Ha fatto bene Macron a “sculacciare” pubblicamente Bolsonaro, per la faccenda dei roghi brasiliani. Lo ha fatto a nome di tutti noi occidentali, e tutti noi ci siamo sentiti un pò vendicati da questo suo intervento, tanto plateale quanto inappuntabile. Da quando infatti è arrivato in Brasile il nuovo presidente “diversamente progressista”, le pene per i disboscatori illegali – già tutt’altro che pesanti – si sono alleggerite ancora di più. E’ stato come dire “dateci dentro, che tanto non vi faccio niente”. Giusto quindi riprenderlo pubblicamente, perchè il pianeta è di tutti, e con il pianeta non si scherza.
C’è però un piccolo problema. Bolsonaro non ha incoraggiato i disboscamenti “perchè lui è cattivo”, o perchè “non gliene frega niente dell’ambiente”. Lo ha fatto per aiutare l’economia del suo paese. I disboscamenti infatti servono soprattutto per fare spazio a nuovi allevamenti di bestiame, e per coltivare la soia che serve proprio a nutrire questo bestiame. I disboscamenti quindi servono, in ultima analisi, ad aiutare il mercato brasiliano di esportazione della carne.
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Grazie.
M.M.
di Stefano Re
Devo avvisarvi subito: è lunga e piuttosto complessa. La renderò breve e semplice quanto possibile, ma non posso fare miracoli. In alcuni passaggi dovrò anche banalizzare assai, chi se ne intende porti pazienza.
Tutto comincia nel modo più ovvio, Facebook vuole che tu sia un utente felice, per cui ti crea stimoli che ti rendano felice. L’idea iniziale era: ti iscrivi, scegli qualcuno come “amico”, io ti faccio vedere i post dei tuoi amici. Vedi anche il post di qualcuno che non conosci, se gli metti il “mi piace”, io ti faccio vedere i suoi prossimi post. Tu sei felice, loro sono felici, invitate altri amici, Facebook cresce, le ditte mi pagano per farvi vedere delle pubblicità. E così è stato per qualche tempo, mentre Facebook diventava sempre più grande.
Poi qualcuno ha scoperto il legame tra la produzione di dopamina, i commenti, l’attenzione di gruppo e i “like”. Ve la faccio breve: hanno scoperto che i like creano dipendenza. E hanno deciso di sfruttare questo meccanismo. Ecco perché, ad esempio, i profili privati possono avere solo 5000 “amici”. Cosa credevate, che “non ci fosse spazio” in un qualche hard disk? No, no: è un limite che hanno deciso a tavolino, e ora vi spiego perché.
Stiamo facendo la ristrutturazione del sito. Ci vorranno un paio di giorni. Nel frattempo vi lascio questo spazio per i commenti liberi.
di Giulietto Chiesa - Il Fatto Quotidiano
Il 24 luglio scorso, 18 anni dopo la tragedia dell’11 settembre a New York, nel silenzio totale dei grandi media americani (e italiani), cinque uomini non “qualunque” si sono riuniti nel Distretto di Piazza Franklin e Munson, a un passo dai Queens di New York, per approvare, all’unanimità, una risoluzione.
Il cui testo proclama l’”incontrovertibile evidenza” del dato che “esplosivi preventivamente collocati” all’interno delle “tre torri” del World Trade Center, “ne hanno provocato la distruzione”.
Chiunque abbia seguito un poco le polemiche che da 18 anni ruotano attorno alla spiegazione dell’11 Settembre 2001, si renderanno conto immediatamente che una tale dichiarazione cancella in un colpo solo l’intero impianto della inchiesta ufficiale, contenuta nel famigerato “9/11 Commission Report”.
Il viaggio in barca a vela a New York dell’attivista climatica svedese Greta Thunberg ha un retroscena molto meno ecologico di quello che vogliono far sembrare. Secondo un rapporto del giornale tedesco “taz” , il viaggio transatlantico con la “Malizia” produrrà più CO2 dannosa per il clima che se Greta e padre fossero volati negli Stati Uniti .
“So che ci saranno persone che cercheranno di temporeggiare sul problema del clima e che faranno di tutto per spostare il focus della discussione su qualcos’altro, ma non me ne preoccupo”, avvisava Greta i giornalisti presenti a Plymouth.
Avrà preso l’aereo anche qualcuno di loro per salutare la bimba?
Informazioni diffuse su alcuni giornali si basano su una dichiarazione del portavoce dello skipper tedesco Thisberg Boris Herrmann.
Cinque esperti dovranno riportare la barca in Europa, dopo l’arrivo di Greta a New York.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
Terrificante: il morbillo uccide in pochi giorni. Lo dice il Fatto Quotidiano. L’articolo si intitola: “Hostess contrae il morbillo in volo: muore a 43 anni qualche giorno dopo”. C’è veramente da farsela sotto.
Nel testo dell’articolo c'è la conferma: “Ha contratto il morbillo da un passeggero mentre stava lavorando su un volo partito da New York e diretto a Tel Aviv ed è morta pochi giorni dopo”. Terrificante, questa malattia. Solo l’infarto e il curaro agiscono più rapidamente. Bisogna fare veramente attenzione a questo morbillo, dobbiamo correre tutti a vaccinarci (due volte, mi raccomando, non una, perchè “dagli accertamenti è emerso che la donna aveva fatto solo una dose del vaccino, invece delle due prescritte”).
Poi, se uno solo si prende la briga di andare a cercare la fonte originale, scopre che le cose stanno un po' diversamente.