero progettando di attaccare militarmente Damasco.
Da Russia Today
Una aggressione diretta di Damasco da parte degli Stati Uniti causerebbe uno "spostamento tettonico" in medio oriente
Se gli Stati Uniti lanceranno una campagna militare per rovesciare il governo siriano, porterebbero ad una ulteriore frattura nel paese, con gravissime conseguenze negative a lungo termine per l'intera regione. Lo ha dichiarato la portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zakharova.
"Se gli Stati Uniti lanceranno un'aggressione diretta contro Damasco e contro l'esercito siriano - ha detto Maria Zakharova durante un'intervista - questo causerebbe un terribile spostamento tettonico non sono nel paese, ma in tutta la regione."
"Senza un governo a Damasco si verrebbe a creare un vuoto di potere in Siria che verrebbe immediatamente riempito dai cosiddetti "moderati" - ha detto la diplomatica - che in realtà non sono moderati, ma terroristi di tutte le specie; e non ci sarebbe modo di trattare con loro".
Questa sera alle 21 diretta streaming del convegno No Guerra No Nato organizzato a Torino da Pandora TV.
Se qualcuno si domanda a cosa siano servite le ridicole "bombe" di New York degli ultimi giorni, le risposte sono almeno due. La prima è la solita: la necessità di tenere viva negli americani la paura del terrorismo, con episodi importanti alternati ad espisodi senza gravi conseguenze. La seconda, molto più importante, è stata quella di far passare in secondo piano lo scandalo del bombardamento delle truppe siriane da parte degli americani a Der Ezzor. I russi hanno accusato gli americani di appoggiare apertamente l'ISIS, ma di questo sui media nostrani - impegnati appunto a seguire la faccenda delle pentole a pressione - non è comparso praticamente nulla. Ce ne parla Maurizio Blondet in questo suo articolo:
Riconoscere negli Usa l’Anticiviltà
La superpotenza, i suoi complici, e i suoi (e nostri) media hanno toccato un nuovo livello di bassezza con il bombardamento delle truppe siriane a Der Ezzor. Anche l’Australia, e persino la Danimarca con due caccia, piccolo maramaldo, hanno partecipato al proditorio attacco – con bombe al fosforo – alle posizioni siriane, proprio mentre esse erano assediate da Daesh. Come risultato, l’area (l’altura di Jabal Tharda, che guarda sull’aeroporto di Der Ezzor) è oggi sotto il controllo pieno dello Stato Islamico. I 150 mila civili che lì vivono, non sono più sotto la protezione del governo siriano e sono in mano ai tagliagole, tagliati fuori da ogni rifornimento (senza che l’Onu strilli alla catastrofe umanitaria). Simultaneamente, l’aviazione israeliana ha attaccato le posizioni siriane sul Golan, in un attacco concertato con gli americani (australiani e danesi) ma anche su richiesta di Al-Qaeda, che ha tirato un mortaio in territorio israeliano onde provocare “la reazione”, in realtà per avvertire che era il momento dell’attacco: è la menzogna israeliana d’ordinanza: se qualcuno spara dal Golan, ritiene colpevole il governo siriano. Del resto il ministro della difesa Moshe Yaalon ha riconosciuto pubblicamente di “assistere” i terroristi in Siria, come da articolo qui riportato, perfettamente accessibile ai nostri giornalisti.
Per giunta il doppio attacco aereo era stato preceduto da tiri di artiglieria turca su posizioni siriane a Latakia, coordinate con la superpotenza, a conferma del ripugnante voltafaccia di Erdogan.
Io non so nemmeno dove si trovi il Meclemburgo, ma dopo il voto di oggi in Germania una cosa mi sembra chiara: fra qualche anno l'Europa come la conosciamo oggi non esisterà più.
Il motivo è molto semplice: gli stati europei non sanno come affrontare il problema dell'immigrazione, e quindi gli attuali partiti che governano le varie nazioni sono progressivamente destinati a lasciare il posto alle destre xenofobe. In questo caso, tertium non datur.
Tre anni fa Angela Merkel era l'immagine di un solidissimo capo di stato della più solida nazione europea: oggi sembra un misero fantoccio da tiro al bersaglio del Luna Park, che aspetta soltanto qualcuno con la mira migliore degli altri per essere abbattuto.
La Gran Bretagna ha già deciso di scrollarsi di dosso il problema degli immigrati risolvendolo alla radice: hanno votato per la Brexit, e presto nel Regno Unito entrerà soltanto chi vogliono loro.
In Francia tra un anno ci saranno le elezioni, e anche la saggia Le Pen ha già promesso che, se verrà eletta, promuoverà un referendum per la Frexit. E già che c'è proibirà anche il burqa in tutta la nazione. [...]
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